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ABBUFFATA
- mangiare in un definito periodo di tempo (es. 2 ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone nelle stesse condizioni mangerebbe in quello stesso tempo
- Sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si mangia
CONDOTTE DI ELIMINAZIONE
Uso inappropriato di lassativi, diuretici, enteroclismi o vomito autoindotto.
Classificazione
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- Binge Eating Disorder
- Disturbi alimentari NAS
ANORESSIA NERVOSA
Epidemiologia
- Distribuzione nel mondo > nelle società occidentali
- F>M
- Età adolescenti (alcuni casi in giovani adulti)
- Classe sociale prevalenza in classi sociali più alte
Clinica
Restrizione dell'intake calorico in relazione alle richieste specifiche del soggetto, che determina una diminuzione significativa del peso corporeo (cioè inferiore al
peso minimo previsto per età e altezza) Intensa PAURA di acquistare peso o di diventare grassi, o comportamento persistente che interferisce con l'aumento di peso, anche quando si è sottopeso
ALTERAZIONE del modo in cui il soggetto VIVE IL PESO o la FORMA CORPOREA, ed eccessiva influenza sui livelli di autostima, rifiuto di ammettere la gravità della condizione di sottopeso
Vi sono due sottotipi:
- Sottotipo restrittivo (la perdita di peso è ottenuta soprattutto con dieta, digiuno o attività fisica eccessiva)
- Sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione: in cui sono attuate abbuffate
Approfondimento
La restrizione alimentare riguarda prevalentemente i cibi ricchi di lipidi e i carboidrati, che vengono eliminati progressivamente dalla dieta e sostituiti con frutta e verdura o fibre e integratori vitaminici nella convinzione di voler dimagrire mantenendosi in buone condizioni di salute
Spesso le pazienti iniziano a controllare e a
Sovraintendere chi cucina per la paura che ci siano eccessivi condimenti o che non vengano rispettate le quantità prescritte e rapidamente arrivano a rifiutare qualsiasi cosa che non sia preparata da loro stesse.
Il pasto comincia a diventare motivo di ansia e iniziano a procrastinare il momento di sedersi a tavola fino a sovvertire completamente l'orario dei pasti.
Se costretta a mangiare riduce il cibo in elementi piccolissimi e li sparpaglia nel piatto, giocando anche con essi per ore.
Alla restrizione alimentare le pazienti associano attività fisica aerobica di cui iniziano ad incrementare frequenza e durata, assumendo caratteristiche compulsive e iniziano a ragionare per:
- crediti = ad una determinata attività fisica corrisponde la possibilità di concedersi del cibo
- debiti = ad un'intemperanza alimentare deve corrispondere una determinata quantità di esercizio
L'esercizio fisico è motivato a volte più che dal desiderio di dimagrire,
Dalla sensazione di essere flaccide e di dover rassodare i muscoli.
Esordio di solito avviene tra i 15 e i 18 anni, dopo una dieta ipocalorica di cui si perde il controllo.®
L'esordio dell'episodio può essere improvviso oppure graduale. In quest'ultimo caso compaiono sintomi prodromici quali labilità emotiva, astenia, insonnia, cefalea, ridotto interesse sessuale, scarso appetito, difficoltà di concentrazione, diminuzione di interesse nelle normali attività.
Anche la risoluzione può essere brusca e graduale. È brusca soprattutto nei disturbi bipolari.
Decorso è variabile. Talvolta si auto-limita, in altri casi i disturbi diventano persistenti, altre volte i disturbi appaiono intrattabili e senza remittenza.
Frequente sviluppo di binge eating.
BULIMIA NERVOSA
Epidemiologia
Distribuzione nel mondo > nelle società occidentali.
F > M.
Età giovani adulti (in alcuni casi adolescenti).®
Classe sociale nessuna.
predilezione di classe®
Clinica
Ricorrenti episodi di ABBUFFATE•
Ricorrenti e inappropriate CONDOTTE COMPENSATORIE per prevenire l’aumento di peso•
Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 1 volta a• settimana per 3 mesi
I livelli di AUTOSTIMA sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei•
Come nell’anoressia nervosa vi sono due sottotipi:
- con Condotte di eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici enteroclismi
- senza Condotte di eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha presentato altri comportamenti compensatori inappropriati, come DIGIUNO, esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente a vomito autoindotto etc è costituita dal
La caratteristica principale che distingue la bulimia nervosa dall’anoressia nervosa è il fatto che i tentativi di restrizione calorica sono
costellati da episodi ripetuti di abbuffate, in cui la quantità di cibo consumata varia ma tipicamente si aggira sulle 1000-2000 kcal. - Il più delle volte l'abbuffata è seguita da condotte compensatorie, costituite da episodi di vomito auto-indotto o da abuso di lassativi. - La combinazione di sotto-alimentazione e binge eating si traduce in peso corporeo generalmente non eccessivamente basso né alto, determinando l'ovvia differenza rispetto l'anoressia nervosa. - In tale quadro è presente una sovrastima di forma e peso corporeo, in cui il proprio valore è giudicato largamente, o addirittura esclusivamente in termini di forma e peso corporeo
Esordio Solitamente comincia allo stesso modo dell'anoressia. In circa il 25% dei casi, i criteri diagnostici per l'anoressia sono soddisfatti per il primo periodo di tempo.
