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L’ARCHITETTURA È UNA COSTRUZIONE MA NON ESAURISCE CON ESSA
7. Definizione di architettura di Mies Van der Rohe: “L’architettura coincide con la costruzione,
portata ad espressione esatta“ (È espressione di un mondo). Definizione di architettura di
Schopenhauer: “Tutto il potere espressivo dell’archiettura consiste in una cosa: il dramma fra il
carico e il sostegno” (ovvero l’architettura è la messa in scena di questo rapporto).
Appunti di Composizione 3 3
Vittorio Gregotti _ Dieci buoni consigli
Editoriale, “Casabella” n. 516, settembre 1985. Vittorio Gregotti è uno dei maggiori architetti del
dopoguerra. Fra i suoi progetti:
Ristrutturazione stadio di Genova
• Teatro Arcinboldi, Milano
• Stadio a Marrakesh, Marocco
• visto come Per andare da punto A ad punto B bisogna scegliere
Progetto percorso cittadino.
percorso, che generalmente non è rettilineo, che dipende da molti fattori: trama delle strade, mezzi di
comunicazione (bicicletta, tram, a piedi, auto), risorse, impedimenti (pioggia, vento, sole). Ad un
concorso partecipano in molti e la soluzione, non a caso, non è mai la stessa. Questo perché la
soluzione non è mai univoca, il risultato per forza di cose non è mai lo stesso. Percorso piò essere la
minima distanza o una passeggiata che può aumentare l’utilità del percorso stesso.
Secondo Gregotti la riflessione teorica è il fondamento concreto del progetto di oggi, ricavabile con la
lettura delle regole e dei principi che nascono dalla situazione specifica con l’esperienza e la
tradizione. Regole compositive a priori, modelli di stile, appello legittimante alla progressività del
progetto non sono più in grado di garantire delle guide indipendenti dalla specificità contestuale.
Ovvero il contesto è l’unico che può dettare regole sul progetto. Il contesto è fisico ma anche sociale,
economico, politico, cioè l’ambiente in cui il progettista opera. L’architettura deve dare risposte
concrete in termini di spazio e forma alle necessità alle necessità della persona. Le situazioni sono
sempre diverse in continuo cambiamento.
Non bisogna neanche ignorare ragioni tecniche, economiche, distibutive, di dettaglio costruttivo ed i
procedimenti razionali che devono avvenire entro limiti contestuali.
Il confronto fra le varie opzioni progettuali, anche da parte dello stesso progettista, è l’elemento che fa
avanzare il progetto stesso. Il progettista deve essere autocritico, in grado di vedere all’interno di una
soluzione dei lati deboli ed elementi non risolti ed a partire da questi proporre una nuova e migliore
soluzione.
1. “Cercate di non essere originali, né tanto meno “artisti” per volontà a priori: poiché il nostro
obiettivo è di lunga durata, dobbiamo fare le cose che appaiono come fossero sempre state.
Questa operazione non si può pensare che sia in qualche modo naturale; al contrario essa è
conquistata con un lungo e tenace lavoro creativo.”
complesso
2. Bisogna stare lontani da usare un linguaggio a priori, è una cosa che viene dopo.
(Non ci sono linguaggi a priori)
3. “Non bisogna farsi illusioni né sul valore “universale” delle nostre teorie né sulla trasferibilità di
modelli e metodi. da ricercare. Pratica e teoria sono due
Ogni caso offre una verità specifica
facce del progetto indispensabili.”
Quando si studia un grande maestro la cosa più importante non è la soluzione ma il modus
operandi, ovvero come si è arrivati a quella soluzione.
(Le teorie dell’architettura non sono valide per tutti i tempi e tutti i luoghi)
Appunti di Composizione 3 4
4. “La la geografia del sito come modo di essere fisico della sua
verità specifica è quella del sito:
storia, è ciò che, limitando, permette di agire. Utilizzare questa storia significa mettere insieme la
collezione dei reperti del sito, come parco limitato di materiali privilegiati per il progetto specifico.”
(Il progetto va impostato entro quei limiti del sito)
5. “Se la verità da mettere in opera è quella del sito vuol dire che lo spazio non è infinitamente
divisibile in modo isotropo come spazio economico e tecnico. Quindi non solo le differenze sono
valori, ma progettare significa modificare le regole della nostra appartenenza riconoscendole. Dico
spesso che il progetto proviene dalla tradizione del mestiere e dalle regole della disciplina ma che
solo lo scontro con il sito dà concretezza al progetto. Il sito non è il caratteristico né va confuso
col suo corrispettivo letterario, in cui discioglie la disciplina. Ma il valore del progetto è la qualità del
modo di riconoscere oggi l’impossibilità di ogni coincidenza naturale con il sito e la misura della
distanza da esso. La qualità architettonica è la qualità della non coincidenza.”
