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ATTENZIONE – UTILIZZIAMO UNA NORMA TECNICA UNI 9795 CHE A SUA VOLTA NE

DEFINISCE L’APPLICAZIONE Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto

controllo dal sistema di rivelazione. la norma UNI 9795 specifica meglio le aree che posso non

proteggere: si possono per esempio escludere: bagni, cavedi compartimenti <1 mq, scale

compartimentate, ecc.Mentre tutti gli altri spazi sono da proteggere in maniera diretta compresi :

locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, cortili

interni coperti, cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici, condotti di condizionamento dell’aria,

e condotti di aerazione e di ventilazione, spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti

sopraelevati. UTILIZZARE UNI 9795 E’ SOLUZIONE CONFORME. Può essere prevista

l’attivazione automatica di sistemi di protezione attiva, compresi i sistemi di ripristino delle

compartimentazione (es. chiusura delle serrande tagliafuoco, sgancio delle porte tagliafuoco, …) e il

controllo o arresto degli impianti tecnologici, di servizio o di processo non destinati a funzionare in

caso di incendio. Nel caso di presenza di impianti attivi antincendio o altre attrezzature con tale

finalità queste devono essere attivabili automaticamente o con le modalità previste ma comunque

collegati ad essi.

Livello di prestazione IV oltre a rispettare quanto previsto al livello III deve essere prevista la

funzione di rilevare automaticamente l’incendio estesa a tutta l’attività. In esito alle risultanze della

valutazione del rischio, in attività con affollamenti elevati o geometrie complesse può essere prevista

l’installazione di un sistema EVAC (UNI ISO 7240-19) anche in questo caso sono necessari gli

automatismi sugli impianti antincendio e/o altri impianti che si ritiene debbano essere interrotti o

attivati. 33 ISA - BOOK

Soluzione alternative

Si possono utilizzare per tutti i livelli. Al fine di dimostrare il raggiungimento del livello di

prestazione il progettista deve impiegare uno dei metodi del paragrafo G.2.7 ossia: utilizzo di norme

o documenti tecnici, prodotti o tecnologie di tipo innovativo, ingegneria della sicurezza antincendio

e prove sperimentali. Sono generalmente accettate per la progettazione di soluzioni alternative nella

tabella a seguire ossia le modalità dove si dimostri che sistemi come video sorveglianza possa essere

utilizzato per la rivelazione o sistemi di allarme di vario genere legati magari alla produzione

(esempio rivelatori di temperatura) o segnali di fine turno siano utilizzabili per tali scopi

Impianto a norma UNI 9795

un impianto IRAI realizzato secondo norma UNI 9795 è ritenuto soluzione conforme. Vediamo alcuni

principi per la progettazione:

pulsanti d’allarme manuale posti a 110 cm da terra (per specifiche necessità degli occupanti,

• si può ricorrere anche a sistemi prensili es. interruttori a corda pendenti da soffitto o pareti,

…).

pulsanti di allarmi posti a 30 m per attività a rischio basso e medio; posti al massimo a 15 m

• per attività a rischio alto

la comunicazione dell’allarme deve essere veicolata attraverso modalità multisensoriali cioè

• percepibili dai vari sensi (almeno due)

sistemi di rivelazione devono essere conformi EN 54 e devono essere scelti in base alle

• condizioni ambientali e la natura dell’incendio nella sua fase iniziale

per i sistemi di rivelazione puntuali devono essere lasciati liberi almeno 50 cm nell’intorno

• degli stessi (a meno che il locale non lo consenti)

la massima altezza ed il raggio di copertura dipende dalla tipologia di rivelatori, rivelatori

• puntuali di calore hanno raggio di copertura pari a 4,5 m e possono essere utilizzati fino ad

altezza di 7,5 m mentre rivelatori puntuali di fumo hanno raggio di copertura pari a 6,5 m e

possono essere utilizzati fino ad altezza di 12 m (si può arrivare fino a 16 m con prove in sito

o con rivelatori intermedi)

attenzione in caso di coperture inclinate: formante un angolo con l’orizzontale maggiore di

• 20° si deve installare, in ogni campata, una fila di rivelatori nel piano verticale passante per

la linea di colmo nella parte più alta del locale. In alcuni casi cambia il raggio di copertura

attenzione in caso di presenza di ribassamenti: nel caso di rivelatori di fumo se l’abbassamento

• è inferiore al 10% rivelatori di fumo se l’abbassamento è inferiore al 10% si possono

trascurare altrimenti in base al rapporto «D/(H-h)» può essere necessario posizionare

installare un rivelatore anche in ogni interspazio.

attenzione in caso di presenza di pavimenti sopra elevati o controsoffitti: solo in rari casi

• possono non essere protetti (sotto i 100 mq, meno alti di 80 cm, siano rivestiti con materiale

incombustibile, ecc..) altrimenti devono essere coperti da rivelatori in genere con raggio di

copertura più piccolo (raggio 3 m per quelli di calore e 4,5 m per quelli di fumo), nel caso in

cui l’altezza massima degli elementi sporgenti sia maggiore del 30% dell’altezza massima del

locale il criterio di ripartizione dei rivelatori nei riquadri non si applica ed ogni singolo

riquadro in quanto viene considerato come locale a sé stante

rivelatori lineari: in conformità alla UNI EN 54-12 utilizzano l’ambiente come camera

• d’analisi. Sono un dispositivo di rivelazione incendio che utilizza l’attenuazione e/o la

