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I
Gli esempi celebri di villeggiatura (etimologicamente: periodo trascorso “in villa”) in zone rurali sono
numerosi: dall'otium dei romani nelle residenze patrizie fuori porta, alle vacanze papali a Castel Gandolfo.
Il turismo rurale (una delle prime forme di turismo, è molto antico), quindi, fin dall'inizio si pone come
evasione dalla città calda e caotica dell'estate che non permette un riposo adeguato: evasione che diventa
tanto più necessaria ad ampi strati della popolazione da quando il fenomeno dell'industrializzazione causa
uno spostamento ingente di contadini verso le grandi aree urbane, dove la qualità della vita tende
progressivamente ad abbassarsi.
Il turismo religioso (non necessariamente svolto da credenti) (chiede)
Il pellegrinaggio è una prassi comune a tante fedi, sia esso diretta a località di interesse culturali quali città
Sante (La Mecca), santuari (Fatima), tombe (San Giovanni Rotondo), sia anche a stili naturali, come grotte
(Lourdes), fiumi (Gange). Il turismo religioso è un modo per andare senz'altro incontro a Dio, ma anche
incontro ai propri simili e soprattutto incontro a sé stessi. Anche gli agnostici o gli atei riconoscono nel
viaggiare un significato esistenziale e un'esperienza che arricchisce sempre e comunque, sicché più che
comune a ogni religione come il pellegrinaggio, il turismo religioso è comune a ogni cultura, a ogni
ideologia, a ogni filosofia di vita.
Il turismo terapeutico, e il turismo culturale (“alibi” del turista)
Turismo termale o del benessere in genere in realtà rappresenta un alibi del turista che spinto dalla
motivazione terapeutica molto spesso pianifica una vera e propria vacanza.
L'aggettivo culturale oggi sempre più spesso connota l'esperienza turistica, quasi che sia necessario
sottolineare che, se non l'unica, almeno una delle motivazioni che ci hanno spinto a intraprendere il
viaggio sia quella culturale. Esiste infatti una certa reticenza (molto turismofobica) da parte del turista ad
ammettere semplicemente che durante la vacanza ci si è limitati a svagarsi e a riposarsi, quasi che nella
nostra società iperattiva lo svago e riposo costituiscano un peccato.
Il turismo enogastronomico (processi identitari legati al turismo)
Fra le motivazioni che possono spingere una persona in una località (rurale o di campagna) diversa da
quella di abituale residenza vi è la degustazione di cibi e bevande o di particolare pregio o diversi dei
propri. Il turista enogastronomico, dal frequentatore di sagre del Medioevo al moderno “foodtrotter” o
“gastronauta” è una figura importante del turismo contemporaneo.
Il cibo le bevande ricoprono una grande importanza per identificare e caratterizzare una regione sia essa
rurale o urbana.
In un mondo sempre più globalizzato la dimensione locale della cucina tipica regionale o nazionale è
diventato un aspetto di primissimo ordine per sottolineare la specificità di una regione o di una nazione in
un panorama globale sempre più uniforme.
Se il cibo da una parte costituisce un robusto elemento identitario per una regione turistica passiva,
dall'altro può essere un valido strumento anche per il rafforzamento dell'identità propria del turista. Il
turista che scopre che ci sono al mondo popoli che non hanno le stesse usanze nella loro cucina
tradizionale potrà dedurre, oltre al fatto che esistono altre culture al mondo, anche che la sua è
fortemente connotata da elementi caratterizzanti che magari dava per scontati.
Il turismo esperienziale (fortemente in ascesa)
Il turista esperienziale, in un periodo di tempo anche molto breve, cerca sempre più frequentemente
rispetto al passato una forte esperienza “alternativa”, sia per vivere un'intensa forma di evasione sia per
differenziarsi all'interno della massa sempre più ampia di persone che oggi pratica il turismo.
Sorgono così le esperienze turistiche alternative più disparate, dalle più accettabili dal punto di vista etico,
a quelle al limite della legalità e della moralità, o addirittura oltre:
• Pratiche sportive estreme, quali il Bungee jumping o le discese dei torrenti rafting
• Settimane “di sopravvivenza”
• Il gioco d'azzardo, illegale in Italia, ma eccezionalmente autorizzato a extra-legem nel casinò di
Campione, Saint-Vincent, Sanremo e Venezia, è ben più fiorente all'estero, per esempio nelle aree
di frontiera immediatamente oltre il confine con Francia, Svizzera e Slovenia, o a Las Vegas,
capitale mondiale delle case da gioco che attira milioni di turisti in tutte le stagioni
• Turismo ambientalista (campi in foresta o in soccorso di tartarughe o altri animali)
• Dark tourism
• Turismo spaziale.
Il turista esperienziale si spinge anche a scegliere località rischiose per la sicurezza personale:
• Destinazione turistica può essere talora scelta anche in funzione dell'abbondanza o
dell'accessibilità di sostanze stupefacenti: l'India, la Colombia, la più vicina Olanda
• Turismo sessuale.
