A=A PRINCIPIO DI IDENTITÀ
A non è non A
IDENTITÀ CULTURALE
Primo incontro con la nostra identità= registrazione all’anagrafe.
L’assunzione di un nome e un cognome. CARTA D’IDENTITÀ: oggetto che
racchiude tutti i nostri dati,
Il bisogno di materializzare la nostra identità cambia nel tempo, poiché
tra il vecchio e il nuovo formato della carta d’identità cambiano i dati. Doppi cognomi:
COGNOME= non dipende da noi, lo riceviamo da parte Si usa soprattutto in Spagna
del padre e ci ricollega alla nostra storia familiare. poiché in antichità si usava
Il cognome diventa fondamentale dopo la creazione dare al primogenito il nome del
degli stati e con le migrazioni, da inserire nel padre, ma in questo modo si
documento di identità, riconosciuto dagli stati per il
passaggio attraverso la frontiera. creavano dei problemi, quindi si
aggiungeva anche il cognome
Nascita del passaporto
NOME= della madre.
non dipende da noi Nei primi passaporti
non c’era la foto
DATA DI NASCITA
= anche questa quindi era facile
non dipende da noi. In molti paesi non LUOGO
nascondere la propria = la casualità del
danno importanza al giorno preciso di identità. luogo di nascita definisce
nascita, i nati vengono iscritti la nostra identità e anche
all’anagrafe molto tempo dopo. STATO CIVILE= nel nuovo questa non dipende da noi.
RESIDENZA= questa si formato non c’è poiché lo
può scegliere ma non stato ha riconosciuto il Legato al
definisce la nostra identità. divorzio, che prima invece non cambiamento
era accettato.
PROFESSIONE: anche questa è stata tolta dal nuovo formato poiché, se in
antichità il lavoro era per tutta la vita, oggi si può cambiare mestiere più volte.
STATURA= è rimasta. CAPELLI= è stato tolto dal nuovo formato (esiste la tinta).
SEGNI PARTICOLARI=
OCCHI= è stato tolto dal
è stato tolto (esistono le lenti). (
nuovo formato era fonte di
SESSO= è stato aggiunto, poiché prima era discriminazione).
considerato scontato, ora bisogna specificarlo. Questo vuol dire che lo stato riduce
Nel retro é stato inserito il codice abbarre la nostra identità a un codice.
800
Nell’ si crea il concetto di IDENTITÀ NAZIONALE INDIVIDUALE
Individuo= cosa non divisibile
NAZIONALITÀ/ CITTADINANZA= tutto il nostro essere è racchiuso nella nazionalità, e
questo indica anche la nostra cultura. Anche i prodotti si basano sulla cultura (es:
prodotto 100% italiano).
La cultura quindi, riprendendo il concetto
iniziale, è sempre legata a qualcosa di Edoardo Burnette Taylor cita:
materiale (il vestirsi, il cibo), prima che a
qualcosa di astratto (religione). Non “La cultura, intesa nella sua accezione
sappiamo le ragioni che ci sono dietro a etnografica più ampia, costituisce un
determinate usanze/ culture ma sappiamo insieme complesso che include: la
le componenti materiali di quella cultura. conoscenza, le credenze, l’arte, la morale,
il diritto, il costume e qualsiasi altra
Moltissime forme capacità che ogni uomo acquisisce in
di espressione quanto membro della società.”
Non nasciamo come
La cultura non è mai una animali culturali, la
questiona individuale ma cultura si acquisisce
è sempre frutto col tempo.
dell’interazione con gli altri:
genitori, scuola, famiglia.
ma quindi che cos’è la CULTURA?
L’insieme di regole e conoscenze che ci permette di vivere in un certo ambiente.
Inoltre la cultura è quella cosa che ci distingue dagli animali.
Poco della Mirandola quando nella sua opera ci racconta la genesi dice che
Dio ha creato gli animali e ad ognuno ha assegnato un destino, poi l’ultimo
giorno crea l’uomo, per lui peró non ci sono destini, ma Dio dice ad Adamo
di crearselo da solo.
Ogni animale infatti è specializzato in qualcosa, l’uomo è l’unico animale che
non funziona come nasce, che per imparare impiega molto più tempo
rispetto agli animali.
La cultura si acquisisce col tempo, non è qualcosa che abbiamo nel sangue,
(se un africano appena nato va in Giappone, cresce con i giapponesi e
riceve quel tipo di influenze, apprenderà la cultura giapponese).
In quanto membro della società, la cultura dell’individuo è frutto
dell’interazione con gli altri (amici e familiari).
Non si smette mai di imparare, l’esperienza culturale dura tutta la vita.
Ogni cultura è il prodotto di scambi con altre culture: molti dei prodotti che
utilizziamo sono provenienti da altre culture che in passato si sono incontrate
con la nostra. Noi abbiamo preso quei prodotti, tradizioni e li abbiamo rivisitati e
fatti nostri utilizzandoli magari con un altro significato. Questo mescolarsi di
culture si è molto accentuato con la globalizzazione. Es: una popolazione in Kenia
usa la coca-cola durante il rito della circoncisione. In questo caso la coca-cola é
un prodotto importato dalla cultura americana ma utilizzato in modo diverso.
Clyde Kluckhohn ne “Lo specchio dell’uomo” cita: “le
culture sono un insieme di pezzi, cocci e stracci”
Modulo 2
Eventi comunicativi: comunicazione di qualsiasi tipo.
