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Gli obiettivi degli studi descrittivi sono:
1. Illustrare il quadro della distribuzione delle varie malattie in rapporto a tempo, spazio e caratteristiche individuali (rispondendo alle
domande sopracitate). È infatti importante conoscere l’andamento di una malattia per sapere come gestirla al meglio (ad esempio, la
problematica del covid, nuova malattia che in poco tempo è diventata pandemia, colpendo l’intera popolazione umana, ha fatto sì
che si prendessero misure drastiche di contenimento del contagio);
2. Calcolare i tassi di mortalità o incidenza grezzi, specifici e standardizzati;
3. Ipotizzare, anche attraverso correlazioni "ecologiche", l'associazione tra malattie e fattori di rischio.
Gli studi descrittivi non ci permettono di fare ipotesi, ma solo di descrivere le patologie, e il loro andamento
Igiene Generale E Applicata 6
. Per fare uno studio descrittivo servono fonti di dati (presi da siti ufficiali, affidabili come l’ISTAT, il ministero della salute, cioè tutti siti
che validano i dati):
1. Schede di morte
servono a identificare le morti in certe regioni e in certe specifiche fasce d’età. Queste schede sul sito del ministero vengono rese
anonime;
2. Notifiche malattie infettive
tutte le malattie infettive in Italia infatti sono obbligatoriamente segnalate e seguono un percorso specifico per evitare una diffusione
esponenziale nel territorio. Tracciando la diffusione di una patologia si può prevedere quanti nuovi infetti ci saranno e riuscire a
gestire meglio le emergenze (durante il covid non ci fu tanta tracciabilità);
3. Registri di patologia
tutte le malattie cronico degenerative vengono registrate;
4. Schede di dimissione ospedaliera
dove c’è scritto chi viene dimesso, quando si è operato, per quale motivo è stato in ospedale;
5. Dati demografici
come natalità, dati censimentari e di movimenti della popolazione.
Tutti questi dati sono disponibili in modo anonimo, per esempio su “health for all” è possibile scaricare i dati e usarli. Tutte le fonti di
dati sono necessarie per rispondere alle domande prima citate.
Vantaggi degli studi descrittivi:
1. Disponibilità di dati già raccolti, facilmente accessibili a tutti e spesso già elaborati a livello statistico, quindi standardizzati (come,
ad esempio, frequenze di malattie standardizzate);
2. Nei paesi dotati di validi sistemi di raccolta centrali, come ad esempio un sistema sanitario nazionale, come avviene in Italia, i dati
risultano particolarmente attendibili (soprattutto i dati riguardanti la mortalità);
3. L’uso di classificazioni standard in cui viene utilizzato un codice alfanumerico convenzionale per identificare le malattie. Questo
approccio consente di identificare le malattie con lo stesso codice identificativo in vari paesi, facilitando così i confronti anche a
livello internazionale.
Svantaggi degli studi descrittivi:
1. Dati individuali quasi mai disponibili, pertanto si tratta di analizzare il quadro complessivo anziché focalizzarsi sul singolo
individuo;
2. Difficilmente si possono valutare ipotesi eziologiche specifiche;
3. Talora non si conoscono con esattezza i denominatori adeguati;
4. Lunghi tempi di latenza tra raccolta dei dati ed elaborazione.
2.1.1 - Le Misure Di Frequenza Negli Studi Epidemiologici
Una attività fondamentale in epidemiologia è la quantificazione delle malattie o di fenomeni a esse correlati. La conoscenza del numero
di individui ammalati o infetti in una popolazione è indispensabile per una vastissima gamma di motivi, fra i quali i più importanti sono:
stimare i danni, prevedere l'evoluzione della malattia nel tempo, mettere a punto azioni di profilassi. Però, la semplice enumerazione dei
casi di malattia e la loro espressione come valore assoluto, senza fornire alcun significativo riferimento, è raramente utile. Per ottenere
dei dati utilizzabili e interpretabili, dobbiamo esprimere i risultati delle nostre misure sotto forma di “proporzioni” o “rapporti”, o “tassi”:
1. Proporzione
La proporzione riguarda una frazione un po' particolare, in quanto il numeratore è compreso nel denominatore. Essa assume
sempre un valore compreso fra 0 e 1;
Incidenza (o incidenza cumulativa)
L’incidenza cumulativa è una misura diretta del rischio di malattia. Essa è una proporzione, ovvero il rapporto tra il numero di
individui che sviluppano la malattia durante un certo periodo di tempo e il numero totale di individui seguiti nel medesimo arco
temporale e che non avevano la malattia d’interesse all’inizio dell’osservazione:
Formula numero di nuovi casi di malattia verificatasi durante un dato intervallo di tempo
incidenza cumulativa (o rischio di malattia) =
numero di individui nella popolazione all′inizio del periodo di tempo considerato
Da un punto di vista dimensionale l’incidenza cumulativa è espressa in percentuale e va sempre riferita ad un preciso periodo di
tempo (per esempio rischio di infarto a 1, 2 o 3 anni). Insieme al tempo di osservazione, è anche necessario definire con
chiarezza la popolazione a rischio (ovvero la popolazione seguita nel tempo per studiare l’incidenza della malattia d’interesse).
