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EFFETTI METABOLISI DEL GH
Ha effetti stimolanti e inibenti.
Azioni sul metabolismo proteico:
o + trasporto aminoacidi nelle cellule
o + sintesi proteica
o - catabolismo proteico
Azioni sul metabolismo lipidico (adipociti):
o + mobilizzazione dal tessuto adiposo
o + acidi grassi plasmatici
o + ossidazione acidi grassi
Azioni sul metabolismo glucidico (fegato e muscoli):
o - glicolisi
o + glicogenosintesi
o + glicemia
PATOLOGIE
Iperproduzione: acromegalia (incontrollata secrezione dell'ormone della crescita da parte di un
adenoma dell’ ipofisi (95 98% dei casi) dopo i 20 40 anni (saldatura epifisi diafisi)) e gigantismo
(accrescimento in lunghezza delle ossa lunghe accelerato, prima della saldatura delle placche
epifisarie)
Il gigantismo e l’acromegalia si associano anche ad alterazioni metaboliche: diabete mellito e
dislipidemia
Ipoproduzione: nanismo (anomalie nella secrezione di GH)
Il sospetto diagnostico di ipersecrezione o di iposecrezione viene effettuato con il dosaggio di IGF-1
su siero ma la diagnosi di ipersecrezione o di iposecrezione di GH viene effettuata con test di stimolo.
Diagnosi: test GHRH e arginina (iposecrezione) e curva da carico orale di glucosio (ipersecrezione)
Sospetto iposecrezione:
Al tempo 0’ prelievo per livelli basali di GH.
Iniezione in bolo endovena di GHRH 1 mcg/kg e inizio dell’infusione di una dose di arginina
pari a 0.5g/kg, fino ad un massimo di 30g, diluita in 100mL, da completare l’arco di 30 minuti.
A 30’, 60’, 90’ e 120’ dall’inizio del test effettuare ulteriori prelievi per il dosaggio di GH
Sospetto ipersecrezione:
Al tempo 0’ prelievo per livelli basali di GH, glucosio ed insulina.
Somministrare per bocca 75g di glucosio sciolti in 300cc di acqua, da assumere in 5-10min
A 30’, 60’, 90’ e 120’ dall’inizio del test effettuare ulteriori prelievi per il dosaggio di GH,
glucosio ed insulina
o Prolattina (PRL)
È una proteina e ha lo scopo di sviluppare e di secrezione lattica nella ghiandola mammaria
Le cellule lattotrope costituiscono il 20% delle cellule della ipofisi anteriore, ma durante
l’allattamento arrivano al 50%. Il controllo ipotalamico è prevalentemente inibitorio per effetto della
DA (aumento di PRL in caso di deconnessione ipotalamo-ipofisaria). L’ossitocina determina un arco
riflesso a partenza dalla suzione del capezzolo. Gli estrogeni stimolano la produzione di PRL durante
parto e allattamento
Due ormoni ipotalamici ne controllano la secrezione: l’ormone rilasciante la PRL (PRH) promuove la
secrezione dell’ormone della crescita, mentre l’ormone inibente la PRL (PIH) la sopprime.
PATOLOGIE
L’iperprolattinemia è il più comune disordine dell’asse
ipotalamo-ipofisi-gonadi. La sua prevalenza è bassa nella popolazione generale (0.4%), ma può
colpire fino al 9-17% delle donne con disordini riproduttivi. È più frequente in giovani donne rispetto
agli uomini. La sintomatologia nella donna prevede:
o Galattorrea (60-70%)
o Oligo-amenorrea
o Infertilità
o Calo della libido
o Riduzione tono umore
o Osteopenia/osteoporosi
o Aumentato rischio di fratture
o Cefalea
o Aumento ponderale
o Aumentata resistenza all'insulina,
o Riduzione della massa muscolare
o Iperandrogenismo/PCOS
Diagnosi: prolattina serica
In presenza di valori di PRL modicamente elevati, prima dell’esecuzione della RMN è
consigliabile confermare l’iperprolattinemia eseguendo tre determinazioni della PRL a
distanza di 10, 30 e 60 minuti dall’inserimento in vena di una ago-cannula con conseguente
infusione di soluzione fisiologica. Occorre sottolineare che lo stesso stress della puntura
venosa può essere responsabile di un modesto aumento dei livelli di PRL e che sono possibili
transitori incrementi ormonali spontanei. La diagnosi di iperprolattinemia potrà essere
confermata solo in presenza di valori costantemente elevati di PRL.
o L'ormone tiroideo (TSH)
È una glicoproteina e ha lo scopo di secrezione di ormoni tiroidei alla tiroide.
Il TSH stimola la sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei ed è controllato a sua volta dall’ormone
rilasciante tireotropina (TRH), ipotalamico. Il rilascio di TRH, a sua volta, dipende dai livelli ematici
degli ormoni tiroidei, che ne inibiscono la secrezione per feedback negativo.
La neuroipofisi secerne:
o L'ormone antidiuretico (ADH) o vasopressina
È un polipeptide e ha lo scopo di riassorbire l'acqua nei tubuli renali; quindi, partecipa alla regolazione
idrosalina ed osmotica dei liquidi extracellulari.
La vasopressina assieme al senso della sete mantiene l’osmolarità plasmatica entro limiti molto
ristretti (275-295 mOsm/L)
Promuove il riassorbimento renale di acqua (effetto antidiuretico). Circa il 10% dell’acqua filtrata è
riassorbibile solo grazie all’attività dell’ ADH. La ipersecrezione di ADH (ad es. dovuta a tumori)
(Sindrome da Inappropriata secrezione di ADH) provoca invece ipo-osmolarità plasmatica che può
arrivare ad uno stato di intossicazione da acqua dopo l’ingestione di grandi quantità di liquidi.
