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VE- PERDITE SU CREDITI ESERCIZI PRECEDENTI 2.000

VF- CREDITI VERSO CLIENTI 5.000

Gli esercizi precedenti devono essere specificati perché sono oneri straordinari non previsti.

Esercizio 3

È incassato, a mezzo c/c bancario, un credito verso clienti sorto nell’esercizio precedente. Il valore

nominale è pari a € 5.000. L’incasso avviene per € 4.000. Al 31.12 dell’anno precedente era stato

costituito un fondo svalutazione crediti specifico di € 3.000. 55

L'anno precedente l'azienda aveva costituito un fondo svalutazione specifico per il credito pari a

3.000€ (svalutazione specifica). Questo fondo esiste finché esiste il credito: quando il credito viene

cancellato dalla contabilità, anche il fondo deve essere eliminato*.

Valore di presumibile realizzo previsto al momento della costituzione del fondo = 5.000€ (credito) -

3.000€ (fondo) = 2.000€.

Valore effettivamente incassato alla scadenza = 4.000€.

La differenza tra ciò che l'azienda effettivamente incassa e ciò che si aspettava di incassare

rappresenta una sopravvenienza attiva pari a 2.000€.

La perdita sul credito è pari a 5.000€ (credito) - 4.000€ (incasso) = 1.000€: vengono utilizzati solo

1.000€ dei 3.000€ presenti nel fondo.

Quota di fondo svalutazione crediti non utilizzata = fondo stanziato (3.000€) - valore del credito

effettivamente non incassato (1.000€) = 2.000€. Questi 2.000€ devono essere eliminati dalla

contabilità insieme al credito.

INCASSO DI CREDITI V/CLIENTI

VF+ BANCA C/C 4.000

VF+ FONDO SVALUTAZIONE CREDITI 1.000

VF- CREDITI V/CLIENTI 5.000

Valore contabile del fondo svalutazione crediti dopo l'incasso del credito = 3.000€ - 1.000€ =

2.000€. È un fondo svalutazione specifico e deve essere chiuso insieme al credito.

STORNO DI FONDO SVALUTAZIONE CREDITI

VF+ FONDO SVALUTAZIONE CREDITI 2.000

VE+ SOPRAVVENIENZE ATTIVE 2.000

Esercizio 4

Nell’esercizio in corso si stralciano crediti verso clienti per partite sorte nell’esercizio stesso per

€ 4.000.

I crediti sono sorti nell'anno: non è stata ancora fatta la valutazione (viene fatta al 31.12 in chiusura

dell'esercizio) e il fondo svalutazione non è ancora stato creato.

Per rilevare la perdita su crediti sorti nello stesso esercizio bisogna registrare un costo: anche se

avessimo fondi svalutazione degli anni precedenti, non potremmo comunque utilizzarli perché

sono stati creati per crediti negli anni precedenti.

STRALCIO DI CREDITI V/CLIENTI

VE- PERDITE SU CREDITI 4.000

VF- CREDITI V/CLIENTI 4.000

* Se il fondo di svalutazione è di natura generica, l'eliminazione del credito non comporta

l'eliminazione del fondo. 56

RIMANENZE DI MAGAZZINO

ASPETTI TEORICI

Le rimanenze di magazzino sono disciplinate dal documento numero 13 dell'OIC e sono l'insieme

dei beni invenduti o inutilizzati nel processo produttivo alla data di chiusura dell'esercizio.

Le rimanenze sono delle scritture di assestamento che vengono fatte al 31.12 perché alla fine

dell'anno alcuni prodotti realizzati dall'azienda non sono ancora stati trasferiti nel magazzino del

cliente finale (i costi di questi beni invenduti non hanno trovato correlazione in ricavi e bisogna

rettificarli dai costi dell’esercizio) e alcune materie prime acquistate non sono ancora state vendute

sotto forma di prodotti al cliente finale (i costi di questi beni inutilizzati non hanno trovato

correlazione in ricavi e bisogna rettificarli dai costi di esercizio).

Tipologie di rimanenze in magazzino su cui l'azienda non ha svolto alcun processo produttivo:

1) materie prime, sussidiare e di consumo: sono materie prime acquistate in corso d'anno, ma

che non sono state utilizzate per realizzare prodotti;

2) semilavorati di acquisto: sono prodotti già lavorati dal fornitore che l'azienda andrà ad

assemblare all'interno del suo prodotto finito;

3) merci: sono beni che vengono acquistati dal fornitore e rivenduti così come sono senza

operare alcun processo produttivo (sono tipiche delle imprese commerciali).

Tipologie di rimanenze in magazzino sui cui l'azienda ha già svolto un processo produttivo:

1) prodotti finiti: sono output del processo produttivo che sono rimasti invenduti;

2) prodotti in corso di lavorazione: sono prodotti sui quali è iniziato il processo produttivo, ma

al 31.12 il processo non è ancora ultimato (sono prodotti in via di completamento);

3) semilavorati di produzione: sono prodotti finiti realizzati dall'azienda che verranno ceduti

ad altri clienti per essere inglobati nei loro prodotti.

VALUTAZIONE AI FINI DELL'ISCRIZIONE IN BILANCIO

Il criterio di valutazione viene fissato dal legislatore: è il minore tra il costo di acquisto o di

produzione e il valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato.

In sostanza le rimanenze di magazzino sono costi da rinviare al futuro, prudenzialmente svalutati

quando il valore di mercato raggiunga livelli inferiori.

