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Effetti collaterali e interventi correlati
- Sanguinamento spontaneo da naso, gengive: intervenire con trasfusione di piastrine (PLT)
- Comparsa di petecchie: valutare il rischio di caduta e fornire educazione al paziente
- Valutare la temperatura corporea
- Valutare lo stato neurologico del paziente
- Tossicità gonadica (carboplatino, cisplatino): le terapie possono determinare alterazioni funzionali come azoospermia negli uomini e menopausa precoce nelle donne
- Alta velocità di riproduzione delle cellule germinali: nelle donne, le terapie ormonali possono bloccare l'attività ovarica; negli uomini, si può utilizzare la tecnica della criopreservazione per mantenere la vitalità dei tessuti dopo la conservazione a lungo termine
- Reazioni allergiche: i taxani e i derivati del platino possono causare reazioni allergiche, che vanno dal semplice prurito, orticaria ed eritema palmare fino allo shock anafilattico. In alcuni casi, può essere necessaria una desensibilizzazione mediante somministrazione controllata.
dosi man mano crescenti di allergene al quale il paziente è sensibile. Premedicazione con antistaminici e steroidi: riduce la comparsa di reazioni avverse. NEUROPATIA PERIFERICA CHIEMIO-INDOTTA: COINVOLGE IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO - SENSAZIONE DI FATICA NEL CAMMINARE O SALIRE LE SCALE (SINTOMI MOTORI) - PARESTESIE, FORMICOLII, BRUCIORI (SINTOMI SENSITIVI) - BORTEZOMIB, VINCRISTINA, CISPLATINO FATIGUE: SENSAZIONE SOGGETTIVA DI PERSISTENTE STANCHEZZA O SPOSSATEZZA - CORRELATA ALL'ATTIVITÀ ESEGUITA, NON ALLEVIATA DAL SONNO E/O RIPOSO. CIRCA IL 70-80% DEI PAZIENTI ONCOLOGICI MANIFESTA QUESTO SINTOMO. Alcuni degli effetti più comunemente riferiti dai pazienti sono: - difficoltà a compiere le normali attività (cucinare, rifare il letto, fare la doccia, pettinarsi, ecc.); - non avere la forza di fare nulla, sentirsi completamente svuotato di ogni energia; - difficoltà aconcentrarsi e a prestare attenzione, a parlare e a prendere decisioni; difficoltà a ricordare le cose; respiro affannoso anche solo dopo avere svolto una leggera attività; sensazione di vertigini o di avere la testa vuota; disturbi del sonno; perdita del desiderio sessuale; tendenza alla facile commozione; umore fragile. COME AFFRONTARLA E INTERVENTI INFERMIERISTICI: non farmacologiche Terapie/interventi come: Informare/istruire sulla fatigue. Buona comunicazione con il paziente per aiutarlo a descrivere i sintomi e gli effetti. Tenere in giusta considerazione il problema della fatigue. Dieta bilanciata: sono indicati cereali, vegetali a foglia verde, legumi e cibi ricchi di ferro (spinaci e cavoli), no caffeina e alcol. Attività fisica (in assenza di controindicazioni 30min di attività lieve/moderata). Alternare durante la giornata momenti di riposo (non troppo prolungati) e di attività. Attività digruppo per aumentare il supporto sociale, momenti di distrazione e di rilassamento. Terapie non convenzionali come: agopuntura, massaggi e musicoterapia. Terapia cognitivo-comportamentale. Strategie per gestire l'energia: programmare le attività riducendo le attività più stancanti e promuovendo quelle che fanno sentire meglio, riformulare i propri obiettivi rendendoli