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AC.
- Punto di minimo che si ha per Q maggiori in AC per via sempre dei costi medi
fissi.
Graficamente i costi marginali uniti con gli altri due grafici come risultano?
Come si può osservare anche la curva dei costi marginali è influenzata pesantemente
dai rendimenti di scala:
- A sinistra del minimo di AVC si osservano costi marginali inferiori ai costi medi,
porta rendimenti crescenti. Viceversa a destra. Il punto Qm è il minimo costo
medio oltre che l’intersezione con la curva dei costi marginali.
Uniamo queste curve dei costi con quelle dei ricavi, come ottengo il massimo profitto
economico?
Analisi:
- Massimo profitto si ottiene quando la curva dei costi marginali(CM) interseca
quella dei ricavi marginali(ovvero il prezzo di un prodotto per via della
concorrenza perfetta).
- Minimizzazione dei costi medi totali si ottiene nel punto Qm ( non confondere
con altro grafico che è segnato con qmin) , tuttavia con una tale Q non
massimizzo i profitti; perché?
Conviene continuare a produrre perché un’unità aggiuntiva di prodotto mi fa
guadagnare, seppur di meno.
Possiamo evidenziare da qui anche la curva di offerta?
Sì, è il tratto crescente della curva dei costi marginali che rappresenta un insieme di
punti di ottimo al variare del prezzo.
Come si comportano tali curve nel lungo periodo?
Nel lungo periodo potendo ottimizzare l’attrezzatura produttiva si può ottenere per
ogni livello produttivo di Q il costo medio totale più basso;
quindi si prendono le varie curve di breve periodo ottimali di imprese di diversa
grandezza e si uniscono per ottenere una curva di inviluppo del costo medio di lungo
periodo; cosa porta? Si hanno rendimenti costanti in modo più facile.
Come si ottiene la perdita?
- Con ricavi medi inferiori a costi medi
- Quando il costo medio totale incontra la curva del costo marginale al di sotto
della minimizzazione dei costi medi totali. Perché?
Se osserviamo il profitto graficamente come la differenza tra l’area di ricavo
totale(0MAqe) e quella di costo totale(0NBqe)
A differenza del lungo periodo, nel breve periodo è diverso il punto di fuga?
Sì, si può andare anche al di sotto del punto di minimizzazione del costi medi totali
purché non si scenda al di sotto della minimizzazione dei costi medi variabili; perché?
Nel tratto della curva dei costi marginali tra le due curve, pur non andando a
guadagnare, stai rientrando in parte delle spese per il costo medio fisso.
Ampliamo per l’ultima volta; come si comportano tali curve con l’industria vista
come insieme di imprese che producono uno stesso prodotto?
- La curva di offerta delle industria è data dalle somme delle curve delle singole
imprese
- Nel lungo periodo possibilità di entrata di nuove imprese, come questo porta a
profitti nulli?
- Se c’è la possibilità di extra-profitto le imprese tenderanno ad entrare portando
la produzione a salire ed il prezzo a scendere
- Le nuove imprese entrano nel mercato fino a quando ci sta questo incentivo di
extra-profitto, una volta annullato tramite l’abbassamento dei prezzi ( per via di
un aumento di produzione) si arriva ad un punto di equilibrio a profitti nulli.
- Graficamente rispetto al punto di equilibrio delle imprese, fissato
sull’intersezione tra costi e ricavi marginali, per l’equilibrio a livello di industria
il prezzo si fissa sull’intersezione tra costi marginali e costi medi, pur rimanendo
col massimo profitto esso si annulla.
CAPITOLO 4
Approfondiamo il concetto di concorrenza perfetta che rappresenta nella realtà un
modello per cui ambire più che un esempio fattuale: (#N6)
- Dal punto di vista della domanda gli acquirenti non hanno potere di mercato.
- Dal punto di vista dell’offerta si ha concorrenza perfetta se i produttori sono
price takers.
- Ricordando che la curva di domanda ha lo scopo di massimizzare l’utilità della
scelta.
- Ricordando che la curva di offerta ha lo scopo di massimizzare il profitto.
- Ricordando che entrambe le curve sono insieme di massimi vincolanti.
- La curva di domanda complessiva è data dalla somma delle varie quantità
domandate dai singoli consumatori definiti come operatori atomistici.
- Stessa ragionamento adattabile con la curva di offerta.
Ottengo:
Il punto E è l’equilibrio tra prezzi inferiori per cui consumatori sarebbero disposti a
pagare di più (vi è concorrenza tra consumatori) e prezzi superiori per i quali i
produttori non riuscirebbero a vendere ( concorrenza tra produttori) , portando ad una
riduzione del prezzo.
Prezzo stabilito nel mercato concorrenziale gode di diverse caratteristiche:
- Informa produttori sulla richiesta del loro prodotto: infatti si osserva come la
sovranità del consumatore porti le imprese a fare scelte di marketing pur di non
sprecare.
- Minimizzazione delle spese: le imprese inefficienti con costi superiori ai prezzi
sono espulse dal mercato.
- Prezzo informa in modo gratuito chiunque riguardo scarsità o eccesso.
Cosicché il prezzo concorrenziale fornisce informazioni necessarie per le scelte più
adeguate per noi e il sistema in modo inconsapevole e invisibile. Tuttavia tale
equilibrio è limitato alla concorrenza perfetta di beni privati con scambi liberi.
