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Dimensioni aziendali e indicatori di valutazione

Le dimensioni di un'azienda possono essere valutate attraverso diversi indicatori:

  1. Numero dei dipendenti
  2. Fatturato (da considerare con cautela se confrontato tra aziende con diverso grado di integrazione verticale)
  3. Totale dell'attivo dello stato patrimoniale
  4. Ricavi delle vendite e delle prestazioni
  5. Dipendenti occupati in media durante l'esercizio

Un altro aspetto da considerare è il settore di appartenenza dell'azienda per poterla confrontare con altre imprese.

Pertanto, possiamo affermare che ci sono aspetti dimensionali di tipo:

  • Strutturale (giuridico-organizzativi): ad esempio, numero di prestatori di lavoro e loro gestione, capacità produttiva degli impianti
  • Operativo (effettiva attività svolta): ad esempio, quantità di produzione, ammontare delle vendite (volume d'affari-valore aggiunto)
  • Esterno (presenza sul mercato e relazioni con altre imprese)

È possibile utilizzare questi indicatori per valutare le dimensioni di un'azienda e confrontarla con altre nel mercato.

Un'altra suddivisione tra parametri QUANTITATIVI (fatturato, capitale proprio, numero dipendenti) e QUALITATIVI (tipo di direzione, rapporti con altre imprese, influenza sul mercato).

Si definisce GRANDE IMPRESA l'impresa che occupa più di 250 persone e presenta un fatturato superiore a 50 milioni di euro e realizza un totale di bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro. Per fatturato si intende l'importo netto del volume d'affari che comprende gli importi provenienti dalla vendita dei prodotti; per totale di bilancio si intende il totale dell'attivo patrimoniale; per occupati si intendono i dipendenti dell'impresa. La grande impresa possiede la forza di imporsi nell'ambiente economico circostante riuscendo a influenzare prezzi e quantità oggetto di negoziazione.

PICCOLA IMPRESA

Le piccole imprese sono caratterizzate da un basso numero di addetti, da un capitale investito limitato e da un vertice direzionale composto da uno o pochi.

base è l'insieme di elementi che determinano come un'azienda è organizzata e come le sue attività sono suddivise e coordinate. La struttura organizzativa può variare a seconda delle dimensioni e delle esigenze dell'impresa. Le piccole imprese, in particolare, hanno una struttura organizzativa semplice e flessibile. Di solito hanno pochi soci, spesso uniti da legami familiari, e sono gestite personalmente dai proprietari, che raramente sono affiancati da dirigenti professionisti. Questo tipo di struttura consente ai vertici aziendali di instaurare e mantenere contatti diretti con i propri dipendenti. Le caratteristiche principali delle piccole imprese sono: 1. Pochi soci, spesso uniti da legami familiari 2. Indipendente, non appartiene a gruppi economici 3. Livello tecnologico limitato 4. Detiene una quota relativamente piccola sul mercato di sbocco 5. Offre una gamma di prodotti limitata Nonostante la loro dimensione limitata, alcune piccole imprese riescono a mantenere la propria indipendenza grazie all'aumento della loro competitività. Tuttavia, molte piccole imprese sono instabili e non sono in grado di influire significativamente sul mercato. La struttura organizzativa può essere definita come la disposizione dei compiti, delle responsabilità e delle relazioni all'interno dell'azienda. Esistono diverse forme alternative di struttura organizzativa, tra cui la struttura funzionale e la struttura divisionale. La struttura funzionale organizza l'azienda in base alle funzioni svolte, come produzione, marketing, finanza, ecc. Questo tipo di struttura è adatta per le imprese che operano in un unico settore e che hanno bisogno di una forte specializzazione. La struttura divisionale organizza l'azienda in base alle divisioni o ai prodotti. Questo tipo di struttura è adatto per le imprese che operano in diversi settori o che hanno una gamma di prodotti diversificata. La struttura divisionale consente una maggiore autonomia e flessibilità per le diverse divisioni o prodotti. In conclusione, la struttura organizzativa di una piccola impresa dipende dalle sue caratteristiche e dalle sue esigenze. La scelta della struttura più adatta dipende dal tipo di attività svolta e dalle combinazioni economiche considerate più idonee.

base prevede un processo di progettazione, che consiste nell'assegnare in modo unitario e coordinato e secondo criteri di divisione del lavoro, l'insieme di compiti e responsabilità alle persone delle singole unità organizzative che formano gli organi aziendali, i quali vengono ordinati in una gerarchia.