Tutti questi tipi di turismo, e quanti altri ancora, hanno in comune fra loro il fatto di offrire al turista
durante la vacanza un “nuovo mondo” nel quale immergersi, che mette in discussione le proprie
abitudini, il proprio modo di pensare, le proprie sicurezze, la propria quotidianità, togliendo o dando
l'impressione di eliminare tutte le inibizioni, tutte le convenzioni sociali, tutte le norme di comportamento
normalmente accettate poiché date per scontate.
Turismo e geografia ambientale
L'evoluzione del pensiero geografico
<<Nell'affrontare lo studio dell'evoluzione dei rapporti tra l'uomo e la natura, le scienze in genere e la
geografia in particolare hanno adottato oppure originato movimenti di pensiero che sono passati da una
concezione di dipendenza assoluta dall'ambiente, ad una di comportamento autonomo e addirittura
prevaricante e dominatore sulle forze fisiche e biologiche e poi ad un'idea di sviluppo compatibile con
l'ambiente. Siamo ora nella fase di ripensamento dei rapporti con la natura, per rispondere meglio alle
esigenze della conservazione della qualità della vita umana, ovunque il suo livello abbia raggiunto uno
stadio evoluto, e del suo miglioramento dove è ancora carente>> (Ruocco, 1999)
• Determinismo (seconda metà ‘800)
• Possibilismo (a cavallo tra ‘800 e ‘900)
• Volontarismo (prima metà del ‘900)
• Ambientalismo- sviluppo sostenibile- TGS (seconda metà del 900 ad oggi).
Turismo e rischio ambientale
Quando si analizzano i rapporti tra il turismo da una parte e l'ambiente naturale dall'altra, molto spesso ci
si limita a considerare il grande impatto ecologico che la società provoca a causa del turismo, mentre si
trascurano di più gli effetti che le condizioni naturali, e soprattutto quelle estreme, hanno sullo
svolgimento delle attività turistiche.
Spazio “visitato”, “organizzato”, “consumato” e “gestito”
Lo spazio turistico da “visitato” è velocemente passato essere “organizzato” e addirittura “consumato”,
registrando quindi profonde modifiche all'ambiente:
• Organizzato (rimodellato, ristrutturato)
• Consumato (l’inquinamento e la degradazione dei siti sono tra le più gravi cause di
destrutturazione degli ambienti ricettivi resi fragili da un'affluenza turistica a volte mai controllata)
• Gestito (essendo per il turismo un bene economico e gestito in funzione del vantaggio economico
che determina. A volte come materia prima da utilizzare/consumare, altre- molto rare-come
risorsa esauribile che necessita di essere tutelata).
L'impatto ambientale del turismo sulle regioni di “incoming”, di transito e di “outgoing”
Nel 1980, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) pubblicò un rapporto nel
quale in maniera schematica escludeva le principali pressioni che il turismo esercita sull'ambiente delle
regioni di turismo passivo:
• Effetti di inquinamento (inquinamento dell'aria, delle acque, dei siti, da rumore…);
• Perdita dei terreni agricoli e per la pastorizia;
• Distribuzione della flora e della fauna;
• Degradazione del paesaggio e dei siti artistici e monumentali;
• Effetti di congestione (la concentrazione nel tempo e nello spazio dei turisti porta la congestione
sulle spiagge o per il traffico);
• Effetti di conflitto (tra la popolazione e flussi di turisti);
• Effetti di concorrenza (quelli con altre attività, quali soprattutto quella agricola, e l'impiego in
queste altre attività).
Se il turismo ha senz'altro, come qualsiasi attività dell'uomo, un impatto ambientale sulla regione di
incoming, esso agisce anche sulle zone di transito, sebbene in misura minore.
Come i nomadi nelle civiltà del passato lasciavano profonde tracce del loro passaggio, così oggi questi
“nuovi nomadi” che sono i turisti segnano il territorio ancor più profondamente (Corna Pellegrini, 1968).
Il “ciclo di vita” della regione turistica
Se si parte dal presupposto che il territorio è una risorsa non rinnovabile, e quindi “consumabile” o
esauribile” dalle diverse attività umane, anch'esso è, come tutti i beni di tale sorta, soggetto a un “ciclo di
vita”. Si possono quindi elaborare modelli evolutivi secondo i quali il territorio si trasforma passando
solitamente da una fase di nascita a una di morte attraverso due fasi, una di crescita e una di declino.
In letteratura solitamente, fra gli autori che hanno elaborato teorie su un siffatto modello si ricordano
Plog (1973), Miossec (1976,1977b) e Butler (1980).
Secondo il modello di Plog, possiamo distinguere alcune fasi temporali, ognuna caratterizzata da una
figura di turisti emblematica:
1. La prima fase è caratterizzata dalla presenza del turista “allocentrico”, che possiede un forte
interesse esplorativo e sete di esperienze uniche ed esclusive: il territorio risente poco della sua
presenza ponte;
2. La seconda fase è caratterizzata dalla presenza del turista “innovatore quasi-allocentrico” il quale