Inoltre si arriva ad una allocazione di Pareto-ottima; cioè? Si ha una distribuzione delle
risorse tale che nessuno può migliorare senza danneggiare l’altro, tuttavia se ci sta
qualcuno che non produce (es. gravi disabilità) è necessario lo stato a redistribuire il
reddito, però in questo caso ci sta comunque il rischio di incontrare opportunisti.
Vi sono forme alternative a questa concorrenza perfetta? Sì, una è il monopolio:
come si genera? Ragioni legali, naturali o di scala
è il caso in cui vi sia una sola impresa in un’industria, cosicché essa possa decidere un
prezzo di mercato, mutato dalla concorrenza perfetta, in due modi diversi per poter
massimizzare i propri profitti.
- Fissi il prezzo di vendita e lascia determinare le quantità da produrre dalla
domanda del mercato.
- Fissi la quantità da produrre e lascia determinare alla domanda il prezzo per cui
vendere dal mercato.
Cosa porta questo?
Ad esempio all’aumento dell’offerta di produzione l’impresa decide di diminuire il
prezzo per convincere i consumatori a comprare una quantità maggiore.
I prezzi ai quali sono disposti a comprare i consumatori le varie quantità di prodotto
diminuisce all’aumentare della quantità prodotta dall’impresa per via della
diminuzione dei prezzi stessi(a pari quantità ma ho un prezzo più basso). Mentre in
concorrenza perfetta la curva di domanda non variava al cambiare della produzione.
(#N7)
quindi anche il ricavo marginale, quello medio ed il prezzo non coincidono più
all’aumentare della produzione; perché?
perché all’aumentare della produzione i prezzi si abbassano così da avere per ogni
unità addizionale un guadagno(ricavo marginale) inferiore.
Graficamente:
Analisi grafica confrontando con concorrenza perfetta(#N8):
- Retta del prezzo cala all’aumentare della quantità
- Retta dei ricavi marginali scissa da quella costi medi/ prezzo con pendenza
doppia.
- Nuovo punto di equilibrio nell’intersezione tra costi marginali e ricavi marginali.
- Il profitto totale è la differenza tra ricavo totale(area MAQe0 ) e il costo
totale(area NBQe0).
- Costi sociali del monopolio portano ad avere minori quantità di beni disponibili e
con un prezzo maggiore ( diminuzione della rendita).
Aumentiamo il realismo dei nostri modelli parziali con l’analisi dell’equilibrio
economico generale; cioè?
Lo studio delle relazioni tra i vari mercati considerando che il consumatore può
guardare anche i prezzi di altri beni e definire la convenienza relativa; ma anche il
produttore che considerando i costi- opportunità di investire in altri settori.
Pertanto, prezzi e quantità di equilibrio di ciascun bene dipendono non solo del prezzo
del bene in questione, ma dipendono anche dei prezzi di tutti gli altri beni.
Per osservare i legami tra più mercati bisogna introdurre il concetto di elasticità:
essa quantifica come reagiscono domanda e offerta ad una data variazione del prezzo;
e di base più si ha una curva di domanda/offerta orizzontale più si ha elasticità interna
ad un mercato e fra vari mercati.
Algebricamente? Rappresenta il rapporto fra la variazione percentuale della
domanda/offerta e la variazione percentuale del prezzo.
tipi di elasticità a seconda di tale rapporto:
- Se >1 si ha un’offerta elastica (cioè più orizzontale): piccola variazione di prezzo
corrisponde ampia variazione di offerta
- Se <1 si ha un’offerta rigida: al variare del prezzo corrisponde piccola variazione
di offerta
- Se =1 si ha elasticità unitaria con curve a spesa costante.
Da tenere di conto il fatto dell’affidabilità dell’elasticità nel lungo periodo per via di un
adattamento totale.
Introduciamo altri tipi di elasticità utili per definire il legame tra beni di diversi mercati
per osservare se essi siano complementari ( e<0) o sostituti( e>0).
Essa è l’elasticità incrociata della domanda che è data dal rapporto tra la reazione del
consumo di un bene alla variazione del prezzo di un altro bene.
Per ultimo l’elasticità al reddito della domanda che mostra la reazione della quantità
domandata al variare del reddito. ( tendenzialmente positiva fatta eccezione dei beni
di Giffen).
vediamo altre forme di mercato non perfettamente concorrenziale:
- Monopolio legale: se vi è una legge che pone una barriera esclusiva di
un’attività economica.
nel caso in cui tali barriere sono superabili si parla di oligopolio.
- Oligopolio concentrato: barriera all’entrata dato da un numero limitato di grossi
impianti.
- Oligopolio differenziato: barriera all’entrata sviluppata tramite la pubblicità che
porta a sviluppare un certo grado di fedeltà della propria clientela, derivante
dall’immagine speciale che si attribuisce
- Concorrenza imperfetta: simile all’oligopolio differenziato ma la barriera è data
da una miglior localizzazione con imprese molto più piccole.
- Monopsonio: unico acquirente a fronte di molti venditori
Tutte queste varie forme di mercato si confrontano fra loro ponendo come paragone la
concorrenza perfetta; perché?
- Ha i prezzi più bassi e l’offerta più alta in assoluto
- Alcun potere d