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ETICA E DEONTOLOGIA DELLA TELEVISIONE
Karl Popper dedica le sue ultime riflessioni alla televisione, in particolare gli effetti della tv sui minori (libro "Cattiva maestra televisione"). Popper inaugura il concetto di società aperta, la democrazia liberale, che ha bisogno di essere tenuta in vita per mezzo dell'educazione (la violenza è il veleno, l'educazione è l'antidoto).
Per Popper la tv è una educatrice perché si rivolge a un numero enorme di persone, soprattutto di minori, è una cattiva maestra perché è inconsapevole del suo ruolo educativo ed è più orientata al male che al bene.
Secondo Popper ogni operatore televisivo dovrebbe fare una sorta di patente, di certificato di idoneità per poter operare correttamente (eventualmente revocabile).
Problema di verità della televisione: non ci si riferisce alla verità assoluta della scienza, ma alla verosimiglianza, al verosimile.
all'universale probabile.-> tipo di tv: tv verità e reality show (rappresentano una simulazione della realtà) -> verosimile, hanno allabase una scrittura di finzione, si presenta come reale qualcosa che è in realtà scritto, finto -> il mezzo dicomunicazione si finge vero, una sorta di manipolazione del pubblico.Ci sono altre forme che hanno invece una funzione positiva, realizzare una televisione vera a livello dinarrazione ("Televisione buona maestra", Aldo Grasso): telefilm e serie televisive, alcune di esse sonoesempi di buona televisione, spesso hanno precorse la realtà.In un'intervista Popper risponde ad alcune critiche: tra cui la critica alla sua idea che la tv ha bisogno diessere limitata e controllata, idea ritenuta non in linea con la sua posizione di maestro liberale, lui dice chenon c'è libertà che non abbia bisogno di essere limitata (fascia protetta della tv, fascia in cui certicontenuti non possono essere mandati in onda per tutelare i minori, oppure va segnalato prima).
Sul problema della violenza nella tv e nei mass media si contrappongono due correnti interpretative:
- Nella prima testi (minoritaria) la violenza nella tv avrebbe un valore catartico, ovvero di purificazione
- Per la seconda tesi (più diffusa) la violenza ha una funzione mimetica, di imitazione, la violenza ha effetti negativi perché spinge a utenze di imitazioni, soprattutto da parte di bambini e minori -> effetti mimetici diretti (guardo e imito) o effetti mimetici indiretti (desensibilizzazione della violenza, che viene percepita come normale).
Per Popper l'essenza della democrazia consiste nel tenere sempre sotto controllo il potere, le limitazioni del potere devono valere per ogni tipo di potere, mezzi di comunicazione compresi.
PUBBLICITÀ E RETI INTERNET
lunedì 17 ottobre 2022
18:06
LA PUBBLICITÀ
Umberto Eco, uno degli inventori della semiotica, grande
Conoscitore della televisione, distingue la paleotelevisione (vecchia tv, dalle origini agli anni 70) e la neotelevisione (aumento dell'offerta di programmazione, nascita di nuovi generi televisivi e tipologie di contenuti). Eco studia anche la pubblicità, le tecniche della pubblicità, ci scrive su un saggio "Ciò che non sappiamo della pubblicità televisiva" (1968): prima di indagare i problemi etici della pubblicità bisogna sapere come funziona e quali sono le sue tecniche, per questo è necessario conoscerle e renderle pubbliche -> secondo Eco ci sono due tipi di approcci al mondo della pubblicità:
- Gli apocalittici: chi ha un giudizio estremamente negativo e catastrofico dei mezzi di comunicazione
- Gli integrati: chi fa parte del sistema, chi guarda positivamente e fiduciosamente ai mezzi
Entrambi questi atteggiamenti vanno evitati, va preferita una posizione intermedia. Indaga ciò che non si vede e conosce.
della pubblicità, rivede le teorie del un filosofo russo Propp sullamedesima struttura delle fiabe, tutte le fiabe hanno le stesse funzioni e raccontano sempre la stessa storia,generano immagini ricordo-> secondo Eco allo stesso modo il pubblicitario non ci dice niente di nuovo,vuole che si generi in noi un'immagine ricordo con lo scopo di associarla al prodotto venduto, il linguaggio della pubblicità non è un linguaggio nuovo.Secondo Eco l'obiettivo della pubblicità non è solo far comprare il prodotto ma generare nel cliente la voglia di acquistare, alimentando il sistema economico degli acquisti -> lui si riferisce alla pubblicità del suo periodo (basata su un programma, Il Carosello, programma dedicato interamente alle pubblicità).Non si può parlare di etica della pubblicità senza riferirsi all'etica del consumo e della comunicazione aziendale, dal punto di vista etico la domanda è: ègiustificare la propria esistenza attraverso l'acquisizione di beni materiali. Questo atteggiamento consumista porta alla distorsione delle relazioni umane, alla superficialità e alla perdita di valori autentici. L'industria dei consumi, secondo Adorno, sfrutta questa tendenza consumistica per creare bisogni artificiali nei consumatori, spingendoli a consumare sempre di più. Questo consumo non è spontaneo né naturale, ma è il risultato di una manipolazione da parte delle aziende che cercano di massimizzare i propri profitti. Tuttavia, non tutto il consumo è negativo. Il consumo etico e responsabile, che tiene conto delle conseguenze sociali, ambientali ed economiche, può essere considerato accettabile. È importante distinguere tra il consumo necessario per soddisfare i bisogni fondamentali e il consumismo, che è un eccesso e una forma di alienazione. Il consumismo, infatti, è un fenomeno distorto che spinge le persone a cercare la felicità e l'appagamento solo attraverso l'acquisto di beni materiali. Questo atteggiamento consumista subordina la felicità individuale al possesso di beni, creando una dipendenza