MODY
Forma rara di diabete con forte componente genetica, si sviluppa nell’1/% dei
casi ed è un diabete giovanile. Non è una forma autoimmune però insorge nei
20/25 anni per difetto genetico che colpisce le cellule beta si può manifestare
sia in omozigosi che in eterozigosi. Mutazioni ad ora identificate in eterozigosi
riguardano geni come l’HNF4 e HNF1, a seconda della mutazione genica si ha
una forma diversa di MODY; MODY1 per mutazione di HNF4. In omozigosi
abbiamo diabete neonatale, una forma molto rara. In generale sapere che
vengono coinvolti geni HNF4a, HNF1b
Diabete gestazionale
Insorge durante la gestazione, generalmente durante il quarto o quinto mese,
viene meno dopo la gravidanza ma può tornare dopo i 40 anni. Rischioso per la
mamma, si fa sempre parto cesareo, feto va incontro a macrosomia, feti molto
grossi con peso oltre 4 kili e mezzo, molto spesso sviluppano obesità.
Diagnosticato tramite mini-curve da carico, può essere gestito con la dieta e
con la somministrazione di insulina. Donne che sviluppano questo diabete
gestazionale hanno una storia familiare di diabete, hanno un’età superiore ai
30 anni, possono andare in contro ad aborti ripetuti e la donna può sviluppare
la gestosi o tutta una serie di infezioni urinarie. Per quello che riguarda le
complicanze generali del diabete possiamo distinguere complicanze micro e
macro-vascolari. Questo perché altri livelli di glucosio nel sangue danneggiano
l’endotelio e sono un problema anche a livello neuronale, le complicanze a
lungo termine del diabete riguardano anche le neuropatie ma anche le
nefropatie. Gli arti sono coinvolti soprattutto caratteristica di sviluppare delle
ulcere v.d. piede diabetico
FEGATO
Il fegato è un organo che ritroviamo nell’addome delimitato dalla gabbia
toracica esternamente che lo racchiude e protegge e poggia sopra il
diaframma. È una delle ghiandole più grandi che abbiamo all’interno del nostro
corpo, ha un peso che varia ma circa media di 1 kilo e mezzo e ha forma
triangolare. Il fegato ha due facce, la faccia anteriore che più comunemente
conosciamo, se guardiamo anteriormente distinguiamo lobo destro e lobo
sinistro più piccolo, tenuti insieme dal legamento falciforme. Se però lo giriamo
e lo guardiamo posteriormente ci rendiamo conto che ci sono tutta una serie di
zone che ci fanno capire quanta continuità c’è tra il fegato e gran parte degli
organi che si ritrovano nell’addome, è quello che viene definito la “gastric
compression”, la pressione che viene esercitata da stomaco e duodeno, il
fegato è compattato nell’addome e c’è una continuità importante con tutta una
serie di organi. Se facciamo una sezione longitudinale del corpo vediamo come
il fegato rimanga compresso tra la spina e la gabbia toracica. Vediamo che il
fegato è altamente irrorato dal punto di vista sanguigno e vediamo che
possiamo distinguere una porzione più bassa che rimane sotto la porzione della
vena portale e dell’arteria epatica, qui fluisce il sangue dalla periferia al fegato
tramite queste due arriva sangue al fegato. Esiste poi altra vena importante
che è la vena cava e dalla vena cava il sangue fuoriesce dal fegato e ritornerà
al cuore. Esiste anche un’ulteriore classificazione del fegato che è suddiviso in
8 segmenti che ci indicano la porzione esatta rispettò alla vena cava, rispetto
alla vena porta e all’arteria epatica e ovviamente rispetto al lato sinistro e
destro. Sezionare il fegato in pezzi aiuta molto dal punto di vista clinico perché
ci fa capire dove insorge la lesione, dove è presente la steatosi, indicazione più
precida su dove si ha una determinata patologia. Il fegato si organizza in
tantissime unità morfo-funzionali che si ripetono; unità costanti dalla forma
esagonale che prendono il nome di lobuli epatici. Il lobulo epatico ha una forma
esagonale precisa e dentro al centro troviamo la vena centrale, agli angoli
dell’esagono troviamo la triade portale, triade perché costituita da tre elementi:
vena portale, arteria epatica e il dotto biliare, tre elementi, tre canalicoli che si
trovano ai sei angoli della struttura. Da un punto di vista immunoistochimico
possiamo identificare la porzione del dotto biliare dell’arteria epatica e poi la
vena portala che rispetto all’arteria ha un diametro leggermente più grande
come dimensioni. Questi canalicoli della triade sono immersi in altre cellule, più
importanti: gli epatociti che sono disposti a raggiera all’interno del lobulo e si
interpongono tra i vasi, i canalicoli della triade, sostengono e danno
consistenza ala lobulo. Sia la vena portale che l’arteria epatica vanno di fato ad
unirsi all’interno del lobulo nel sinusoide che è un capillare, un canale ematico
particolare che è tipico del fegato; quindi, queste due tipologie di sangue si
vanno a mescolare si uniscono nel sinusoide e portano il sangue nella vena
centrale. Quindi struttura proprio a raggiera, si ha la vena centrale e poi
partono i cordoni degli epatociti che si frappongono al sinusoide. All’interno del
lobulo possiamo andare a distinguere delle zone ci sono zone diverse a
seconda della concentrazione di ossigeno che arriva al centro del lobulo. Il
sangue vicino alla triade sarà più ricco di ossigeno a mano a mano che arriva al
centro del lobulo si perde l’ossigeno, in vicinanza del centro del lobulo la
concentrazione dell’ossigeno cala in maniera importante e possiamo
identificare nel lobulo varie zone a seconda della concentrazione di O2. Zona
portale, zona centrale e zona centro lobulare. La zona più vicina alla triade è
zona più ricca di ossigeno, a mano a mano che ci spostiamo la concentrazione
di O2 cambia e si possono identificare zone diverse all’interno del lobulo.
