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INPUT MEIOTICI
- →sono i gameti che
vanno incontro alla prima divisione meiotica
nella F1. Negli esseri umani, gli input sono i
genotipi aploidi della cellula uovo e dello
spermatozoo parentali.
OUTPUT MEIOTICI→
- sono i gameti
prodotti dalla meiosi della F1. Negli esseri
umani questi prodotti aploidi sono gli
spermatozoi e le cellule uovo.
Ci attendiamo che da due individui l’output
meiotico siano due gameti con 50% di
combinazione parentale e 50%
ricombinante, per la sola legge del caso.
Se prendiamo due geni a caso A e B,
quando questo è sempre vero?
Quando i due geni osservati si trovano su
cromosomi diversi→ se si trovassero sullo
stesso cromosoma, questi migrano
insieme, in quando il mezzo di trasporto è il
cromosoma stesso. Se due geni si trovano
sullo stesso cromosoma ottengo sempre
dei gameti parentali; se invece si trovano
su cromosomi diversi ottengo un 50% e 50%.
I geni che osserviamo si trovano su cromosomi diversi.
LIEVITO
Dallo studio della Neurospora è possibile risalire a ciò che accade in meiosi I e in meiosi II.
Il miocita (2n) alla prima divisione meiotica forma due cellule 2n (divisione riduzionale), a cui
segue la seconda divisione meiotica, con la formazione di cellule aploidi (n). La particolarità
di questo lievito è che dopo la divisione meiotica segue una DIVISIONE MITOTICA, dove i
gameti si raddoppiano, producendo 8 ascospore.
E’ possibile seguire l’anafase, capendo l’orientamento dei cromosomi omologhi.
Per poter individuare i Genotipi dei gameti di output ricombinanti, si effettua il TEST CROSS
→ sulla base del fenotipo si giunge al genotipo→ quali alleli quindi sono parentali e quali
ricombinanti.
MEIOSI:
Durante la profase I avviene lo SCAMBIO GENETICO, tra due cromatidi → questi si
scambiano pezzi di cromosoma in specifiche regioni chiamati CHIASMI. Questi cromosomi
hanno cambiato la sequenza degli alleli (geni) al loro interno. L’appaiamento è essenziale
per far sì che il materiale genetico sia ben distribuito alle cellule figlie. Questo fa sì che alla
fine del ciclo tutte le cellule figlie abbiano una copia per ogni cromosoma (1,2,3 ecc.) →
essenziale è quindi L’APPAIAMENTO dei cromosomi omologhi.
es. Cariotipo del Mulo (Cavallo femmina e Asino maschio) → fino al 13° cromosoma questi
sono uguali fra loro; dal 14esimo sono invece diversi fra loro: questo determina un’incapacità
di appaiamento dei cromosomi omologhi.
Nella Meiosi 1 avviene almeno una ricombinazione di Crossing over (anzi sembra quasi
essenziale affinché ci sia una buona riuscita del ciclo meiotico).
Colui che ha riletto le leggi mendeliane (dominanza e
recessività e segregazione indipendente) basandosi sulla
segregazione dei cromosomi fu Sutton.
Questo processo vale anche nella Gametogenesi (Ovogenesi e Spermatogenesi→ avviene
a partire dalla pubertà, in questo caso sia meiosi 1 che meiosi 2 si completano→ non
rimangono in sospeso come l’oogenesi).
→ Drosophila → anche la segregazione occhi rossi /occhi bianchi la si può ripercorrere con
la segregazione dei cromosomi. La drosophila, come l’uomo, si trova in una condizione di
EMIZIGOSI→ la presenza di un solo cromosoma X nel gene maschile.
EREDITARIETA’ POLIGENICA Fin’ora abbiamo parlato di caratteri
DISCRETI, ma ci sono anche caratteri definiti
QUANTITATIVI (o METRICI) → hanno
diverse sfumature per ogni individuo. (es.
altezza, peso ecc.). Per ognuno di questi
caratteri c’è una variazione continua nella
popolazione, che può essere espressa con
una curva Gaussiana. I geni che sostengono
questa variazione di tipo continuo si
chiamano QTL o POLIGENI → codificano per
i caratteri quantitativi e non discreti. In più
oltre all’influenza genetica, è presente
l’influenza AMBIENTALE→ aumenta la
sfumatura nella misurazione del carattere fra gli individui.
I geni QUANTITATIVI:
1. Si trovano su più cromosomi
2. Assortiscono in modo indipendente l’uno dall’altro.
3. Contribuiscono in modo ADDITIVO→ è espresso un dato in più→ diversi alleli
aggiungono qualcosa; si sommano.
Es. Variazione continua della colorazione dei semi di grano:
Abbiamo due geni diversi R1 e R2. Anche qui c’è diallelismo→ allele R e r
(R1,r1;R2,r2) → se l’individuo è eterozigote abbiamo 2 alleli che danno informazione
di colore rosso e 2 che ci danno l’informazione di una colorazione neutra. Ci sono 4
possibili combinazioni. R1,R2/ R1,r2/ r1,R2/ r1,r2.
Andando a fare l’autofecondazione, otteniamo ¼ di gameti con 0 dosi (r1,r2), ½
gameti con 1 dose (R1,r2 e r1,R2) e ¼ di gameti con 2 dosi (R1/R2).
Nella progenie complessiva abbiamo:
1/16 con 4 dosi; 4/16 con 3 dosi; 6/16 con 2 dosi; 4/16 con 1 dose e 1/16 con 0 dosi.
Si va dal colore rosso più scuro fino al bianco→ ci sono tonalità diverse. Già
l'istogramma ci disegna una curva di Gauss→ questo l’abbiamo raggiunto attraverso
l’azione di poligeni con un effetto additivo→ non è più ROSSO o BIANCO, ma io
“aggiungo rosso”.