e una insoddisfazione costante. Pasolini criticava fortemente il consumismo, sostenendo che esso avesse portato alla perdita dei valori autentici e alla diffusione di un'ottica edonistica basata solo sul piacere del consumo. Secondo Pasolini, in una società consumistica, l'unico atto che conta è il consumo stesso, che diventa il fine ultimo della vita. In conclusione, il consumo può essere giusto ed eticamente accettabile quando è responsabile e consapevole delle conseguenze che comporta. Il consumismo, invece, è un fenomeno distorto che porta alla distorsione dei valori e alla perdita di autenticità. È importante riflettere sul nostro atteggiamento nei confronti del consumo e cercare di trovare un equilibrio tra le nostre necessità e il rispetto per l'ambiente e la società.sottolinea come il consumismo sia una delle principali cause della crisi ecologica e sociale che stiamo vivendo. Egli sostiene che il consumismo, inteso come ricerca continua del possesso e dell'accumulo di beni materiali, sia contrario ai valori etici fondamentali come la solidarietà, la giustizia e il rispetto per l'ambiente. Secondo Mancuso, il consumismo ci spinge a vivere in una società basata sull'apparenza e sull'individualismo, dove l'importante è possedere sempre di più, senza preoccuparsi delle conseguenze che questo comporta. Egli invita quindi a riflettere sulle nostre scelte di consumo e a cercare di ridurre il nostro impatto sull'ambiente, privilegiando prodotti sostenibili e responsabili. In conclusione, sia il filosofo From che Vito Mancuso ci invitano a riflettere sulle nostre scelte di vita e di consumo, mettendo in discussione il modello dominante basato sull'accumulo e sull'apparenza. Entrambi propongono una visione più centrata sull'essere, sulla solidarietà e sulla responsabilità verso l'ambiente, come chiavi per costruire una società più equa e sostenibile.Affronta la categoria del desiderio, secondo lui noi non siamo mai soddisfatti perché il desiderio di consumo porta a volere sempre più cose e porta quindi a riempirci di beni superflui, la soluzione sarebbe non avere desideri, il superamento del desiderio -> il desiderio fa soffrire (pathos), però è anche il motore della vita e non porta solo a cose negative (es. l'arte, l'amore, la passione…) -> la giusta soluzione allora sarebbe: passare dal desiderio bramoso e brutale del consumismo ad un'altra modalità, non bisogna estinguere il desiderio ma orientarlo in modo sano. Le norme della pubblicità sono di autoregolamentazione -> codice su kiro. Per considerare quanto la persuasione al consumo sia giusta o meno si può considerare prima di tutto la distinzione tra beni necessari e beni superflui, distinzione però molto complessa. -> Vi è poi un'altra distorsione del sistema che può essere
generata dalla pubblicità, quella dell'asproporzione che può avere un certo acquisto nelle condizioni socio economiche del soggetto e dell'ambiente in cui vive (es. si fa pubblicità di un bene di lusso ma il bene è sproporzionato alle condizioni economiche di molti soggetti) -> rischio che determinati individui mettano a rischio beni necessari a scapito di altri beni non necessari proposti dalla pubblicità -> Bettetini propone una soluzione: attuare attraverso la pubblicità una "spinta dolce" ai consumi e non una costrizione, mai assolutizzante, cioè non bisogna mai caricare il bene di un valore assoluto. Altri problemi etici che la pubblicità può generare: uso del corpo nella pubblicità, la rappresentazione del corpo femminile nella pubblicità. Accanto a questi versanti negativi della pubblicità vi è un versante positivo (dal punto di vista etico): la cosiddetta pubblicità sociale.quella che riguarda beni umani importanti che non sono beni direttamente economici (amicizia, solidarietà, ambiente...).
LA RETE INTERNET
Tra le norme di autoregolamentazione (codice del 2003 su kiro) anche nella pubblicità c'è il tema della tutela dei minori. Le finalità di questo codice sono di aiutare gli adulti ad un uso corretto della rete telematica nel rispetto della tutela del minore e prevenire il pericolo che il minore venga in contatto con contenuti dannosi per la sua crescita (comitato di garanzia che si occupa della vigilanza). La rete oggi ha un'importanza e un'influenza fondamentale e decisiva, la rete non è solo un mezzo di comunicazione, non solo è un insieme di possibilità e rappresenta una frammentazione comunicativa, ma è anche un mondo che ci influenza. Internet ha grandissimi vantaggi, permette ricerche che fino a qualche decennio fa erano impensabili. Tra le interpretazioni, e posizioni, positive
di controllo da parte dei governi o di altre entità. Inoltre, la diffusione di notizie false e la manipolazione dell'opinione pubblica sono diventate sempre più comuni attraverso internet. Tuttavia, non possiamo ignorare i numerosi vantaggi che la rete offre. Internet ha reso possibile l'accesso a un'enorme quantità di informazioni in modo rapido e facile. Ci permette di comunicare con persone in tutto il mondo, facilitando la condivisione di idee e la collaborazione. Inoltre, internet ha aperto nuove opportunità di lavoro e di business, consentendo a molte persone di realizzare i propri sogni e di raggiungere un pubblico globale. In conclusione, internet è un'importante risorsa che ha cambiato radicalmente il modo in cui viviamo e interagiamo. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei suoi potenziali effetti negativi e lavorare per mitigarli, al fine di garantire un utilizzo responsabile e sicuro della rete.distorsione della realtà. Il filosofo Stefano Rodotà aveva proposto il riconoscimento del diritto di accesso a internet nella costituzione italiana (art.21 bis). Problema del controllo dei dati: nel libro "L'innominabile".