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Ho quindi che:
ω̇ = =
18
Meccanica degli azionamenti 2023 entità limitata, poiché non sono in grado, in
ω ω
1 1 virt̀u della capacit̀a termica del motore, di
= ∫ ω , *= ∫ ω
ω ω
, ,
0 0 ‘seguire’ le veloci oscillazioni della potenza
dissipata (legate alle veloci oscillazioni della
e quindi ottengo: coppia e, in certi casi, della velocit̀a angolare).
In queste condizioni, il motore può erogare,
ω
≈ ≤ per brevi istanti, coppie significativamente
− *
, , superiori alla coppia nominale, purché il loro
Sul transitorio viene effettuata poi un’altra valore efficace (in inglese “root mean square”,
verifica ossia quella della frequenza di da cui l’acronimo rms) Cm,rms sia al massimo
inserzione, che considera il numero di pari a Cmn. Le condizioni da verificare sono:
accensioni del motore nell’unità di tempo che
comporta un accumulo di calore che può
causare danni termici. 2
1
= ∫ ≤
,
0
e ossia che in ogni
| ()| ≤ 0 ≤ ≤
,
istante, la coppia richiesta non sia superiore
alla coppia massima istantanea Cm,max
(detta anche di picco) erogabile dal motore.
Scelta del riduttore
A valle dell’attuatore è quasi sempre presente
un riduttore di velocità, il cui scopo è quello di
Figure 46: effetti della frequenza di inserzione adattare i fattori della potenza meccanica
prodotta dal motore (coppia e velocità) ai
− *
, ,
= fattori della potenza richiesta dal carico. Gli
+
0
, attuatori, infatti, operano generalmente a
velocità molto superiori a quelle richieste dai
con z0 fornito dal costruttore come numero carichi, mentre erogano coppie insufficienti.
massimo di inserzioni orarie tollerate senza
carico Cr=0 e per un rapporto di intermittenza
RI=50%, è necessario correggere tale valore in
funzione del carico effettivo che grava su di
esso.
Se la frequenza d’inserzione è eccessiva, e
dunque il tempo di ciclo è molto breve, non è Figure 47: sistema non ridotto
conveniente realizzare il moto richiesto
mediante continui avviamenti ed arresti Gli equilibri del motore e del carico
dell’attuatore. In questi casi, è pìu ragionevole impongono, rispettivamente:
mantenere quest’ultimo in esercizio continuo
e variare il moto d’uscita mediante il ˙
− = ω̇ (1); = ω (2)
conveniente controllo delle variabili elettriche 1 2
di comando (ad esempio, la frequenza e la mentre l'equilibrio del riduttore pone:
tensione d’alimentazione) oppure tramite
l’interposizione di opportune trasmissioni τ ^
= (3); = η τ
meccaniche (frizioni, camme, intermittori, η
1 2 1 2
ecc.). Così facendo, la macchina instaura un
regime periodico nell’intorno delle condizioni sostituendo la (2) e la (3) nella (1) e imponendo
di miglior funzionamento e non richiede il ˙ ˙
sistematico assorbimento di elevate correnti ω = τ ω
d’avviamento. La temperatura del motore
varia ciclicamente, ma le variazioni sono di 19
Meccanica degli azionamenti 2023
si ottiene ovviamente l’equazione generale del Mr2,R è la coppia continuativa richiesta dalla
moto (equilibrio del sistema) nella forma: macchina operatrice sull’albero lento del
riduttore, e Mrid,n2 è la coppia nominale del
˙ ˙ riduttore sullo stesso albero, oppure in
− *= ( + ) ω = ω
maniera equivalente ho:
2
τ τ
dove: e
*= = ≤
η η
1, ,1
dove Mr1,R e Mrid,n1 sono, rispettivamente, la
e per il moto retrogrado: coppia continuativa e la coppia nominale
^ ^ 2 sull’albero veloce.
e
= η τ = η τ
Ne consegue che è possibile interpretare fs
Ogni famiglia di riduttori è progettata in base come il fattore rispetto al quale è necessario
a determinate condizioni di servizio nominali. sovradimensionare il riduttore rispetto al
Tali condizioni sono individuate da particolari motore per tenere conto delle sue specificità
valori dei parametri che influenzano la di componente sollecitato a fatica (essendo il
sollecitazione del riduttore, in particolar riduttore l’elemento soggetto a coppie
modo i parametri dai quali dipende il progetto maggiori).
a fatica dello stesso (principalmente, i
sovraccarichi e la durata d’esercizio). Quando Scelta dell’azionamento
si sceglie il riduttore di una macchina reale, è
necessario selezionarne la taglia tenendo Per la scelta del motoriduttore si parte da un
conto che il servizio reale possa essere più o dimensionamento approssimativo del motore
meno gravoso di quello nominale. Per necessario all’impianto calcolando la potenza
quantificare tale gravosità in modo nominale del motore di prima
operativamente semplice, si utilizza un approssimazione:
coefficiente fs di natura empirica, suggerito
dal costruttore, chiamato fattore di servizio.
