ARGOMENTO 10: IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
ARGOMENTO 11: IL SISTEMA SOMATOSENSORIALE
ARGOMENTO 12: IL SISTEMA VISIVO CENTRALE
ARGOMENTO 13: LE EMOZIONI
ARGOMENTO 14: MECCANISMI MOLECOLARI DELL’APPRENDIMENTO E DELLA MEMORIA
ARGOMENTO 15: LE MALATTIE MENTALI
ARGOMENTO 10
IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
IPOTALAMO, REGOLAZIONE DEL METABOLISMO ENERGETICO
L'iIpotalamo regola l’Omeostasi, mantiene l’ambiente interno entro un range fisiologico. Regola
la temperatura corporea, regola il bilanciamento dei fluidi e quello energetico.
→ 3 componenti della risposta:
Risposta endocrina: I neuroni ipotalamici rispondono agli stimoli aumentando o riducendo il
rilascio di ormoni ipofisari
Risposta autonoma: I neuroni ipotalamici rispondono agli stimoli regolando l’attività del SNA
Risposta motoria somatica: I neuroni ipotalamici rispondono agli stimoli attivando una risposta
comportamentale motoria
Il controllo dell’assunzione di cibo avviene grazie ad una complessa rete di segnali che
provengono dalla periferia (tessuto adiposo, intestino, stomaco), vengono elaborati a livello
ipotalamico e quindi integrati a livello corticale per tradursi in comportamenti di assunzione di
cibo/astensione dal cibo.
L’immagazzinamento e l’utilizzo dell’energia vengono generalmente regolati in maniera che alla
fine le entrate e le spese energetiche siano in pareggio; questo è chiamato Bilancio
energetico. Ai fini della sopravvivenza, le nostre cellule devono essere rifornite di sostanze
nutritive e ossigeno. L’energia non è rifornita in modo costante all’organismo, come avviene
per l’ossigeno. Esistono pertanto numerosi meccanismi atti ad immagazzinare l’energia in
modo tale che essa sia disponibile anche quando non vi è rifornimento esterno. Quando
mangiamo infatti, una parte dell'energia viene utilizzata immediatamente mentre quella che
resta viene immagazzinata sottoforma di riserva.
Esistono numerosi meccanismi volti alla Regolazione del comportamento alimentare. Attraverso
l’alimentazione assumiamo Molecole che servono da Materiale di Costruzione e da
Combustibile.
L’assunzione di queste molecole ha un duplice scopo:
Costruire e Preservare gli organi: servono a costruire e preservare i nostri tessuti.
1. Ottenere Energia da impiegare nei movimenti muscolari, nel mantenimento della
2. Temperatura Corporea...
Il Combustibile, ovvero l'energia, proviene dal tratto digerente in seguito all’assunzione di
cibo. Tramite il tratto digerente assumiamo l'energia che ci serve. Tuttavia, il sistema digerente
è spesso vuoto, ovvero durante i periodi di digiuno. (es. la mattina, tra i pasti..).
Perciò possediamo delle riserve atte ad immagazzinare le sostanze nutritive.
Esistono 2 diverse Riserve:
A Breve Termine che accumula Carboidrati: La Riserva a Breve Termine è localizzata nelle
cellule del Fegato e dei Muscoli ed è “riempita” con un CARBOIDRATO Complesso ovvero
il GLICOGENO.
Come facciamo a conservare o immagazzianre il glucosio?
1. Le Cellule Epatiche (del fegato) convertono il GLUCOSIO in GLICOGENO (carboidrato
complesso , macromolecola) provvedendo al suo immagazzinamento. In questo processo
sono aiutate da un ormone rilasciato dal Pancreas: INSULINA.
2. La contemporanea presenza di Glucosio e Insulina nel sangue, stimola l’utilizzo di parte
del Glucosio come Combustibile e l’immagazzinamento della parte restante sotto forma
di Glicogeno. L'insulina è infatti importante per trasformare glucosio in glicogeno.
