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REGOLE FONOLOGICHE:

Le regole fonologiche servono a formulare, spiegare la distribuzione degli allofoni:

Prima regola: La nasale dentale diventa labiodentale davanti a consonanti labiodentali.

Seconda regola: La nasale dentale diventa velare davanti a consonanti velari.

Terza regola: La nasale dentale diventa bilabiale davanti a consonanti bilabiali.

‘n’ ‘n’. Quindi lo stesso fonema può avere 4 realizzazioni fonologiche che sono 4 allofoni di ‘m’.

Però, la nasale bilabiale, la è un po' diversa dalle altre, perché noi sappiamo che è anche un ‘mano’ ‘nano’, fonema italiano infatti abbiamo parole come e quindi in questo caso non dipende dal ‘n’ ‘m’ contesto, perché sia che stanno davanti a vocale, cosa che non sarebbe possibile con lanasale labiodentale o con la nasale velare. ‘lana’ ‘lama’.

Inoltre questo vale in tutte le posizioni, infatti posso avere

Allora cosa vuol dire questo? Vuol dire che la nasale labiodentale e la nasale velare sono solo e soltanto allofoni di N, mentre per quanto riguarda la nasale bilabiale può essere sia un allofono si N sia un fonema a séstante. 'm' Noi sappiamo benissimo che la nasale bilabiale sia un fonema vista l'esistenza di coppie minime 'mano' 'nano' 'lana' 'lama', come e o e quindi in posizioni diverse, in contesti neutri cioè davanti a 'm' 'n' vocali, e possono alternarsi e dare origine parole dal significato diverso, quindi la nasale bilabiale è un fonema dell'italiano. 'impossibile', 'immorale' 'm' Però nel caso di di o di non posso sappiamo benissimo che è anche un 'n'. allofono di All'inizio del corso abbiamo detto che il nostro scopo è quello di fare uno studio scientifico del linguaggio, cioè dicercare di ridurre più fenomeni possibili ad un numero limitato di regole, quindi queste 3 regole sono già un tentativo di fare ciò: con una semplice formula stabilisco la distribuzione degli allofoni. Per la nasale dentale c'è una regola che può riassumere tutte e 3 quelle di cui abbiamo parlato: la 'n' nasale dentale prende il luogo x, prende il luogo di articolazione x se la metto davanti ad una consonante qualsiasi di luogo x. Vuol dire che la nasale davanti a consonante prende il luogo di articolazione della consonante che segue è sia allofono di davanti a bilabiale, sia un fonema a sé stante, perché esistono 'mano' 'nano', coppie minime come e mentre io non posso avere ad esempio una nasale dentale ovelare, ciò non è possibile. La nasale labiodentale occorre solo davanti a consonanti labiodentali, quindi se io prendo un luogo x, x per

esempio labiodentale, la nasale dentale diventa labiodentale davanti a consonantilabiodentali.

Le regole fonologiche sono delle regole che hanno una formulazione come questa: e servono per spiegare la distribuzione degli allofoni nel modo più sintetico possibile quindi con una sola regola abbiamo riassunto le 3 regole di cui parlavamo. 'n' Trattino basso vuol dire che quello sarebbe il posto occupato dalla quando sta davanti a una consonante dello stesso luogo x, quindi se x è velare per esempio, quindi la consonante di luogo x 'c' 'g', sarà o anche la nasale diventerà velare e così via.

Nella formula la C significa consonante. Questa regola l'abbiamo messa per prima perché vale in italiano (sia in italiano standard perché vale in qualsiasi variante regionale/dialettale dell'italiano) sia in inglese; ciò non toglie però che in inglese la nasale velare può anche essere un fonema.

sé stante: in inglese abbiamo delle coppie minime come sin e sing. Quindi in trascrizione fonetica: -Sin si scrive [sin] è [siŋ] con la nasale velare. -Sing Quindi in inglese la nasale velare è un allofono di N ma anche un fonema a sé stante. Queste non sono solo le regole di Trubeckoj, sono una parte di queste regole ma che sono anche altre cose. Altri esempi: 'b' Abbiamo parlato dello spagnolo: abbiamo detto ad esempio che in spagnolo il suono che sarebbe l'occlusiva bilabiale, diventa fricativa. b -----> ß / v__ v Le consonanti hanno 3 proprietà, caratteristiche: -Il luogo di articolazione -Il modo di articolazione -La sonorità → Le regole fonologiche ne cambiano solamente uno infatti per esempio prima con il discorso della nasale cambiava il luogo di articolazione, la consonante nasale era e nasale rimaneva, sonora era e sonora (anche perché le nasali sono solo sonore). In spagnolo l'occlusiva bilabiale sonora

Il suono "b" diventa fricativo bilabiale, e il simbolo è corrispondente alla Beta del Greco, in un contesto ben preciso tra due vocali quindi il contesto si segna in questo modo (vocale trattino basso vocale). 'beber' 'b'

Quindi una parola come si pronuncia con la prima occlusiva perché è inizio di parola, e la 'b' seconda si pronuncia fricativa perché è una via di mezzo 'b' 'v': l'occlusiva diventa fricativa, tra e quindi cambia il modo di articolazione, mentre per le nasali cambiava il luogo di articolazione.

