Estratto del documento

e) DIRADAMENTI MECCANICI, SCHEMATICI O GEOMETRICI

Le piante da abbattere sono scelte in base ad una distribuzione

spaziale stabilita a priori, a prescindere dalla posizione sociale o da

altre caratteristiche individuali.

In questi casi non si devono avere particolari esigenze di

assortimenti e della loro qualità (materiale destinato a cippato,

carta…).

I diradamenti sono eseguiti lungo linee geometriche dritte che

posso utilizzare come letto di caduta e di spostamento dei mezzi

meccanici.

d) DIRADAMENTI LIBERI

In questo tipo di diradamenti rientrano vari metodi per i quali l’indicazione

delle piante da abbattere è fatta su basi individuali e le caratteristiche

dell’albero (tra cui la posizione sociale) e la sua collocazione spaziale.

Adotto una selezione positiva (scelgo le piante che voglio tenere, i

candidati, e le libero).

Punto di partenza per la selezione è la "cellula di diradamento" che è costituita da un gruppo di piante che si

trovano a stretto contatto di chioma. Nella cellula si individuano i possibili "candidati" e, tra gli alberi del soprassuolo

accessorio, quelli utili, quelli indifferenti e quelli dannosi e concorrenti per i candidati e per gli utili.

Tra i candidati si esegue la selezione dei migliori (alberi scelti) con caratteristiche che possono variare da cellula a

cellula e, successivamente, si decide in quali modi educarli valutando gli effetti che può esercitare il più attivo

"concorrente". Si compie infine la selezione dell'albero da abbattere. Sono criteri di scelta, nell'ordine, la qualità

(portamento e stabilità fisica) dell'albero, la vitalità, la posizione spaziale.

Si opera nella “cellula di diradamento” con questo procedimento:

1) Scelta dei candidati;

2) Eliminazione dei concorrenti (in genere 1-2 per ogni candidato);

3) Le indifferenti (a meno di casi particolari) vengono rilasciate (effetto di educazione per la chioma).

Casi particolari di prelievo per indifferenti: problemi di taglio ed abbattimento, condizioni sanitarie, diritti di

focatico per la produzione di legna da ardere.

d.1) DIRADAMENTO SELETTIVO

Il diradamento selettivo fa parte della famiglia dei diradamenti liberi e trae origine dal diradamento di tipo alto ma

si differenzia da questo sia per la concezione che per le modalità applicative.

Per il diradamento selettivo ogni stadio evolutivo del popolamento, ogni specie arborea ed ogni tipo di soprassuolo

richiedono misure di coltivazioni proprie consistenti in:

1 - prevenzioni da avversità climatiche e biotiche;

2 - selezione (negativa o positiva). La selezione negativa implica l'eliminazione di specie indesiderate, di individui

malformati, di alberi "lupo" ecc. La selezione positiva implica l'aiuto alle specie ed agli individui di maggior pregio

mediante l'eliminazione dei concorrenti; 48

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3 – educazione. L'educazione consiste nel fare sviluppare le qualità positive ed a sopprimere quelle indesiderate

mediante la creazione di un ambiente adatto. Si distingue una "educazione collettiva" che regolando la densità

d'insieme agisce genericamente in favore delle piante ed ostacola le peggiori, ed una "educazione individuale";

4 - misure accessorie (potature, sottopiantagioni ecc.).

Il grado di diradamento

Il grado di un diradamento è molto importante quando si parla soprattutto di diradamenti dal basso (debole,

moderato, forte, fortissimo o superdiradamento).

I diradamenti deboli sono quasi inesistenti: elimino solo piante morte o deperenti. Quando si inizia ad intervenire

sulle chiome, allora si può iniziare a parlare di moderato, forte o fortissimo.

In linea di massima, quando si parla di grado, indipendentemente dal tipo di diradamento, se si parla di forte o

fortissimo, vuol dire che le chiome sono state separate (le chiome diventano ben distinte). Attenzione alla stabilità! Ci

sono specie che reagiscono meglio o peggio nei confronti dei diradamenti di questo tipo.

Se il diradamento è moderato, le chiome bene o male continuano a toccarsi.

Si parla inoltre di: diradamento celero-incrementale se ha un inizio precoce (libero presto le piante, giovani) e

grado più forte del diradamento forte o di diradamento graduale se i primi diradamenti sono di grado forte e

successivamente moderati. Questi interventi servono per ridurre il più possibile il numero di interventi successivi (ci

vuole tempo alle piante per chiudere gli spazi liberi, quindi posso aspettare ad intervenire).

Per diradamenti dall’alto ci sono solo due gradi: debole o forte. Questo perché si interviene già dall’alto, quindi in un

modo o nell’altro tocchi le chiome, cosa che dal basso non sempre succede.

È utile intervenire con diradamenti di grado forte nelle prime fasi di crescita del popolamento. In altri casi può

succedere quando: il mercato paga bene o si rischia di subire schianti in un periodo dell’anno (devono essere effettuati

per tempo).

L’intensità di un diradamento 2

Per definire l’intensità del diradamento in modo quantitativo (quanti m posso asportare), si può utilizzare il

rapporto d/D dove d è il diametro medio delle piante rimosse col diradamento e D è il diametro medio antecedente il

diradamento. Dal rapporto posso avere un valore che è maggiore, minore o uguale ad 1.

