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STADI DELLE VARIETÀ DI APPRENDIMENTO
Approccio della basic variety, è il modello europeo, nato negli anni 80 ed era dedicato agli apprendenti di diverse lingue madri che studiavano 5 L2, che venivano apprese ciascuna da un gruppo diverso di apprendenti, con diversa lingua materna, le L2 rappresentavano le lingue delle maggiori mete di immigrazione del tempo, le L1 rappresentavano invece i gruppi più rappresentati nell'immigrazione: inglese, irlandese, tedesco, svedese. L'italiano non è tra le L2 perché non erano una meta di immigrazione, ma venivano studiati nell'apprendimento di inglese e tedesco.
Il progetto è noto come progetto ESF (european science foundation) dalla quale era patrocinato. È stato un progetto molto utile, con un alto grado di comparabilità dei dati, gli apprendenti erano tutti giovani che sono stati seguiti per 30 mesi avendo così tanti dati di L2 da tanti gruppi, è stato possibile
verificare se ci fossero dei dati comuni intutte le L2 indipendentemente dalla L1; inoltre l'italiano inizialmente era rappresentato solo come lingua di partenza quindi L1 di due gruppi indipendenti, con il passare del tempo l'Italia è diventata anche meta dell'immigrazione quindi nel progetto iniziale.I risultati principali → le varietà di apprendimento muovono "da principi organizzativi comuni e indipendenti dalle lingue specifiche per differenziarsi progressivamente, avvicinandosi alle caratteristiche delle rispettive lingue target. Il punto di partenza ipotizzato in questa prospettiva è quindi diverso da quello immaginato in altre modelli e proposte descrittive, che vedono il percorso di apprendimento di una lingua seconda come un percorso "dalla madrelingua alla lingua target". Nei primissimi stadi dell'apprendimento indifferentemente dalla L1 e L2 che possiedono, sviluppano una competenza simile, ovviamente gli elementilessicali sono la presenza di un vocabolario limitato e semplice, l'uso di frasi brevi e semplici, e la mancanza di espressioni idiomatiche o complesse. I principi organizzativi, invece, riguardano la struttura e l'organizzazione del testo. Questi principi sono gli stessi indipendentemente dalla lingua di apprendimento. Ad esempio, la coerenza e la coesione del testo, l'uso di connettori logici e la corretta sequenza degli eventi sono principi organizzativi comuni a tutte le lingue. Un principio di base è che il punto di partenza del processo di apprendimento non è la lingua madre (L1). Questo significa che i principi organizzativi vengono applicati in modo simile indipendentemente dalla lingua madre dell'apprendente. Questo è molto diverso da molte teorie che sostengono che la L1 influenzi fortemente l'apprendimento di una seconda lingua. Gli studi hanno dimostrato che circa due terzi degli adulti non superano lo stadio basico di apprendimento di una seconda lingua. Questo fenomeno è chiamato fossilizzazione. Con il progredire dell'apprendimento, vengono integrati i tratti specifici della lingua target e la fase finale di questo processo coincide con l'acquisizione della lingua target stessa. Quando ciò non accade, si verifica la fossilizzazione, ossia un blocco nello sviluppo in cui le varietà linguistiche transitorie si stabilizzano, pur senza coincidere con la lingua target. Nella fase pre-basica, invece, operano principi esclusivamente pragmatici. Questo significa che l'uso della lingua è guidato principalmente da considerazioni pratiche e comunicative, piuttosto che da regole grammaticali complesse o lessicali avanzate.PRE-BASICA:- L'ordine topic-comment;
- In questa fase non c'è nessuna morfologia, non ha valore funzionale; nel caso dell'italiano possono sembrare flesse perché hanno una vocale finale, ma a quella vocale finale non è assegnato nessun valore [ES: tigre, tigra, tigro].
- La negazione → l'uso di No, Non e niente sono usati indifferentemente quindi "Niente lavoro" può significare che non lavoro o che non ho lavoro.
- Ordine agente-predicato, ovvero l'elemento che svolge un certo impatto sul predicato viene messo prima. ES: ragazzo bacia ragazza; il principio è noto anche come controller first perché il sintagma nominale che esercita un maggior grado di controllo sul predicato viene indicato per primo. Se fosse stato ragazzo taglia mela, non avrebbe avuto lo stesso effetto perché è ovvio che sia il ragazzo che taglia la mela mentre in ragazzo...
bacia ragazza il motivo per cui il ragazzo venga messo prima è il fatto che ha un maggior grado di controllo sul predicato.
● la morfologia è comunque assente
● La negazione inizia ad avere una specializzazione lessicale ed un'espansione del repertorio, quindi per es: niente è riservato agli oggetti, mentre nessuno alle persone
Alcune caratteristiche della fase POST-BASICA:
● compare un nuovo principio organizzativo che è la morfosintassi, questo non significa che il resto dei principi vengano abbandonati
● si sviluppa la morfologia → è il tipo che riguarda il sistema verbale dove -to dilavato copre il valore di perfettivo, invece la radice del verbo con la vocale tematica copre tutti gli altri valori.