≤ → =
Se fs > 1, il servizio reale è stimato più gravoso
,1 ,1
di quello nominale; vale il contrario, se fs < 1. utilizzando la potenza nominale data dal
fs dipende dagli stessi parametri utilizzati per prodotto della coppia nominale richiesta
definire le condizioni di servizio nominali, dall’utilizzatore per la sua velocità nominale
vale a dire quelli da cui dipende la di utilizzo . I parametri legati al
= * ω
sollecitazione a fatica del riduttore: 1) durata
funzionamento dell’impianto sono ricavati
totale di funzionamento (talvolta espressa in dalle condizioni di utilizzo richieste dal
ore di lavoro giornaliere), 2) tipo di motore e problema. Utilizzando il risultato di prima
frequenza d’avviamento, 3) natura del carico approssimazione si sceglie un motore che
della macchina operatrice, garantisca una potenza maggiore a quella
nonché, eventualmente, da fattori aggiuntivi calcolata.
quali 1) esigenza di un più elevato grado di In secondo luogo si passa alla verifica del
affidabilità, 2) difficoltà di manutenzione, 3) fattore di servizio del riduttore che, da tabella,
sicurezza per le persone. viene calcolato in funzione dei sovraccarichi e
E opportuno osservare che il fattore di in relazione alla durata di funzionamento
servizio f̀s influisce solo sulla taglia del definita dal problema e dalla frequenza
riduttore e non su quella del motore. d’inserzione anch’essa espressa dal problema
(nel caso di valori intermedi si approssima al
Il fattore di servizio fs sarà dato dal prodotto valore più conservativo ossia quello
dei diversi fattori di servizio relativi a fari superiore). Viene poi calcolato il rapporto di
ambiti fs=fs1*fs2 ω
conduzione come , di norma non si
= ω
1
≤ conosce il valore reale di funzionamento a
2, ,2 20
Meccanica degli azionamenti 2023
regime del motore viene quindi considerata in
ridotta all’albero motore:
*=
prima approssimazione la velocità
ω η
ricordandosi di calcolare anche gli stati
nominale attorno al quale a regime l’impianto intermedi di riduzione se presenti (es. ruote
si porterà a funzionare solitamente circa 1400 dentate con relativo rapporto di trasmissione
rpm. e rendimento) tale valore rappresenta la
Una volta scelto il rapporto di riduzione, la coppia motrice a regime necessaria. Per
seconda parte della scelta ricade sulla quanto riguarda la velocità di rotazione
dimensione del riduttore tale che venga dell’albero motore a regime può essere trovata
garantita la resistenza agli sforzi di coppia linearizzando la curva del motore tra le
richiesti dall’impianto velocità e :
ω ω
0
≥ 30*
,2
= (ω − ω ) = =
ω −ω π(ω −ω )
0 0 0
Con i valori di , , si sceglie da tabella
,1 1 imponendo la condizione che a
= *
un motoriduttore costituito da: 1) un motore,
regime allora si ha:
con potenza, coppia e velocit̀a nominali
rispettivamente pari a Pmn, Cmn e uguale
ω
*
(ω − ω ) = *→ ω = ω −
a quello scelto (la sigla del motore deve
0 0
coincidere); 2) un riduttore, avente rapporto per ricavare la velocità dell’utilizzatore si
di trasmissione pari a e coppie nominali
moltiplica per ed eventuali altri rapporti di
sull’albero veloce e lento rispettivamente pari
condottuzione se presenti. La velocità a
a Mrid,n1 e Mrid,n2 legate dalla relazione regime trovata viene confrontata con quella
τ . Il rapporto:
= richiesta dal problema.
η
1 2
Si prosegue con la verifica dei tempi di
,1
= avviamento sotto carico, calcolando il
momento di inerzia totale come somma del
è il fattore di targa del motoriduttore, momento di inerzia del motore e degli organi
esprimendo il sovradimensionamento del esterni ridotti all’albero motore = +