realisti e raggiungibili, imparare a dosare le proprie energie, tenere un calendario dell'energia in cui annotare quello che si è fatto durante il giorno, precisando come ci si sente a livello di energia. Terapie/interventi farmacologici: Terapie di supporto nei casi in cui la fatigue è causata da anemia. Trattare i sintomi che possono contribuire ad un peggioramento della fatigue, quali il dolore e l'insonnia. Il trattamento della depressione di per sé non sembra ridurre la fatigue. TOSSICITÀ CUTANEA Le reazioni cutanee possono interessare la cute e gli.annessi cutanei (unghie e peli). Le reazioni cutanee sono spesso visibili e quindi sono in grado di provocare nei pazienti:
- Aterazione della propria immagine corporea
- Ripercussioni di tipo psicologico
- Riduzione della propria autostima
- Sd Palmo-plantare → nel 30% dei pazienti in trattamento con capecitabina → Impatto su QoL e compliance → Terapia topica con composti a base di Urea
Tossicità da terapie biologiche (Ab monoclonali):
- Follicolite e Rash acneiforme → soprattutto su aree foto-esposte → Terapia antibiotica in profilassi e in caso di sovrainfezione
TOSSICITÀ CUTANEA
MUCOSITE
Le cellule che rivestono le mucose dell'apparato digerente, poiché sono soggette a un continuo ricambio, sono tra quelle che risentono di più dell'azione dei farmaci usati per la chemioterapia
- Presenza di ulcere e sanguinamenti al cavo orale
- Aumento del rischio di infezioni
- Dolore che non consente l'alimentazione
- Impiego di oppioidi per il
Controllo del dolore - Compare 4-5 giorni dopo il trattamento e raggiunge il suo picco 12-14 giorni dopo
Alterata secrezione di saliva per qualità e quantità (xerostomia)
La scala OMAS (Oral Mucositis Assessment Scale)
CARDIOTOSSICITÀ DA CHEMIOTERAPIA
EVENTO CARDIACO IN CORSO DI TERAPIA ONCOLOGICA O CORRELATO ALLA TERAPIA ONCOLOGICA
TRA I PIÙ IMPORTANTI EFFETTI COLLATERALI DOVUTI AL TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO
ANTRACICLINE SONO IL FARMACO CON IL MAGGIOR RISCHIO DI SVILUPPARE CARDIOTOSSICITÀ
MAGGIOR ATTENZIONE AGLI ENZIMI CARDIACI QUALI: CREATIN CHINASI, TROPONINA, MIOGLOBINA O BNP P-BNP
L'ECOCARDIOGRAFIA RIMANE LA METODICA PIÙ UTILIZZATA NEL VALUTARE LA PRESENZA DI DISFUNZIONE VS NEI PAZIENTI CHE SI SOTTOPONGONO A FARMACI CARDIOTOSSICI O A RADIAZIONE
DIARREA - Tre o più scariche al giorno di feci non formate o liquide, con o senza dolore
La diarrea secondaria a chemioterapia può persistere fino a tre settimane dopo la sospensione
della terapiaIntrodurre una quantità di liquidi adeguata-STIPSIALTRI EFFETTI COLLATERALIPERDITA DI PESO- INAPPETENZA- SQUILIBRIO ELETTROLITICO- ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITÀ RENALE-SINDROME DA LISI TUMORALECAUSATA DALLA RAPIDA MORTE DELLE CELLULE TUMORALI CAUSATA DA- FARMACIRILASCIO DI COMPONENTI INTRACELLULARI NEL FLUSSO SANGUIGNO (ACIDO- URICO, FOSFATO, POTASSIO)L'ACIDO URICO PUÒ COMPORTARE UN DANNO RENALE ACUTO- L'IPERKALIEMIA PUÒ CAUSARE COMPARSA DI ARITMIE CARIDACHE- SI VERIFICA PRINCIPALMENTE NELLE LEUCEMIE E NEI LINFOMI- PREVENZIONE TRAMITE SOMMINISTRAZIONE DI ALLOPURINOLO E IDRATAZIONE- EVCONTROLLO ESAMI EATOCHIMICI-SINDROME DA RILASCIO DI CITOCHINECORRELATA, MA DISTINTA DALLA SINDROME DA LISI TUMORALE- REAZIONE INFIEMMATORIA SISTEMICA- GRANDE RILASCIO DI CITOCHINE INFIAMMATORIE IN SEGUITO ALL'ATTIVAZIONE- DELLE CELLULE IMMUNITARIE DA PARTE DI CHEMIOTERAPICISI MANIFESTA CON:FEBBRE- ERUZIONE CUTANEA- DISPNEA- TACHICARDIA- IPOSSIA-
