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LINGUISTICA STORICA

Perché le lingue cambiano nel tempo?

Difficile proporre un'unica "causa" del mutamento linguistico, al di là dell'intuizione secondo cui l'uso accompagna il cambiamento. Alcuni fattori sono interessanti:

  • Attrizione (= indebolimento, erosione). Fenomeno fonologico per cui col tempo in alcune posizioni della parola le distinzioni tra suoni diventano meno rilevanti > indebolimenti, cadute, confusioni > conseguenze generali.

In latino vi era la distinzione fonologica tra la lunghezza delle vocali, non più percepita a partire dal III/IV secolo.

Ad es.: lat. rosā "rosa; ablat.sing." VS rosă "rosa, vocat.sing.", VS rosās "rosa, accusat.plur." > it. rosa Caduta di consonanti finali, perdita della quantità delle vocali > eliminazione sistema dei casi > cambio ordine delle parole.

Risultato: le differenze fonologiche portano delle modifiche anche morfologiche.

La“a” lunga indicava l’ablativo, “a” breve vocativo. Fu così che il sistema dei casi si indebolì. Ci sono stati altri processi di indebolimento fonologico: caduta della “s” finale. Cosa succede? In latino c’erano i casi e l’ordine delle parole era libero. In italiano i casi spariscono e non posso disporre le parole liberamente senza un cambiamento di significato. produzione propaganda. Le innovazioni come varianti: e L’acquisizione è il momento chiave per la “nascita” di varianti linguistiche: potenzialmente ogni bambino può ricostruirsi un codice leggermente diverso dalla lingua target. Ma quello che conta è il modo in cui si propagano le varianti: solo quelle socialmente rilevanti si consolidano, le altre si perdono/non continuano. [cf. studi di W. Labov, D. Lightfoot]. I bambini imparano il linguaggio con delle differenze rispetto ai genitori. Alcune differenze vengono corrette, altre

Rimangono ma sono indifferenti. Ci potrebbero essere altri bambini che hanno le medesime differenze linguistiche. Se formano un gruppo importante, le differenze diventano standard.

Società: è molto importante perché veicola e determina il linguaggio. Vi sono processi concreti di cambiamento linguistico molto frequenti; alcuni sono dovuti al contatto con altre lingue, altri invece legati a mutamenti "autonomi" dei singoli sistemi linguistici.

Fattori esterni: il eIl contatto (non necessariamente con sostituzione, o scambio di popolazione) tra due lingue può portare a:

  • Prestiti lessicali: computer, tsunami, garage, plebe (...);
  • Interferenza: recuperiamo le costruzioni delle altre lingue, non solo parole.
  • Grattacielo [CALCO]: le parole sono italiane, ma la costruzione no. Green pass.

I fenomeni di interferenza possono anche portare parole preesistenti in una lingua a cambiare il proprio significato.

Realizar (Spanglish):

persone spagnole che vivono in ambienti anglosassoni edunque influenzati dall'inglese. Questa parola significa anche "accorgersi".

Interferenza: due lingue a contatto.

Fattori interni: dinamiche di cambiamento che dipendono da caratteristiche interne del sistema che si modifica (= una lingua potrebbe cambiare anche in contesto di totale isolamento). Significa che la lingua non cambia perché a contatto con altre.

Tre processi fondamentali:

  • Le leggi fonetiche;
  • La analogia;
  • La grammaticalizzazione.

Le leggi fonetiche

Quando una lingua cambia nel tempo, i suoi suoni si evolvono in maniera regolare: a parità di contesto, tutti i suoni della stessa classe evolvono senza eccezioni.

Ad esempio:

Prima rotazione consonantica ('legge di Grimm'): regole che spiega il cambiamento delle occlusive nell'indoeuropeo quando esso si è trasformato nelle lingue germaniche. Sono diventate fricative sorde.

