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ASPETTI SEMANTICI

Oltre agli aspetti linguistici ci sono aspetti, ovvero aspetti che si legano al significato evocato. Starbucks è un marchio di caffè, infatti, era in Moby Dick era un marinaio amante del caffè. Häagen-Dazs è una marca di gelato di alta qualità, un'azienda americana che voleva dare l'idea di un gelato di qualità nord-europea. Il nome scelto deve suscitare associazione di idee gradevoli. Se l'associazione è negativa, occorre cambiare nome.

ASPETTO EMOTIVO

Il nome non deve andare nella testa, ma nella pancia, nell'area delle emozioni, non se ne devono occupare gli ingegneri ma gli psicologi.

ASPETTI LEGALI

Es. Nutella si chiamava inizialmente Super Crema Gianduiotto, ma la legge vietava l'inserimento di prefissi "super", non andava bene anche dal punto di vista della competitività. Perché Nutella? Nut = nocciola. Anna: rivista che risale all'epoca del fascismo.

In precedenza si chiamava Lei, ma siccome il fascismo introdusse l'uso del VOI e non si poteva dare del Lei, dovettero modificare il nome.

Esistono società specializzate in naming. Attrezzi della creatività: le parole possono essere dei veri e propri strumenti utilizzabili per coltivare la creatività, è possibile utilizzare le parole nella formulazione della domanda/del problema, "read a page of the dictionary" ma anche le mappe mentali possono essere strumenti che contengono le parole di supporto alla creatività.

LEADERSHIP cambiamento

Creatività e innovazione come gruppo: la creatività e l'innovazione non sono un fatto individuale, ma un fatto di gruppo. L'idea nasce dall'incontro, dal dialogo, di coincidenze e serendipity che si realizzano nelle varie relazioni o interconnessioni che nessuno ha.

Innovazione è cambiamento, il mondo è...

Spesso avverso al nuovo. Il mondo che ci circonda pone ostacoli e freni al cambiamento. Hoffer ha scritto il testo "the ordeal of change" che racconta la storia di un signore che doveva passare dalla coltivazione dei piselli alla coltivazione dei fagiolini. Ne parla la Harvard Business School come un "calvario" del cambiamento, è durissimo soprattutto dal punto di vista psicologico perché vi sono tanti motivi che ci spaventano se dobbiamo cambiare.

Cosa ci spaventa nel cambiare?

  • Sbagliare
  • Trovare qualcosa che è peggio di quella conosciuta
  • Paura dell'ignoto
  • Paura di scoprire i propri limiti
  • ...

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"

"Sei sicuro?"

"Non ho alcun dubbio" - Luciano de Crescenzo

L'omologazione come freno al cambiamento quanto tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa.

Le patologie dell'innovazione

  • Ossessione di sbagliare
Paradosso di Icaro • Ricerca della perfezione I freni al cambiamento (creativity killer) • Il successo può essere negativo per il cambiamento, ci porta a pensare di essere già perfetti senza necessità di cambiare, crea questa presunzione che è come una gabbia in cui viene rinchiusa la capacità di cambiare. • Al contrario, ci porta a metterci in discussione e a comprendere che il cambiamento è prezioso, si cambia anche quando le cose vanno bene, bisogna sempre cercare di trovare modi nuovi per fare le cose. Se si cambia quando le cose vanno male potrebbe essere già troppo tardi per farlo. • L'abitudine, il fare sempre le medesime cose, ci dà sicurezza, ci fa star bene, ma ci porta sempre a fare le stesse identiche cose. In situazione di incertezza invece, ci porta a cambiare. • L'affetto determina protezione, ma non fa crescere. L'eccessivo affetto e l'eccessiva protezione, ad esempio, nei

Confronti dei figli blocca la loro crescita, la loro autonomia. Giulia Slaviero 68 crescita

Se vogliamo rimuovere il freno dell'affetto dobbiamo coltivare la visione del futuro e non essere troppo affezionati anche ai nostri prodotti.

  • Carpe diem può avere un risvolto negativo nel momento in cui ci si preoccupa solo del presente, senza considerare il futuro.
  • La rottura degli schemi infatti, è necessaria per suscitare il cambiamento.
  • L'opinione comune: es. non cambiare per il desiderio di omologarsi al gruppo di appartenenza; se ci si allontana dal gruppo si rompono gli schemi e i freni al cambiamento.
  • La rottura degli schemi infatti stimola il cambiamento, bisogna però avere coraggio, non è per tutti.
  • Conformismo: simile all'omologazione, ma in riferimento alla massa, ci si vuole uniformare alla massa. Ciò fa perdere l'identità.
  • Se ci concentriamo riusciamo ad uscire da questo freno.

Raffreddamento

capacità di sognare (quotidianità): è legata al carpe diem- vivere troppo la quotidianità e la routine senza immaginarsi il futuro raffredda la capacità di sognare. Avere un sogno, avere una chiara visione del futuro consente di avere energia e spinge a cambiare.

Leadership limitata (paternalismo): un paternalismo eccessivo è una leadership limitata, non diffonde l'entusiasmo, che è un motore del cambiamento, senza il quale è difficile cambiare.

