CATENA EPIDEMIOLOGICA
All'interno dei microrganismi ci possono essere batteri, virus, spore e miceti.
Un serbatoio è definito l'habitat naturale del microrganismo; se da questo serbatoio c'è una sorgente che lo fa uscire dal suo
habitat naturale esso può diventare una fonte di infezione ed arrivare all'uomo. Quando arriva all'uomo si dice che è stato
contagiato; quando vengo contagiato non è detto che mi ammalo, potrei essere ad esempio un portatore sano → ciò dipende
dal mio sistema immunitario. Se ho un sistema immunitario competente o depresso a causa per esempio di fattori personali
(malattie e stati di malnutrizione), della presenza di anticorpi specifici verso una patologia che si sono formati in modo attivo
(ho già fatto quella malattia specifica) o in modo passivo (sono stata vaccinata). La reazione dipende anche dal microrganismo
(patogenicità, virulenze, carica infettante) e dall'ambiente (clima e inquinamento).
! Meno carica infettante è necessaria e più il patogeno è aggressivo. La patogenicità è la capacità di creare una sintomatologia.
La virulenza corrisponde a quanto sono importanti i sintomi che si creano.
A livello di prevenzione è importante che io blocchi la catena epidemiologica per evitare la malattia. Posso agire prima del
contagio attraverso due procedure: disinfezione/sterilizzazione dei veicoli e disinfestazione dei vettori. I vettori sono
animati (zecche, zanzare), mentre i veicoli sono oggetti inanimati (aria, suolo, circuito oro-fecale, strumenti); abbiamo vettori
meccanici che trasmettono le malattie passivamente (mosche) e vettori obbligati per cui il patogeno si moltiplicano
nell'organismo ospite e a volte viene modificato (se io ho la malaria e mi punge una zanzara in essa avviene la riattivazione
dell'organismo della malaria, per cui la malattia torna nuovamente contagiosa). La disinfezione elimina tutto ciò che è
patogeno, la sterilizzazione elimina anche ciò che non è patogeno ma che potrebbe diventarlo quando viene a contatto con
qualcosa che dovrebbe essere sterile; l'apparato che dovrebbe essere sterile nel nostro organismo è l'apparato
cardiocircolatorio → posso disinfettare il tubo per la gastroscopia (va a contatto con qualcosa di non sterile), ma l'ago per il
prelievo deve essere sterile.
L'educazione alla salute può essere effettuata tramite cartelloni, scritte, pubblicità, immagini sui pacchetti di sigarette, leggi
in cui si vieta la vendita di alcolici sotto i 18 anni.
Un vaccino non mi impedisce di essere contagiato, ma fa sì che nel momento del contagio io abbia già le difese per combattere
il microrganismo specifico.
Mentre per le vie di eliminazione posso indicare tutti gli apparati, nonostante i più frequenti siano quella intestinale e
respiratoria, se parlo di trasmissione (passaggio interumano) ho tre vie principali: la via diretta, semidiretta ed indiretta.
• INDIRETTA: c'è qualcosa tra me e la persona che mi ha contagiato, che può essere animato o inanimato (bottiglia,
aria, zecche, roditori).
Malato o portatore → ambiente esterno → sano.
• SEMIDIRETTA: sembra che non ci sia nulla ma in realtà è quel passaggio attraverso le goccioline di saliva che si
eliminano parlando o respirando.
Malato o portatore → ambiente esterno (flugge) → sano.
• DIRETTA: malattie sessualmente trasmissibili (HIV, sifilide, gonorrea, epatiti, papilloma -> sono particolarmente
dannose dal punto di vista sintomatologico e delle conseguenze che possono portare, siccome sono potenzialmente
mortali o possono essere precancerogene).
Malato o portatore → sano.
Interventi preventivi nei confronti nei malati:
• Notifica: tutte le malattie infettive devono essere comunicate così da tenere registrato l'andamento delle malattie
infettive per avere chiaro se in una zona c'è una maggiore incidenza di sviluppo di una malattia infettiva (cluster) così
da capire se devo modificare la prevenzione in quella zona.
• Accertamento diagnostico precoce: per valutare se i microrganismi possono essere batterici per cui è necessaria la
somministrazione di un antibiotico.
• Misure contumaciali: isolamento ospedaliero o domiciliare, sorveglianza sanitaria dei portatori e allontanamento da
un'attività o una comunità.
EPIDEMIOLOGIA
Per classificare un fattore in uno dei tre gruppi (rischio, protettivo o neutro) è necessario misurare il valore associativo: si usano
delle formule.
Ci sono degli STUDI OSSERVAZIONALI e STUDI SPERIMENTALI; gli studi osservazionali sono quelli studi che si limitano
tramite l'osservazione a dedurre informazioni dai fenomeni che osservo → questo si chiama EPIDEMIOLOGIA: studio attorno
alla popolazione. Quindi studiando i miei fenomeni posso fare delle ipotesi e, attraverso degli studi, si va a misurare questa
associazione.
Il primo epidemiologo fu il dottor Pott, che nel 1775, osservò che il tumore allo scroto che sviluppavano tutti i suoi pazienti era
associato alla fuliggine degli spazzacamini → solo tramite l'osservazione aveva dedotto che solo con quel tipo di lavoro si avesse
un fattore di rischio per quel tipo di tumore.