L'impresa può scegliere tra quattro tipi di struttura organizzativa in base ai criteri di divisione e di coordinamento del lavoro.

La struttura elementare viene adottata da imprese di piccole dimensioni, che producono un solo tipo di bene. In questa struttura la funzione di governo economico e di direzione è affidata alla direzione generale, che influenza direttamente le unità operative/organizzative.

La struttura funzionale pura viene adottata da imprese di medie dimensioni, che presentano combinazioni economiche omogenee, ovvero che producono un solo tipo di bene o beni omogenei destinati a un unico mercato. Caratteristica: - adatta per

Produzioni moltospecializzate. Le aziende che adoperano questo tipo di struttura sono aziende monoprodotto.

È una struttura organizzativa articolata per funzioni, ossia coordinazioni parziali; distinguiamo tra funzione acquisti, funzione produzione e funzione vendite, ognuna delle quali comprende gli organi direttivi e esecutivi. Questa struttura prevede un direttore generale (responsabile massimo), sotto i proprietari vi è la governance (amministratori delegati) e sotto di essi ci sono gli organi operativi/esecutivi. Ho una direzione generale dalla quale dipendono le direzioni per funzione, che si devono individuare a seconda del tipo di impresa a cui vado ad adattare questo modello. Se ho un'impresa industriale - produzione, commercializzazione, ricerca e sviluppo. Essendoci livelli di tipo direttivo, questo modello ha dei costi più rilevanti rispetto alla struttura elementare. I costi dipendono dal personale che vado ad assumere.

(più qualificato/menoqualificato). Sotto gli organi direttivi, trovo organi operativi.

Vantaggi:

  • Alta specializzazione del personale con elevati rendimenti operativi, generalmente aziende monoprodotto.
  • Se devo parlare con qualcuno, non c’è un rapporto diretto ma necessità di passare dai livelli intermedi.
  • Creo economie di scala.

Svantaggi:

  • Le varie direzioni possono scontrarsi, in base agli obbiettivi dell’azienda, possono nascere conflitti tra obiettivi delle diverse direzioni.
  • Essendoci alta specializzazione può essere che l’impresa non sia aperta a nuovi prodotti, innovazioni.

STRUTTURA DIVISIONALE invece è tipica delle imprese che hanno combinazioni economiche disomogenee e che quindi producono beni destinati a mercati diversi. E’ una struttura mista. Anche se è mista la parte alta ha divisioni, generalmente la struttura divisionale divisioni per prodotti o per mercato. Sotto la divisione di prodotto abbiamo una struttura

di tipo funzionale. Infatti al vertice di ogni divisione vi è una direzione di divisione che è responsabile del risultato economico parziale relativo alla singola divisione. La singola divisione è poi suddivisa a un secondo livello di base funzionale, comprendenti sia gli organi direttivi sia operativi. Ogni divisione assume la caratteristica di una struttura a sé stante che progetta, realizza e commercializza la propria linea di prodotti o servizi.

Nella struttura divisionale abbiamo una parte funzionale ma avendo più divisioni, non c'è il vantaggio dell'economia di scala. Devo pagare la direzione del prodotto da cui dipendono i dirigenti delle singole direzioni. (questo per la parte funzionale nella struttura divisionale.

