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TRAPPOLA IONICA ANALISI A TEMPO
Si raccolgono gli ioni che vengono dalla sorgente, si lascia un solo ione nella trappola, si aumenta le
E fino a provocare collisioni che inducono frammentazione poi si apre il cancello e si torna alla
cinetica
modalità di separazione. Quindi si ha un’analisi nel tempo e non nello spazio: si può ripetere n volte
per avere info a cascata. Per esempio si può selezionare un picco di analisi di massa di trappola
ionica e frammentarla nella camera ionica ottenendo gli ioni: si ottengono info simili all’EI. Poi in
una miscela si separa lo ione molecolare, lo si frammenta e si osserva se si ottiene uno dei frammenti
precedenti. In questo caso quello che genera 401 è lo ione molecolare.
ANALISI DELLO IONE MOLECOLARE
È il picco a massa più alta: tutte le sostanze organiche senza N o con un numero pari hanno PM pari.
Se si usa EI c’è frammentazione elevata e si possono perdere info sullo ione molecolare tanto da
non riconoscerlo. Per essere sicuri che il picco a m/z > sia lo ione molecolare, vicino ci devono essere
solo perdite logiche: non possono esserci perdite di peso che corrispondono a un atomo. Le perdite
logiche sono: Me = 15, Ome = 31, Et = 29, H O = 18, NH = 17, CO = 28. Le perdite danno info su
2 3
porzioni della molecola.
L’intensità dello ione molecolare può andare da 0 a 100, le sostanze più stabili danno intensità >:
idrocarburi ed eterocicli aromatici, cicloalcani, eterocicli alifatici, ArF, ArCl, ArCN, ArNH , solfuri e
2 23
tioli 50-100%; alcheni, aldeidi, chetoni, ammidi, eteri, ArBr e ArI 5/10-50%; alcani, esteri, alogenuri,
alcol e nitrili 0-5/10%.
Dallo ione molecolare si può determinare la composizione elementare, se è molto pulito: si
determina la composizione % degli elementi nel composto, si risale alla formula chimica. se si ha la
massa esatta si può risalire alla formula minima senza errori. Lo spettrometro di massa non legge il
PM del composto ma il peso esatto (tiene conto dei 2 isotopi e della % in natura). Nel C dal valore di
M+1 si ricava il numero di atomi di C, M+2 in combinazione con M+1 e PM viene usato in banche
dati per cercare le possibili sostanze. Isotopi particolar (Cl, Br, N) danno picchi isotopici molto
evidenti (non come il C).
FRAMMENTAZIONE IONE MOLECOLARE
L’EI accumula una quantità di energia tale nello ione molecolare da permettere la frammentazione
della molecola generando ioni + di peso <, la cui analisi aiuta a ricavare info sulla struttura della
molecola. In parte ora viene sostituita da ESI che analizza diverse masse nel tempo (isolando lo ione
molecolare M+), ma EI dà un’immagine più completa.
Le frammentazioni avvengono in base alla quantità di energia assorbita dallo ione molecolare
quando interagisce con elettroni ad alta energia: ciò provoca l’uscita di elettroni dall’orbitale più
esterno e trasferisce all’interno della molecola E che accumula sui legami e li fa vibrare. Se
vibrazionale
E > E avviene la frammentazione. L’impatto elettronico degli elettroni è 70eV =
vibrazionale legame
1500Kcal/mol e l’energia media di legame è di 75 Kcal/mol, ma non tutta l’energia viene trasferita
dentro la molecola: l’elettrone ne conserva una gran parte, quindi la molecola non viene distrutta
del tutto. Nel grafico si forma una gaussiana: E0 è il momento in cui l’energia trasmessa è sufficiente
a provocare l’espulsione di elettroni (potenziale di ionizzazione); poi la quantità di ioni molecolari
aumenta nel tempo fino a una certa concentrazione, quindi tra E0 ed E1 l’energia trasferita alla
molecola è sufficiente solo a provocare estrazione di elettroni. Alcune molecole continuano ad
assorbire energia fino a E1, che supera l’E media e si ha quindi frammentazione in M1. Alcune
legame
molecole hanno E > e possono assorbire ancora più energia fino a E2, che provoca la rottura di
interna
un 2° legame energeticamente più forte ottenendo un frammento M2. M3 e M4 si generano quando
l’energia trasferita negli ioni di 1° generazione permette un’ulteriore frammentazione.
Le frammentazioni dipendono dalla stabilità della molecola che si forma. Si possono formare anche
ioni metastabili M* al confine tra E0 ed E1, all’esterno della sorgente: sono spinti fuori dalla sorgente
ancora integri poi si decompongono nell’analizzatore e nel rilevatore vengono analizzati con masse
non corrette. Nella resa totale degli ioni questi vanno tolti! 24
Quando si genera lo ione molecolare si può prevedere il punto in cui viene estratto l’elettrone
perché se ci sono eteroatomi l’estrazione avviene in uno dei doppietti non condivisi, quindi poi ci
sarà una carica + sull’eteroatomo. Questo non avviene su una molecola con soli legami sigma.
Generando lo ione dal fenolo si può delocalizzare la carenza elettronica sul sistema π, quindi non si
riesce a localizzare il punto in cui è presente la carica e si scrive così:
Dissociazione di un legame sigma: idrocarburi saturi e molecole con lunghe catene di C
La rottura è indotta da un elettrone. Quindi nel legame sigma si sottrae un elettrone, si forma uno
ione molecolare + con stesso peso della molecola di partenza. Se l’energia è abbastanza alta un
legame si può rompere, lasciando la carica + su una porzione e il radicale sull’altra. La rottura avviene
nel punto con ramificazione: si formano carbocationi 2° o 3°. C’è tendenza a espellere la porzione
più grossa possibile. Il m/z più intenso è 57 poi 85.
