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SINDROMI REATTIVE DA DISADATTAMENTO
Si tratta di un insieme di diverse risposte emotivo-affettive e comportamentali (asintomatologia spesso ansiosa, ma anche mista, di tipo depressivo o con disturbi della condotta) che compaiono come conseguenza di un mutamento importante delle condizioni di esistenza, per eventi psicotraumatici identificabili proprio nel periodo difficile di adeguamento alla nuova situazione (esempio: separazione, problemi familiari, scolastici, trasferimenti etc). Gli elementi che inducono a tale diagnosi non sono tanto gli aspetti sintomatologici quanto l'entità del disturbo complessivamente più intenso di quanto ci si potrebbe attendere di fronte a quel mutamento o tipo di stress, disturbo che comporta menomazione notevole delle capacità lavorative, di studio o di integrazione sociale. È più importante la vulnerabilità individuale che l'entità dell'avvenimento: gli elementi diagnostici sono pertanto.Le proporzioni tra stimolo stressante e risposta psicopatologica, nonché i vissuti soggettivi di incapacità, pessimismo e impotenza di fronte alla situazione da affrontare e superare.
DISTURBO DELL'ADATTAMENTO CRITERI DIAGNOSTICI DSM
- Lo sviluppo di sintomi emotivi e comportamentali in risposta a uno o più fattori stressanti identificabili si manifesta entro tre mesi dall'insorgenza del fattore o dei fattori stressanti.
- I sintomi e comportamenti sono clinicamente significativi evidenziabili da marcato disagio che va al di là di quanto prevedibile in base all'esposizione al fattore stressante, compromissione significativa del funzionamento sociale e lavorativo.
- Non correlabilità ad altro disturbo di asse 1. Non rappresenta un aggravamento di un disturbo in asse 1 e asse 2.
- I sintomi non corrispondono a un lutto.
- Una volta superato il fattore stressante, o le sue conseguenze, i sintomi non persistono per più di altri sei.
mesi. Superati i sei mesi, diventeranno veri e propri disturbi d'ansia o disturbi depressivi. 26/03/2020
L'isteria
Come si manifesta l'isteria?
Abbiamo crisi parossistiche che possono durare dai 15 minuti a diverse ore. Con quello che viene definito il grande attacco isterico, che si manifesta con una serie di caratteristiche e fasi:
- fase prodromica (che precede la patologia vera e propria e l'attacco isterico; è una sorta di fase preparatoria): nella quale è presente l'aurea isterica. In generale è caratterizzata da un senso di spaesatezza e inadeguatezza da parte dell'individuo.
- crisi epilettoide (così definita perché assomiglia a ciò che avviene nell'epilessia): con una fase tonica (aumento del tono muscolare), crisi dispnoiche (mancanza d'aria), rigidità (sempre muscolare) e crisi convulsive generalizzate.
- fase contorsionistica: il soggetto può avere comportamenti disordinati e grossolani.
La differenza con una paralisi di tipo neurologico è che essa non è acalza o a guanto nel disturbo neurologico, ma è una tipica paralisi che si manifesta a seconda del territorio di nervazione specifico che viene colpito dall'alterazione).
Anestesie e alterazioni sensoriali: cecità, sordità, anosmia (perdita dell'olfatto).
Amnesie- Spasmi muscolari e contratture
E poi ci sono tutta una serie di disturbi viscerali (funzionali):
- alterazioni del trofismo tessutale (alterazioni di tipo vascolare)
- coliche, spasmi, crisi respiratorie
Tutti questi sintomi sono senza una base organica. È una patologia psicogena, per la quale ancora oggi non conosciamo una causa di tipo organico.
Come si fa la diagnosi differenziale tra isteria ed epilessia?
- La crisi isterica ha una durata generalmente superiore ai 10 minuti; quella epilettica generalmente è inferiore al minuto.
- Si associa un restringimento del campo della coscienza (in senso crepuscolare)
- Dal punto di vista della memoria, il soggetto che soffre di isteria conserva il ricordo di ciò che è avvenuto nell'ambiente durante la crisi e ciò che ha vissuto è chiaramente recuperabile nel suo stato di coscienza attraverso tecniche come l'ipnosi; nell'epilessia si ha un'amnesia successiva all'evento.