(Nel sito ci possono essere differenze, bisogna agire su anisotropie, bisogna essere in grado di
leggere le differenze, esse permettono di progettare in maniera corretta)
6. “Non vi sono dettagli nella costruzione: non crediate di potere impunemente lasciare ad altri
decidere aspetti apparentemente secondari del progetto. La nostra società è troppo divergente
per sperare in una soluzione automaticamente concorde nelle interpretazioni, rispetto alle
intenzioni di progetto.” (I dettagli sono quelli che contraddistinguono un progetto, l’organismo
edilizio è un insieme di dettagli che devono funzionare insieme. Il dettaglio può qualificare
positivamente o negativamente il progetto)
7. “Da quando i veri storici ci hanno abbandonato si è aperta un’orgia antropofaga di storia, una
storia vissuta molto superficialmente e per quanto essa è divenuta il luogo della nostra
legittimazione anziché il campo dei nostri conflitti”
(La storia dobbiamo lasciarla fare agli storici, non dobbiamo piegare la storia alle nostre esigenze.
Serve conoscere la storia per interpretarla, non per trasportare un’antica soluzione ad oggi. La
storia non deve influenzare l’operato del progettista, essa deve essere elemento di conoscenza)
8. “L’architettura non è una tecnica ma un insieme di tecniche. Bisogna conoscerle ed esercitarsi
continuamente con esse, e con il loro rinnovamento. Ma le tecniche devono sempre stare alle
nostre spalle, o sotto i nostri piedi come fondamenta; mai davanti a noi come modello.”
(La tecnica deve essere conosciuta ma non usata come tecnica progettuale)
9. “Le regole sono importanti: bisogna sempre cercare di costruire un linguaggio comune e un modo
di trasmettere la disciplina comprensibile; purtroppo questo di oggi è un mondo difficile per le
regole; spesso esse emanate con troppa sicurezza, divengono semplicemente la carrozzeria che
ricopre le nostre contraddizioni”
(Le regole esterne all’architettura, es. regolamenti edilizi)
10. “Il mio consiglio più importante è: quando fate architettura fate meno rumore possibile. Ciò si
ottiene con l’attenzione e la pazienza, senza dimenticare mai che l’architettura è un lavoro. Regola
principale per chi si mette a progettare, fare silenzio attomo per essere più attenti.”
(Non farsi influenzare da chi alza la voce)
Appunti di Composizione 3 5
Adolf Loos (1870 - 1933)
Nasce 15 anni prima dei grandi maestri dell’architettura moderna (Le Corbusier, Gropius, Van der
Rohe). Appartiere quindi ad una generazione precedente.
La generazione dei grandi architetti decide che il linguaggio dell’architettura moderna non va ricercato
nell’architettura del passato (es. eclettismo di inizio 1800), ma va ricercato nelle avanguardie artistiche
(pittura costruttivista, pittura cubista) come farà il Bauhaus. Loos viene prima di questi architetti, è uno
degli ultimi maestri che lavorano sul concetto di tradizione e classicità. Loos è contemporaneo di
Freud e Einstein, capire il contesto storico, economico e sociale è fondamentale. Loos si pone in un
periodo di grande cambiamento.
Adolf Loos non viene da una famiglia di architetti, vive a Vienna, arriva abbastanza tardi a fare
l’architetto, ci arriva da autodidatta (non ha fatto un corso di studi) ma coglie benissimo lo spirito del
tempo.
Scrive La sua riflessione ruota attorno a 3 grandi temi:
Parole nel vuoto.
1. Rapporto con la costruzione – rapporto tra forme
2. Rapporto architettura – città
3. Rapporto architettura – tradizione
Un suo famoso scritto è – in cui discute del rapporto delle forme dell’architettura
Ornamento e diritto
con i materiali. Loos fu direttore di rivista che ha come sottotitolo rivista per l’introduzione
Die Fackel
della società occidentale in Austria.
Importante il rapporto con grande tradizione dell’artigianato – cultura della popolazione di lingua
tedesca. Tema centrale su cui Gropius costruisce il Bauhaus.
Si va incontro ad un’industrializzazione delle altri e quindi del processo di costruzione dell’architettura.
Ci saranno delle conseguenze estremamente rilevanti sul linguaggio dell’architettura fra i quali
l’abbandono (sul quale verrà costruito il linguaggio dell’architettura moderna). Il
dell’ornamento
mondo moderno esclude l’ornamento perché processi esclusi dai processi dell’industria e dell’edilizia,
motivazione meramente economica. Loos proclama la morte dell’ornamento, e la sua consistenza
quasi immorale (Sembra a prima vista ci sia una contraddizione fra questa posizione e la sua
produzione architettonica, che però è solo apparente).
Inizia la sua carriera a 33 anni con Villa Karma (1904-1906). Il retro riprende alcuni temi
dell’architettura classica. Al monolite bianco si contrappone il suo interno.
Morte dell’ornamento si capisce quindi che significa che il materiale va usato per quello che è.
Quando il materiale viene usato in questo modo è utilizzato propriamente e non è quindi ornamento.
Opera decisiva per la sua carriera è (1909-1911) piazza che da
Looshaus sulla Michaelerplatz
accesso a palazzo imperiale degli Asburgo centro monumentale della città (Vienna). Costruito con
fronte di marmo alpino verde, al di sopra parete bianca ritmata da finestre.
Appunti di Composizione 3 6
Desterà scandalo perché privo di decorazione al piano nobile. Viene processato per oltraggio alla città
di Vienna, viene condannato a decorare questa facciata bianca. Attacca quindi vasi da fiori sulla
facciata. Questo edifico si pone su lotto estremamente irregolare e complicato, Loos compie