Non abbiamo il valore contabile perché le rimanenze non sono iscritte in contabilità prima del

31.12: il momento della valutazione coincide con il momento dell'iscrizione in contabilità.

Il costo di acquisto è il costo sostenuto dall'azienda per acquistare e inserire nel magazzino le

rimanenze che non sono ancora state inserite nel processo produttivo.

Il costo di produzione è il costo sostenuto dall'azienda per trasformare gli input in output.

Il valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato è il valore corrente dei beni sul

mercato al momento della valutazione: per i prodotti finiti è il ricavo che l'azienda potrebbe

ottenere dalla cessione di quei prodotti; per le materie prime è il valore di riacquisto se l'azienda

volesse riacquisire la proprietà di quelle materie prime.

Gli amministratori devono identificare il valore minore: questa è un'altra applicazione del postulato

della prudenza estimativa. Bisogna essere prudenti nell'effettuare le stime dei valori di bilancio 57

perché le rimanenze di magazzino sono la posta sulla quale gli amministratori hanno ampi margini

di soggettività.

Il costo di acquisto viene utilizzato per le rimanenze che non hanno ancora subito un processo

produttivo di trasformazione chimico-fisica:

1) materie prime, sussidiarie e di consumo;

2) semilavorati di acquisto;

3) merci.

Il costo di produzione viene utilizzato per le rimanenze che hanno già subito un processo

produttivo di trasformazione chimico-fisica:

1) prodotti finiti;

2) prodotti in corso di lavorazione;

3) semilavorati di produzione.

Il costo di acquisto è dato da: prezzo di acquisto praticato da listino dal fornitore - eventuali

riduzioni del valore del costo di acquisto (resi, sconti commerciali, abbuoni e premi) + costi

accessori (costi che l'azienda sostiene per avere la disponibilità delle rimanenze nel luogo e nello

stato in cui si trovano al momento della valutazione: es. spese di trasporto, costi di stoccaggio e di

immagazzinaggio) - interessi impliciti (interessi che vengono praticati dal venditore in virtù della

dilazione concessa: non sono riportati in fattura come interessi, ma vengono portati ad incremento

del prezzo di acquisto dei beni acquistati).

Il costo di produzione è dato da: costi diretti industriali (costi relativi all'attività produttiva che

l'azienda sostiene esclusivamente per la realizzazione dei prodotti: es. materie prime, manodopera

diretta) + costi indiretti industriali (costi generali di produzione che l'azienda sostiene per tutte

linee di prodotto realizzate all'interno dell'azienda: es. ammortamento dei macchinari,

manodopera indiretta, ammortamento del capannone industriale) + eventuali oneri finanziari

(interessi che l'azienda ha pagato su finanziamenti acquisiti per realizzare la produzione di quei

prodotti: es. finanziamento per l'acquisto di un macchinario necessario per lo svolgimento della

produzione).

Le rimanenze al 31.12 sono date dalla differenza tra tutto ciò che è stato acquistato ed è entrato

nel magazzino e tutto ciò che è uscito dal magazzino per essere immesso nel processo produttivo.

Le rimanenze in magazzino possono essere:

1) beni infungibili: sono i beni insostituibili (non sono sostituibili con altri della stessa specie)

che possono essere identificati individualmente nel magazzino al 31.12 (es. quadri).

Il problema di determinazione del costo di acquisto non esiste perché si può risalire al costo

specifico, cioè al costo effettivamente sostenuto per l'acquisto di ogni unità di materia

presente in magazzino;

2) beni fungibili: sono i beni sostituibili che hanno tutti le stesse caratteristiche e non possono

essere distinti in base alla data di acquisto e al prezzo effettivamente sostenuto perché nel

magazzino sono un'entità unica (es. grano)

Se l'azienda non ha la possibilità di calcolare il costo specifico, il legislatore stabilisce delle

tecniche per approssimare il costo dei beni fungibili:

1) costo medio ponderato: valuta le rimanenze considerando la media dei prezzi di acquisto

58

dei beni ponderata per le quantità acquistate;

2) FIFO (primo ad entrare, primo ad uscire): quando si scaricano le materie dal magazzino

per rimetterle in produzione, vengono immesse prima le rimanenze acquistate per prime

all'inizio dell'anno. Al momento della valutazione, nel magazzino ci sono le rimanenze più

recenti acquistate per ultime;

3) LIFO (ultimo ad entrare, primo ad uscire): le ultime materie acquistate vengono immesse

per prime nel processo produttivo. Al momento della valutazione, nel magazzino ci sono le

rimanenze acquistate per prime.

Gli amministratori possono scegliere quale criterio utilizzare, ma le aziende funzionano

realmente con il criterio del FIFO: le materie prime molto deperibili devono essere immesse

immediatamente nel processo produttivo.

Il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato per le rimanenze di materie prime

è il valore di riacquisto.

Il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato per le rimanenze di prodotti è

dato da: stima del prezzo di vendita delle merci e dei prodotti finiti nel corso della normale

gestione (dobbiamo prendere un prezzo medio di periodo: il prezzo non può riflettere situazioni

contingenti del 31.12, ma deve essere un prezzo rappresentativo dell'andamento nel corso di tutto

l'anno) - eventuali costi di completamento (costi che l'azienda presume di dover sostenere per

ultimare il processo produttivo) - eventuali costi diretti di vendita (costi che l'azienda deve

sostenere per trasferire i

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
143 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pandinho30 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Contabilità e bilancio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Gatti Marco.