34 ISA - BOOK

modulazione di uno o più raggi ottici (unità emittente e una ricevente oppure unità emittente

ed una riflettente). Superficie massima di copertura 1600 mq con larghezza massima pari a 15

m. nel caso di soffitto con coperture a falde inclinate o a shed le unità di rivelazione possono

essere poste in senso trasversale nelle seguenti condizioni:

a) altezza dello shed o doppia falda ≤ 15% dell’altezza totale del locale e larghezza

 dell’area di copertura convenzionale;

b) Qualora non sia possibile rispettare i parametri di installazione sopra esposti è

 necessaria l’installazione addizionale del 50% dei rivelatori normalmente previsti, con

un minimo di due per campata;

c) Per le installazioni fino ai 12 m di altezza deve essere rispettato il limite inferiore

 del 25% rispetto all’altezza di colmo del locale da proteggere

Sistema ASD (aspirazione)

È un sistema composto: elemento sensore (varia natura: rivelatore ottico ad altissima sensibilità,

Tempo

sensore con raggio laser, doppia sorgente, ecc..), ventola di aspirazione e rete di distribuzione.

massimo di trasporto Rappresenta il tempo impiegato dall’aria proveniente dal foro più

distante, per raggiungere il rivelatore ad aspirazione. La determinazione di tale tempo avviene

attraverso il calcolo flussometrico. Il tempo massimo di trasporto non dovrebbe eccedere i 120

s. Nel caso di applicazioni con richiesta di rapido intervento tale tempo può essere

preferibilmente ridotto a 90 s oppure 60 s. VI SONO DIVERSE CLASSI DI SENSIBILITA’ UNI

En 54-20 vi sono tre classi A B C dove la A è quella più alta da utilizzare per esempio nei casi in cui

si hanno impianti di ventilazione forzata o quando serve una precoce soglia d’intervento per

proteggere attività critiche (CED, magazzini con altezze elevate, camere bianche, ecc..) . E’ possibile

l’utilizzo del sistema ASD per proteggere ambienti di altezza notevole grazie all’elevata sensibilità

del sensore utilizzato che può inoltre avvalersi dell’effetto cumulativo, ossia la possibilità che il fumo

entri da più fori di campionamento.

Centralina

Il sistema di segnalazione e allarme dovrà essere dotato di un'apparecchiatura di alimentazione

costituita da due sorgenti in conformità alla UNI EN 54-4: una primaria e una di riserva.

L’alimentazione di riserva deve permettere il funzionamento per almeno 24 ore con l'attivazione dei

sistemi di allarme per almeno 30 minuti.

EVAC per livello IV con affollamenti elevati o geometrie complesse. EVAC = Emergency Voice

Alarm Communications. Scopo principale è la diffusione di messaggi vocali di allarme incendio per

informare e guidare gli occupanti l’area in allarme in modo inequivocabile circa la natura

dell’emergenza. l’obiettivo è ridurre i tempi di riconoscimento rispetto alla segnalazione

convenzionale.

Tipologia di rivelatori – impianto tipo

abbiamo visto i principali rivelatori ma a seconda della tipologia di incendio e quindi di attività

potrebbe essere utili differenti tipi di rivelatori a seconda del tipo «fuoco campione» che potrebbe

esserci. Esempio:

rivelatori di fiamma: UNI EN 54-10 - Deve essere scelto il rivelatore con la lunghezza d’onda

specifica per la tipologia di fiamma sviluppata. Si adotta nei casi in cui e necessaria una

risposta molto più veloce di un rivelatore di fumo o di calore

35 ISA - BOOK

rivelatori di calore lineare (cavi termosensibile ad azione unica)

 rivelatori combinati (esempio sia di calore che di fumo – per la progettazione si usa il criterio

 più restrittivo)

sistemi via radio (connessione non cablata ma via radio)

RIASSUMENDO dal livello prestazione si SCELTA DEL SISTEMA – SOLUZIONE CONFORME

UTILIZZANDO NORMA UNI 9795 (dal livello II in su)

+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +

CAPITOLO 7

Compartimento

sistemi di protezione passiva

Il compartimento antincendio rientra nei idonei ad ostacolare la

propagazione delle fiamme all’interno o verso altre attività e a contenerne gli effetti dannosi che

potrebbero pregiudicare la stabilità della struttura e la salute degli occupanti. Le misure di protezione

passiva possono essere di due tipi:

Resistenza al fuoco: attitudine a conservare una sufficiente resistenza meccanica (R) in caso

• di incendio normalizzato per un tempo determinato

Compartimentazione: sufficiente tenuta ai fumi caldi e freddi (S), gas caldi (E), un

• sufficiente isolamento termico (I), limitare gli effetti dell’irraggiamento (W) in condizioni di

incendio normalizzato

Le compartimentazioni delle strutture edilizie comprendono: Partizioni orizzontali, Partizioni

verticali, Elementi di chiusura dei varchi. Scelte in funzione delle esigenze di prevenzione incendi.

Le strategie antincendio per la compartimentazione sono contenuti nel capitolo S.3 del D.M

18/10/2019

Cap. s3 – COMPARTIMENTAZIONE

La finalità della compartimentazione è quella di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi

effetti: Verso altre attività di diverso tipo o con diversa titolarità e Verso l’interno della stessa attività.

La compartimentazione può essere rea

Dettagli
A.A. 2024-2025
49 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/11 Produzione edilizia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stefano_Mikhaiel di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ingegneria della sicurezza antincendio 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Luraschi Davide.