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FASE POST-CHIRURGICA/PREPROTESICA

Fase preprotesica:

• Ogni giorno occorre effettuare l’ispezione della cute, ricorrendo se necessario all’aiuto di uno specchietto.

• L’ispezione deve essere fatta a fine giornata ed anche in seguito di prolungate posizioni che implicano la riduzione

della mobilità ed il posizionamento del moncone su superfici dure (prolungata seduta in carrozzina o allettamento

forzato).

• Mantenere un’accurata igiene del moncone, con lavaggi ripetuti durante la giornata (in particolare, in caso di

sudorazione eccessiva).

• Evitare l’uso di detergenti aggressivi e contenenti profumi che, alterando il pH fisiologico, possono causare irritazione

e secchezza della cute.

• Asciugare accuratamente la cute dopo ogni lavaggio tamponando il moncone.

• Utilizzare agenti idratanti preferibilmente prima di coricarsi.

• Mantenere una dieta equilibrata.

• Bere abbondante acqua naturale per favorire una buona idratazione cutanea.

• Favorire il mantenimento costante del peso corporeo per evitare variazioni delle dimensioni del moncone.

• Il primo passaggio riabilitativo consiste nella preparazione del moncone attraverso massaggio e linfodrenaggio.

MONCONE

È possibile che si sviluppino EDEMI POST-OPERATORI da trattare con:

- Terapia di compressione con bendaggi.

- Linfodrenaggio.

- Corretto posizionamento del moncone in scarico (per 24/48 ore).

• Evitare la compressione eccessiva del moncone che potrebbe comportare a gravi complicanze.

• Potrebbe essere utile trattare il dolore con applicazione di TENS.

In fase preprotesica occorre valutare il moncone:

• Complicanze a carico della cute: difetti di cicatrizzazione per insufficiente irrorazione, possibili aderenze,

invaginazioni, dermatiti.

• EDEMA DEL MONCONE: per modificazione della normale distribuzione dei vasi sanguigni e del sistema linfatico

prodotta dall’amputazione.

• Parti ossee: difetti di lunghezza del moncone, irregolarità nell’estremità dell’osso.

• Dolore del moncone: dolori ischemici legati a turbe trofiche e circolatorie, dolori da alterazione del segmento osseo,

da patologie cutanee, da cicatrici, dolori neurogeni (parestesie, neuromi e arto fantasma).

Il buon moncone:

• Non dolente spontaneamente.

• Di giusta lunghezza e buona mobilità.

• Moncone osseo ben ricoperto da parti molli e ben vascolarizzato.

• Di forma regolare.

• Cute integra, cicatrice non aderente e situata in posizione non soggetta ad attriti.

• Gravabile. 86

BENDAGGIO:

• Il bendaggio elastico riduce l’edema post-operatorio, favorisce la riduzione dei tessuti molli e la stabilizzazione della

forma e del volume del moncone.

• Con l’uso della protesi il moncone assumerà l’aspetto definitivo.

• Il bendaggio evita che il volume del moncone aumenti, quando non è in posizione di scarico.

• Deve essere eseguito in fase di riposo ed ogni volta che la protesi non viene indossata, tranne la notte in cui il moncone

sarà lasciato libero.

• Utilizzare bende elastiche in direzione longitudinale.

• Imprimere alla benda una pressione decrescente a partire dall’apice del moncone.

• Eseguire il bendaggio utilizzando la tecnica a spina di pesce.

La mobilizzazione del moncone, eseguita in tutte le posizioni e su tutti i piani articolari, ha lo scopo di mantenere o recuperare

l’articolarità e di migliorare il tono e la forza muscolare del moncone stesso; fra gli strumenti utilizzati vi sono palloni di vario

tipo che, oltre al rinforzo muscolare, migliorano la propriocezione.

Ricondizionamento aerobico: l’allenamento aerobico permette un maggiore adattamento dei muscoli allo sforzo grazie ad

un’aumentata capacità di utilizzare il metabolismo aerobico con incremento del consumo massimale di ossigeno.

La TERAPIA OCCUPAZIONALE svolge un ruolo importante per il raggiungimento della massima autonomia possibile nella

gestione della vita quotidiana senza protesi.

FASE PROTESICA

È molto importante iniziare la protesizzazzione appena è possibile, ovvero appena le condizioni del moncone e del paziente

lo consentano. Lo scopo è quello di evitare retrazioni ed ipotrofia del moncone, in particolare flessione dell’anca e/o del

ginocchio causate dalla postura seduta. Nel frattempo, è importantissimo iniziare subito una preparazione del moncone:

mobilizzazione delle articolazioni a monte dell’amputazione e rinforzo muscolare.

Elementi per valutare la scelta della protesi:

• Età e sesso del paziente.

• Peso.

• Comorbidità.

• Condizioni del moncone.

• Richieste del paziente.

• Livello di attività.

Quattro livelli di attività (livelli K) per la scelta dei dispositivi protesici:

• LIVELLO BASSO (K1): attività quotidiana che prevede un’azione limitata e stabile con basso impatto sulla protesi; per

esempio utilizzo nel posto di lavoro o in zone limitrofe all’abitazione.

• LIVELLO MOLTO ALTO (K4): attività sportive agonistiche con sollecitazioni continue elevate sulla protesi; ad esempio

atletica, corsa su pista e maratona.

Funzioni della protesi:

• Fase di appoggio: è di interesse la sicurezza. La sicurezza della protesi è garantita dalla struttura portante, dagli arresti

meccanici del ginocchio e dagli arresti meccanici della tibiotarsica.