BRIVIDI-DIABETE STEROIDEO
CONTROLLO GLICEMICO IN PAZIENTI SOTTOPOSTO A CHT CHE PREVEDE ASSOCIAZIONI AD ELEVATE DOSI DI FARMACI STEROIDEI
GLICEMIA A DUE ORE DAI PASTI ELEVATA
SVILUPPO DI INSULINARESISTENZA
RISCHIO DI INDURRE DIABETE AUMENTA IN RELAZIONE ALLA DURATA DEL TRATTAMENTO CON FARMACI STEROIDEI
CONTROLLO DELLA GLICOSURIA A 24H (30-90MG NELLE 24H)
RISCHIO INFETTIVO NEL PAZIENTE ONCO-EMATOLOGICO
INFEZIONI FUNGINEE
INFEZIONI VIRALI
INFEZIONI BATTERICHE
INFEZIONI FUNGINEE: ASPERGILLUS INFEZIONI POLMONARI
CANDIDA ALBICANS
INFEZIONI BATTERICHE: PIÙ DIFFUSE NEI PERIODI DI NEUTROPENIA
GRAM NEGATIVI O GRAM POSITIVI
40%-60% DI INFEZIONI DA GRAM POSITIVI SONO RAPPRESENTATE DA STAFILOCOCCHI
LE INFEZIONI DA GRAM- PIÙ FREQUENTI SONO DA ESCHERICHIA COLI E PSEUDOMONAS
PRONTA E TEMPESTIVA SOMMINISTRAZIONE DI TERAPIA ANTIBIOTICA
INFEZIONI VIRALI: MAGGIORMENTE FREQUENTI QUELLE DA VIRUS HERPETICI
CMV POLMONITI. COLPISCONO SPESSO SOGGETTI TRAPIANTATI
VARICELLA ZOSTER
VIRUS-APPROCCIO TERAPEUTICO:A SCOPO PREVENTIVO O PROFILASSI- UTILIZZO DI ANTIVIRALI ORALI (ACICLOVIR)- UTILIZZO DI POSACONAZOLO PER VIA ORALE (ANTIFUNGINO)- UTILIZZO DI COTRIMOSSAZOLO PER VIA ORALE (ANTI BATTERICO)-ACCERTAMENTI DEL RISCHIO INFETTIVO:ESAMI DI LABORATORIO (EMOCOLTURE, TAMPONI, URINOCOLTURE)- RX TORACE (INFEZIONI POLMONARI)- EGA- ECOGRAFIA E TC-SOMMINISTRAZIONE TERAPIA ANTIBIOTICACRITERI DI VALUTAZIONE DELL'ACCESSO VENOSOGli accesi venosi si classificano in base a:Posizione della punta (CENTRALI o PERIFERICI)- Durata (breve, medio e lungo termine)- Ambiente di utilizzo (intraospedaliero o extraospedaliero)- Tecnica di inserzione (Venolisi, Puntura diretta, Puntura Blind, Puntura Eco- guidata)Sede di impianto (arti superiori, cervice-toracica, arti inferiori)-Posizione della punta:CENTRALE: terzo distale vena cava superiore, giunzione cavo-atriale, terzo- prossimale atrio destro, vena cava inferiore sotto renalePERIFERICO: tutti gli altri-DURATA:Breve termine: <
6 giorni- Medio termine: da 6 giorni a 3 mesi- Lungo termine: > 3mesi
AMBIENTE DI UTILIZZO:
- Intraospedaliero
- Extraospedaliero: RSA, hospice, ambulatorio, domicilio
SEDE DI IMPIANTO:
- Arti superiori: Vena basilica, vena brachiale, vena cefalica…
- Distretto cervice toracico: Vena giugulare interna, tronco brachio-cefalico o- vena anonima, vena succlavia, vena ascellare
- Arti inferiori: Vena femorale
L’accesso venoso periferico oggi
INS 2016INS – 44.
B
Rimuovere i cateteri venosi periferici, sia nei pazienti, pediatrici che adulti, solo se clinicamente indicato, sulla base della valutazione del sito di emergenza e/o in presenza di segni o sintomi di complicanze.
Le nuove linee guida, non ponendo più limite alla durata dell’ago cannule, hanno innescato una rivoluzione che sta cambiando il mondo degli accessi venosi periferici.
DESCRIZIONE DEI DISPOSITIVI VENOSI
- Ago cannula
- Cannula lunga o mini-Midline
- Midline
- PICC (catetere centrale ad inserimento periferico)
CICC (catetere centrale ad inserimento centrale)
FICC (catetere centrale ad inserimento femorale)
PICC Port
Port
Cat