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ESEMPI:

Sull'Attico dell'arco di Costantino, è presente un rilievo che Costantino recupera da un

monumento di Traiano, recuperare alcune scene icastiche gli serviva a collegare la

propria politica a quella di Traiano, dell'optimus princeps per antonomasia. Sulla scena

c'è Traiano che vince sui Daci, ritratto che viene poi trasformato in quello di Costantino.

La scena di battaglia, con l'affermazione del capo militare a cavallo che attraversa l'arte

romana, è una chiara ripresa di un modello che ha una precisa collocazione nell'arte

greca, ossia Alessandro Magno, il quale affidava la riproduzione della propria immagine

solo a pochissimi, in scultura a Lisippo, in pittura ad Apelle. Questo modello viene

ripreso con l'intento di collegare il proprio profilo alle virtù riconosciute ad Alessandro

Magno. Gli stessi autori ellenistici parlano di Imitatio Alexandri.

Uno dei primi a Roma è Quinto Cecilio Metello Macedonico che guida la conquista della

Macedonia e che introduce nella pratica romana il collegamento di nuove personalità

con Alessandro Magno, tanto da portare dalla Grecia, la scultura di Alessandro Magno a

cavallo nel Porticus Metelli.

Il modello iconografico era chiaro e viene ripreso in molti momenti della cultura

romana, e adattato alle esigenze comunicative di ognuno di questi momenti, per

rappresentare alcuni valori omogenei, come la virtù militare per imporre il proprio

dominio. Così fanno alcuni condottieri della tarda età repubblicana e alcuni principes

dell'età imperiale.

Un esempio può essere quello dell'Ara Pacis, Holscher è il primo che legge l'ara pacis

come un sistema comunicativo, alla maniera di un discorso fatto con le immagini, che

prende citazioni da periodi diversi dell'arte greca. Ad ogni motivo dell'arte greca è

affidato un significato nuovo, insieme questi diversi motivi formano un discorso del

tutto nuovo che serve a presentare al mondo Augusto come iniziatore di una nuova era,

l'era di questa pax aurea, appunto, che l'altare celebra.

Sul fregio dell'ara pacis è raffigurata la processione di dedica dell'altare, legata al

trionfo di Augusto (rappresentazione di un fatto storico, avvenuto nel 9 a.C.), il modello

è il fregio del Partenone. Augusto aveva una forte considerazione dell'arte classica, cioè

del V secolo a.C., usa, quindi, questo modello per rappresentare la solennità di alcune

cerimonie di stato, che non hanno senso nel mondo greco, in cui erano rappresentate

figure mitologiche. I romani usano questo modello, invece, per rappresentare un fatto

storico.

In un'altra scena, è raffigurato Enea che sacrifica ai penati, appena approda sulle coste

del Lazio, il modello è nell'arte della fine del IV- III secolo a.C., ossia le scene bucoliche

sacrali dell'età ellenistica, in cui c'è spazio per il paesaggio.

Nella scena dell'interno dell'ara pacis, il sacrificio sull'altare (condotto sulla stessa ara),

si vedono chiaramente un suino, un bovino e un ovino. Spesso si è detto che questa

scena venisse dalla tradizione italica, non dalla Grecia. Ma non è così, sappiamo che

questo tipo di rappresentazione, con le figure giustapposte, rappresentazione

"paratattica", viene dalla scultura della fine del IV secolo a.C. È emblematica, a questo

proposito, il rilievo alla base di Atarbos per la vittoria del coro nel 325 a.C.

L'ara pacis, con la sua pluralità di livelli, è un'ottima pietra di paragone per stabilire fino

a che punto possiamo afferrare la maestria e la flessibilità dei romani nella ripresa dei

modelli.

Un altro degli studiosi della stessa scuola dell'arte semantizzata è Paul Zanker, ancora

attivo oggi. Per comprendere come i diversi fruitori potevano comprendere il significato

delle immagini, bisogna cercare di ricostruire anche la situazione in cui l'opera d'arte

era vista e fruita, il colore presente sulle superfici, l'illuminazione degli spazi che

accoglievano l'opera (difficile da ricostruire), la posizione/distanza dall'osservatore. È

grazie agli studi di Zanker che abbiamo aggiunto l'attenzione a questi aspetti. Zanker

risente di quella tendenza di studi che chiamiamo visual studies. Per comprendere il

valore del fregio dell'ara pacis, bisogna immaginare com'era percepito all'epoca: oggi

emergono fiori molto piccoli rispetto alla superficie, ma in passato i fiori erano

l'elemento più colorato e risaltavano molto di più. La percezione è completamente

diversa.

Altra citazione del classicismo di Augusto (modelli ripresi da diversi ambiti dell'arte

greca): L'Augusto di Prima Porta (statua ritratto di Augusto) ha un modello che è

espressamente citato: il Doriforo di Policleto, l'unica differenza è il braccio, che, nel

modello del Doriforo è a riposo disteso, qui invece è sollevato nel gesto di richiamare e

incitare i soldati (adlocutio).

PROTOSTORIA: orientamento topografico

Qual è l'ambiente naturale in cui si sviluppa questa grande entità che è Roma?