La regola fonologica però colpisce tutti i fremi dello stesso tipo, infatti noi sappiamo che anche la D diventa V sempre davanti a vocali, stesso contesto; infatti la parola dedo stessa cosa: la prima D è occlusiva e la seconda è fricativa, in questo caso cambia il modo. δ / v___ vD -----> 'g', perché se una regola

colpisce un segmento→per segmento si intende <strong>colpisce un segmento</strong>. Lo stesso vale per il <em>fonema</em>, colpisce anche tutti quelli dello stesso tipo, quindi per esempio anche la parola <em>lago</em> che in spagnolo si pronuncia <em>lago</em> sempre quando il fonema è tra 2 vocali.
G ----->ɣ / v ___ v
Le lettere greche spesso fanno da simboli fonetici.
Abbiamo 3 regole che spiegano la distribuzione di questi allofoni in spagnolo (questo vale in spagnolo, ma non in italiano, in inglese ecc..) che possono diventare in realtà una regola sola:
Un'occlusiva sonora, sonora perché colpisce solo le occlusive sonore, diventa fricativa e non importa dire altro perché sonora era e sono ora rimane e il luogo di articolazione rimane lo stesso.
Con una sola regola si può spiegare la distribuzione di questi allofoni in spagnolo: questi qui sono gli allofoni, sono delle varianti che appaiono in dei contesti ben precisi.
Altro esempio:
Nelle varianti italiane toscane abbiamo un fenomeno molto simile a questo dellospagnolo, pero che quindi per esempio qui l'occlusiva sorda invece di colpire i fonemi sonori colpiscono quelli sordi, diventa quella che si pronuncia P: φ / v __ v (sarebbe p (occlusiva sorda) -----> il simbolo della Phi greca) Sarebbe una occlusiva bilabiale che diventa fricativa perché le labbra non si chiudono e il contesto è sempre lo stesso, tra 2 vocali. Il problema è che le occlusive e le vocali sono i suoni più diversi che ci siano: come abbiamo detto le vocali sono continue e le occlusive sono momentanee, quindi una occlusiva che si trova in mezzo a 2 vocali si trova in "una quindi rendendola fricativa diventa più simile alle posizione di debolezza" vocali perché non chiudo completamente la cavità orale. Quello che avviene nel fiorentino è ancora più estremo di quello che accade nello spagnolo, perché le occlusive sorde sono ancora messe peggio visto che in mezzo a 2 vocali abbiamo un

suonomomentaneo sordo che si trova in mezzo a 2 suoni continui e sonori, quindi renderla continua in uncerto senso la rende più simile alle vocali; di conseguenza queste regole fonologiche sono delle leggidi minimo sforzo.

θ / v ___ v (sempre da due vocali ovviamente)t ----->Questa è una legge del minimo sforzo articolatorio.

Anche quello che abbiamo detto prima della nasale: la nasale fa passare l'aria attraverso il naso,e labocca si sta preparando ad articolare la consonante seguente, per quello già la nasale diventa peresempio labiodentale oppure velare; così in questo caso sono delle leggi di minimo sforzo perché ilfatto che questi suoni occlusivi siano in mezzo a 2 suoni continui fa sì che siano in una posizione didebolezza, e quindi tendiamo a renderli fricativi.

L’esempio più evidente del fiorentino è l’occlusiva velare sorda che diventa fricativa,sempreovviamente tra 2 vocali:

k -----> x / v___ ves.

capo, dito, poco (in pronuncia toscana). Sono cose che vengono spontanee perché alcuni suoni in certe posizioni sono in posizioni di debolezza. La regola del fiorentino: la differenza fra il fiorentino e lo spagnolo è che in spagnolo questo fenomeno fonologico colpisce le occlusive sonore, mentre in fiorentino colpisce le occlusive sorde; l'occlusiva diventa sorda nel contesto intervocalico, quindi fra 2 vocali. 't' diventa un po' come in 'thank', 'cena'. La inglese o come in spagnolo. Quindi con una sola regola si può capire perché questi suoni cambiano in un certo contesto; in altri dialetti regionali dell'italiano queste occlusive sorde che nel fiorentino diventano fricative diventano sonore. In molti posti si dice 'andato' pronunciato 'andado', oppure 'casa' pronunciato 'gasa' in alcuni dialetti da Roma in giù, queste consonanti che sono dunque in.

posizione debole diventano sonore perché diventano comunque più simili alle vocali che gli stanno intorno. Quindi le occlusive sorde in mezzo due vocali sonore se io le rendo fricative, cioè continue o se le rendo sonore sono due modi per fare sì che questo suono sia più simile a quelli che gli stanno intorno. Comunque, tutti questi suoni che abbiamo visto, sia i 3 dello spagnolo sia le 3 del fiorentino sono degli allofoni e non sono dei fonemi. Nella varietà fiorentina non esistono coppie minime come [poko] e [poxo], e queste sono 2 diverse realizzazioni fonetiche, però nella nostra mente c'è sempre un unico fonema /k/. In alcuni dialetti le consonanti occlusive sorde (non fricative sorde) in mezzo a 2 vocali si sonorizzano in molti dialetti centro-meridionali. Altro esempio: Se noi prendiamo parole italiano (questo vale per tutto l'italiano) che inizi

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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aleuniurb_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Cocchi Gloria.