Decorso La durata media del disturbo alimentare all'esordio della bulimia è circa 5 anni.
Trattamento Il
management consiste di quattro aspetti:- Aiutare i pazienti a vedere che hanno bisogno di aiuto e mantenere nel tempo la loro motivazione a guarire. Questo obiettivo è primario data la loro riluttanza al trattamento.
- Ripristino del peso corporeo. Questo obiettivo si pone dalla necessità di contrastare lo stato di malnutrizione e porta solitamente ad un sostanziale miglioramento dello stato generale del paziente.
- Il terzo aspetto del management consiste nel trattare la cattiva valutazione che il paziente ha della propria forma e peso corporeo, gestire le abitudini alimentari e il loro funzionamento psico-sociale.
- Non c'è un solo modo di raggiungere questo obiettivo (antidepressivi, antipsicotici, psicoterapie). Una terapia familiare sembra essere la più utile per i pazienti più giovani ed è pertanto principalmente utilizzata con gli adolescenti.
Psicogeriatrica
Età geriatrica fase del ciclo di vita che ha inizio a partire dai 65 anni.
anni®Gli anziani vengono classificati secondo due criteri:
Per età- Anziano giovane: 65-75 anni- Grande anziano: >85 anni
Per presenza di malattie- Anziano sano, non soffre di malattie- Anziano malato, richiede cure mediche e/o psichiatriche
SenescenzaÈ il processo di invecchiamento; esso rappresenta il graduale declino delle funzioni di tutti gli apparatidell’organismo (cardiovascolare, respiratorio, genitourinario, endocrino, immune)
Tuttavia, l’opinione secondo cui l’età avanzata è invariabilmente associata a profonda infermitàintellettuale e fisica è un mito. Buona parte delle persone anziane conserva a un livello considerevole leproprie capacità cognitive e le funzioni fisiche.
Problemi emozionali dell’anziano
TEMA PREDOMINANTE PERDITA di persone care, prestigio e condizione lavorativa, salute,®capacità fisiche e mentali.
L’energia impiegata nel rattristarsi, superare il dolore e adattarsi
ai cambiamenti è notevole. DEPRESSIONE con disturbi mnestici, di concentrazione, capacità di giudizio, irritabilità (diagnosi differenziale con la demenza senile).
Disturbi mentali dell'anziano:
- Disturbi neurocognitivi (demenze)
- Disturbi depressivi
- Disturbo bipolare
- Schizofrenia
- Disturbo delirante
- Disturbi d'ansia
- Disturbi da sintomi somatici
- Disturbi da uso di alcool
- Disturbi del sonno
DISTURBI NEUROCOGNITIVI
Epidemiologia:
- Attualmente 1 persona su 5 ha più di 65 anni
- Nel 2030 gli anziani saranno il 30% della popolazione italiana
All'aumento dell'attesa di vita (76,2 anni e 82,2 anni) corrisponde, tuttavia, un aumento della disabilità.
La demenza deve essere distinta dal normale declino delle funzioni cognitive che si verifica con l'invecchiamento (come nel Declino Cognitivo Correlato all'Età). La diagnosi di demenza è giustificata solo se vi sono segni dimostrabili di un deficit cognitivo e
di memoria maggiore di quello che sarebbe prevedibile in conseguenza dei normali processi di invecchiamento e se i sintomi causano una menomazione del funzionamento sociale o lavorativo.
cervello senile
Mild - reversibile cognitive - stabile impairtment demenza malattia di vascolare alzheimer
La prevalenza aumenta con l'età - 2-3% nei soggetti di 65-70 anni - oltre il 20% dopo gli 90 anni.
In Italia vi sono 500.000 anziani affetti da demenza; questo implica un costo sociale di circa settemila miliardi all'anno.
Il rilievo di un progressivo invecchiamento della popolazione dei paesi industrializzati fa prevedere un significativo aumento dei soggetti affetti da demenza nei prossimi anni (tanto da far coniare il termine di "epidemia silente degli anni futuri"): infatti l'età avanzata rappresenta il principale fattore di rischio per la maggioranza delle malattie dementigene.
Questo fenomeno appare di particolare rilevanza sotto il profilo sociosanitario.
ragione dell'enorme impatto assistenziale e del conseguente onere economico legato a questa patologia. Clinica Evidenza di declino cognitivo significativo in uno o più domini cognitivi, rispetto a livello di performance precedente. Il deficit cognitivo interferisce con l'indipendenza del soggetto nelle attività quotidiane. In base alla severità dei deficit riscontrata ai test neurocognitivi e all'impatto sul funzionamento del paziente si determina la severità del disturbo (lieve, moderato, severo). La demenza, secondo i criteri proposti dall'American Psychiatric Association (APA) nel DMS IV, è una condizione caratterizzata da una compromissione preminente e precoce della memoria e delle funzioni cognitive, che interferisce con il funzionamento sociale o lavorativo del soggetto.