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CONTROLLO DELLA MINZIONE

Esiste un centro della MINZIONE nei lobi frontali che controlla un centro della minzione a livello pontino; dal centro della

minzione pontino abbiamo le vie discendenti che vanno a livello sacrale (S2-S4).

A livello sacrale si ha il parasimpatico, che agisce sul muscolo detrusore permettendo lo svuotamento, e l’ortosimpatico, che

ha degli effetti di rilasciamento del detrusore e di contrazione dello sfintere uretrale quindi permette il riempimento. La

componente somatica è data dal nucleo di Onuf che, attraverso il nervo pudendo, permette la contrazione dello sfintere striato

che permette di trattenere l’urina volontariamente.

È frequente che nel paziente con ictus ci sia incontinenza urinaria ed intestinale causate dalla assenza della inibizione

volontaria allo svuotamento associata ad una lesione del motoneurone superiore con urgenza dell’atto.

AUTONOMIA

Dal punto di vista dell’AUTONOMIA:

• Una lesione dell’emisfero destro con interessamento del lobo parietale non darà solo emiparesi sinistra ma anche

problematiche percettive riferite allo schema corporeo, alla percezione spaziale e all’emiinattenzione del lato sinistro,

che rendono molto difficoltosi i compiti che necessitano di analisi e orientamento spaziale. Pertanto, il soggetto può

risultare deficitario nell’esecuzione di attività come il vestirsi e la cura della propria persona, poiché non riconosce i

segmenti corporei interessati dal movimento.

• Una lesione dell’emisfero sinistro potrà permettere al soggetto il raggiungimento di un certo grado di indipendenza

nonostante venga talvolta compromessa la comunicazione, con deficit di gravità variabile e possibile manifestazione

di afasia, disartria, disturbi della lettura, della scrittura e della comprensione.

• Se il soggetto è giovane o adulto, gli obiettivi riabilitativi sono anche la riqualificazione professionale e la ripresa

dell’attività lavorativa. Se il soggetto prima dell’ictus si occupava della gestione della famiglia e della casa, è

necessario mirare al ripristino, se possibile, di questi compiti.

• Se il soggetto è anziano, l’intervento riabilitativo si rivolge alla riacquisizione dell’autonomia nella cura della propria

persona o, se questo non è possibile, all’apprendimento di strategie che possano facilitare i familiari e/o il personale

di assistenza (caregiver) nella gestione del paziente. Inoltre, è indispensabile tenere in considerazione la presenza di

patologie associate o di disturbi preesistenti che possono aggravare il quadro clinico e conseguentemente il recupero

dell’indipendenza.

Per poter vivere in autonomia è necessario saper svolgere le ADL estese, che coinvolgono la sfera domestica, lavorativa e

sociale: capacità di usare il telefono, capacità di fare acquisti, preparazione del cibo, governo della casa, uso dei mezzi di

trasporto.

TRATTAMENTO DI TO:

• Focalizzato sul recupero funzionale dell’emilato leso per permettere l’acquisizione dell’autonomia nelle attività della

vita quotidiana.

• Nel caso di emiplegia spastica grave, con arto fissato nello schema patologico flessorio, e nel caso di emiplegia

flaccida, caratterizzata da grave ipotonia muscolare, la prognosi funzionale è molto sfavorevole. Diventa quindi

fondamentale promuovere la destrezza dell’arto sano per assicurare l’indipendenza → questo favorisce il learned-non-

use ma in questo caso non c’è alternativa. 39

• Quando le ADL sono compiute esclusivamente col lato sano senza la collaborazione di quello colpito, è indispensabile

che il paziente sia addestrato a una corretta gestione dell’emilato paretico. Per evitare l’insorgenza di deformazioni

della colonna vertebrale, contratture e dolori articolari, la persona deve imparare ad assumere una postura

simmetrica del tronco in posizione seduta e in stazione eretta oltre che a posizionare in modo adeguato gli arti

superiore e inferiore lesi.

• Durante lo svolgimento delle attività il paziente dovrà tentare di utilizzare l’emilato colpito con funzioni di tenuta per

facilitare l’azione dell’arto sano; in questo modo si evita che il paziente possa trascurare quelle parti del suo corpo

che, a causa del deficit di sensibilità provocato dalla lesione, egli non percepisce e abbandona in posizioni dannose.

RACCOMANDAZIONE 13.20 (debole a favore): prima della dimissione dall’ospedale è indicato verificare le caratteristiche

dell’abitazione del paziente, al fine di realizzare gli adattamenti adeguati.

RACCOMANDAZIONE 13.21 (debole a favore): è indicato valutare la necessità di ausili sulla base del PRI; gli ausili dovrebbero

essere forniti prima possibile anche in base alle necessità del paziente e dei famigliari, prevedendo un percorso educativo per

il paziente e il caregiver.

Obiettivi del trattamento di TO:

• AUTONOMIA NEGLI SPOSTAMENTI E NEI TRASFERIMENTI.

- Addestramento all’uso della carrozzina ad auto-spinta.

- Insegnamento delle modalità di trasferimento carrozzina-letto e letto-carrozzina sfruttando le capacità motorie

dell’emilato sano in attesa del recupero della capacità deambulatoria.

• ATTIVITÀ DI DESTREZZA MANUALE.

È la prima abilità da ristabilire poiché, nel caso non sia sviluppata (quando l’arto superiore non è dominante), sarebbe

compromessa l’autonomia in numerose azioni o la scioltezza del gesto nel compierle: per esempio afferrare oggetti,

tenere in mano le posate, utilizzare efficacemente lo spazzolino da denti, scrivere.