Un altro precursore dell'epidemiologia fu il dottor Jenner, che nel 1749 notò che i contadini che stavano a contatto con le
mucche malate di vaiolo nel momento in cui avveniva un'epidemia di vaiolo umano non si ammalavano → ha provato a fare
qualcosa di sperimentale estraendo il materiale dalle papule di vaiolo delle mucche e lo iniettava negli esseri umani:
l'inoculazione del vaiolo animale faceva sì che si sviluppasse il sistema immunitario degli essere umani → nascono i vaccini.
L'epidemiologia è una disciplina medica che diventa disciplina autonoma dal 1850.
FATTORE DI RISCHIO VS CAUSA
FATTORE DI RISCHIO: aumenta la probabilità che un evento accada.
CAUSA: è ciò che determina l'evento finale.
Guido ubriaca, mi schianto contro un muro e mi rompo la gamba: alcol e velocità sono fattori di rischio, l'impatto è la causa.
CRITERI DI CAUSALITÀ DI BRADFORD HILL:
• Sequenza temporale: tra il fattore e l'evento ci deve essere un tempo scientificamente plausibile per cui quell'evento
possa essere associato a quel fattore → bere un superalcolico la mattina e schiantarsi mezz'ora dopo è
sequenzialmente correlato, mentre schiantarsi a mezzanotte non lo è.
• Forza di associazione: spesso la forza di associazione è implicita nella relazione, quindi quando calcolerò
l'associazione so che se trovo un valore X significa che il rischio è aumentato di X volte → guidare in stato di ebbrezza
aumenta il rischio di incidente stradale di circa 7,5 volte.
• Relazione dose-risposta: spesso c'è ma non sempre → se bevo un superalcolico il rischio è X, se ne bevo due il rischio
aumenta.
• Consistenza e plausibilità biologica: verificare in letteratura che ci sia qualcosa di scientifico che mi possa
confermare che ci sia un'associazione.
• Specificità di associazione.
STUDI OSSERVAZIONALI
Esistono due categorie di studi:
• Sperimentali: l’operatore influenza il risultato perché fa qualcosa che cambia la pratica clinica.
• Osservazionali.
Per gli studi osservazionali esistono tre categorie di misure:
• MISURE DI FREQUENZA: prevalenza, incidenza.
• MISURE DI RISCHIO: odds.
• MISURE DI ASSOCIAZIONE: forza associativa, risk ratio e odds ratio.
Ho a disposizione vari tipi di studi osservazionali:
• TRASVERSALI: indagini istantanee (come una fotografia) su individui di intere popolazioni o campioni per valutare la
frequenza e la distribuzione di una o più variabili. Lo utilizzo quando ho bisogno di un dato immediato per ipotizzare
una prevenzione urgente. Si utilizza come misura di frequenza la prevalenza.
Ad esempio, se il numero di tamponi positivi al COVID è in aumento devo sapere se attuare qualcosa.
• CASO CONTROLLO: selezione di soggetti malati e non malati nei quali viene valutata l'esposizione passata a uno o
più fattori di rischio → vado a ricercare quale esposizione a un fattore di rischio può aver causato quella patologia in un
gruppo di persone. Li utilizzo quando voglio studiare una malattia/evento raro → se l'evento che voglio studiare accade
raramente ho bisogno di avere una strategia che mi permette di avere una valutazione senza coinvolgere una grande
quantità di soggetti per tanto tempo.
Si era notato che i malati di SLA avveniva più frequentemente nei giovani atleti: si è visto che chi veniva a contatto con
erbicidi e sostanze chimiche per curare i prati dove si allenavano questi atleti (che quindi respiravano queste sostanze
o ci venivano direttamente a contatto ematico quando avevano delle lesioni) aveva un aumento della probabilità di
sviluppare SLA.
• COORTE: selezione di soggetti sani esposti e non esposti a fattori di rischio seguiti nel tempo per valutare l'incidenza
o la mortalità di una o più malattie.
Lo sportivo che gioca a tennis ha più probabilità di sviluppare un'alterazione alla cuffia? Si va a vedere in letteratura se
c'è una plausibilità -> si prende un gruppo di tennisti e un gruppo di non tennisti con caratteristiche corporee simili, con
l'unica differenza nello sport che praticavano.
MISURE DI FREQUENZA
MISURE DI FREQUENZA: tipicamente in epidemiologia per misurare la frequenza degli eventi o delle malattie, si utilizza una
frazione nella quale è indispensabile identificare un numeratore e un denominatore.
PREVALENZA:
• La prevalenza è la proporzione (rapporto) tra i casi di malattia presenti ad un dato momento in una determinata
popolazione e l'entità della popolazione a quel dato momento, quindi al presente. Se espressa in % rappresenta la
proporzione di malati in un dato momento.
Rapporto: il numeratore non è contenuto nel denominatore → ci sono 7 femmine e 11 maschi: 7/11.
Proporzione: il numeratore è contenuto nel denominatore → ci sono 7 femmine e 11 maschi: 7/18.
• Usiamo la prevalenza quando ho uno studio trasversale: volto al presente (il presente corrisponde al momento in cui
si esegue la “fotografia”).
• La prevalenza può assumere valori da 0 a 100 se lo metto in percentuale, mentre da 0 a 1 se lo lascio singolarmente.
Se la prevalenza vale 0 nessun soggetto è malato, se vale 1 tutti i soggetti sono malati.
Prevalenza: numero dei casi di malattia presenti nella popolazione in un dato momento / numero totale di individui nella
popolazione a quel dato momento.
Calcolo della prevalenza a t0 e a t1:
• Conto le linee totali.
• Conto quanti casi sono
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