R
natura principalmente algebrica è stato necessario ampliare questo insieme in modo da estendere
b
l’operazione di elevamento a potenza a e la sua inversa, operazione che nel campo reale è definita
m
solo quando a > 0, eccetto i casi in cui b sia un esponente intero o razionale con n dispari.
n
Per poter ampliare questo insieme non possiamo più servirci di una retta, poiché l’insieme R
è continuo o in altre parole non ha ”spazi vuoti”. Invece di una retta è necessario utilizzare il
2 ×
piano (abbreviazione di ovvero l’insieme delle coppie ordinate (a, b) di numeri reali. Su
R R R),
queste sono definite le operazioni di somma e prodotto con le seguenti regole:
(a, b) + (c, d) := (a + c, b + d)
· −
(a, b) (c, d) := (ac bd, ad + bc)
Anche nel campo complesso sono definiti gli elementi neutri per somma e prodotto (che in sono
R
rispettivamente 0 e 1): (a, b) + (0, 0) = (0, 0) + (a, b) = (a, b)
· ·
(a, b) (1, 0) = (1, 0) (a, b) = (a, b)
Per somma e prodotto cosı̀ definiti sono verificate le proprietà che ritroviamo in per le stesse
R
2
operazioni e perciò l’insieme cosı̀ strutturato è un campo.
R
Osserviamo ora che contiene un sottocampo , ovvero il sottoinsieme delle coppie del tipo
C C 0
(a, 0) per cui sono definite le operazioni viste sopra. A differenza di può essere ordinato
C, C 0
ponendo (a, 0) < (b, 0) quando a < b. Mettendo in corrispondenza biunivoca con l’insieme
C R
0
ponendo ←→
(a, 0) a
possiamo identificare i numeri reali a come numeri complessi del tipo (a, 0). In questo senso il
campo è un ampliamento di
C R.
Consideriamo ora il numero (0, 1). Esso presenta una particolare proprietà:
·
(0, 1) (0, 1) = (−1, 0)
−1.
cioè il suo quadrato coincide con il numero reale Per questa ragione la coppia (0, 1) è indicata
con la lettera i e viene chiamata unità immaginaria.
1.1 Forma algebrica dei numeri complessi
Osserviamo che scrivendo semplicemente a invece di (a, 0) otteniamo:
·
(a, b) = (a, 0) + (0, 1) (b, 0) = a + ib
Con questa notazione valgono le regole di somma e prodotto viste all’inizio. La scrittura
←→
z = a + ib (a, b)
è detta forma algebrica dei numeri complessi; a si chiama parte reale di z e si indica con Re(z),
mentre b si chiama parte immaginaria di z e si indica con Im(z).
1
1.2 Piano complesso
In un piano cartesiano, rappresentiamo i numeri complessi a + ib come punti di coordinate (a, b).
In questo contesto il piano viene detto piano complesso o piano di Gauss; gli assi x e y si
dicono rispettivamente asse reale e asse immaginario. I punti sull’asse reale sono i numeri reali,
mentre i punti sull’asse immaginario sono i numeri complessi puri del tipo ib.
La somma di due numeri complessi è il numero che ha per coordinate la somma delle coordinate:
il significato geometrico di questo fatto è che il punto z + w si costruisce partendo dai punti z, w
in base alla ”regola del parallelogramma” utilizzata per la somma di vettori.
1.3 Coniugato e modulo
−
Il numero complesso a ib si dice complesso coniugato di z = a + ib e si indica con z̄. Eviden-
temente si ha: z + z̄ = 2a = 2 Re(z)
−
z z̄ = 2ib = 2i Im(z) √ 2 2 |z|.
a + b , che si indica con Se
Si chiama modulo di z = a + ib il numero reale non negativo |a|.
z = a è reale, il suo modulo si chiama valore assoluto e si indica sempre con Geometricamente
|z| rappresenta la distanza del punto (o numero complesso) z dall’origine.
1.4 Forma trigonometrica dei numeri complessi
I punti del piano possono essere individuati, oltre che dalle loro coordinate cartesiane, anche dalle
coordinate polari: ρ (raggio polare, ovvero la distanza del punto dall’origine) e θ (angolo polare
tra la retta congiungente il punto con l’origine e l’asse delle ascisse positive). Ogni coppia ρ, θ
(conρ > 0) individua un determinato punto del piano, mentre un punto del piano individua solo
la coordinata ρ, ma l’angolo θ è determinato solo a meno di multipli di 2π.
