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CARCINOMA DEL COLON
Una prima alterazione che porta al passaggio da epitelio normale a epitelio
iperproliferativo, si è quindi in una condizione di iperplasia benigna, è la perdita
dell’oncosoppressore APC. Dopodiché per il passaggio da epitelio iperproliferativo ad
adenoma precoce non è stata identificata un'unica mutazione ma una condizione di
ipometilazione del DNA. Poi da adenoma precoce ad adenoma intermedio si ha
l’attivazione di K-ras. Da adenoma intermedio ad adenoma tardivo si ha la perdita
dell’oncosoppressore DCC, fino a qui si è in una condizione di adenoma benigno. Il
passaggio da tumore benigno a tumore maligno si ha quando si verifica la perdita di
p53.
Adenoma tumore benigno
La prima mutazione che induce una maggiore proliferazione è quella che riguarda APC.
APC è un oncosoppressore normalmente coinvolto in un complesso proteico che regola
la βcatenina, quando APC non c’è la β-catenina non è più regolata. β-catenina riesce
ad entrare all’interno del nucleo della cellula ed è un potente regolatore della
trascrizione di molti geni che regolano la proliferazione. Per questo l’epitelio normale si
trasforma in epitelio iperproliferativo.
APC è legato alle forme familiari di poliposi adenoematosa, che sono sindromi che
predispongono all’insorgenza di carcinoma del colon.
il carcinoma del colon non poliposico o sindrome di Lynch che è molto diversa dalla
condizione precedente poiché i difetti ereditati sono a carico di geni del pathway del
mismatch repair, che è tutto quel pathway di proteine che serve ad andare a
correggere un mismatch all’interno del DNA. Se si eredita un difetto a carico dei geni
del mismatch repair il complesso non funzionerà più correttamente, di conseguenza ci
si troverà di fronte ad una situazione in cui i mismatch al DNA non vengono più riparati
in modo efficace, questo porta ad un insorgenza del carcinoma del colon molto più
rapida rispetto alla condizione precedente.
La caratteristica principale dei tumori maligni è la capacità di dare metastasi, che
avvengono nel 30% dei casi di tumori solidi a metastasi identificabili alla diagnosi, nel
30% dei tumori solidi operabili esistono delle micrometastasi che al momento della
diagnosi non vengono identificate perché troppo piccole e che portano poi alle
recidive. Il 60% dei pazienti sono quindi portatori di metastasi più o meno visibili. La
formazione delle metastasi è un processo che non avviene in uno stadio molto
avanzato del tumore maligno ma è un processo che avviene da quando il tumore inizia
ad essere maligno.
Una tappa fondamentale della progressione neoplastica è la formazione di vasi, e
quindi la neoangiogenesi, che è una caratteristica tipica dei tumori perché la massa di
cellule cresce e le cellule che man mano sono sempre più lontane dai vasi non hanno
più i nutrienti e l’ossigeno, e quindi per ottenerli stimolano la formazione di altri vasi
da vasi preesistenti. Questo però comporta il fatto che se una massa crea dei vasi che
servono alla massa per far arrivare i nutrienti e l’ossigeno però ci sono dei vasi in
prossimità e quindi di conseguenza questa è anche una via di diffusione delle cellule
che quindi riescono ad andare via dalla massa iniziale. I vasi che il tumore forma, sono
vasi che sono strutturalmente e funzionalmente anomali poiché vi è un mix di segnali
stimolati dalle cellule tumorali per la formazione dei vasi, ma non c’è una corretta
formazione dei vasi.
HIF-1 è un fattore che viene attivato in presenza di ipossia e stimola la proliferazione
dei vasi. Quindi ad un certo punto la massa tumorale va in ipossia, quindi le cellule
all’interno che vanno in ipossia stimolano il fattore HIF-1 α che stimola la formazione
dei vasi sanguigni e regola moltissimi geni, e infatti regola anche il metabolismo delle
cellule tumorali.
Le cellule tumorali anche in presenza di ossigeno fanno glicolisi si pensa perché è vero
che è meno redditizio dal punto di vista energetico ma è più rapido e quindi di
conseguenza le cellule tumorali preferiscono questa via per questo motivo. Il fatto che
le cellule tumorali richiedano ossigeno è la base della PET.
In questa massa succede poi qualcosa che fa sì che tante cellule siano in grado di
distaccarsi dal tumore primitivo, invadere il tessuto circostante, invadere i vasi
sanguigni o i tessuti circostanti e seguire il flusso sanguigno e colonizzare una nuova
sede e ripromuovere l’insorgenza di una nuova massa. Queste cellule riescono a fare
tutto ciò attraverso l’acquisizione di nuove funzioni che sono date da nuove mutazioni,
che permettono inizialmente a queste cellule di perdere le giunzioni intracellulari e
staccarsi dalle altre cellule sopravvivendo. Dopodiché queste cellule devono essere in
grado di produrre delle sostanze che le permettono di indurre la lisi della membrana
basale e quindi di entrare. A questo punto passano e possono diffondersi per:
- Via linfatica vanno nel circolo linfatico arrivano ai linfonodi e da lì possono
spostarsi in un altro linfonodo. Tipicamente nei casi di carcinoma della
mammella viene tolta la sede in cui si ha il carcinoma primario e il linfonodo
sentinella, cioè il primo linfonodo che drena. Questo linfonodo viene tolto per
analizzarlo, perché se all’interno non vi sono cellule tumorali vuol dire che il
tumore non ha metastatizzato per la via linfatica, se invece sono presenti cellule
nel linfonodo sentinella via via vengono tolti i linfonodi sequenziali per vedere
fino a dove sono arrivate le cellule tumorali.