• Fase di oscillazione: è di interesse la fluidità del passo. La fluidità del passo è data dalla meccanica del ginocchio,

dalla forza muscolare e dall’addestramento del paziente.

La protesi può essere allestita una volta raggiunte condizioni cliniche adeguate del paziente. Le protesi sono classificate in:

• Protesi tradizionali o esoscheletriche: costruite in legno o in resina nelle quali le pareti determinano la forma e hanno

funzioni portanti.

• Protesi modulari o scheletriche: nelle quali una struttura tubulare svolge la funzione portante.

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La deambulazione precoce con una protesi provvisoria aiuta nei seguenti modi:

• Consente all’amputato di essere attivo.

• Accelera il ritiro del moncone.

• Previene le retrazioni in flessione.

• Riduce il dolore da arto fantasma.

Inizialmente la protesi viene indossata per un breve periodo di tempo; quindi il paziente viene poi rieducato al carico e al

cammino.

Obiettivi dell’addestramento al cammino:

• Individuazione e riconoscimento dei punti di appoggio.

• Carico sui punti di appoggio.

• Controllo sul piano frontale e sagittale.

• Riorganizzazione della simmetria di carico e del baricentro.

• Controllo dell’equilibrio dinamico e della proiezione del centro di gravità al suolo.

Fase protesica:

• Adattamento e uso della protesi: in base se si ha un’amputazione di coscia o un’amputazione di gamba.

• Rieducazione al cammino: con parallele e canadesi, esercizi per coordinazione e carico, coinvolgimento degli arti

superiori, rinforzo dei muscoli glutei, addominali, ischiocrurali, autonomia in interni ed esterni.

• Terapia occupazionale: addestramento alle IADL.

Abituare il paziente a tenere la protesi calzata il più a lungo possibile per i seguenti scopi:

• Funzione di contenimento del moncone.

• Abitudine a percepire ed accettare l’invasatura.

• Ripristinare lo schema corporeo anche quando il paziente è seduto in carrozzina.

Addestramento al cammino con parallele, girello con appoggio ascellare, deambulatori e bastoni canadesi.

TERAPIA OCCUPAZIONALE:

Il paziente dovrà imparare a:

• Indossare la protesi da solo.

• Provvedere alla propria igiene personale: lavarsi, vestirsi e usare la toilette (WC, bidet, doccia o vasca).

• Essere autonomo negli spostamenti: alzarsi, sedersi, salire e scendere gradini, scale e marciapiedi, cadere e rialzarsi,

entrare e uscire dall’automobile.

• Raccogliere oggetti da terra.

• Utilizzare correttamente la carrozzina anche nei trasferimenti (carrozzina-letto, carrozzina-water, carrozzina-

automobile e viceversa).

L’autosufficienza nella vita quotidiana non consiste solo nella mobilità o nella cura di sé stesso ma anche nella capacità di

provvedere alla gestione delle attività domestiche → presso un minialloggio attrezzato i pazienti possono avere la possibilità di

eseguire varie attività quotidiane. ORTESI

Il TUTORE è un dispositivo atto a sostenere un segmento corporeo, mentre l’ORTESI è un dispositivo correttivo funzionale.

TUTORI:

• Il tutore con finalità funzionali, atto a favorire determinate escursioni articolari, è definito tutore dinamico o funzionale.

• Lo SPLINT è un dispositivo con funzioni di tutela: tutori statici o dinamici per segmenti di piccole dimensioni (polso-

mano, caviglia-piede).

• L’ESOSCHELETRO è un tutore complesso dotato di articolazioni multiple e di attuatori elettromeccanici.

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ORTESI:

• L’ortesi è uno dispositivo correttivo funzionale.

• Esempi di ortesi sono i collari cervicali, le cinture lombari, i busti ortopedici, le ginocchiere, le cavigliere, la molla di

Codivilla.

• Le loro funzioni sono quella di garantire una immobilizzazione relativa di un'articolazione colpita, per esempio da

traumi, artrosi, distorsioni dei legamenti o nel periodo post-chirurgico e permettere o facilitare una funzione durante e

dopo la riabilitazione.

• L'ortesi può essere adoperata a scopo preventivo in casi di osteoporosi o cedimenti ossei.

CERVICALGIA

Distinzione tra cervicalgia aspecifica e cervicalgia specifica e sistemica.

Definizione Causa Prognosi

Aspecifica Disfunzionale per fattori muscolari: Benigna: rischio di recidiva e

posturali, psicogeni persistenza del dolore nel tempo.

Specifica Elevato rischio di persistenza del dolore

Uncodiscoartrosi. e disabilità.

• Distrorsione.

• Spondilolistesi.

• Ernia del disco.

Sistemica Dipende dall’eziologia.

Reumatologica: AR.

• Neoplastica.

• Infettiva.

RED FLAGS: Riscontro anamnestico Suggestivo di

Evento traumatico, specie se associato a trattamento Frattura

steroideo prolungato o osteoporosi

Neoplasia, perdita di peso, masse cervicali Tumore primitivo o metastatico

Infezioni recenti, dipendenza da farmaci, HIV Infezioni (ad esempio spondilodiscite)

Irradiazione agli arti, deficit stenici o di sensibilità Mielopatia cervicale

Spondiloartrite assiale Patologie sistemiche

Dolore dipendente da postura e movimento Frattura, tumore, infezione

Età < 20 anni o > 65 anni Frattura, tumore, infezione

Valutazione clinica:

Mobilità: soggetto seduto esegue flesso-

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
103 pagine
SSD Scienze mediche MED/34 Medicina fisica e riabilitativa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gremattioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina fisica e riabilitazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Nardone Antonio.