Evoluzione delle vocali toniche da latino

il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:

a italiano: “i” breve accentata diventa “e”. La “i” lunga rimane tale. Per esempio la “t” latina diventa “d” italiana se in contesto intervocalico. Questo avviene sempre, senza eccezioni. È per questo che si parla di “legge” fonetica: un certo cambiamento avviene non in modo isolato, ma in tutte le parole che contengono quel suono purché le condizioni siano le stesse. Ci sono però numerose eccezioni. Dobbiamo sempre pensare al contesto. Se ne abbiamo uno particolare, può subentrare una legge fonetica che crea un’eccezione. La “I” breve latina diventa “e”. Ma se esse sono toniche in sillaba aperta, interviene un’ulteriore legge fonetica: la “e” diventa “ie” (esempio di piede e viene). Apparentemente sembrano eccezioni, ma ci sono motivazioni valide alla base. Non sono processi casuali che sfuggono alla legge fonetica generale. In contesti particolari,

agisce la legge di Grimm, ma poi interviene una sottoregola che cambia il risultato finale. Spesso le leggi fonetiche si sovrappongono l'un l'altra. Ogni legge fonetica ha il suo bersaglio e il suo contesto. Ci sono però dei processi che sembrano infrangere tutte le leggi fonetiche ricostruite. In latino vi erano consonanti "s" che in mezzo a vocali venivano pronunciate come rotacismo in latino. Fricative sonore "z" e poi a diventare "r". Prende il nome di "Honor - honoris" dovrebbe essere "honos" al nominativo. Non ci sono spiegazioni fonetiche. A volte vi sono processi che lavorano sul contesto morfololigo. Analogia dava fastidio ai parlanti che la parola "honor" avesse una "r" al nominativo e la "s" al genitivo. Per questo i parlanti hanno regolarizzato il rotacismo, trasformando in "honor" anche al nominativo. Non c'è una legge fonetica: sono i

parlanti che hanno preferito avere lo stesso processo e una regolarizzazione all'interno della declinazione. L'analogia non è un processo operato "a tavolino": dipende da una tendenza spontanea della nostra mente a ricercare corrispondenze regolari nella struttura della nell'acquisizione, sviluppi dialettali: parole; è ben visibile infatti sia sia negli Walk walked; work worked; play played; VS go went.

Spesso i bambini inglesi non pronunciano went, ma "goed". Si tratta di un esempio di analogia: al parlante sembra strana questa alternanza e dunque la corregge. I bambini italiani spesso tendono a regolarizzare il verbo andare: "io ando, tu andi".

Sentire sentito VS aprire aperto.

I bambini spesso dicono "aprito". Generalmente, questi errori vengono corretti. Ma se si fissano nelle lingua, provocano un mutamento.

Grammaticalizzazione. È una tendenza generale diffusissima in tutte le

lingue: si ha quando un elemento lessicale, col tempo, perde una parte del suo valore semantico e si trasforma in un elemento funzionale ('grammaticale': ausiliare, suffisso, preposizione...). Un elemento non fa più parte solo della semantica, ma anche della grammatica (sintassi, morfologia). Per esempio, l'origine del suffisso avverbiale -mente (attitudine, disposizione d'animo) da collocazioni fisse come "libera mente", "clara mente" si trasformò in un vero e proprio suffisso, non più connesso al significato originario, e legato alla forma femminile degli aggettivi: liberamente, chiaramente, etc. Liberamente: con mente libera. Chiaramente: con mente limpida, chiara, trasparente. Aggettivi finiscono in 'a' perché è in ablativo. Da ciò si crea una cristallizazione: 'mente' diventa parte integrante dell'aggettivo. L'elemento che si

grammaticalizza diventa meno autonomo e i nuovi valori cheacquisisce sono generalmente astratti.

L'origine degli ausiliari nelle lingue romanze.

Il latino non aveva il passato composto: "portam clausam habeo" 'tengo la porta chiusa' indicava il risultato di un evento passato. Nel tempo, il verbo habere ha perso il suo significato lessicale 'tenere' ed è diventato un puro elemento grammaticale per indicare la funzione di passato/aspetto.

Il futuro con will/shall in inglese.

Gli ausiliari di futuro in inglese assumono quella funzione a partire da un valore modale (rispettivamente 'volere', 'dovere'). Perdono la loro autonomia e diventato ausiliari.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Laura_bazz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bertocci Davide.