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IPAB ECA
trasforma in due enti: (istituto pubblico di assistenza e bene cenza) ed (enti
comunali di assistenza). Questa trasformazione venne fatta per sistematizzare e
raccogliere e metterle insieme, viene dato un riconoscimento pubblico a questi enti e
quindi lo Stato diventa il titolare e c’è una gestione statale, quindi c è un controllo sul
pubblico rispetto alla nalità, alla gestione…
C’è però un marasma dove c’erano più di 10 mila enti e si arriva a 8 mila, quindi enti che
proliferano sul territorio statale e hanno una di erenziazione rispetto ai … quindi i cittadini
non venivano considerati tutti uguali, perché ci sono mille sistemi di erenti che curano in
base alle mancanze e de cit (in Calabria venivi curato diversamente da chi veniva curato
in Lombardia).
Il tentativo di mettere a sistema era per dare equità ma qui di equità non se ne parla, ma
parla per la prima volta di diritti uguali dei cittadini sullo stato italiano.
Controllo dello Stato attraverso:
elezioni di consigli di amministrazione che venivano fatte dalle giunte comunali, potere
dell’ente pubblico sul consiglio dell’ente (prima volta che vengono istituiti).
Vengono decretate le Ipab attraverso un regio decreto che comportava che lo Stato
controllasse tutti gli enti che venivano fuori, ogni ente veniva classi cato (prima non
c’era).
Il prefetto decideva quelli enti potevano uni carsi, controllo pubblico. In epoca fascista
era espressione diretta del governo, e quindi decretava l’estinzione delle opere pie.
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Per i poveri le IPAB davano il domicilio di soccorso, per chi da meno 5 anni stanziavano
nei comuni e i cittadini potevano proporre azioni giudiziari se non senti e ai tutelati, curati
e protetti.
La legge crispi evidenzia dei diritti e riconosce la materia pubblica che prima pubbliche
non erano le IPAB e ECA, tentativo di gestire o erta sociale e socio-sanitaria ai cittadini
dello Stato.
La bene cenza pubblica diventa statale.
Assistenza ai marginali diventa con la legge crispi funzione dello Stato, non più della
chiesa.
Fino al 1977 si lavora in ECA e IPAB.
Anni 1920: portano un primo ingresso della funzione del ss anche se si chiamavano
“segretarie sociali”, epoca fascista.
La formazione era zero, le as veniva da famiglie benestanti ed erano donne di carità,
quindi formazione di volontariato, culturale… la marginalità delle donne era sostanziale.
Tarugi fu la prima a pensare a un servizio sociale, infatti nel 1928 nella prima conferenza
di Parigi farà la storia dell’Italia rispetto al S.S.
de nizione di S.S.: uomo e ambiente, tentativo di parlare di collettività (case work e anche
il lavoro col gruppo/collettivo).
Il convegno fu voluto da medici non as, il medico … precursore di una idea di
integrazione (anche se molto lontani).
Il S.S. internazionale provo a parlare di metodi e tecniche di ss, confrontare le varie
esperienze tra cui Tarugi che portò l’esperienza italiana.
Nel 1928 nasce la prima scuola di ss a Roma che risentirà del clima politico fascista.
Nel 1935 de nizione di ss dal parlamento: parla del ss e delle prestazioni di ss:
de nizione riferita alla legge quadro crispi. Il termine collettività prende valore e diventa
qualcosa di superiore rispetto all’ intervento sul singolo. Ci sono tutte le matrici del ss
moderno, valore educativo, integrazione con sanità, parte economica, sviluppo
conoscenza collettiva.
Colpisce il fatto che siamo in epoca fascista.
In epoca fascista il ss era collocato soprattutto nelle fabbriche, il ss attua quello che
nell’ideologia era l’assistenza di tipo previdenziale, si occupava di lavoratori e delle loro
famiglie, si occupava dei mutilati sul lavoro…
Furono creati enti come le casse mutue dove gli as lavoravano, si occupano di speci che
categorie di lavoratori (disoccupazione, casalinghe…), enti parastatali.
Si creano quindi due loni nel regime fascista: un lone assistenziale sanitario (IPAB) e le
casse mutue rivolte a certe categorie.
Enti nazionali che nascono in epoca fascista:
- Unione italiana CEPI
- ONU
- Opera nazionale maternità e infanzia
- INAIL
- ECA
- Ente nazionale di assistenza Pagina 37 di 79
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- Ente per assistenza orfani dei lavoratori
- INAM (assicurazione contro le malattie)
Questi enti determinano da un lato una di erenziazione giuridica dei bisognosi e dei
bisogni, una burocratizzazione e centralità statale, quindi assenza rivolta a tutti i cittadini
ma solo ad alcuni, ine cacia risposte che non venivano valutate, ideologia fascista che
impregna ogni intervento di assistenza.
As nel periodo fascista è gura di regime che risponde a queste caratteristiche e viene
identi cata anche con altre sue gure ovvero gli assistenti sanitari ovvero coloro che
favorivano nei consultori la prevenzione dei vaccini… e assistenti visitatrici, ovvero
assistenti domiciliari ( niscono col fascismo), a questi c erano gli assistenti sanitari.
1945: prime 5 scuole di ss:
costruzione delle due laiche, due cattoliche e una laica di
impostazione cattolica.
La prima scuola però nasce nel 44 a Milano.
Olin Valin, as francese fondatrice delle scuole italiane. La metodologia entra in ss.
