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Il testo della Commedia nel XXI secolo

Arrivare a stabilire il testo della Commedia ha costituito uno dei problemi più spinosi affrontati dalla moderna filologia, soprattutto perché siamo in assenza di un autografo. La commedia ha avuto un'enorme fortuna, tanto è vero che è stata copiata in tantissimi manoscritti (la più antica copia manoscritta di una terzina della Commedia la troviamo nei Memoriali bolognesi); a noi sono giunti manoscritti di ogni tipo, diversi tra loro per materiale, per impaginazione, con commento o senza (addirittura a volte ci è giunta solo l'esegesi senza il testo della commedia), miniati o no, scritti da copisti professionisti oppure anche non colti. La filologia a partire da questa mole di manoscritti ha cercato di ricostruire il testo originale: però il fatto che la Commedia sia stata così tanto copiata costituisce un problema, innanzitutto perché il manoscritto rappresenta un'opera superstite, e quindi la parte che

è stato deciso che dovesse essere tramandata, poi perché ogni copia rappresenta per forza sempre almeno un errore, e infine per la questione della contaminazione, ovvero il fatto che un solo copista avendo a disposizione così tanti manoscritti, non ne usava solo uno come modello e quindi i rapporti genetici non sono più lineari ed è impossibile al filologo ricostruirli. Un risultato di portata storica si è avuto con la pubblicazione dell'edizione critica "Commedia secondo l'antica vulgata" da parte di Giorgio Petrocchi (I ed. 1966): Petrocchi, presa coscienza del problema filologico, costruisce una edizione dopo aver individuato 27 testimoni anteriori al 1355 per arrivare a un testo il più simile a quello che poteva essere letto ai tempi di Dante. Petrocchi realizza un albero genealogico: divide in due famiglie la tradizione manoscritta, quella toscana (α) e quella bolognese (β); il ramo toscano è quello

prediletto da questa edizione, e come testo base è stato scelto il codice Trivulziano 1080 del 1337 del copista Francesco diser Nardo. La rigorosa classificazione dei testimoni, il tentativo di definire uno stemma, la ricchezza degli argomenti che giustificano le scelte e la documentazione puntualmente raccolta in apparato e offerta all'avvalutazione del lettore, fanno dell'edizione Petrocchi un punto di riferimento imprescindibile.

Altra edizione importante è quella curata da Antonio Lanza, che presenta un testo fondato sul solo manoscritto trivulziano 1080.

All'inizio del nostro secolo, nel 2001 Federico Sanguineti (con metodo di collocazione già suggerito da Barbi) propose un nuovo stemma più semplificato e soprattutto basato sul codice Urbinate latino 366 datato 1352, ritenuto di area emiliana o emiliana romagnola dal quale vengono espunti i tratti settentrionali imputabili al copista. La fisionomia del testo risulta rinnovata per molti aspetti.

compreso quello linguistico; è chiaro però che l'aver assunto come testo base un codice non toscano aumenta le difficoltà e i dubbi proprio sul piano della fisionomia linguistica, moltiplicando vistosamente il ricorso all'emendazione e facendo approdare a un testo che offre un minor grado di approssimazione all'originale dell'edizione Petrocchi. In tempi ancora più recenti, hanno visto luce due edizioni molto importanti: 1. Edizione curata da Giorgio Inglese: Inglese, partendo dall'edizione Petrocchi, ha razionalizzato producendo due stemmi, molto semplificati (uno per l'Inferno e il Paradiso, uno per il Purgatorio); il suo lavoro si è sviluppato attorno anche alla cinquantina di Martini, una edizione che mette a confronto il testo con un manoscritto del 1330 che a sua volta era frutto di un confronto con altri testi. 2. Edizione curata da Paolo Trovato: Trovato con la sua edizione rivoluziona la prospettiva collezionando tutti i

manoscritti e sfrutta il lavoro del Barbi, arrivando a circa 600 luoghi del testo; il lavoro di Trovato esclude la tradizione toscana perché irrimediabilmente contaminata e quindi inutile (il codice Trivulziano 1030 non serve) e quindi premia il ramo settentrionale, di cui tiene conto anche dei codici del 1400 (come il Florio). In sintesi, per Trovato il filone settentrionale è valido perché nonostante la patina linguistica straniera, è quello che tiene sicuramente alcuni tratti fiorentini originali. Ricordare anche l'edizione di Malato. È possibile fare un confronto tra edizioni Petrocchi - Trovato - Inglese. Petrocchi tende a uniformare, mentre Inglese no (es: Inglese dove trova loco lascia loco, dove trova luogo lascia luogo).