|z|
Dato un numero complesso z, il suo modulo coincide con il raggio polare ρ del punto che ne è
immagine nel piano complesso. Chiamiamo argomento di z, indicandolo con arg(z), uno qualsiasi
degli angoli θ relativi a z. Dato il numero complesso z = a + ib, dalla trigonometria ricaviamo le
relazioni tra le coordinate cartesiane a, b e quelle polari ρ, θ: a b
←→
a = ρ cos θ b = ρ sin θ cos θ = sin θ =
ρ ρ
Possiamo quindi riscrivere il numero complesso z nella sua forma trigonometrica:
z = ρ (cos θ + i sin θ)
Esempio: proviamo a scrivere il numero complesso (1, 1) in forma algebrica e trigonometrica:
√ 1 1
p p √ √
2 2 2 2
a + b = 1 + 1 = 2 cos θ =
z =1+ i ρ = sin θ =
2 2
√ π π
z = 2 cos + i sin
4 4
1.5 Forma esponenziale dei numeri complessi
Un modo molto comodo di scrivere un numero complesso è quello di utilizzare la forma esponenziale.
Questa notazione permette di svolgere prodotti e quozienti servendosi semplicemente delle regole
delle potenze, come vedremo più avanti. La forma esponenziale è cosı̀ definita:
iθ
←→
z = ρ (cos θ + i sin θ) z = ρ e
Per esercizio scriviamo in forma esponenziale il numero complesso dell’esempio sopra:
√ √
π π
π
i
−→
2 cos + i sin 2 e
z = z = 4
4 4
2
2 Equazioni in C
2.1 Le formule di De Moivre
La forma trigonometrica, cosı̀ come quella esponenziale, è comoda per esprimere prodotti e quozi-
enti di numeri complessi. Consideriamo i due numeri complessi:
z = ρ (cos θ + i sin θ ) z = ρ (cos θ + i sin θ )
1 1 1 1 2 2 2 2
Per calcolare il prodotto w si moltiplicano i raggi polari ρ e ρ per ottenere ρ(w), mentre si
1 2
sommano gli argomenti (arg(z) = θ) per ottenere arg(w):
·
ρ(w) = ρ ρ arg(w) = arg(z ) + arg(z ) = θ + θ
1 2 1 2 1 2
w = ρ ρ [cos (θ + θ ) + i sin (θ + θ )]
1 2 1 2 1 2
Questa formula si generalizza al caso di un qualsiasi numero n di fattori:
z z . . . z = ρ ρ . . . ρ [cos (θ + θ + . . . + θ ) + i sin (θ + θ + . . . + θ )]
1 2 n 1 2 n 1 2 n 1 2 n
Inoltre, quando i fattori sono tutti uguali otteniamo la formula (detta di De Moivre):
n n
z = ρ [cos (nθ) + i sin (nθ)]
Per quanto riguarda i quozienti il concetto è simile: il quoziente dei raggi ρ e ρ sarà il raggio
1 2
finale e la differenza degli argomenti sarà l’argomento finale:
ρ 1 − −
ρ(v) = arg(v) = arg(z ) arg(z ) = θ θ
1 2 1 2
ρ 2 ρ 1 − −
[cos (θ θ ) + i sin (θ θ )]
v = 1 2 1 2
ρ 2
Gli stessi risultati sono ottenibili sfruttando la forma esponenziale di un numero complesso, ricor-
dando le regole di prodotti e quozienti per potenze con la medesima base. Considerando i numeri
complessi z e z visti sopra:
1 2 iθ iθ i (θ +θ )
·
w = z z = ρ e ρ e = ρ ρ e
1 2 1 2
1 2 1 2 1 2
iθ
ρ e ρ
z 1
1 1
1 −θ
i (θ )
= = e
v = 1 2
iθ
z ρ e ρ
2
2 2 2
2.2 Radici n-esime n
Dato un numero complesso w, diciamo che z è radice n-esima (complessa) di w se risulta z = w.
∈ ̸ ∈ ≥
Teorema 1: Sia w w = 0 e n 1. Esistono esattamente n radici n-esime
C, Z,
complesse z , z , . . . z di w. Posto w = r (cos φ + i sin φ) e z = ρ (cos θ + i sin θ )
0 1 n−1 k k k k
abbiamo: √ φ + 2kπ
1/n −
n r θ = con k = 0, 1, . . . , n 1
ρ = r = k
k n
Graficamente queste radici si dispongono ai vertici del poligono regolare di n lati iscritto nella
1/n
circonferenza di centro 0 e di raggio r . n
Questo teorema ci dice che un polinomio del tipo z + a (con a complesso) ha in esattamente
C
n
n radici. Nel campo reale invece questo non accade, cioè un’equazione del tipo x + a = 0 può
avere due, una o nessuna radice reale, ma sappiamo che avrà sicuramente n radici complesse.
Teorema 2 (teorema fondamentale dell’algebra): Un’equazione polinomiale della forma
n ̸
a + a z + . . . + a z = 0 con a = 0
0 1 n n
con coefficienti complessi qualsiasi ha esattamente n radici in C.
3
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