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MINA NUMERO DUE: FORBICE (DIVARICAZIONE) SCOLASTICA FRA NORD E SUD

mancanza di un progetto–infanzia per asili nido in aree urbane ed interne del Mezzogiorno– favore della scuola dell’infanzia

assenza di una concreta politica meridionalista a– scolastica, a partire dalla scuola dell’obbligo

ritardo nella lotta alla dispersione–evasione– rinuncia ad uno sviluppo programmato dell’edilizia della scuola di base e di quella secondaria superiore–(sedi fatiscenti)

precariè dei servizi di sostegno

MINA NUMERO TRE: IL LIBERO MERCATO DELLA CULTURA

È insistente la domanda rivolta dal mercato del lavoro alla scuola di circoscrivere il suo raggio di influenza formativa all’istruzione formale e metacognitiva. La linea formativa della pedagogia confindustriale italiana si basa su:

istruzione formale e norme valoriali alla scuola

istruzione materiale al libero mercato degli alfabeti elettronici

MINA NUMERO QUATTRO: I

SAPERI DI NONNA SPERANZA

La reiterata rinuncia ad una cultura di modernizzazione di saperi scolastici ha come ricaduta la pratica di conoscenze parcellizzate in tante materie ed inattuali. La tartaruga-scuola spaccia saperi fuori corso e poco spendibili nella realtà.

MINA NUMERO CINQUE: LA RIMOZIONE COLLETTIVA SULLA SCUOLA

È in atto una progressiva emarginazione del problema-scuola dai poli di maggiore attenzione-impegno politico e culturale del nostro governo.

Due patologie della scuola

Le politiche ministeriali hanno generato problemi sulla pelle della scuola tanto da essere configurati come killer autori di reato. Gli imputati sono due:

1° imputato: NEOLIBERISMO

È la tendenza a trasformare le scuole in aziende in competizione l'una con le altre. L'idea del liberismo in economia politica è che tanto meno il pubblico/lo Stato interviene nelle faccende economiche, tanto meglio l'economia procederà. L'equazione caldeggiata da questa

si regge su una inaccettabile logica antidemocratica: discriminatoria e classista. significa postulare una presunta libertà e parità culturali presenti nella società a capitalismo avanzato. Viceversa, questa risulta tuttora in ostaggio e ipotecata dalle vecchie e nuove divisioni sociali (del lavoro, anagrafiche, di genere, etniche, ecc.), che producono diseguaglianze oltre che negli status economici anche nella "qualità" dei beni culturali di cui si può disporre.

2° imputato: : si riferisce al fatto di negare un sistema formativo integrato, cioè il fatto che la scuola debba essere un sistema chiuso, autonomo, separato dal territorio. Il cui curricolo deve essere trasmissivo e rigido, esclusivo in termini di classi (classe dirigente e popolare) e nei confronti delle nuove emergenze educative (intercultura, disabilità, ecc.)

quindi non inclusivo. Se la scuola diventa un'azienda la formazione diventa il solo scopo di formare soggetti che si adattino a un sistema economico che è già dato e che non devono mettere in discussione. Esclusiva formazione del lavoratore a scopi esclusivamente economici. Chiusura esclusiva e dogmatica. L'assioma che dà –le gambe a questo secondo "agguato" nei confronti della scuola no al "pluralismo" nell'istituzione scolastica (pubblica), sì – è al "pluralismo" delle istituzioni scolastiche (private) costruito su una inaccettabile logica di separatismo culturale e ideologico della popolazione scolastica. Il neointegralismo mira a travestire lo Stato in notaio delle domande formative espresse dalle singole collettività sociali, auspicando un sistema scolastico lottizzato in tante scuole "autonome" quanti sono i gruppi sociali e ideologici presenti nelle singole contrade nazionali. La scuolainvece deve essere una scuola che formi non solo il lavoratore ma anche il cittadino come soggetto che abbia gli strumenti e le competenze per decidere da solo anche in senso critico e che sia una scuola aperta al territorio, alla cultura del territorio. In cui il curricolo non sia solo trasmissione unilaterale ma sia anche emergente dalle esperienze dei bambini nella scuola.

IPOTESI DI RIFORMA DELLA SCUOLA

Piano di sviluppo quantitativo e qualitativo del sistema formativo italiano, articolato in due capitoli: quello delle finalità e quello delle innovazioni.

Finalità del sistema formativo

Le finalità del sistema formativo si stabiliscono su due pilastri:

  1. L'educazione per tutta la vita: sinonimo di educazione permanente, si propone come l'irrinunciabile cornice progettuale di qualsivoglia riforma del sistema formativo.