Nella struttura funzionale (sopra) c'è invece il vantaggio dell'economia di scala)

Difetti: - devo pagare diversi livelli di dirigenza. (ogni divisione ha un dirigente, che devo pagare) - anche qua

possono esserci conflitti tra le varie divisioni. Ognuno ha interesse per la propria. Vantaggi: Per il singolo prodotto avrò la massima specializzazione. Le economie di scala, scopo e transizione: a) le definizioni b) alcune esemplificazioni Per ECONOMIA DI SCALA si intende la riduzione del costo unitario, passando da un'entità produttiva minore ad una di maggiori proporzioni (maggiore la produzione minore il costo unitario). I costi unitari non sono tuttavia l'unica grandezza che varia al variare delle dimensioni. Le economie di scala, infatti, possono manifestarsi su diversi piani: 1. SUL PIANO TECNOLOGICO -> in questo caso le economie di scala sono legate alla diminuzione dei costi di produzione in seguito alla crescita delle dimensioni degli impianti. 2. SUL PIANO COMMERCIALE -> le economie di scala possono riguardare sia gli approvvigionamenti, avendo ad esempio un risparmio nei costi di spedizione o contratti favorevoli dovuti alle maggiori dimensioni.quantità acquistate; sia le vendite grazie alla pubblicità e alle nuove tecniche di vendita (marketing). 3. SUL PIANO FINANZIARIO -> Le economie di scala sono connesse alla riduzione nei costi di acquisizione dei capitali, ovvero la facilità e i minori oneri nel ricorso al credito bancario e a quello mercantile. Nel caso dell'autofinanziamento l'economia di scala finanziaria non si raggiunge tanto grazie alla dimensione, bensì grazie all'"età" dell'impresa, al ritmo di sviluppo e alla capacità di produrre utili lordi. 4. SUL PIANO DELLA RICERCA -> le imprese di maggiori dimensioni possono più facilmente permettersi di sostenere ricerche di una certa portata impiegando figure specializzate e impianti costosi. Grazie alle dimensioni le società maggiori possono dunque investire nella ricerca. Se la ricerca porta risultati positivi attraverso le economie di scala di produzione sarà più

semplice dare larga diffusione ai nuovi prodotti.

5. SUL PIANO MANAGERIALE ORGANIZZATIVO —> Le imprese di grandi dimensioni sono ingrado di attirare più facilmente figure dotate di elevate qualità manageriali e specialisti neivari settori di gestione.

Esempio: non voglio comprare un albergo quindi prendo in affitto una struttura alberghiera di100 camere. Se queste 100 camere vengono occupate per 365 giorni l’anno, vuol dire che ci saràun occupazione di 36500 camere. Il proprietario della struttura chiede come affitto 365 500all’anno, ovvero10 euro a camera con la massima occupazione. Se l’occupazione dell’albergo sidimezza, quindi se ci sono 50 camere occupate, il costo dell’affitto aumenta a 20 euro, sel’occupazione è 1/4 il costo dell’affido è 40 euro a camera. Questa è l’economia di scala —> piùaumenta l’occupazione dell’albergo, più diminuisce il

Il costo fisso dell'affitto della camera è determinante. Più camere vengono affittate all'anno, meno è il costo dell'affitto a camera e maggiore è il profitto di chi ha affittato la struttura.

ECONOMIE DI SCOPO O DI RAGGIO D'AZIONE. È un'economia di scala derivante dall'ampliamento del raggio d'azione dell'impresa. Le economie di scopo riguardano l'estensione dei confini dell'impresa, ovvero la capacità di integrazione dell'impresa con terze parti dell'impresa stessa. Pertanto, i vantaggi delle economie di scopo sono legati all'estensione orizzontale e alla diversificazione.

Il limite delle economie di scopo è la difficoltà di individuare i confini dell'impresa.

Esempio: un'impresa che produce prodotti per bambini in Europa decide di produrli anche per anziani e anche negli USA, quindi amplia il proprio raggio d'azione in questo caso territoriale. Quindi ogni volta che

un'impresa amplia il proprio raggio d'azione
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
18 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher grepontier di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Confalonieri Emanuela.