● Ordine SVO, quindi ci sono dei concetti sintattici di verbo, soggetto e oggetto
● La negazione → ora che c'è morfosintassi la negazione segue regole posizionali rispetto ai verbi composti e sintattici.
l'input è un qualsiasi elemento della lingua target, di qualunque tipo, è un elemento esterno all'apprendente che determina il suo periodo di apprendimento. È la partenza, l'interruttore indispensabile che porta all'apprendimento. I linguisti acquisizionali sono tutti concordi sull'imprescindibilità dell'input. L'output è tutto ciò che viene appreso dall'apprendente, e che egli produce. Per alcuni linguisti l'output è importante quanto l'input. Merrill Swain osserva una 50inadi studenti di lingua materna inglese che frequentavano una scuola anche francofona, che viene definita una scuola ad immersione ovvero sin dai primi anni scolastici viene introdotta una nuova lingua, a seconda dei modelli viene introdotta maggiormente oppure in modo minore. Gli studenti hanno frequentato la scuola per 6 anni, nonostante la grande quantità ditempo alla quale sono stati sottoposti 13avevano una conoscenza molto limitata per quanto riguarda i verbi del francese, leiquindi conclude che è necessario anche l'output per apprendere.
L'intake→ non tutto ciò che ci viene detto viene compreso è registrato, ci può essere un input che non viene compreso ma viene percepito a livello non consapevole, ci può essere un input che invece viene compreso ma non registrato, viene immagazzinato in una memoria a breve termine, in qualche modo è un input registrato, in qualche modo elaborato anche se non è un input che porta ancora in una regola nella varietà di apprendimento, successivamente quell'input elaborato potrà diventare oggetto di una regola, è questo l'intake. L'intake è uno stadio intermedio tra l'input e la varietà di apprendimento, non è ancora una regola ma è stato già immagazzinato e lavorato.
potrebbe diventare una regola oppure perdersi ma comunque è stato registrato. Il primo a parlare di Intake è Corder 1967, egli osserva che ciò che un apprendente seleziona è determinato da questo syllabus superiore, ciò che l'apprendente seleziona come forma di ciò che entra a far parte del suo intake non è determinato da cosa l'insegnante decide di fare diventare o meno il suo intake, ma è ciò che l'apprendente è pronto a percepire, ad elaborare. C'è un syllabus interno che governa ciò che viene elaborato e andrà a far parte dell'intake, è una cosa che avviene a livello mentale e di cui è difficile dimostrarne l'esistenza, come si fa a capire cos'è l'intake nella mente dell'apprendente, per la difficoltà nell'individuarlo studiosi diversi hanno sviluppato diverse modalità per individuare l'intake: - ilfenomeno delle etero-ripetizioni→ ripetizione di parole appena dette dai parlanti nativi; è una spia del processo di apprendimento. ES: Maestra: Che bello, che cos'è? Fatma: Che-co-s'è? [cantando mentre se ne va saltellando], Fatma non è in grado di capire l'italiano, però capisce che sono due enunciati diversi e ripete. Gli studi sull'intake sono molti meno, proprio perché è difficile capire quale sia. Un input ideale indagare qual è l'input che una apprendente riceve è un compito irrealizzabile, tuttavia è una variabile estremamente importante del processo di apprendimento e lo è soprattutto per uno scopo didattico, se noi capiamo qual è l'input che funziona meglio, quello ideale, possiamo organizzare l'insegnamento delle lingue straniere. Proprio per limitare questo compito, i primi studi che si sono rivolti a definire le caratteristiche dell'input per essereefficace si sono svolte nell'ambito dell'istruzione guidata, questo era possibile fino ad una decina di anni fa, perché gli studenti non avevano altri input oltre a quello dell'insegnante, oggi la situazione è molto diversa.
La ricerca si è sviluppata in aula, e il primo autore che ha parlato di certe caratteristiche dell'input è stato Stephen Krashen che sostiene che affinché l'input sia efficace, esso deve essere comprensibile, per questo autore l'input comprensibile è l'elemento necessario ed è in un rapporto causale con l'acquisizione della L2, se io fornisco un input comprensibile l'apprendente impara, un input per essere comprensibile dev'essere al livello I+1, I è il livello al quale si trova l'apprendente e il "+1" indica lo stadio effettivamente successivo. Un apprendente può capire se ciò che sta ricevendo è all'I+1 grazie
Al contesto e a come è strutturato il suo insegnamento. C'è un rapporto causale, quindi se all'apprendente si dà 1, impara 1, secondo Krasher la figura dell'insegnante non è necessaria, basta dare all'apprendente un input comprensibile. È una teoria che ha rivoluzionato, molte ricerche hanno indagato un paio di registri: foreigner talk (o xenoletto) e del teacher talk, sono dei registri semplificarti che vengono utilizzati da parlanti più competenti o nativi che si rivolgono a parlanti che presumibilmente possiedono un livello basso/ molto basso.
Le differenze: il teacher talk è un insegnante che lo utilizza verso i suoi studenti, e lo adatta a seconda della competenza degli studenti, in questo caso lo scopo è trasmettere delle competenze- abilità; nel foreigner talk non c'è questa differenza netta, è quello che viene utilizzato per es. dagli impiegati di fronte alla persona straniera.
La domanda che ci si è posti è se le modifiche strutturali di questi due registri siano utili.