N
X
I
F = F = 0
i,j
i,j=1
Perché ad ogni forza ne corrisponde una uguale e contraria.
E ad ogni istante e rispetto a qualunque polo il momento risultante delle forze interne è nulla.
N
X
I I
×
M OP F
= = 0
i
O i
i=1 E I
L’equazione del moto dell’i-esimo punto materiale si scrive come F = F + F = m a
i i i
i i
1° equazione cardinale: dQ
E (8)
F = dt
P P
Dimostrazione. F = m a usando la (7) ottengo
i i i dQ
dv d
E P P P P
F = F = m a = m m v =
=
i
i i i i i i
dt dt dt t E
R 2
−
Otteniamo cosı̀ anche il teorema dell’impulso per i sistemi materiali: Q(t ) Q(t ) = F dt
2 1 t
1
La quantità di moto e il momento angolare di un sistema isolato sono costanti del moto.
⃗
E
Osservazione: F = 0 =⇒ Q(t) è costante
2° equazione cardinale: dL
O
E ×
M = + v Q (9)
′
O
O dt
Per un polo mobile, dove v è la velocità del polo rispetto al sistema di riferimento usato.
′
O
Dimostrazione. Abbiamo già dimostrato la (5), che vale per un punto materiale.
⃗ ⃗
⃗ ⃗ ⃗
d
L d
L E
P P PP
× × ×
Per un punto P generico di un sistema posso scrivere: = ⃗r F e per la (6) = ⃗r F + ⃗r F .
O
O i i i i i,j
i i
dt dt
Il secondo termine rappresenta il momento delle forze interne.
⃗ ⃗
−
Per il terzo principio della dinamica F = F e dato che le forze interne sono centrali, sono dirette lungo la
i,j j,i
−
congiungente dei punti: ⃗r ⃗r :
i j
⃗ ⃗
1 P
PP × − ×
⃗r F = (⃗r ⃗r ) F = 0 perché i due vettori sono perpendicolari, e rimane solo il contributo delle
i i,j i j i,j
2 12
forze esterne. Il fattore compare perché, quando si sommano le coppie di forze interne tra tutte le particelle, si
conta ogni interazione due volte, e quindi è necessario dividere per 2 per evitare il doppio conteggio.
Alla fine otteniamo:
⃗ ⃗ ⃗
d L E E
P ×
= ⃗r F = M
O i i O
dt E
Dalla (9) segue dL = M dt e integrando ottengo l’equazione del teorema della quantità di moto per i sistemi
O O
materiali: l’impulso della quantità di moto è t
Z 2 E
− M dt
L (t ) L (t ) =
O 2 O 1 O
t 1
17
Quindi se:
• ⃗ ⃗ ⃗
E
P →
F = 0 il sistema è isolato, la quantità di moto totale P = M⃗v e il momento angolare L rispetto
CM O
i
ad un polo O qualsiasi sono costanti del moto.
• ⃗ E
P →
= 0 non ci sono momenti esterni e il momento angolare totale rispetto ad un polo O si conserva.
M i
• ⃗
P →
I = 0 I momenti esterni non sono impulsivi
O
3.1 Moto del centro di massa
Def-centro di massa: è il punto geometrico che si comporta come se tutta la massa del sistema fosse concentrata
in esso e tutte le forze esterne fossero applicate a tale punto. Viene indicato con G o CM e la sua posizione è la
media ponderata delle posizioni dei vari punti con i relativi pesi. Può essere definito anche come il punto in cui se
calcoli la posizione del centro di massa, questa risulta essere 0.
N
P m ⃗r
i i
i=1
⃗r = (10)
g M
Dove m è la singola massa e M è la massa totale, ossia la somma di tutte le masse e ⃗r = (x , y , z )
i g g g g
Se derivo questa equazione ottengo: N ˙
P m ⃗
r
i i
i=1 (11)
⃗v =
g M
Dimostrazione. (11) ˙
P P
m ⃗
r m ⃗
r
d d i i i i
⃗v = ⃗
r = =
g g
dt dt M M d(mv )
E g
Notiamo inoltre che Q = mv e F = .
g dt
1° teorema del centro di massa: Il centro di massa di un sistema materiale si muove come un punto materiale
di massa uguale alla massa totale del sistema e soggetto ad una forza uguale alla risultante delle forze esterne agenti
sul sistema.
Il CM di un sistema materiale isolato si muove di moto rettilineo uniforme.
E
F = M a (12)
g
2° teorema del centro di massa:la quantità di moto totale di una sistema è uguale alla Q che avrebbe un punto
materiale di massa M e v . In assenza di forze esterne, la velocità del centro di massa è costante.
g E
F = 0 =⇒ v = costante
g
Per il CM valgono anche la prima(8) e la seconda(9) equazione cardinale.
Def-massa ridotta: è una quantità usata per semplificare lo studio di un sistema di due corpi interagenti, come nel
caso di orbite gravitazionali, problemi di collisioni o moto sotto forze centrali. Si indica con la lettera µ.
1 1 1
= +
µ m m
1 2
18
m m
1 2
µ = m + m
1 2
Il moto relativo tra i due corpi può essere descritto come il moto di una singola particella di massa µ soggetta alla
stessa forza d’interazione (es. gravitazionale, elettrostatica).