L'ambiente naturale di Roma ha condizionato tutto sin dall'inizio, perché si trattava di

un ambiente molto irregolare, in seguito, ci sono stati una serie di livellamenti che

hanno attutito l'irregolarità iniziale. Si trattava di un'area con una serie di alture

intervallate da quelle che i geologi chiamano vallecole, in cui si concentravano riserve

idriche e zone umide, perché pioveva molto di più e in modo molto più regolare di

quanto piove oggi. Questa maggiore incidenza di precipitazioni portava a numerose

esondazioni del fiume Tevere. Quest'area, dove c'erano allagamenti, verrà bonificata ed

è quella dove sorgerà il foro romano. Alcune zone, però, rimanevano paludose, una delle

quali è la palus caprae, che è al centro di quello che poi diverrà il Campo Marzio. Altra

zona di antiche esondazioni è la vallis murcia, dove poi sorgerà il Circo Massimo.

Le testimonianze più antiche risalgono alla metà del secondo millennio a. C. (età del

bronzo medio 1500 a.C.). Vi sono nuclei sparsi di capanne, ciascuno con la propria

necropoli, dove venivano sepolti i defunti di quel clan. I nuclei riconosciuti

archeologicamente si collocano nella zona del Campidoglio, sulle pendici settentrionali

dove si abbassava l'altura che aveva due vette, che gli antichi chiamavano Cermalus e

Palatium (quello che noi oggi chiamiamo Palatino), nella zona del Quirinale, quindi a

nord di questo proto insediamento. Questo primo insediamento, in questi tre nuclei

principali, dura fino alla prima metà del X secolo a. C. (età del ferro). A partire da questa

fase viene riconosciuta in questa zona la cultura laziale, che non interessa solo Roma,

ma anche la zona a sud di Roma, fino al confine con l'odierna Campania. Il discrimine

era nella zona dove poi sorgeranno Veio e Cere, dove abbiamo quella che i protostoristi

chiamano cultura villanoviana, che dopo l'età del ferro, diventerà cultura etrusca. Le

differenze tra le due culture rimandano soprattutto al rituale funerario.

Nei periodi IIA e IIB dell'età del ferro (925-825 a.C.), i nuclei si uniscono in un'entità

unica, restando nuclei di abitato separati, intervallati da aree libere, ma che si

organizzano in maniera comune. Quindi abbiamo il primo abitato unificato nell'area di

Roma, si parla di centro proto urbano (NON è la prima città, ma la situazione subito

precedente la fondazione della prima urbs), che aveva un'estensione calcolata di 150,

massimo 200 ettari (è un'enormità per l'epoca, è più di qualunque abitato organizzato

di ambito etrusco).

Le aree che rientrano nel centro protourbano sono i 7 montes e i 4 colles della

tradizione mitostorica che gli autori antichi riportano. I montes sono quelli che per gli

antichi avevano l'altezza maggiore: le due cime del Palatino (Cermalus e Palatium), il

Caelus, la Velia (che fu spianata per l'apertura di via dei Fori imperiali), le tre vette

dell'Esquilino, cioè il Cispius, il colle Oppio (che per i romani era un mons) e il Fagutal.

Invece, i colles sono Quirinalis, Viminalis, Salutaris e Latiaris. Le aree libere servivano

alla coltivazione, alle riserve di legame, alle aree estrattive dell'argilla o del tufo (prima

pietra usata per alcune parti degli edifici).

LA FONDAZIONE DI ROMA

Si tratta di comunità a carattere tribale, la cui organizzazione trova un riscontro nella

tradizione letteraria che parla di curie. Ogni nucleo era organizzato in una curia, che

aveva dinamiche di organizzazione condivisa. In questo contesto si colloca l'evento

cruciale che è la fondazione di Roma, che le fonti letterarie collocano nel 753 a.C. Ci

sono degli autori, ad esempio Livio, Tacito che individuano anche il giorno, il cosiddetto

dies natalis, fissato al 21 di aprile.

La fondazione, sulla base della letteratura e dell'archeologia, si colloca sul Palatino, area

che in realtà si estende su due dei montes antichi, il Palatius e il Caermalus. Questa

fondazione palatina va di pari passo con altri fenomeni, e cioè il fatto che a questo

abitato protourbano, si aggiunge l'area che corrisponde ad altre due alture, il Capitolium

e l'Arx. In più viene aggiunto all'abitato un altro spazio cruciale, la vallecola tra le

pendici nord del Palatino e le pendici sud della Velia. Se è vero che la fondazione con le

prime mura interessa il Palatino, è anche vero che questi spazi non fortificati, che

restano fuori dalle mura, sono quelli in cui si pongono i luoghi pubblici più importanti.

Una zona si fortifica, perché acquisisce uno statuto particolare di controllo, ma l'abitato

non si disgrega, continua a funzionare ed individua un centro di potere particolare nella

zona che si fortifica e prende il nome di urbs, ma controlla tutto l'abitato, anche ciò che

era al di fuori delle mura. I luoghi collettivi più importanti sono controllati dall'urbs del

Palatino, ma sono frequentati da tutti coloro degli altri nuclei non fortificati, che

occupano l'area protourbana. In questa zona, infatti, si collocano i culti, l'Arx e il

Capitolium sono i luoghi in cui si fondano i culti identitari. Siccome questa zona resta

sempre sede di culti, l'Arx finisce per diventare nel corso dei secoli il luogo più alto

destinato ai culti della città. Quando Roma comincerà a fondare nuove colonie in Italia,

verrà sempre individuata un arx per i culti cittadini. Mentre la valle tra Palatino e Velia

ospiterà il Foro.

La fondazione quindi riguarda non solo l'area palatina, che è

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alison1989 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell’arte romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Mastrocinque Gianluca.