• ATTIVITÀ DI CURA DI SÉ: igiene personale, capacità di rassettarsi, vestirsi, nutrirsi.

Si considerano tutte le attività necessarie per l’autosufficienza nell’alimentazione, nell’abbigliamento e nell’igiene

personale; è fondamentale acquisire maggiore destrezza manuale con l’arto sano e utilizzare ausili idonei per

sopperire alla mancanza della bimanualità.

- Piccola igiene quotidiana: valutare non solo l’abilità del paziente ma anche le caratteristiche dell’ambiente in cui

l’attività verrà svolta.

- Abbigliamento: per indossare gli indumenti, iniziare dall’emilato plegico; quando si spoglia, iniziare dal lato sano.

È utile usare polsini con bottoni automatici e bretelle.

- Alimentazione: utilizzo di ausili come tovaglietta antiscivolo, coltelli con manico verticale, a rotella o mezzaluna.

• RIENTRO AL DOMICILIO: scelta di ausili, adattamento degli ambienti domestici e valutazione delle situazioni

rischiose per la sicurezza della persona.

È importante proporre rientri al domicilio durante la fine settimana: il paziente prende così consapevolezza di barriere

architettoniche nella propria abitazione, di situazioni pericolose, di necessità di ausili. Si forniscono le informazioni

necessarie a facilitare il reinserimento nel tessuto sociale: pratica patente speciale, sistemi di guida, attività del tempo

libero.

RIASSUMENDO

Trattamenti farmacologici:

• Farmaci antispastici: baclofen, tizanidina, diazepam.

• Farmaci per Sindrome Dolorosa Centrale Post Stroke: antidepressivi triciclici, farmaci antiepilettici, oppiodi.

• Farmaci per depressione post ictus: inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

• Farmaci finalizzati al recupero motorio: non indicati psicostimolanti o dopaminergici.

• Farmaci per disturbi psichiatrici post ictus: non indicati benzodiazepine e neurolettici.

Trattamenti Fisici e Cognitivi:

• •

Esercizio terapeutico di rinforzo muscolare e Esercizi di recupero dell’equilibrio e della

recupero del ROM. deambulazione.

• Esercizio aerobico.

40

• •

Treadmill con allevio del carico. Terapia Occupazionale.

• •

Robotica. Logopedia.

• Esercizi di riabilitazione cognitiva.

Realtà virtuale.

Altri trattamenti:

• Trattamento locale della spasticità con tossina botulinica associata a specifici interventi riabilitativi.

• Stimolazione Elettrica Funzionale (FES) per spalla dolorosa.

• Infiltrazioni locali di steroidi (metilprednisolone) e blocchi nervosi (bupivacaina) per spalla dolorosa.

• Interventi chirurgici in caso di spasticità di grado severo.

MALATTIE REUMATICHE

Il termine reumatismo deriva dal greco antico e significa flusso o scorrimento. È un termine generale che indica diverse

malattie che si differenziano per cause, decorso e danni provocati, ma accomunate dalla presenza di:

• •

Dolore. Progressione.

• •

Rigidità (limitazione articolare). Perdita della funzione.

• Disabilità.

Infiammazione.

• Cronicità.

Queste malattie interessano soprattutto le articolazioni e i tessuti periarticolari (tendini, borse, entesi e muscoli).

In Italia le MALATTIE REUMATICHE sono la seconda più frequente causa di morbilità, dopo quelle che coinvolgono il sistema

cardiovascolare; sono al primo posto nella malattie cronico-degenerative.

DOLORE:

• ACUTO: è di solito localizzato, dura per alcuni giorni, tende a diminuire con la guarigione → si ha una correlazione

causale e temporale identificabile con un danno tissutale o con una malattia.

• CRONICO: è duraturo, spesso determinato dal persistere dello stimolo dannoso e/o da fenomeni di

automantenimento → si accompagna ad un’importante componente emozionale e psicorelazionale e limita la

prestazione fisica e sociale del paziente.

Tipologie di malattie reumatiche:

• Prevalentemente infiammatorie: da meccanismi autoimmuni o infiammatori, da agenti infettivi, da microcristalli.

• Prevalentemente degenerative: della cartilagine, dell’osso, dei tendini.

REUMATISMI INFIAMMATORI:

• Causa dell’infiammazione non nota: fenomeni di alterata immunità.

• Segni e sintomi sistemici.

• Aumento degli indici infiammatori: calor, rubor, tumor, dolor e functio laesa.

• Dolore articolare e/o periarticolare con rigidità mattutina e ridotta funzionalità articolare.

• Decorso cronico.

REUMATISMI DEGENERATIVI:

• Degenerazione multifattoriale.

• Dolore e limitazione funzionale.

• Evoluzione lenta, progressiva con possibili gravi alterazioni strutturali e rigidità.

Le malattie reumatiche possono essere classificate nell’ICF. 41

RIABILITAZIONE REUMATOLOGICA:

• Gli studi riportano un’efficacia in termini di riduzione del dolore, miglioramento della funzionalità e della qualità della

vita.

• Un programma riabilitativo specifico dovrebbe iniziare precocemente accanto all’approccio farmacologico.

• Impatto positi

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/02 Metodi e didattiche delle attività sportive

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gremattioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esercizio allenante e specifico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Poggi Antonio.
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