La scelta tra massa ridotta e massa totale dipende dal tipo di problema che stai risolvendo e dal sistema di riferimento
che stai utilizzando:
• La massa ridotta µ è utile quando studi il moto relativo tra due corpi interagenti (es. gravitazione, forza
elettrostatica, molle) o lavori nel sistema del centro di massa e vuoi descrivere la dinamica interna
Esempi : moto orbitale, problemi a due corpi con forze centrali (es. massa collegata a una molla), urto tra
due particelle (per analizzare l’energia cinetica nel sistema CM)
• La massa totale M è rilevante quando descrivi il moto del CM del sistema, analizzi il sistema come un unico
corpo soggetto a forze esterne
Esempi : moto traslazionale del sistema (es. un blocco che scivola con due masse attaccate), conservazione
della quantità di moto totale in urti o esplosioni, problemi in cui le forze esterne agiscono sul CM (es. caduta
libera di un sistema legato)
Esempio combinato: Urto elastico.
Uso M per trovare la velocità del CM prima/dopo l’urto e µ per calcolare l’energia cinetica relativa o gli angoli
di scattering nel sistema CM.
moto relativo di due punti materiali interagenti tra loro è equivalente al moto di un punto materiale di massa
Il
uguale alla massa ridotta e soggetto a una forza uguale a quella di interazione tra i due punti.
3° teorema del centro di massa: Le forze interne al sistema non influenzano il moto del centro di massa
poiché si annullano a coppie per il 3° principio di Newton.
4° teorema del centro di massa o Teorema di König per l’energia cinetica: L’energia cinetica totale di un
sistema è la somma dell’energia cinetica del centro di massa e dell’energia cinetica relativa rispetto al CM .
1 1
X ′2
2
K = M v + m v
tot i
CM i
2 2
i 1 2
P m v .
Dimostrazione. K di un sistema di N punti materiali è definita come la somma delle K di ogni punto: K = i i
2
Se consideriamo un SdR con l’origine coincidente col CM si ha v = v + u dove u è la velocità relativa tra i due
i g i i
punti.
Otteniamo: 1 1
1 2
2 2 2
P P
P · ·
+ u + 2v u ] = +
m [v M v m u + v m u
K = g i
i i g i i
g g
i i
2 2 2
P
Osserviamo che m u è la quantità di moto totale che è 0.
i i N
12 2 2
P
Otteniamo cosi K = +
mv m v
i
g i
i=1
Teorema delle forze vive per sistemi di N punti materiali: La variazione di energia cinetica totale di un sistema
materiale in un certo intervallo di tempo è uguale al lavoro compiuto in quell’intervallo di tempo da tutte le forze,
interne ed esterne, agenti sul sistema. E I
∆K = L + L
Dimostrazione. Partendo dalla definizione di lavoro e applicando la seconda legge di Newton a ciascuna particella:
⃗ ⃗ I E
PR
· → ·
dL = dK = F d⃗r ∆K = F d⃗r con F = F + F
i i i tot i i i i i
Osservazioni:
• Le forze interne possono modificare Ktot, a differenza della quantità di moto totale, che dipende solo dalle
forze esterne
• I
Se le forze interne sono non conservative L dissipa energia in calore
Teorema di conservazione dell’energia meccanica per sistemi di N punti materiali: se tutte le forze agenti su un
sistema materiale sono conservative E del sistema resta costante nel tempo e si ha:
E = E + E
tot CM rel
19
3.2 Gli urti
Teorema di conservazione della quantità di moto: se due corpi si colpiscono senza interagire con altri sistemi mate-
riali, la quantità di moto totale prima e dopo l’urto si conserva. La quantità di moto si conserva anche se durante
l’urto i corpi sono soggetti a forze esterne.
t +τ
R 1 −
teorema dell’impulso si ha F (t) dt = m v m v .
Per il 1 1 2 2
t
1
• Urto elastico
Alla fase di compressione ne segue una di espansione in cui i due corpi hanno la stessa forma, temperatura e
struttura della fase precedente.
In un urto elastico si conserva sia la quantità di moto che l’energia meccanica totali, cosı̀ abbiamo un sistema
di quattro equazioni e sei incognite da risolvere.
(
m v + m v = m v + m v
1 1i 2 2i 1 1f 2 2f
1 1 1
1 2 2 2 2
+ + U + U =
m v m v m v + m v + U + U
1i 2i
1 2 1 2 1f 2f
1i 2i 1f 2f
2 2 2 2
In presenza di movimenti di rotazione prima e dopo l’urto, si ha anche la conservazione del momento angolare.
Se l’urto elastico è centrale, la velocità relativa dei due corpi è diretta secondo la retta che unisce i centri
′
di massa. Calcoliamo ogni velocità tenendo conto delle velocità relative ai loro centri di massa (v ), cosı̀
otteniamo: ′ ′
( −m
(m )v +2m v
1 2 2
v = 1 2
1f m +m
1 2
′ ′
−m
(m )v +2m v
2 1 1
v = 2 1
2f m +m
1 2
Se le masse sono uguali i corpi si scambiano le velocità.
• Urto anelastico
Se i corpi dopo l’urto subiscono cambiamenti nella struttura, forma o temperatura a causa per esempio delle
forze di attrito. Se dopo l’urto i due corpi restano uniti si parla di urto perfettamente anelastico.
Negli urti anelastici si conserva solo la quantità di moto.
Se l’urto anelastico è centrale, v = v = v , dopo l’urto i due corpi si muovono alla stessa velocità:
1f 2f f ′ ′
m v + m v
1 2
1 2
v =
f m + m
1 2
Si osservi che la velocità finale ottenuta corrisponde alla velocità del centro di massa del sistema.
Per il teorema di Konig un urto anelastico dissipa tutta K .
rel
• Urti parzialmente anelastici
Esempi:
• Esplosioni
Un corpo di massa m inizialmente in quiete viene spezzato in due frammenti m e m .
1 2
La quantità di moto
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