3. ANTICA ESEGESI DEL POEMA COMMEDIA

La commedia si diffonde in contemporanea con i commenti, è come se nascesse già chiosata: i contemporanei di Dante si accorsero subito della grandezza

dell'opera e della necessità di accompagnarla con un commento, che per questo è da subito parte integrale del testo (non c'è trasmissione della commedia che non sia accompagnata da commento). Il primo a commentarlo fu suo figlio, Jacopo Alighieri, nel 1322/23; poco dopo Grazioli Bambaglioli in latino. Poi il più grande commento in volgare a tutte le tre cantiche di Jacopo della Lana e per la prima volta pone una introduzione a ogni canto e chiose puntuali. In genere negli antichi (quindi fino ai commenti di Landino, con cui inizia la tradizione di commenti a stampa) in genere si è osservato che i toscani commentano in volgare, i non toscani, tranne Lana, commentano in latino, probabilmente per farsi meglio intendere (commentare diffusamente verso per verso un'opera in volgare in latino era una cosa inaudita mai vista prima). Pietro Alighieri, altro figlio di Dante, scrive in latino perché si trovava in Veneto. La tipica impostazione della

Impaginatura di un commento era con testo al centro e commento intorno a cornice. I commenti antichi potevano essere magari parziali, altri integrali. Le personalità che hanno commentato Dante sono le più varie: ad esempio, Lana non sappiamo nemmeno chi fosse, possiamo dedurre il fatto che era un tomista, a volte ci sono anche anonimi, come chi ha scritto il cosiddetto "ottimo commento", ci sono i figli anche. Commenti italiani, toscani e settentrionali (non mancano però anche napoletani) in latino e in volgare hanno prima di tutto una funzione storica perché circa i due terzi dei personaggi che Dante cita ci vengono svelati dall'antica esegesi se non ci fossero stati questi commentatori antichi oggi faremmo fatica ad identificare certi personaggi e certi avvenimenti. C'è anche Boccaccio, commento frutto delle prime lecture dantis affidate a Boccaccio dalla Chiesa fiorentina esposizioni sopra la commedia. I commentatori ci danno molte informazioni.

essendo molto vicini a livello cronologico a Dante, questo però non significa in automatico invece che l'interpretazione di questi antichi sia per forza quella più corretta solo perché più vicini a Dante tante questioni sono state maturate solo nell'età moderna, perché il modo di approcciare il testo è diverso da quello a cui noi siamo abituati e paradossalmente il loro è più lontano e ha centrato meno il segno (nessun commentatore antico concepisce la realtà del viaggio dantesco, anzi tutti si concertano sul simbolismo, tendono a sminuire il messaggio dantesco [ricordiamo che si volevano bruciare le ossa di Dante]). 4. STRUMENTI BIOGRAFICI RELATIVI A DANTE E ALLA COMMEDIA - Studi sulla biografia dantesca: la biografia dantesca è abbastanza ben documentata. Un'ottima biografia è quella di Petrocchi (che troviamo nell'Enciclopedia dantesca). Si segnala anche un'opera, piuttosto difficile.

di Umberto Carpi, "Lanobiltà di Dante" nella quale viene sottolineato quanto in realtà Dante provenisse da una famiglia di ceto medio (cosa che Dante evitava di dire, per concentrarsi più sulla sua nobiltà di cuore). Più recenti sono opere piuttosto interessanti: Marco Santagata, "Dante, il romanzo della sua vita" in cui si sottolinea il carattere guelfo di Dante nell'Inferno (questo perché l'inferno è denso di personaggi toscani e perché è ancora forte la volontà di un rientro a Firenze per Dante). Si ricorda anche "Vita" di inglese. Tra le ultime uscite, "Vite nuove" di Milanie Brilli, in cui è presente anche una analisi delle opere perché molte informazioni sono da ricavare da queste (fanno notare quanto conti in Dante una autorappresentazione: non c'è opera in cui Dante non faccia riferimento a episodi della sua vita).

[Dante da del voi

A Cacciaguida, Farinata, Brunetto, Guinizzelli e Beatrice]

Ci sono zone oscure nella vita Dantesca, anni, come quelli dell'esilio, in cui davvero non vi è certezza e unanimità tra gli studiosi (ancora oggi il dibattito è aperto).

Tavoni sostiene che Dante ha scritto il De vulgari a Bologna, mentre Fenzi sostiene che lo ha scritto a Verona.

È incerto il suo soggiorno bolognese.

Boccaccio racconta che Dante è andato a Parigi per ascoltare di persona lezioni sulla filosofia.

Per quanto riguarda l'esilio: sappiamo che dopo l'esilio si è messo tra città toscane che potevano ospitarlo come Lucca, in Lunigiana6 (presso i conti Malaspina) in molte aree tosco-romagnole, in Emilia-Romagna, a Bologna a Ravenna (ma mai a Ferrara dove c'erano gli Estensi) e poi in Veneto (molto a Verona, a Venezia, forse a Treviso); in Lombardia non è certo che si sia fermato per dei soggiorni, sicuro è stato terreno di passaggio.

Forse si è spinto fino a Roma, ma mai più sotto della Toscana per sicuro. Boccaccio ci lascia molte testimonianze su Dante, nelle Vite Antiche, oggiradunate in un volume nella collana NECOD (Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante). Vediamo da vicino come muoverci nella biografia dantesca: A. un punto di partenza può essere l'Enciclopedia dantesca, uscita nel 1970, che elenca in ordine alfabetico tutto ciò che riguarda Dante, il cui sesto capitolo tratta questioni linguistiche. B. Le riviste scientifiche: a. Studi Danteschi, 1920 b. L'Alighieri c. Rivista di Studi Danteschi, 2001, edizione nazionale dei commenti danteschi, Salerno Editrice d. Dante, rivista nazionale di studi di Dante, 2004 e. Dante's studies f. Deutsches Dante-Jahrbuch C. Risorse online: a. Dantenetwork: grosso progetto pi
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A.A. 2022-2023
22 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matilde.boff di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Volpi Mirko.