‘incidenza è anche calcolata come rapporto tra il tasso di incidenza e il periodo di tempo considerato:
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Formula
incidenza cumulativa = tasso di incidenza ⋅ t
t = periodo di tempo considerato
Prevalenza
Mentre l’incidenza esprime i nuovi casi di malattia che avvengono in una popolazione in un certo periodo di tempo, la
prevalenza è una misura della frequenza dei casi di malattia già esistenti. Essa è data dal rapporto tra il numero di soggetti
malati e il numero totale di individui (malati + sani) presenti nella popolazione in un dato istante:
Formula numero dei casi di malattia presenti nella popolazione in un dato momento
prevalenza =
numero di individui nella popolazione a quel momento
La prevalenza così calcolata viene definita prevalenza puntuale (in quanto calcolata in un particolare istante di tempo) ma vi è
anche la prevalenza periodale, che si ottiene addizionando alla prevalenza all’inizio dell’osservazione l’incidenza della
medesima malattia durante il periodo di osservazione. Quando la popolazione non è soggetta ad importanti cambiamenti nella
sua composizione e la prevalenza di malattia è bassa la prevalenza può essere calcolata come prodotto tra il tasso di incidenza
e la durata media della malattia:
Formula
prevalenza = tasso di incidenza ⋅ d
d = durata della malattia
2. Rapporto
Per rapporto si intende invece una frazione in cui il numeratore non è compreso nel denominatore. Ben difficilmente in
epidemiologia si ha a che fare con numeri negativi; perciò possiamo ritenere che un rapporto assuma un valore compreso fra 0 e +
∞
;
3. Tasso
Rapporti e proporzioni sono misure
statiche, che si intendono effettuate in un determinato istante e nelle quali non viene considerata la variabile tempo. I tassi sono
invece misure dinamiche, che rappresentano la variazione di una quantità per la variazione unitaria di un'altra quantità
(generalmente il tempo).
Tasso o densità di incidenza
Il tasso di incidenza è il rapporto tra il numero di individui che sviluppano la malattia e il tempo totale a rischio (espresso in
termini di persona/tempo):
Formula numero di nuovi casi di malattia verificatasi durante un dato intervallo di tempo
tasso di incidenza =
tempo totale a rischio (persona/tempo)
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Esempio
Nel grafico seguente, le linee blu rappresentano un gruppo di dieci persone. Sull’asse delle ascisse è rappresentato il tempo di
osservazione, mentre sull’asse delle ordinate gli individui. Inizialmente, al tempo 0, tutti e dieci gli individui, sono in stato di buona
salute. Si considera una malattia indicata con la lettera M. Le lettere D e P indicano rispettivamente le persone decedute (non
necessariamente a causa della malattia) e le persone perse durante il follow up, ovvero persone che non possono più essere
seguite per motivi esterni. Calcolare l’incidenza cumulativa e il tasso di incidenza.
1. In questo esempio possiamo osservare che, all'inizio dello studio, ci sono 0 persone malate su 10. Al termine, invece,
possiamo osservare che 4 individui sono malati (M), In tal caso, l'incidenza cumulativa sarebbe pari a 4 su 10, ovvero il
numero di nuovi casi di malattia rispetto al numero di individui sani all'inizio dell'osservazione:
4
incidenza cumulativa =
10
2. Per calcolare il tasso di incidenza, si considera il numero di persone che si ammalano (nuovi casi) rispetto alla somma dei
tempi di esposizione al rischio delle persone a rischio (ad esempio, la prima persona ha trascorso 7 anni come sano, la
seconda persona è deceduta dopo il nono anno però non ha mai sviluppato la malattia, è quindi sempre stato a rischio di
contrarre la malattia per nove anni, la terza persona è deceduta dopo 5 anni, e così via):
4 4
tasso di incidenza = = persone/anni di osservazione
7+9+5+6+8+10+10+4+6+8 73
Spesso si richiede di esprimere il risultato in rapporto a 100 anni di osservazione. Ciò fornisce un'indicazione di quanto tempo
sia necessario per sviluppare la malattia all'interno della popolazione considerata, contribuendo a informare le strategie di
sanità pubblica per gestire efficacemente la malattia in questione:
4 : 73 = x : 100
4 ⋅ 100
x = 73
x = 5, 5
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Esempio
Si svolge uno screening di massa per diagnosticare il carcinoma della cervice uterina (screening significa andare a diagnosticare
in modo precoce una malattia). I dati rilevati sono:
Durata studio 5 anni;
5000 donne sottoposte al test;
400 affette da neoplasia (al primo screening);
600 donne colpite da carcinoma della cervice nei successivi 5 anni.
Qual è la prevalenza di malattia al momento dello screening? Qual è l’incidenza cumulativa a 5 anni? Qual è il tasso di incidenza?
1. La prevalenza di malattia al momento dello screening è pari a:
400
prevalenza =
5000
2. L’incidenza cumulativa a 5 anni è pari a:
600 600
= = 0,13 (13 %)
5000−400 4600
3. Per quanto riguarda il tasso d’incidenza, quando non è esplicitato si presuppone che tutti si ammalino a metà del tempo dello
studio, quindi se questo studio dura cinque anni si presuppone che tutte si ammalino dopo 2,5 anni. Dato che 600 persone si
ammalano dopo 2,5 mentre 4000 persone (ottenute dalla differenza tra tutte le persone sottoposte al test e coloro che erano
gi&agr