Registro
CANALE CANALE
Contesto
Per attivare la comunicazione c’é bisogno di 3 software:
SOFTWARE DI SOFTWARE DI
SOFTWARE CONTESTO: regola
COMUNICAZIONE:
MENTALE: tutti i lo svolgimento di
tutti i codici sia
fattori culturali che un evento
verbali sia non
influenzano la comunicativo.
verbali
comunicazione Competenze Performance
=TESTO CONTESTO= quantità di informazioni che noi
Comunicazione
trasmessa sappiamo della cultura dell’altro e viceversa.
2 stili di comunicazione
1. CONTESTO SOTTINTESO: 2. CONTESTO DA
Gran parte dell’informazione DEFINIRE: c’é il bisogno
é contenuta nell’ambiente di comunicare
circostante. Molto si verbalmente, il silenzio
comunica a livello non é avvertito come
verbale. Sentimenti e anormale e con
relazioni, apparenza, disagio. L’informazione
circostanze e definizione di passa tramite codice
tempo lineare. esplicito.
Importanza della comunicazione non verbale: 1) le informazioni che ci arrivano agli occhi
sono molto più immediate. 2) l’informazione visiva prevale su quella linguistica (siamo
prima visti, poi ascoltati). 3) Sulla base di quel che si vede si decide se comunicare o no.
CODICI NON VERBALI
PROSSEMICA: riguarda la Le distanze possono essere:
distanza fra i corpi. 45-120 cm
0-45 cm
Molto legata alla differenza di
genere: ci sono culture dove
maschio e femmina non possono Oltre i 3,5 m
1,2-3,5 m
toccarsi o raggiungere la distanza
sociale.
Culture invece in cui il rapporto
fisico e molto ravvicinato. CINESICA: ha a che
fare con i gesti GESTI
EMBLEMI: INDICATORI ADATTATORI:
GESTI
GESTI EMOZIONALI REGOLATORI
Gesti dotati di un Movimenti che
ILLUSTRATORI
significato ben manifestano uno
Legati a Regolano un
stati emotivi.
Hanno il compito di stato di tensione.
preciso e discorso e
illustrare ciò che si
socialmente indicano un
sta dicendo. cambiamento
condiviso nella strategia
del discorso.
PUNTI PRESENTAZIONE
Segni della
VESTEMICA POSIZIONE
: l’abbigliamento ha un punteggiatura Grado di
e segni che coinvolgimento di
significato culturale, religioso, sociale, Atteggiamento e
indicano una persona
attenzione di una
ideologico,nazionale. l'alternarsi durante un
persona durante
delle persone
Es: kimono, vestito religioso, divisa dei discorso
un discorso
che parlano
militari diversa a seconda dei gradi).
OGGETTIMICA: significato degli oggetti,
corrispondono a status symbol.
CRONEMICA
: tutti gli eventi comunicativi hanno uno spazio e un tempo. Il tempo di
attesa, la puntualità, la scansione ritmica della conversazione sono messaggi cronemici,
che possono esse intenzionali o non. Possono comunicare i rapporti di potere tra le
persone e possono dare indicazione sul tipo di relazione tra gli interlocutori. Riguarda la
scansione del discorso: decidere quando deve parlare uno e quando deve parlare l’altro.
Competenza = acquisizione di un’abilità
Le competenze interculturali non sono solamente conoscenze ma saperi in azione.
Infatti in un percorso di formazione interculturale è necessaria una parte cognitiva:
sapere informazioni sulle culture di provenienza delle persone con le quali
interagiamo, ma ciò non é sufficiente, ci deve esse un’attualizzazione. Il sapere deve
permetterci di interagire con gli altri nella pratica e aiutarci nelle relazioni.
Nel caso della conoscenza di una lingua per esempio, questa conoscenza diventa
competenza nel momento in cui andiamo in un paese e utilizziamo questa lingua
(sapere in azione), altrimenti rimane una conoscenza.
ORIGINI
La riflessione sulle competenze interculturali nasce a seguito della seconda guerra
mondiale (anni ‘50), negli Stati Uniti, in ambito militare quando le persone dovevano
lasciare i propri paesi d’origine per spostarsi altrove a causa di missioni.
A partire dagli anni ‘80 questa riflessione interessa anche l’Europa, e si ricollega alle
orribili condizioni in cui vivevano gli stranieri ma era solo descrittiva.
Al giorno d’oggi le società contemporanee sono considerate società interculturali,
cioè melle nostre società convivono persone di culture diverse, ma questo può
presentare anche aspetti negativi come il razzismo…
QUALI SONO?
Nel tempo sono stati elaborati 27 modelli sulle competenze interculturali.
Nel 1989 un articolo sull’ International Journal of Interculturali Relations (giornale
inglese) definì 6 competenze interculturali, che rappresentano una base su cui
costruire la formazione interculturale è la base per i modelli successivi:
1. Conoscenza della cultura di arrivo.
2. Qualità personali: apertura, flessibilità tolleranza verso l’ambiguità e senso dell’umorismo.
Bisogna saper adattarsi alla situazione.
3. Abilità comportamentali (la capacità di comunicare e gestire le relazioni).
4. La conoscenza di sé (quali sono i miei valori).
5. Abilitá tecniche (capacità di portare a termine un progetto).
6. Fattori relativi ai nuovi contesti (saper trovare somiglianze con la cultura di origine,
sapere le condizioni socioeconomiche e politiche della seconda cultura, saper resistere alla
pressione psicologica legata all’esperi
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