Rottura α indotta dal radicale: eteroatomi saturi e insaturi, alcheni e alchil-benzeni
La rottura è indotta da un radicale. Si sottrae un elettrone a uno dei doppietti non condivisi
dell’eteroatomo, si scrive lo ione molecolare con la carica + e il radicale sull’eteroatomo, poi c’è la
rottura a livello del legame adiacente al C dell’eteroatomo.
74 è il PM e 59 la perdita di un metile (perdita
logica). Il picco a 30 è tipico di ammine 1° non
ramificate in alpha. I segnali dipendono
dall’eteroatomo e dalla stabilità della
molecola che si forma: O esegue
frammentazioni legate alla sua
elettronegatività e fa da ED, preferisce
frammentazioni dove attira a sé la carica + per
dare altre frammentazioni; N è meno
elettronegativo e non dà questi tipi di
frammentazione indotti dall’attrazione. 25
Butanone: chetone con PM 72 e 2
frammentazioni alfa, una toglie l’etile e una il
metile. Si forma in quantità > lo ione che
espelle il frammento più grosso.
Rottura induttivo, indotta dalla carica: eteroatomi saturi e insaturi
La rottura è indotta dalla carica: si rompe il legame adiacente all’eteroatomo e si spostano entrambi
gli elettroni sull’eteroatomo. Si ottiene R come carbocatione. Negli eteroatomi insaturi si rompe di
nuovo il legame alfa o il legame adiacente a Y. Per l’etere etilico si ottiene il carbocatione di etile
(28) e CH -CH -O radicale, per il butatone si ha la rottura di CH vicino a C=O a 15 e la rottura di CH -
3 2 3 2
CH3 a 29.
Frammentazione strutture cicliche
Nelle strutture sature si forma lo ione molecolare che poi si frammenta su sigma localizzando la
carica + su un C e l’elettrone spaiato su un alto C. Quindi genera uno ione con = peso di quello
molecolare, poi per avere frammentazione e ottenere uno ione con peso < si devono rompere
almeno 2 legami: la 2° frammentazione è alfa indotta da un radicale, quindi si rompe legame in alfa
al radicale, un elettrone si combina a quello spaiato e si elimina la molecola neutra. Per esempio da
56 a 41 lo ione ha perso un metile (15), negli ioni 84 e 56 avviene la trasposizione di H nella molecola
(CH diventa CH poi viene eliminato come radicale).
2 3
Nelle molecole con ramificazioni la carica + si localizza su un carbocatione 2°. 26
Nelle molecole sature con un eteroatomo si fa una alfa formano uno ione a 70, poi un’altra alfa che
apre l’anello formando uno ione con uguale peso della molecola di partenza (71), infine un’altra alfa
che elimina l’etilene ottenendo uno ione a 43.
Nelle molecole insature si sottrae un elettrone al sistema π poi si fa una alfa (scissione allilica), e
un’altra alfa rompendo il legame alfa per ottenere uno ione a peso < dello ione molecolare. Il
radicale si mette sul sostituente perché più sono sostituiti più sono stabili e si ottengono i prodotti
di partenza della reazione Diels-Alder (diene e dienofilo) mentre la carica + rimane dove era nello
ione molecolare (“ritenzione di carica”).
Un altro meccanismo è il “trasferimento di carica”: dopo una 1° alfa si fa un’induttiva spostando un
doppietto di elettroni sulla carica + e trasferendo la carica + sul dienofilo. È in competizione con il
meccanismo precedente se il sostituente R è in grado di stabilizzare la carica + sul dienofilo
(altrimenti rimane sul diene perché viene stabilizzata per risonanza con il doppio legame).
Trasposizioni indotte dal radicale: ione molecolare e ione di 2° generazione
È la trasposizione di H da una posizione a un’altra, poi c’è frammentazione. La trasposizione di Mc
Lafferty è indotta dal radicale su gruppi carbonilici, avviene quando sulla molecola è presente in
gamma un H. Sul carbonile si localizzano la carica + e l’elettrone spaiato, su gamma si posiziona H:
si scrive un intermedio a 6 centri dove H traspone da gamma sull’eteroatomo O (Y ha carica + e in
gamma il radicale). Poi c’è una frammentazione alfa e si ottiene lo ione a elettroni dispari, che pesa
un’unità in più rispetto a quello che si otterrebbe da frammentazione semplice. 27
Tutti i frammenti che derivano da alfa e
induttive hanno peso dispari, quelli delle
trasposizioni pari (se si parte da una molecola
con peso pari). Il 57 si forma perché la stessa
frammentazione di 58 può avvenire senza
prima la trasposizione di H. Le induttive danno
43 e 85.
Questa trasposizione può avvenire anche su un eteroatomo saturo: H non deve essere per forza in
gamma, quindi non è necessario formare l’intermedio a 6 centri. A differenza di quella di Mc Lafferty
in questo caso c’è trasposizione di H sull’eteroatomo ottenendo O+. Rompendo il legame adiacente
si elimina una molecola neutra (per gli alcoli si elimina H O).
2
Trasposizioni indotte da cariche: ioni di 1° generazione
Generano ioni di 2° generazione, avvengono quando c’è un sistema carico + con N o O e la catena
laterale è libera di ripiegarsi. Le ammine fanno una frammentazione alfa in cui