- Via ematica le cellule per entrare e circolare nella via ematica e non essere
bloccate diventa una sorta di embolo, cioè si ricoprono di piastrine. La via
ematica prevede principalmente tre tipi di vie:
Tipo portale la vena porta è quella che drena tutto ciò che arriva ad
esempio dal colon, intestino e fegato, e questo spiega perché tumori del
colon metastatizzino al fegato.
Tipo vene cave la vena cava porta al polmone
Tipo polmone dal polmone possono andare in circolo e arrivare ad altre
sedi.
- Impianto diretto nelle cavità naturali e sulle superfici dell’organismo se un
organo è all’interno di una cavità sierosa possa metastatizzare lì, quindi nella
via trans-celomatica. Ad esempio l’ovaio metastatizza nel peritoneo.
- Per contatto ad esempio il colon po' metastatizzare nell’utero
- Per contiguità cioè risalire ad esempio i dotti es. tumore mammario.
Quindi le cellule si staccano, circolano sottoforma di emboli e escono in un’altra sede,
e qui possono formare la nicchia premetastatica. Cioè devono riformare una nicchia di
cellule, ricostruire i vasi, sopravvivere al sistema immunitario. In questa serie di eventi
di disseminazione tumorale c’è una fase limitante perché dalla massa tumorale si
formano poche metastasi, infatti il processo di metastasi è un processo inefficiente. La
fase limitante si ha nel momento in cui le cellule attecchiscono in un'altra sede e
cercano di riformare una massa.
Le cellule tumorali per formare metastasi devono trovare un tessuto favorevole alla
loro crescita.
È stata formulata una teoria sulla formazione delle metastasi chiamata
organotropismo metastasi per cui alcuni tumori metastatizzano in tessuti specifici.
Esistono delle sedi dove più facilmente quelle cellule che originano da quel tumore
primario riescono ad attecchire e quindi più facilmente a sopravvivere. Quindi uno dei
fattori limitanti può essere che tutte quelle cellule che escono dal circolo sanguigno
escano in tessuti non adatta per la loro diffusione.
Oltre alle metastasi il problema grosso dei tumori di stato avanzato è la cachessia
neoplastica, cioè il fatto che la produzione di molecole rilasciate dalle cellule
neoplastiche come il TNF α portino ad un rapido e progressivo decadimento
dell’organismo.
I tumori si possono classificare principalmente secondo due metodi:
- Analizzando il grado tumorale tiene conto delle caratteristiche di
differenziazione citologica delle cellule tumorali. Le cellule tumorali sono
altamente indifferenziate, quindi si osserva quanto le cellule tumorali sono
sdifferenziate rispetto al tessuto di partenza. E si distingue in:
G1: quando le cellule sono ancora ben differenziate e quindi il fenotipo è
ancora simile a quello delle tessuto normale.
.
.
.
G4: le cellule sono completamente sdifferenziate e non si può capire da
che tessuto provengono.
- Analizzando lo stadio tumorale è un sistema che si chiama TNM e tiene conto
di tre caratteristiche che sono:
T L’estensione del tumore. Va da T1 a T4 in base alla grandezza del
tumore. Tis indica il carcinoma in situ
N Lo stato dei linfonodi. Va da N0, nessun linfonodo intaccato, a N4.
M Presenza o assenza di metastasi. Può essere M0, non ci sono
metastasi, o M1 sono presenti metastasi.
Negli stadi T può variare può esserci un tumore T4 N0 M0 ed essere stadio 1.
Cellule staminali tumorali
Le cellule staminali normalmente sono localizzate in alcune nicchie in uno sato di
quiescenza e si attivano in risposta a degli stimoli in dei tessuti in cui c’è una
sostituzione o un ricambio. Le cellule staminali hanno la capacità di automantenersi
attraverso la duplicazione cellulare e di differenziarsi. Le cellule staminali si dividono in
modo eterogeneo, poiché una delle due cellule figlie rimarrà una cellula staminale
mentre l’altra si differenzia. All’interno dei tumori sono state identificate delle cellule
con delle caratteristiche staminali, cioè che esprimono dei marcatori di staminalità.
Queste cellule staminali potevano spiegare come può mantenersi un pool di crescita
tumorale e quindi per esempio se queste cellule staminali tumorali effettuano una
divisione asimmetrica. Oltre all’automantenimento e al differenziamento, che potrebbe
spiegare l’eterogenità, le cellule staminali tumorali sembrano essere capaci di
effettuare la transizione epitelio-mesenchimale che spiegherebbe come le cellule
riuscirebbero a metastatizzare. Transizione epitelio-mesenchimale significa che le
cellule tumorali che compongono i carcinomi devono assumere un fenotipo
mesenchimale per poter andare in circolo e metastatizzare. La transizione epitelio-
mesenchimale prevede la perdita delle citocheratine, delle proteine che fanno parte
delle giunzioni aderenti e la perdita della polarità