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L'ANSIA NEL PAZIENTE CON DOLORE CRONICO
I disturbi d'ansia si associano spesso al dolore cronico:
- I sintomi ansiosi più comuni in presenza di dolore cronico sono la catastrofizzazione,
- l'ipervigilanza e la paura del movimento.
LA PAURA NEL PAZIENTE CON DOLORE CRONICO
È la paura del dolore e del suo interferire con la propria vita, come tale interrompe, interferisce e minaccia l'identità personale.
Spesso va oltre la paura della percezione del dolore e prende le forme astratte della paura della perdita dell'identità o della stima di sé.
Paura della perdita dell'autonomia, libertà, indipendenza.
DOLORE COME:
- Interruzione del funzionamento quotidiano
- Dell'attività cognitiva (ruolo distraente del dolore)
- Interferenza nel funzionamento cognitivo
- Nel funzionamento (disabilità temporanea)
- Nelle singole prestazioni
- Minaccia di spaccatura biografica
- Nei...
IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON DOLORE CRONICO
Costituzione ereditaria, aspetti sici, aspetti psichici, relazioni a ettive, familiari e sociali• interagiscono a vari livelli
Porre attenzione al sintomo (alle sue modalità di espressione, di comparsa , di• riacutizzazione, tempi, luoghi e movimenti in cui si presenta) e ai signi cati attribuiti dalpaziente stesso
Spesso la so erenza sica nasconde/oscura/maschera la so erenza psicologica e sociale• e spesso i pazienti sono disposti a parlare solo di quella
Alcune parti del corpo (viso, genitali, mammelle) sono investite emotivamente più di altre• La paura della perdita può creare disagio emozionale più (o tanto quanto) della stessa• perdita funzionale
Rassicurazione precoce, tentativi di convincimento e dissuasione sono da evitare• L’intervento multidisciplinare deve essere integrato: è importante che le diverse gure• professionali non
rappresentino la dissociazione corpo/mente che i pazienti portano chiedendo un trattamento e una diagnosi medico-somaticaAdultità 10tti ti ff ti fi ti ti fi ff fi ffi ff ff fi fi fi fi
Freud sostiene che l'adulto sano è colui che è in grado di amare e lavorare
Sviluppo psicosociale (E.Erikson) - intimità vs isolamento - Generatività vs stagnazione - Tappe tipiche ingresso nel mondo del lavoro, matrimonio, genitorialità, sviluppo di carriera, allontanamento dei figli dal nucleo, morte o declino dei genitori
Cicerone - Conoscere la vecchiaia - Prepararsi alla vecchiaia - Ritardare la vecchiaia - Vivere bene la vecchiaia
Solo negli ultimi 50 anni ce ne si sta occupando in modo sistematico e multidisciplinare.
La terza età - Fase dell'integrità dell'io vs disperazione dello sviluppo psicosociale - Fase del distacco come accettazione ed elaborazione delle perdite e crescita a seguito di queste - Fase di elaborazione e accettazione
La vecchiaia come perdita:
- Perdita della funzione produttiva, perdita di ruolo, di status, di potere, di rete sociale.
- Perdita del partner e degli amici.
- Perdita di eccenza, deficit psico-fisici.
- Perdita di autonomia, dipendenza.
- Perdita di salute.
Perdite di carattere psico-fisico:
- Incertezza, rallentamento e perdita di coordinazione nei movimenti.
- Rallentamento nei tempi di reazione.
- Disturbi della memoria.
I funzionamenti peculiari della vecchiaia:
- Le competenze sedimentate negli anni rimangono maggiormente integre.
- Strategie adattive: selezione, ottimizzazione, compensazione.
- Solitudine come possibile forma per affermare la propria autonomia ed autosuocienza.
La dipendenza dell'anziano:
- È sia pratica/strumentale che relazionale.
- Può diventare psicologica.
- È multicausale.
- Non necessariamente riguarda tutte le sfere dell'individuo.
- Non necessariamente dipendenza/indipendenza.
- Terziario declino accelerato a cascata delle funzioni che precede la morte
- Sottostimare processi patologici perché ritenuti normali dell'età
- Attribuire deterioramenti normali al processo patologico
Ognuno, in base alle proprie caratteristiche, risponde alle problematiche della salute in maniera diversa.