La mancanza di ADH o dei suoi recettori provoca la eliminazione di grandi quantità di urina diluita
(fino a 500-1000 ml/h), causando forte disidratazione, che viene detta diabete insipido (si è in
condizioni di iper-osmolarità).
Sindromi poliurico (produzione di grandi quantità di urine)-polidipsiche (sensazione di sete intensa
che porta all'ingestione di notevoli quantità di liquidi):
o Diabete insipido
Il diabete insipido è una sindrome caratterizzata dall'incapacità di concentrare le urine a
causa di una mancanza dell'azione dell'ormone antidiuretico in presenza di uno stimolo della
sete conservativo
Può essere:
o Generale: cioè un difetto di produzione di ormone antidiuretico o vasopressina
o Nefrogenico: cioè a una ridotta sensibilità dei reni all'azione dell'ormone
antidiuretico
Cause: malattie genetiche (a livello ipotalamico o renale) o acquisite (traumi o interventi
chirurgici)
Sintomi: sete eccessiva ed eccessiva produzione di urina
Conseguenze: disidratazione
Diagnosi: analisi del sangue (per escludere diabete mellito) e test di deprivazione idrica (o
test dell’assetamento)
Il paziente deve sospendere l’assunzione di acqua e/o bevande 2 h prima dell’inizio
del test e mantenere il digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente l’esecuzione
del test fino alle ore 16.00 del giorno stesso.
Il test deve essere immediatamente sospeso se il paziente manifesta segni di
disidratazione importante: ipotensione ortostatica o diminuzione del peso corporeo
superiore al 3%.
Diagnosi: test arginina con dosaggio copeptina (un glicopeptide co-secreto con la
vasopressina).
Trattamento: Desmopressina (forma di ADH ma con un’azione prolungata)
o Potomania
Si caratterizza per l’aumentata assunzione di acqua nonostante il mantenimento della
capacità di concentrare le urine
o Diabete insipido gestazionale
Produzione da parte della placenta di una proteasi (vasopressinasi) che aumenta il
catabolismo dell’ADH. Si verifica generalmente nel terzo trimestre di gravidanza. È
transitorio: scompare generalmente 4-6 settimane dopo il parto
o Ossitocina
È un polipeptide e ha lo scopo di indurre la contrazione della muscolatura liscia uterina durante il
parto e di eiezione del latte dalla mammella nella poppata
TIROIDE
La tiroide è localizzata al di sotto della laringe e anteriormente e bilateralmente alla trachea a livello del 2°-
3° anello tracheale. È costituita da 2 lobi laterali e da un istmo centrale che li congiunge.
Nell’adulto, la tiroide raggiunge un peso di circa 20 gr e presenta dimensioni variabile a seconda del sesso (M
> F) e dell’apporto nutrizionale di iodio.
L’unità funzionale è rappresentata dal follicolo tiroideo. Ciascun follicolo è delimitato da un epitelio cubico
semplice, i tireociti. Nella cavità delimitata dall’epitelio follicolare è racchiusa la colloide, sostanza gelatinosa
amorfa dove viene riversato il prodotto della secrezione dei tirocini, il cui principale costituente è una
proteina voluminosa di 660 KD: la tireoglobulina. Ciascuna molecola di tireoglobulina contiene 70 residui di
tiroxina che rappresentano i siti di organificazione dello iodio da cui prendono origine gli ormoni tiroidei.
Infatti, la tirosina viene dapprima iodata a monoiodiotirosina (MIT) e successivamente a diiodiotirosina (DIT)
ad opera dell’enzima Tireoperossidasi. L’accoppiamento di due residui di DIT da origine ad una molecola di
T4. La T3 è il risultato dell’accoppiamento di una molecola di MIT con una molecola di DIT.
MIT+DIT= Triiodotironina (T3)
DIT+DIT= Tetraiodotironina o tiroxina (T4)
I tireociti sono cellule differenziate che presentano una spiccata polarizzazione morfologica che permette
loro di assolvere all’attività complessa di captazione, ossidazione, e organificazione dello iodio, della sintesi
della tireoglobulina, del suo accumulo e infine della secrezione degli ormoni: T4 e T3.
Lungo la membrana basale dei tireociti è espresso il recettore del TSH. È inoltre presente il NIS (Sodium Iodide
Symporter), una glicoproteina che co-trasporta uno ione iodio (I-) e due ioni sodio (Na++) all’interno del
tireocita fruttando il gradiente elettrochimico della cellula mantenuto dall’enzima Na/K ATPasi. Lo iodio
veicolato all’interno della cellula viene indirizzato verso la membrana apicale dalla pendrina, proteina
transmembrana idrofobica la cui azione è quella di co-trasportatore cloro/iodio (cloruro entro la cellula e
ione iodio nel lume del follicolo). Sulla superficie apicale del tireocita è presente la perossidasi tiroidea,
enzima che ossida lo ione iodio. Una volta ossidato lo ione iodio si combina ai residui tirosinici della
tireoglogulina (organificazione dello iodio)
L’attività funzionale del follicolo tiroideo è condizionata da una parte dalla stimolazione da parte del TSH e
dall’altra parte dalla disponibilità dello iodio.
La T4 è un pro-ormone, in quanto l’effetto biologico viene esercitato dalla T3 che si lega al recettore specifico
denominato TRE (Thyroid Hormone Responsive Element). La T3 è derivata in massima parte dalla T4 che,
trasportata all’interno della cellula bersaglio, viene convertita a T3 da parte di una selenio proteina, la
desiodasi
La T3 Regola:
o La temperatura corporea
o Il metabolismo intermedio ed energetico-effetto catabolizzante
o La crescita e lo sviluppo somatico e neuropsichico
o La forza di contrazio