Leadership autocratica (che valorizza il singolo individuo): è un altro stile che non promuove il cambiamento di gruppo e squadra, lavorare sul noi e sulla collaborazione è molto più efficace dal punto di vista del cambiamento.

Come superare i freni al cambiamento?

  1. Adottando il cambiamento come valore nell'organizzazione: cambiare sempre e ovunque, deve guidare i comportamenti dell'organizzazione.
  2. Continuando a sognare, far sì che il sogno sia diffuso all'interno
dell'organizzazione. tempo pensare: 3. Ritagliandosi del per difficile nelle organizzazioni dove la maggiorparte del tempo si agisce, senza dedicare tempo al pensare. squadra aziendale. 4. Costruire una emozioni 5. Guidando le persone non solo con tecniche, ma anche con le (intelligenzaemotiva, Goleman). Giulia Slaviero 69 Qual è l'elemento che fa si che tutte queste cose si realizzino all'internodell'organizzazione? serve un LEADER il leader consente di diffondere ilcambiamento come valore, l'entusiasmo, fa si che sipossa coltivare il sogno ecc. Non esiste una vera e propria definizione di leadership. Giulia Slaviero 70- La prima definizione enfatizza il concetto di GUIDARE leader come guida, non comanda.à Contiene anche il concetto di responsabilità, infatti si assume le responsabilità del propriogruppo di lavoro. Ma anche gli obiettivi, stimola la squadra per raggiungerli. - Nella seconda "ispirazione": il leaderdei tratti) vs come si comporta (stili di leadership). La teoria dei tratti si concentra sulle caratteristiche personali del leader che lo rendono adatto a guidare, come la personalità, l'intelligenza, la fiducia in sé stessi, la determinazione e la capacità di comunicare efficacemente. D'altra parte, la teoria degli stili di leadership si concentra sul comportamento del leader e su come questo influenzi il gruppo. Ci sono diversi stili di leadership, come autocratico, democratico, partecipativo e trasformazionale, ognuno dei quali ha un impatto diverso sulle persone che sono guidate.

dei tratti), cosa fa (stili di leadership)?

Opera pittorica: Promenade – Marc Chagall

Capacità di sognare e di ispirare gli altri a sognare

Film: Invictus (2009).

Giulia Slaviero 71

Il divertimento e il sorriso come leva motivazionale (vedi smiling management)

BISOGNI DELLE PERSONE E STILI DI LEADERSHIP

Non esiste un unico stile, un unico modello ideale che vada bene per tutti perché dipende dalle persone che si hanno di fronte, dai contesti che si presentano. Tenuto conto che ogni persona è differente dalle altre in termini di bisogni, aspettative ed emozioni e non diverse soltanto da persona a persona ma anche all’interno della persona stessa a seconda delle diverse fasi della vita organizzativa e personale

Giulia Slaviero 72

GLI STILI DI LEADERSHIP

  • Stile Coercitivo stile impositivo, non è proprio un leader ma un comandante che dà degli ordini. Non è motivante né coinvolgente. Può essere controproducente, abbatte

La motivazione delle persone e in qualche modo deprime il clima aziendale. In alcuni casi però può essere valido:

  • Stile Autorevole è poco efficace con colleghi esperti; è utile invece con chi è meno esperto e necessita di una guida. - Giulia Slaviero 73
  • Stile Coinvolgente l'aspetto negativo è che le persone potrebbero anche pensare che talmente tanta è l'apertura e il dialogo e la tolleranza che i risultati mediocri vanno bene lo stesso. Come fare? Occorre alternare questo tipo di stile a quello autorevole in modo tale che si stemperi la tendenza ad un'eccessiva libertà.
  • Stile Democratico: il coinvolgimento del collaboratore nella presa delle decisioni e nella definizione di obiettivi. - Giulia Slaviero 74
  • Apri-pista: tipo di stile molto esigente. È quello che è orientato all'eccellenza, fare le cose subito, velocemente (in fretta) e bene.
e la flessibilità e l'adattabilità come principi guida per il proprio approccio di leadership • Essere consapevoli delle diverse esigenze e preferenze dei collaboratori e adattare il proprio stile di leadership di conseguenza • Essere aperti al feedback e all'apprendimento continuo per migliorare le proprie capacità di leadership • Essere consapevoli dei propri punti di forza e delle aree di miglioramento e lavorare su di esse per diventare un leader più efficace • Essere disposti a prendere rischi e ad accettare gli insuccessi come parte del processo di crescita e sviluppo • Comunicare in modo chiaro e aperto con i collaboratori per creare un ambiente di fiducia e collaborazione • Essere empatici e comprensivi verso i collaboratori, riconoscendo e valorizzando i loro contributi • Essere in grado di adattarsi alle diverse situazioni e contesti, utilizzando gli stili di leadership appropriati in base alle esigenze specifiche • Essere un modello di comportamento positivo e ispiratore per i collaboratori, incoraggiandoli a dare il massimo e a raggiungere il loro pieno potenziale.
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Publisher
A.A. 2021-2022
93 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gslaviero98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Marketing e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Giaretta Elena.