Una cornice che si fa profezia per il Duemila nel libro bianco della Commissione europea (Insegnare e Apprendere: verso la società conoscitiva, curato da Edith

Cresson e Padraig Flynn) dove, perl'appunto, si auspica un'istruzione e una formazione diffuse per tutto il corso della vita. II. Il sistema formativo pubblico: (istituzionalmente comprensivo del pianeta non statale disponibile a "patti" di garanzia nazionale sugli standard quantitativi e qualitativi dei propri modelli scolastici autonomi), unitario (capace di valorizzare, insieme, le identità e le differenze delle molteplici contrade scolastiche) e integrato (in grado di promuovere reciprocità e interconnessione culturale tra la scuola e le agenzie intenzionalmente formative dell'extrascuola: famiglia, enti locali, una scuola è possibile a partire dall'autonomia; efficiente, efficace ed equa). Una scuola efficiente è una scuola efficace possibile a partire dalla qualità culturale e dalla spendibilità sociale dei propri "saperi"; è una scuola equa, infine, possibile a partire dalla drastica riduzione dei suoi tassi discuola inclusiva e di qualità: garantire l'accesso all'istruzione a tutti, senza discriminazioni di alcun tipo; promuovere l'inclusione degli studenti con disabilità e favorire la diversità come risorsa educativa; assicurare un'offerta formativa di qualità, con docenti competenti e risorse adeguate.3) Verso una scuola orientata al futuro: favorire l'acquisizione di competenze chiave per il XXI secolo, come la capacità di apprendere in modo autonomo, la creatività, la collaborazione e il pensiero critico; promuovere l'uso delle nuove tecnologie come strumento didattico; favorire l'educazione alla cittadinanza attiva e responsabile.

scuola a bassa dispersione della propria utenza: La malattia antica del nostro sistema scolastico porta il nome di abbandono-dispersione della propria utenza.

La RdS dovrà affrontare risolutamente questa nostra grave patologia istituzionale mediante un duplice intervento curativo:

  • tempi dell'orientamento scolastico- il primo trova la sua efficacia formativa implementando un biennio-ponte dedicato alla ricerca del percorso secondario compatibile con le attitudini e gli interessi dello studente;
  • il secondo, riducendo da tre a uno i "passaggi" da grado a grado che, da sempre, rappresentano le zone rischio della ripetenza/abbandono (la dispersione si concentra abitualmente nell'anno iniziale dei singoli comparti scolastici).

Verso una scuola del diritto alla studio: diritto di tutti di un'elevata qualità dell'istruzione tanto nella scuola di base quanto nei percorsi differenziati della scuola secondaria.

Innovazioni del sistema formativo costruite

secondo un edificio a 5 piani: disegnare i criteri guida per giungere al traguardo dell'autonomia

  1. Centro/periferia. La RdS dovrà scolastica.

  2. Scuola/extrascuola. La RdS dovrà disegnare i criteri guida per giungere al traguardo di un sistema formativo integrato.

  3. Educazione/istruzione. La RdS dovrà disegnare i criteri guida per giungere al traguardo, indicato dalla Unione europea (Rapporto Cresson-Flynn), di una società conoscitiva.

  4. Scuola statale/non statale. La RdS dovrà disegnare i criteri guida per giungere al traguardo di un new deal della scuola pubblica.

  5. Obbligo/post-obbligo. La RdS dovrà disegnare i criteri guida per giungere al traguardo di un nuovo assetto dell'ingegneria istituzionale del sistema formativo del nostro paese. E dovrà scandire i percorsi di scolarizzazione in tre cicli: la scuola dell'infanzia (non dell'obbligo), la scuola di base, la scuola secondaria di secondo grado (liceale e professionale).

La famiglia Vengono discusse

due parole: può essere diagnostica, cioè il verdetto frettoloso di possibili DIAGNOSI PRECOCE disturbi/ritardi con cui viene certificato un bambino, o predittiva, cioè la previsione di ciò che saprà o meno fare il bambino.

Di fronte all'informazione diagnostica (ricoperta di un alone di saccente infallibilità) la madre e il padre di un figlio certificato come afflitto da "disturbi/ritardi" fanno scattare sentimenti di colpevolizzazione e di ansia che si diffondono rapidamente tra le pareti domestiche, contagiando senza scampo il figlio.

Secondo effetto negativo. Di fronte alle conoscenze fornite dalla diagnosi precoce, che temerariamente predicono che cosa accadrà domani al bambino, i genitori tendono ad assumere comportamenti iperprotettivi, di sorveglianza ossessiva dei tempi e dei modi di crescita (intellettuale e socio-affettiva) del figlio, nella speranza di contribuire efficacemente alla rapida sua

conflitti e favorire lo sviluppo armonioso del bambino.

Il sorgere

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlottagrasselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof D'antone Alessandro.
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