- Non vi è un'anomalia della riflessività profonda o superficiale nell'isteria; ci sono delle anomalie sia per quanto riguarda i riflessi profondi che superficiali nell'epilessia (ma questo è più di competenza neurologica).
- Per quanto riguarda l'atteggiamento del paziente, nell'isteria abbiamo la cosiddetta "belle indifference", un atteggiamento di indifferenza ed estraneità a quello che sta accadendo da parte della persona che non è minimamente preoccupata dell'accadimento e di tutto quello che lo riguarda in quel momento; l'epilettico,
enormemente aumentato nell'isterico perché alla base vi è un complesso di autosvalutazione, un senso penoso e angosciante di inferiorità, vi è un pesante livello di autocritica per cui non ci si può mostrare come si è realmente e quindi si deve sempre alterare la propria immagine.
Rimozione amnestica di avvenimenti reali: il principio di realtà viene sostituito dal binario della fantasia e quindi si va sempre alla ricerca di un mondo teatrale e artificiale, fondato sul proprio immaginario.
Falsificazione dell'esistenza: ricerca di un mondo artificiale dove la teatralità è valore. Freud chiamava questa patologia, la "patologia del simulacro", perché nel simulacro simuliamo una realtà diversa da quella reale, sostituiamo la realtà di tutti i giorni con quella della fantasia.
Da quando esiste l'isteria? Da sempre nella letteratura si è parlato di isteria.
Papiro ginecologico di
Kahun (1825 a.c): la causa dei disturbi isterici è individuata nello spostamento spontaneo dell'utero all'interno del corpo femminile
Papiro di Ebers (1552 a.c): vengono descritti il fenomeno del soffocamento, il globus hystericus, i movimenti convulsivi e le misure terapeutiche da adottare, volte a riposizionare l'utero nella sua sede naturale "attraendolo" con sostanze aromatiche e profumate che venivano poste in contatto con la zona genitale o respingendolo nelle zone inferiori del corpo tramite l'inalazione di sostanze dall'odore ripugnante.
Ippocrate: è il primo ad usare il termine isteria. La sintomatologia sarebbe dovuta allo spostamento dell'utero. Egli evidenzia la differenza tra i movimenti convulsivi dell'epilessia, causati da una disfunzione del cervello, e quelli dell'isteria.
Aulo Cornelio: sottolinea alcune differenze tra isteria ed epilessia ed è il primo a sfatare la leggenda dell'utero come causa
danno fisico). Mesmer sostiene che l'isteria sia causata da un disordine del fluido magnetico presente nel corpo.- Charcot: considerato il padre della neurologia moderna, studia l'isteria come una malattia neurologica e la collega all'ipnosi. Sostiene che l'isteria sia una malattia reale e non una simulazione.- Freud: sviluppa la teoria psicoanalitica dell'isteria, sostenendo che essa sia causata da conflitti inconsci e desideri repressi. Introduce il concetto di "conversione isterica", in cui i sintomi fisici sono l'espressione simbolica di un conflitto interno.- Janet: propone una visione psicologica dell'isteria, sostenendo che essa sia causata da traumi psicologici e emozioni represse. Introduce il concetto di "dissociazione", in cui la mente si separa dalla consapevolezza dei sintomi fisici.- Breuer: collaboratore di Freud, sviluppa la tecnica della "catarsi" per trattare l'isteria, in cui il paziente rivive e rielabora i traumi passati attraverso l'ipnosi.- Piaget: studia l'isteria infantile, sostenendo che essa sia causata da una mancanza di sviluppo cognitivo e da conflitti tra il sé e l'altro.- Lacan: sviluppa la teoria psicoanalitica dell'isteria, sostenendo che essa sia causata da una mancanza di simbolizzazione e da una mancanza di accesso al desiderio. Introduce il concetto di "oggetto a", in cui l'isterica cerca di soddisfare il suo desiderio attraverso l'altro.danno); la paziente avverte l'influenza beneficadi un fluido mi