AUMENTANDO il numero di POLIGENI, AUMENTO il numero di DOSI possibili→
aumento la continuità, il diagramma cambia. Le molte classi fenotipiche si
differenziano sempre di meno. Diminuisce la differenza fra le singole classi. Il
carattere diventa sempre più discreto. Con solo un gene avremmo un bianco, rosso
intermedio, rosso; già con due geni le sfumature aumentano.
Il carattere così varia in modo CONTINUATIVO. In più abbiamo l’influenza
dell’ambiente, che in molti caratteri porta la sfumatura di come si manifesta.
Qui ovviamente non vale più la teoria di dominanza e recessività, ma resta presente
la legge della segregazione indipendente.
Anche i cloroplasti e i mitocondri hanno dei Geni:
Un’altra variazione alle leggi mendeliane è legata a quei geni che non si trovano
direttamente nel nucleo, ma su organelli cellulari.
Anche i geni di questi organelli presentano dei fenotipi: es. a volte il DNA
mitocondriale nell’uomo è causa di alcune malattie, a seguito di mutazioni→
patologie ad alto consumo energetico (all’encefalo o cardiologiche); nei cloroplasti ci
sono geni ad esempio che codificano per il colore delle foglie→ determinato
dall’azione di un gene.
La caratteristica del DNA extra-nucleare→ trasmissione MATRILINEARE→ è
trasmesso solo attraverso la cellula materna (nello zigote finale avremo solo
cloroplasti ad esempio derivato dalla madre) → se la madre aveva tutti cloroplasti
mutanti, lo zigote avrà un allele mutante.
C’è in questo caso una MOLTITUDINE di
informazioni genetiche→ ETEROPLASMIA→
informazione genetica duplice. E’ possibile che la
segregazione sia ASIMMETRICA→ ci sarà una
maggioranza di cellule con cloroplasti wild type e
una minoranza di cellule con cloroplasti mutati→
questo porta alla varietà di colorazione nelle foglie.
ESTENSIONI ALLE LEGGI DI MENDEL
DOMINANZA
La dominanza è la manifestazione del modo in cui gli alleli di un singolo gene interagiscono
in un eterozigote. In ogni esperimento gli alleli che interagiscono possono essere wild type,
wild type e mutanti (+/m) o due differenti alleli mutanti (m/m). Sono stati scoperti vari tipi di
dominanza, ciascuno dei quali rappresenta un diverso tipo di interazione tra una coppia di
alleli.
Abbiamo già definito con Mutazioni APLOSUFFICIENTI, quelle mutazioni in cui l’allele
dominante basta per manifestare il carattere; mentre con Mutazioni APOLINSUFFICIENTI
quelle mutazioni in cui una proteina codificante per un allele non basta per poter far
manifestare il carattere. Una mutazione si definisce RECESSIVA quando c’è una perdita di
funzione, mentre si dice DOMINANTE quando abbiamo un guadagno di funzione (c’è però
una riflessione negativa, poiché si va ad alterare il metabolismo).
- OMOZIGOTE WILD TYPE→ 2 alleli codificano per una proteina funzionale
- ETEROZIGOSI→ di due alleli, uno codifica per il carattere wild type, mentre l’altro
produce una proteina non funzionale (negli aplosufficienti il fenotipo manifesta
comunque il carattere wild type).
- OMOZIGOTE RECESSIVO→ insieme di due alleli mutanti che non producono il
carattere (aploinsufficienti); non si manifesta il carattere (PERDITA).
Due meccanismi sono possibili affinché si manifesti la dominanza:
- APLOINSUFFICIENZA
- DIMERO
1. Con la doppia dose di prodotto oppure con la
formazione di un dimero si avrà la manifestazione di
un allele wild type.
Per manifestarsi il carattere non ci sono dosi wild type
(il fenotipo non presenta il carattere wild type), mentre
con funzionalità dimerica ed entrambe le proteine
mutate si ha un fenotipo MUTANTE.
Per manifestarsi il carattere eterozigote invece
avremo un solo allele wild type, l’altro è inadeguato;
nel caso in cui la proteina mutante determina una
differente conformazione, va ad alterare sia la sua
funzionalità che su quella wild type.
Nell’aplosufficienza c’è comunque la maifestazione
del wild type, in questo caso, la presenza di una
proteina mutata determina comunque un effetto
negativo sulla proteina wild type, poiché l’allele mutato va ad interferire anche sulla
dominanza dell’allele wild type.
1.DOMINANZA COMPLETA
Il tipo di dominanza più semplice è la dominanza piena o completa.
2.DOMINANZA INCOMPLETA
Si manifesta ad esempio nelle bocche di leone. I ricercatori, incrociando due linee pure di
due alleli diversi dello stesso gene in omozigosi (uno esprime il colore rosso e uno bianco),
notarono che nella prima generazione la colorazione manifestata era un colore rosa chiaro,
e non la manifestazione di uno dei due colori della generazione parentale. Reincrociando la
F1 osserviamo che alla meiosi dei due organismi otteniamo un omozigote che esprime il
colore porpora, un omozigote che esprime il colore bianco e due eterozigoti che esprimono il
colore rosa. In questo caso il rapporto fenotipico 1:2:1 esprime fedelmente il genotipo.
A livello molecolare?
In questi casi l’allele wild type produce una dose fissa di contenuto proteico. Il numero di
dosi di un allele wild type determina la concentrazione della sostanza chimica prodotta dalla
proteina (in questo caso è una pigmentazione).
Nell’omozigote A’A’ si ha la produzione di pigmento → carattere rosso
L’omozigote A’’A’’ non produce pigmento→ caratte