Quando il Tratto digerente è vuoto, il livello ematico di Glucosio decresce: quando non
3. assumiamo cibo, il livello di glucosio nel sangue è basso.
4. Il Pancreas risponde bloccando la secrezione di Insulina e cominciando a secernere un
altro ormone: GLUCAGONE. L'effetto del Glucagone è opposto a quello dell’Insulina:
stimola la conversione del Glicogeno in Glucosio. Esso ha un effetto di tipo catabolico,
scompone il glicogeno e lo trasforma in glucosio per aumentare i livelli ematici di glucosio.
Il Fegato quindi immagazzina il Glucosio in eccesso, quando questo è disponibile in
5. sovrabbondanza, e lo accumula come Glicogeno (grazie all’Insulina). Al contrario, rilascia il
Glucosio immagazzinato nella sua riserva, quando il tratto digerente è vuoto e il livello di
glicemia inizia a scendere (grazie al Glucagone).
Livelli alti di glucosio→ interviene l'insulina→ immagazina il glucosio in eccesso nel sangue
sottoforma di glicogeno
Livelli bassi di glucosio→ interviene il glucacone→ converte il glicogeno in glucosio per
aumentare i livelli ematici
La Riserva Epatica di Carboidrati è destinata principalmente al SNC
Se la riserva a breve termine non è sufficiente, allora attingiamo a quella a lungo termine.
A Lungo Termine che accumula Trigliceridi: La Riserva a Lungo Termine è composta dal
Tessuto Adiposo, costituito da un accumulo di TRIGLICERIDI che contengono Glicerolo e
Acidi Grassi.
La Riserva a lungo termine è costituita dai TRIGLICERIDI accumulati nel tessuto adiposo.
1. Non appena cominciamo a prelevare il contenuto della nostra Riserva a Breve termine di
Carboidrati, le Cellule Adipose iniziano a convertire i TRIGLICERIDI in energia disponibile
per le cellule.
2. Ad esempio la mattina al risveglio, il tratto digerente è vuoto e il nostro SN è sostenuto
con il Glucosio rilasciato dal Fegato.
3. Le altre cellule del nostro corpo attingono alle riserve di Acidi Grassi, risparmiando il
glucosio per il Cervello.
4. Durante la fase di Digiuno, la secrezione di Insulina si riduce e viene rilasciato
GLUCAGONE dal Pancreas.
Il Glucagone che viene rilasciato dal Pancreas, stimola le cellule Adipose a convertire i
TRIGLICERIDI in ACIDI GRASSI e GLICEROLO (poi convertito in glucosio), attingendo alla
Riserva a Lungo termine.
La maggior parte del corpo si avvale degli Acidi Grassi, mentre il glicerolo è diretto
appannaggio del SNC.
Il glucosio entra nelle cellule grazie ai “trasportatori di glucosio” che contengono recettori
per l’insulina. Quando l’insulina si lega a questi trasportatori, è possibile l’ingresso di
glucosio. Questo vale per tutte le cellule del corpo ad eccezione di quelle nervose che
possono assorbire glucosio anche in assenza di insulina.
Processo sopra anabolico
Processo sotto catabolico
I magazzini energetici del corpo sono riempiti durante e immediatamente dopo aver
consumato un pasto, momento in cui il sangue è ricco di nutrienti. In questo stadio l’energia
viene immagazzinata in 2 forme: sotto forma di GLICOGENO e TRIGLICERIDI.
Le riserve di glicogeno hanno una capacità limitata e si trovano principalmente nel fegato
e nei muscoli scheletrici.
Le riserve di trigliceridi si trovano nel tessuto adiposo e hanno capacità virtualmente
illimitata.
→ La costruzione di Macromolecole come Glicogeno e Trigliceridi da precursori prende il
nome di ANABOLISMO.