2GM: necessità di rivoluzionare ottica e visione dei diritti umani, dell’uomo (devastazione,
malformazioni…), immensa povertà, aumenta numero di minori abbandonati, persone
mutilate, marginalità… situazione terribile. Il clima sociale è quello della liberazione e della
costituzione che nasce nel 48 con la forza dell’innovazione non solo passando dal regime
del re e anche una trasformazione rispetto alla tutela di ogni singolo cittadino, questo avrà
poi in uenza sulle normative. primo convegno di
Le 5 scuole erano accomunate dalla metodologia e portano al
Tremezzo 1946 (primo in Italia di ss) il loro sapere, danno l’idea di formare in maniera
uguale i professionisti del sociale, anche se non si parla di professione, ma si parla di
professione che erano donne di classe privilegiata, pensata di carattere femminile in
quanto riguardava la cura.
Al convegno di Tremezzo vennero assorbite anche i metodi e rechi che internazionale
soprattutto di stampo anglosassone e gli esperti si misero a confronto parlando.
Avvenne una sorta di scontro tra la parte laica e cattolica.
Vennero trattati 3 argomenti divisi per settimane: assistenza sociale per il lavoro, per
l’infanzia e per i minori e per il dopo guerra.
In uenza anglosassone andrò per la maggiore (Reatchmond e Addams) infatti la
reatchmond parlava di formazione sulla pratica (il tirocinio) formazione one to one con
supervisore sul campo.
Primi as in istituti come IPAB e ECA rese pubbliche con la legge crispi.
Diventate poi guri di ruolo negli enti pubblici stessi dagli anni 60, si assumono posizioni
di direzione.
Gli enti assistenziali erano tantissimi, dispersione anche dei fondi e si rispondeva al
bisogno non perché si leggesse ma perché l’ente aveva questo scopo. Il bisogno ora va
letto e va individuata la risposta. L’ente dava il compito sul bisogno che veniva trattato
dall’ente.
C’era poi un sistema parallelo della mutua, solo se eri operaio.
Si dividevano le competenze tra Stato, province e comuni (ECA). Pagina 38 di 79
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C’era un vuoto normativo sui doppi canali della sanità che determinava stigmatizzazione
no agli anni 70. Questo andava a ledere i diritti di cittadinanza e anche un sistema che
non voleva rispondere al bisogno settoriale, socializzazione…
La risposta veniva data sui bisogni fondamentali primari (mangiare, bere e dormire.
Mentre i bisogni secondari sono quelli di socializzazione, integrazione, la casa, sessualità,
la scelta, pari opportunità…).
Assistenza settoriale, stigmatizzata, frammentata faceva sì che le persone rimanessero
legate dal vincolo di dipendenza dagli enti che non usciva dal bisogno. Dagli anni 60 poi
spezzata. Era caratterizzata da una istituzionalizzazione complessiva di tutte le persone, i
minori senza genitori in orfanotro , anziani in manicomi (visto come problema mentale e
non come problema sanitario)…
Anni 50 il ss lo ha passato in enti che stigmatizzavano e categorizzavano le persone e
dall’altro rispondeva istituzionalizzando.
1959 de nizione di ss data dall’onu:
Concetto di socializzazione diventa parte integrante. Si ritrovano i 3 metodi di lavoro:
case work, group work e community work che diventano parte della de nizione.
Anni 60 e 70: forte contrasto alle politiche in vigore.
Gli anni 60 furono quelli del benessere, di usione delle macchine, tv, elettrodomestici…
industrializzazione introduce migrazione da sud e a nord, decomposizione della famiglia
da patriarcali a nucleari, migrazione anche all estero…
Nel 61: nasce la prima facoltà di ss a Trento dove gli aass sono strutturati all’interno del
corpo docente, nelle altre facoltà gli aass sono a contratto, non sono strutturati
nell’impianto accademico.
Si parla per la prima volta in termini di studio scienti co, strutturato.
Nel 68: anno della rivolta sociale, movimenti operati, studenteschi, pantere nere…
movimenti che travolsero il contesto sociale.
Si inizia a strutturare un ss con competenze di erenziate dall’istituzione, nascono
associazioni delle scuole italiane che contribuiscono a mettere in comunione metodi e
tecniche e nasce ISPIZ, … di ss la prima rivista scienti ca in Italia.
Anni 70: rivoluzione di carattere sociale. Il legislatore coglieva trasformazione sociale e
politica attraverso istanze dei movimenti femminista, operati, studenteschi.. che portano a
parlare di violenza sulla donna, sui minori, diritti di cittadinanza in termini universalistici e
quindi troviamo le prime norme che trasformano il contesto giuridico e sociale.
La riforma del diritto di famiglia che passa attraverso due norme: introduzione di divorzio
(la famiglia si può destrutturare, prima rimanevano legate al vincolo del matrimonio
religioso che costringevo la moglie a sottomettersi al marito. Novità per i diritti delle
donne). Legge sull’aborto nel 1974, comporta da un lato nascita consapevole (prima le
donne abortivano attraverso sistemi privati ovvero ostetriche che facevano raschiamenti o
davano sostanze che potevano portare a un rischio per la donna) e dall’altro una tutela
nel diritto di scelta e una tutela sanitaria.
1975 nascono i consultori quindi assistenza alle donne nei consultori familiari.
Sempre nel 1975 la riforma del sistema penale, che si passa da un sistema retributivo (a
un reato corrisponde a una pena) a un sistema trattamentale (i detenuti h