Se il valore è maggiore di uno: diradamento correttivo, dei dominanti;

Se il valore è uguale a uno: diradamento schematico;

Se il valore è minore di uno: tutti gli altri casi (le piante più grandi solitamente si lasciano in campo).

Altri parametri che definiscono i diradamenti

Gli altri parametri sono l'età di inizio e la frequenza degli interventi.

I diradamenti sono precoci, se iniziano prima dell'età di culminazione dell'incremento in altezza, o tardivi.

Diradamenti precoci sono indispensabili per le specie eliofile.

I diradamenti sono frequenti, se si ripetono ad intervalli inferiori a 1/10 del turno, o poco frequenti. La frequenza

degli interventi dipende dal tipo di assortimento legnoso prodotto e, sempre in misura maggiore, dal costo. (pre-

commercial thinnings a macchiatico negativo e commercial thinnings a macchiatico positivo).

Frequenza e grado tendono a condizionarsi a vicenda; in ogni caso la scelta di questi due parametri va fatta tenendo

conto:

• del temperamento della specie;

• delle finalità produttive (se si intenda cioè privilegiare assortimenti di grosse dimensioni o piuttosto legname di

qualità);

• della facilità di esbosco; 49

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• della reattività del popolamento, in relazione alla fertilità stazionale e alla sua età (è decisamente rischioso

adottare diradamenti forti se tardivi!), ricordando che nei primi anni dall’esecuzione si tratta comunque di un

intervento destabilizzante per il popolamento, diventa stabilizzante a medio termine solo se gli alberi sono ancora

reattivi.

Tagli successivi [PPT.11]

Si asporta il soprassuolo maturo in più interventi (non in uno unico). È un sistema ideato principalmente per

rinnovare le specie sciafile, che fanno fatica nelle prime fasi di vita a rinnovarsi in piena luce.

Questo tipo di intervento lo si fa per creare un ambiente più protetto, si evitano le gelate e si limita l’escursione

termica tra il giorno e la notte.

Quindi: il soprassuolo viene eliminato in modo graduale con una serie di interventi (2-5). La rinnovazione della

fustaia avviene sotto la copertura parziale del soprassuolo maturo. Per esser chiamato “tagli successivi”, i tagli devono

essere almeno 2:

1. Taglio di sementazione: è il primo taglio. Si effettua all'età del turno minimo ed è finalizzato ad ottenere la

rinnovazione. Si asporta una percentuale variabile tra il 30% (in alcuni siti è anche più leggero, è valido per

specie sciafile) ed il 70% (piante eliofile) del soprassuolo. Si rilasciano come piante da seme gli esemplari

migliori e più stabili. La rinnovazione presente prima “non mi interessa”, come se non esistesse: voglio che la mia

rinnovazione si insedi dopo questo taglio;

2. Tagli secondari: si procede allo sfoltimento graduale del soprassuolo residuo accompagnando l’insediamento e la

crescita graduale della rinnovazione. Sono tagli facoltativi;

3. Taglio di sgombero: è il taglio conclusivo con il quale si asporta tutto il soprassuolo residuo. Le piante di

rinnovazione sono già nella fase di spessina.

Il periodo che intercorre tra il taglio di sementazione ed

il taglio di sgombero (variabile tra 5-6 anni per specie eliofile

e dal rapido accrescimento fino a 30 anni per le specie

sciafile) si chiama periodo di rinnovazione. I tagli di

sementazione e di sgombero vengono detti tagli di

rinnovazione.

Il taglio di sementazione si fa quando ormai sono già a fine

turno: le piante che esporto hanno già valore commerciale e

ottengo l’introito maggiore. Lascio piante per la

disseminazione perché voglio che piante con chioma ampia si

riproducano; poi quelle piante saranno comunque abbastanza

grandi da ripagarmi gli interventi successivi (si accrescono

ulteriormente).

I tagli secondari non sempre si fanno, anzi nel caso di specie eliofile (dove esporto tanto, fino al 70% della

biomassa) non ha senso entrare ed esportare ulteriormente. È più probabile svolgerli in popolamenti sciafili. Eseguo uno

sfoltimento per ridurre man mano la copertura e in modo da lasciare ancora piante a disseminare, ma non sempre

conviene.

Solitamente i tagli di sementazione vengono fatti in concomitanza con le annate di pasciona. L’obiettivo è comunque

quello di limitare i costi: intervenire più volte con i tagli secondari è raro (se ne possono fare uno o al massimo due, ma

raramente si arriva a tre interventi di questo tipo).

Potenzialmente, prima del taglio di sementazione, non ho rinnovazione al suolo. Se eseguo tagli secondari e/o di

sgombero devo avere per forza rinnovazione, altrimenti non ho piante per il turno successivo.

Il periodo di rinnovazione deve essere il più breve possibile: se, al contrario abbiamo un periodo di rinnovazione

molto lungo (es. 30anni), posso avere della rinnovazione che si è insediata l’anno prima a seguito del taglio di sgombero,

però ne ho altra che si è insediata 30 anni prima con il taglio di sementazione. La rinnovazione sarà già lignificata e alta

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e quando vado ad abbattere gli alberi con i tagli, le danneggio irreparabilmente. Meglio avere rinnovazione ancora

giovane e non lignificata perché più elastica e faccio meno danni.

Siamo sempre all’interno dei tagli eseguiti in popolamenti coetanei monoplani, quind

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Scienze agrarie e veterinarie AGR/05 Assestamento forestale e selvicoltura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anna3andrea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Selvicoltura generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Lingua Emanuele.
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