TIPOLOGIA | ATTEGGIAMENTO DELL'ANZIANO | SUGGERIMENTO PER L'OPERATORE |
---|---|---|
Costruttiva | Partecipazione attiva al processo di cura | Assecondare la partecipazione con azione di terapie e riabilitazioni, fornire informazioni, coinvolgimento e consenso |
Dipendente | Insoddisfazione e delega | Ridurre la passività |
Difensiva | Rifiuto dell'aiuto vissuto come minaccia alla propria indipendenza | Rispettare l'autonomia, evitare imposizioni, fornire rassicurazione e rispetto |
Ostile | Rivendicazione e accusa | Comprendere la richiesta di aiuto, fornire supporto e risposte adeguate |
guarigione e non solo di cura
Depressiva Autoaccusa e impotenza Incrementare controllo, potere, autoefficacia
L'anziano e la famiglia- la persona anziana è una risorsa e un punto di riferimento per le generazioni successive fino a quando mantiene l'autonomia- Crisi nel cambiamento di ruoli e rapporti: sia l'anziano che i familiari che lo assistono devono affrontare.- Quando l'anziano è malato, la famiglia diventa nuovo polo nella relazione paziente-curante.
Il dolore in età pediatrica
Sviluppo tipico= modelli che descrivono uno sviluppo normale che ci attendiamo nelle persone che non hanno situazioni particolari. Ci aspettiamo che il bambino acquisisca e passi determinate tappe in un range di età stabilite.
Sviluppo atipico= si fa riferimento a bambini plus dotati con un apprendimento più accelerato dove c'è un "bruciare le tappe" che provoca disagio cognitivo e di coltà relazionale e comportamentale.
Oppure bambini con condizioni mediche particolari e diagnosi di malattia. Anche il neonato prova dolore, ma la consapevolezza del dolore evolve con lo sviluppo cognitivo. La memoria permette la funzione di allerta del dolore; la paura anticipatoria compare attorno al sesto mese nel lattante. Precocemente il bambino impara sia gli effetti secondari del dolore/malattia che l'utilità di dissimularli. La percezione, espressione e il coping del dolore risentono anche di fattori temporamentali e culturali, oltre biologici e cognitivi.
S. pre-operatorio: Definizione unidimensionale, generale, concreta.
S. operatorio concreto: Definizioni semplici e concrete con riferimento al tono dell'umore.
S. operatorio formale: Definizioni astratte che contemplano anche gli aspetti psicologici.
LA MALATTIA GRAVE IN ETA' EVOLUTIVA: 6 PRINCIPI DA NON TRASCURARE
1. Interferisce con i compiti di sviluppo propri di ogni età.
2.
Può interferire con lo sviluppo motorio, cognitivo.
Coinvolge sempre tutta la famiglia: diversi interlocutori del personale sanitario.
La comprensione di cosa sta accadendo, da parte del bambino è diversa (= non assente!) da quella dell'adulto ed è condizionata dalla sua fase di sviluppo.
Il bambino adeguatamento informato sulla sua malattia e sull'evoluzione della stessa a ronta meglio la sua condizione di chi è lasciato all'oscuro.
Sussiste confusione su chi debba farsi carico dell'adolescente.
IL VISSUTO DI MALATTIA IN ETA' EVOLUTIVA DIPENDE DA:
Età = fase di sviluppo
Personalità
Tipo di malattia
Funzionamento e dinamiche familiari
LA PRIMA INFANZIA (0-2 ANNI)
Sviluppo motorio (dall'inerzia, al movimento di mani, piedi, occhi e muscoli del volto, a deambulazione)
Mutazione sensoriale e percettiva (soprattuto di vista ed udito)
Intelligenza sensomotoria: tra i 18-24 mesi
inizia la rappresentazione mentale osservabile• nel linguaggio, nell’imitazione e nel gioco simbolico
Autopercezione: autismo/onnipotenza; con il riconoscimento del seno come un oggetto• altro da sé (4-5 mesi) si ha la costituzione del primo oggetto e quindi l’instaurarsi di un primo proprio con ne; a 15-18 mesi il bambino si riconosce allo specchio
Relazioni oggettuali: da 8 mesi il sorriso è una risposta volontaria e direzionata (=• riconoscimento dei volti degli altri signi cativi), fasi dell’autismo primario, simbiotica, della separazione-individuazione; a 18 mesi si ha la costanza oggettuale
Fase orale dello sviluppo psicosessuale• Fase di ducia vs. s ducia dello sviluppo psicosociale•LA MALATTIA NELLA PRIMA INFANZIA
Il bambino non è in grado di descrivere e spiegare i suoi stati, esprime disagio solo• attraverso il pianto
Il genitore è l’unico interlocutore del personale curante• Nel caso di
patologie congenite o ereditarie del neonato, spesso ci sono vissuti di colpa da parte del genitore o di svalutazione per non essere stati in grado di generare un figlio sano; processo di elaborazione del lutto di un figlio sano e/o del figlio desiderato/fantasticato Importanza della presenza della continuità di accudimento da parte della figura di riferimento (madre) per non compromettere lo sviluppo del sé e delle relazioni oggettuali (simbiosi; separazione/individuazione) Lo stato emozionale del bambino riflette quello della figura di accudimento LA SECONDA INFANZIA (3-6 ANNI) Crescita meno rapida La motricità si arricchisce (correre, giocare a palla, nuotare) e diventa