Lo stadio di digiuno tra i pasti è chiamato stadio di post-assorbimento. Durante questa fase,
glicogeno e trigliceridi immagazzinati vengono frammentati per fornire costantemente al
corpo i nutrienti necessari per il metabolismo cellulare. Il processo di frammentazione di
macromolecole complesse, è chiamato Catabolismo, processo opposto all’Anabolismo.
L’omeostasi ottimale è raggiunta quando riserve energetiche sono ricostituite alla stessa
velocità con cui vengono spese. Se l’assunzione di energia supera l’utilizzo, la quantità di
grasso corporeo (adiposità) aumenta fino a determinare obesità; Se l’assunzione di energia
non soddisfa il fabbisogno si perde grasso fino ad arrivare all’inedia. L'inedia è una grave
riduzione nell'apporto di vitamine, nutrienti e in generale di energia; è la forma più estrema di
malnutrizione.
La regolazione del peso corporeo
Se un animale viene sottoposto ad alimentazione forzata, il suo peso aumenterà, ma non
appena all’animale sarà permesso di regolare la propria alimentazione esso ridurrà l’apporto
calorico mostrando quindi un meccanismo di compensazione. Allo stesso modo esso
aumenterà la quantità di cibo ingerito se sottoposto ad un periodo di alimentazione
insufficiente. Si tratta di un meccanismo volto a mantenere l’omeostasi. Generalmente il peso
corporeo è mantenuto entro valori relativamente stabili. Esiste una “forma di comunicazione”
tra Tessuto Adiposo e Cervello.
Ipotesi Lipostatica: spiega la costanza relativa del peso corporeo.
Postula un meccanismo a feedback: quando il peso del corpo supera un certo valore viene
inibita l’assunzione di cibo ed aumenta il consumo di energia.
La regolazione del comportamento alimentare
Alcune evidenze sperimentali suggerivano che il tessuto adiposo inviasse al cervello
informazioni. Negli anni‘90 l’ormone responsabile di questo meccanismo è stato identificato
(Friedman, 1994). Si tratta della proteina prodotta dal gene OB alla quale è stato dato il nome
di LEPTINA. La LEPTINA viene secreta dalle cellule adipose (adipociti). La Leptina regola la
massa corporea agendo direttamente sui neuroni dell'Ipotalamo. La Leptina agisce come
ormone che contrasta l'obesità, è considerata infatti un fattore di sazietà. La mancanza di
Leptina induce all'assunzione di cibo. Topi che portano la mutazione ob in omozigosi, sono
incapaci di produrre Leptina. La deficienza di Leptina stimola l’assunzione di cibo. Questi topi
sono caratterizzati da iperfagia e ridotto metabolismo basale (modello animale di obesità).
La somministrazione di Leptina ai topi ob riporta il peso a valori normali. La leptina agisce a
livello ipotalamico inibendo l’assunzione di cibo.
L'espressione genica della Leptina non è l'unico fattore che porta all'obesita in quanto solo
una piccola parte di persone obese riscontra la mutazione ob in omozigosi dunque è incapace
di produrre Leptina.
Assunzione di cibo e bilancio energetico
L’assunzione di cibo è regolata a livello ipotalamico in modo da rispondere a segnali di fame e
di sazietà con una rete di diversi mediatori chimici e nervosi. I Segnali della Fame e della
Sazietà hanno origine a livello periferico ovvero nel sistema digerente e nelle riserve nutritive
del corpo, ma il loro bersaglio è il CERVELLO. Le ricerche si sono inizialmente focalizzate su 2
Regioni dell’IPOTALAMO: l’area LATERALE e l’area VENTROMEDIALE. Per molto tempo i
ricercatori hanno sostenuto che queste 2 regioni controllassero in modo esclusivo
rispettivamente la Fame e la Sazietà.
→ 1940: lesioni in piccole strutture dell’ipotalamo producono grandi effetti sul co
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