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Il passo di Agostino sulla barca con Saro
Nel passo che analizziamo, Agostino si trova su una barca con uno strano personaggio, detto Saro, noto a tutti per una sua perversione: egli talvolta prende dei ragazzini, li porta in barca e ne approfitta sessualmente. Agostino pertanto è intimorito, perché la situazione è molto ambigua. Saro però è incuriosito da questo ragazzo impaurito così diverso dagli altri ed inizia con lui un dialogo. Il Saro domanda ad Agostino cosa studia a scuola e gli chiede di recitare una poesia → il ragazzo recita una poesia di Carducci, "Le fonti del Clitunno", che a quel tempo tutti conoscevano a memoria. Ecco un riferimento al canone: c'è una serie di testi che a scuola si impara a memoria. Un altro esempio si ravvisa nella raccolta di testi "Il muro" di Jean-Paul Sartre, in cui un personaggio tenta di studiare tutti gli argomenti in ordine alfabetico per possedere una cultura enciclopedica. Incontriamo il termine canone in...
Più contesti nella nostra vita. Pensiamo, ad esempio, al canone di bellezza, insieme di caratteristiche fisiche che rende esteticamente bella una persona, caratteristiche che possono cambiare negli anni → si tratta in questo caso di un canone come modello. Un altro significato è da ricercare nel canone della dottrina religiosa cattolica: quando il Papa canonizza qualcuno, lo rende Santo, riconoscendone dunque, anche in questo caso, la vita come un modello di vita da seguire. Così come la società seleziona delle caratteristiche e le rende indicatori di bellezza, allo stesso modo il Papa fa una selezione tra tanti cattolici ed individua chi merita di essere canonizzato. Analogamente, in letteratura, si fa una selezione di autori importanti da seguire. Se parliamo di canone è perché siamo convinti che la letteratura abbia una funzione importante e che alcuni testi più di altri possano svolgere un'importante funzione sociale.
ditrasmissione di valori alle generazioni future. Apprendiamo dai testi quali sentimenti o emozioni si provano indeterminate situazioni, di fronte a momenti della giornata, paesaggi, stagioni, eventi… siamo stati educati avivere gli eventi attraverso un immaginario collettivo (che ora viene arricchito anche da cinema, tv e altristrumenti con cui la letteratura condivide questa funzione di educare i sentimenti). Fissiamo nella nostra mentesuoni, odori, sapori, immagini… che diventano il collegamento, da tutti riconosciuto, ad alcuni eventi.
Es: il Natale nelle generazioni precedenti era identificato con il suono delle zampogne.Attraverso la letteratura elaboriamo anche un insieme di esperienze storiche, ad esempio le pagine sullaresistenza al fascismo e le opere di Primo Levi ci hanno permesso di elaborare un’avversione al fascismo e diprovare orrore per gli atti commessi dall’uomo (se questo è un uomo…). Attraverso dei racconti abbiamo
Preso questo orrore. Tutto l'Ottocento è inoltre pieno di poesie patriotiche che inneggiano a sacrificarsi per l'Italia. Sono ideali non più attuali, abbiamo esigenze diverse da quelle degli italiani ottocenteschi, ma che comunque testimoniano l'esigenza, ora come allora, di creare un immaginario collettivo e trasmetterlo alle future generazioni. La scuola aiuta a trasmettere questo patrimonio di valori ideali ai giovani, che hanno il compito di modificarli ed innovarli per farli propri.
Imparando a memoria le poesie costruiamo un repertorio di versi con cui possiamo vedere la vita, un repertorio di esperienze. Ora alcune maestre ritengono inutile imparare a memoria perché non ci si sofferma sul significato, però forse sarebbe utile conciliare entrambe le cose. In ogni caso, l'usanza di imparare a memoria le poesie è indice del fatto che si è selezionato quali imparare, non solo come selezione di testi, ma anche di esperienze (l'autunno,
la sera, il Natale…). Si apprendevano delle poesie con la consapevolezza che anche gli altri le conoscevano perché tutti si riconoscevano in quelle emozioni e sensazioni. Fino agli anni 50/60 (anni del romanzo di Moravia) abbiamo avuto un canone stabile. Poi questo canone non ha più risposto alle esigenze perché è cambiata la sensibilità, ha avuto bisogno di essere rinnovato. E ora perché non si imparano più poesie a memoria? forse perché ora non si è più in grado di selezionare. Ma non per il numero di testi, che era esorbitante anche tempo fa. La differenza sta nel fatto che prima si riusciva a fare una selezione perché si potevano riconoscere e catalogare le sensazioni delle persone. Ora la biblioteca è esplosa perché sono esplose le nostre esperienze, c'è molta più varietà di emozioni, sempre meno condivise e condivisibili. Ad esempio, io passo il Natale
diversamente da una mia amica e non solo, lo passo quest'anno diversamente dall'anno scorso. Per le generazioni passate, invece, dire Natale significava riunire la famiglia attorno al fuoco, mangiare sempre gli stessi piatti, fare sempre le stesse cose ogni anno... in questo caso era facile selezionare un minimo comune multiplo nelle esperienze. Se riuscissimo a ricreare delle esperienze comuni, potremmo tornare ad imparare a memoria le poesie, sapendo che magari non le capiamo benissimo ora, ma prima o poi speriamo qualcosa che ci fa capire cosa volesse dire.