Cambia in queste zone la struttura e la funzionalità metabolica, le cellule avrà
una risposta metabolica diversa a seconda del diverso grado di ossigenazione
es. zona 1, periportale, maggiore la gluconeogenesi vs. zona 3, centri lobulare,
più glicolisi. L’ossidazione lipidica è più tipica nella zona 1 mentre la lipogenesi
negli epatociti della zona 3. Possiamo poi dare 3 definizioni:
-lobulo classico: si riferisce alla struttura anatomica e alla direzione del flusso
del sangue dalla periferia del lobulo verso il centro, dagli spigoli dell’esagono
verso il centro
-l’acino portale: insieme di due lobuli, è un’unità più funzionale, più metabolica
e si riferisce alla quantità di ossigeno che viene trasportata e che è presente
nelle diverse zone
-lobulo portale: unità riferita alla direzione, al flusso della bile che va dal centro
alla periferia
La bile va dal centro alla periferia perché viene prodotta dal fegato, dagli
epatociti. Bile prodotta nella prima porzione del lobulo dagli epatociti e viene
riversata nel canale di Hering zona di transizione tra epatociti e colangiociti,
che hanno un loro ruolo nella formazione della bile. Il canale di Hering è
importante perché al suo interno ci sono le cellule progenitrici, nicchia
staminale, riserva di cellule importanti per esplicare la funzione rigenerativa
del fegato. In seguito ad un danno importante le cellule del fegato possono
trans differenziare. La rigenerazione degli epatociti deve essere regolata, e ci
sono dei fattori che regolano negativamente gli epatociti che ciclano ma poche
evidenze scientifiche. Cellule progenitrici forniscono apporto in caso di danno
rinnovando le cellule che sono danneggiate.
Epatociti
Componente cellulare che rappresenta il 60/80% della massa epatica e
vengono definite cellule parenchimali, struttura molto grande possono essere
anche polinucleate. Porzione baso laterale si prende contatto con lo spazio di
Disse con il circolo, scambio di ossigeno e nutrienti e apicale, nell’apicale si
produce e si riversa la bile. Quindi cellule grandi, poligonali che possono avere
uno o anche più nuclei. All’interno del lobulo gli epatociti prendono contatto
con le cellule del sistema immunitario; tra epatocita e sinusoide c’è uno spazio
detto di Disse all’interno del quale si ha componente mesenchimale data dalle
cellule epatiche stellate. Al di sopra dello spazio di Disse abbiamo vaso
sanguigno (sinusoide) e poi cellule di Kupfer che stanno vicino all’endotelio e
che sono macrofagi residenti, che proteggono e filtrano gli agenti esterni
possibilmente dannosi per l’epatocita o per il fegato in generale. Proprio per
questo sono così adesi all’endotelio che è un endotelio sinusoide quindi
fenestrato, ci passano detriti, agenti di danno ma d’altra parte il fatto che è
fenestrato facilita l’apporto di nutrienti, ossigeno ecc.
Cordoni di epatociti
Spazio di Disse con cellule stellate
Sinusoide con Kupfer
Cellule epatiche stellate o cellule di Ito
Cellule con struttura simile a stella ed è una cellula di tipo mesenchimale che
può andare incontro ad attivazione ed una volta attivata inizia a produrre
matrice extracellulare, se si riempie di matrice il fegato cambia la
conformazione, si compatta, diventa più duro perché la componente fibrotica
aumenta. Le cellule stellate sono anche un deposito importante di vitamina A e
sono importanti nella rigenerazione epatica.
Epatocita da una parte si struttura nel canalicolo biliare, dall’altra tramite
spazio di Disse prende contatto con il circolo ematico. Ha due polarità apicale e
baso laterale.
Gran parte dei cordoni a raggiera formati da epatociti.
Funzioni
Tra le funzioni va ricordata la funzione e di digestione, produzione della bile e
Sali biliari che favoriscono l’emulsione dei grassi, funzione di escrezione,
funzione di accumulo di nutrienti in particolare la prima fonte di accumulo è il
glicogeno ma anche vitamine come A, B, D, K ed in questo ruolo di accumulo
sono importanti le cellule epatiche stellate. Sintesi di molecole e proteine come
l’interleuchina 6, il fegato va a rimodulare tutta una serie di proteine che sono
proteine di fase acuta. Tre processi importanti per cui fegato gioca ruolo
determinante: gluconeogenesi, glicogenesi, glicogenolisi. Ruolo importante nel
ciclo dell’urea. Il ciclo dell’urea serve per detossificare l’accumulo dio azoto e
passa attraverso la porzione mitocondriale del fegato, nel momento in cui c’è
una disfunzione epatica, i livelli di ammoniaca aumentano e questo
rappresenta un modo per monitorare la funzionalità del fegato, indice di
funzionalità epatica.
Acidi biliari formati prevalentemente da Sali biliari ma anche fosfolipidi,
proteine,
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