Un canone, comunque esiste sempre, senza di esso non può esistere alcuna comunità, diventa la somma dei valori di una società. Ogni sistema scolastico DEVE interrogarsi sul canone, non può non farlo, nemmeno ora che nelle classi entrano sempre più varie sensibilità. Non è un dogma ferreo, può variare, c'è sempre una negoziazione, è il risultato
sensibilità cambia e il canone si modifica. Es: ad un certo punto Carducci, l'autore più presente nella letteratura, sparisce dalle scuole perché la comunità ha altre esigenze → il canone ha stabilità ma è mobile. Nasce dal fatto che ogni generazione ha bisogno di definire la propria memoria storica. Il rapporto tra passato e presente è continuamente in discussione, perché quando trasmettiamo il nostro patrimonio alle nuove generazioni verrà reinterpretato.
Un testo ad un certo punto diventa un Classico, letto da tutti e che tutti sentono la necessità di consigliare agli altri perché lo considerano un testo da far leggere. Nell'ottobre 1886, ad esempio, esce un libro fondamentale per il canone scolastico italiano: "Cuore" di Edmondo de Amicis, che avrà un successo straordinario, tradotto in tutto il mondo. Contiene un lungo racconto, "Dagli Appennini alle Ande", su un bambino.
anche un problema sociale e culturale. Il fatto che un testo venga escluso dal canone non significa che perda il suo valore intrinseco, ma piuttosto che non riesce più a dialogare con le nuove generazioni. Questo può essere dovuto a molteplici fattori, come i cambiamenti sociali, culturali e linguistici che avvengono nel corso del tempo. È importante sottolineare che il concetto di classico è soggettivo e mutevole. Ciò che può essere considerato un classico in un determinato periodo storico, potrebbe non esserlo più in un altro. Tuttavia, ci sono testi che riescono a resistere al passare del tempo e a mantenere la loro rilevanza e capacità di comunicare con diverse generazioni. In conclusione, un classico è un testo che ha la capacità di dialogare con più generazioni, di offrire risposte e di mantenere la sua rilevanza nel corso del tempo. Tuttavia, il canone letterario non è un'entità statica, ma è soggetto a cambiamenti e reinterpretazioni in base alle esigenze e alle prospettive delle diverse generazioni.anche antropologico: io non solo sono diverso da un ragazzo di un'altra nazione, ma anche da uno della mia stessa, ed anche da me stesso di pochi anni fa. Ecco la necessità di creare un nostro piccolo canone come classe, che sappia dare risposte a situazioni eterogenee. Dobbiamo porci domande alte ed avere una cultura letteraria molto vasta che ci permetta di selezionare i testi. Non possiamo non porci il problema di cosa fare con la nostra tradizione letteraria, una tra le più importanti a livello mondiale. Dobbiamo assumerci noi docenti la responsabilità di selezionare e creare un canone scolastico: elenco di autori o opere che si devono leggere a scuola. L'aggettivo scolastico serve ad individuare una specificità di questo canone ed a differenziarlo da quello accademico. Da questo canone si può poi deviare lungo il percorso trattando o non trattando alcuni testi, ma sempre con criterio. Se la deviazione è fatta consapevolmente daldocente va bene, ma se è operata ad esempio dalle case editrici senza rendere noto il criterio di selezione di un testo rispetto ad un altro è difficile capire se sia valida.
21/10/2022
Competenze e semplificazione dei testi
La letteratura si configura come lo spazio dove coltiviamo un pensiero critico e divergente. In questo quadro la scuola non serve solo ad avviare al mondo del lavoro, ma serve a dare risposte generali riguardo la propria esistenza. Non è dunque un mero saper fare ma è anche e soprattutto un saper essere.
L'odierna tendenza a voler creare competenze fa sì che l'insegnamento letterario sia piegato ad acquisire un saper fare. Secondo una particolare corrente di pensiero, nella quale spiccano linguisti come Tullio de Mauro e Rafael Simone, l'insegnamento della letteratura è finalizzato all'acquisizione di competenze linguistiche.
Ecco perché nelle scuole si diffonde la pratica di utilizzare i testi
erga, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Le sue opere, come "Il sentiero dei nidi di ragno" o "La cognizione del dolore", sono caratterizzate da uno stile particolare e innovativo, che spesso si allontana dalla norma grammaticale e sintattica. Questo rende difficile utilizzare i suoi testi come esempi di buona scrittura italiana. Tuttavia, ci sono molti altri autori italiani che possono essere considerati modelli linguistici. Ad esempio, Italo Calvino è noto per la sua chiarezza e precisione nel linguaggio. Le sue opere, come "Il barone rampante" o "Le città invisibili", sono scritte in un italiano impeccabile e possono essere utilizzate per migliorare le proprie competenze linguistiche. Inoltre, ci sono anche molti autori contemporanei che scrivono in un italiano accessibile e di qualità. Ad esempio, Elena Ferrante è molto apprezzata per il suo stile semplice ma efficace. I suoi romanzi, come "L'amica geniale" o "Storia della bambina perduta", sono ottimi esempi di scrittura contemporanea. In conclusione, sebbene alcune opere letterarie possano essere difficili da utilizzare come modelli linguistici, ci sono molti autori italiani che possono essere considerati tali. Leggere e studiare le loro opere può aiutare a sviluppare le competenze linguistiche nella propria lingua madre.