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Lo stereotipo del malandro della favela in Brasile
USA.Eshù incarna la figura del malandro della favela, che è il protagonista della poetica del samba e viene anche rappresentato in un cartone di Walt Disney nel personaggio di José Carioca. Al Brasile è associato uno stereotipo molto presente, perché creato strategicamente e consapevolmente. L’identità viene accentuata tramite una strategia costruita, quindi anche lo stereotipo meticcio viene costruito. Le opere intellettuali vengono presentate come frutto di una rielaborazione locale e documenti di una costruzione identitaria volontaria.
L’elogio e la rappresentazione positiva del meticciato porta a un’edulcorazione dei toni, tramite testi che parlano di un ammorbidimento delle tensioni e di un’inevitabilità di certi atteggiamenti come storicamente determinati da una situazione originaria in cui lo schiavo è abituato a essere dipendente. Ad esempio, la corruzione è un atteggiamento che porta a un
Collegamento con la forma di dipendenza della schiavità. Allo stesso modo, affidarsi a un dittatore o a un capocarismatico viene presentato come inevitabile in un paese incapace di elaborare una forma di democrazia compiuta e un senso di cittadinanza. I comportamenti attuali vengono tradotti con comportamenti che hanno origine nelle piantagioni, visto che quello è il luogo dove si forma la realtà meticcia e che quindi è responsabile di questioni che si protraggono anche oggi. Viene continuamente riportata la relazione padrone-schiavo, casa grande-mezz’ala. Le tappe della storia brasiliana sembrano sempre tornare.
La prima cosa che viene fatta per dimostrare di essere parte del primo mondo è organizzare i mondiali di calcio del 1942 al Maracanà. Della sconfitta, tuttavia, vengono incolpati due giocatori afrodiscendenti. Ciò riporta alla luce una situazione di razzismo che le vicende precedenti sembravano aver riscattato e che si pensava allontanato.
Questi elementi rallentano la riconoscibilità del Brasile come paese del primo mondo.
Nel 1958 si assiste all'esordio della bossanova, che è una corrente musicale e culturale che diventa anche un modo di essere e di vivere. Si tratta dell'idea esistenziale di un gruppo che vive in un quartiere di Rio de Janeiro esclusivo dal punto di vista intellettuale, ovvero Ipanema. Le canzoni della bossanova, tra le quali A garota de Ipanema, diventano importanti per la musica mondiale e a New York incontrano il jazz di Frank Sinatra, che propone la sua versione della canzone proiettando il mondo intero in quel contesto.
Nel 1964 inizia la dittatura militare. Nel 1960 sorge Brasilia, su volontà del governatore Juscellino Kubitshek, che intende riequilibrare il sovrappopolamento delle coste costruendo una grande città nell'interno. Brasilia viene realizzata dall'architetto Oscar Niemeyer e la costruzione di questa città, insieme all'idea della
costruzione della trans-amazzonica, rappresenta anche una sfida del Brasile con sé stesso. La dittatura porta a torture e arresti di dissidenti e studenti, ma la narrazione storica odierna la giustifica come male necessario in un paese che non ha coscienza civile e che fa meglio a delegare a qualcuno. Ipanema, ospita un fermento di intellettuali che riescono a far penetrare un pensiero simbolico e rivoluzionario, tramite il valore dell'arte e dei simboli nazionali che prescindono da quelli delle dittature e rimandano a un sincretismo. Nel 1958, il film Orfeo negro ottiene un premio al festival di Cannes. Esso trasporta il mito di Orfeo ed Euridice nelle favelas durante il carnevale. Attraverso questo film, le immagini di Rio arrivano in Europa e vengono premiate, mentre fino a quel momento se ne sapeva poco e quel poco era considerato poco rilevante. Sempre nel 1958, Jorge Amado pubblica Garofano e cannella, la cui protagonista è Gabriela, un'immigrata dal nord che si.ferma nella zona di Bahia. Del romanzo viene prodotta una trasposizione cinematografica italiana con Sonia Braga e Marcello Mastroianni, facendo diventare Gabriela un fenomeno internazionale e un simbolo del Brasile che conquista così la civiltà. Nel 1968, durante la dittatura, è in atto una forte repressione e vengono ritirati i diritti civili. Nel 1970, il Brasile vince i mondiali di calcio e la propaganda relativa è sintomatica di una riflessione sull'identità. L'intellettuale brasiliano è tipicamente un personaggio non elitario e radicato nelle passioni del popolo (calcio, carnevale, candomblé), non c'è il distacco dell'intellettuale europeo. Ad esempio, l'allenatore della squadra di calcio era un intellettuale comunista, per questo viene dismesso poco prima del mondiale perché il dittatore voleva imporre la formazione della squadra. Questa cade quindi in mano a uno staff di militari, checonferisce un'impostazione militaresca, che contrasta con l'immaginario di una squadra poetica e avulsa dal contesto militare. La pubblicistica che racconta quel periodo cita: "Brasile amalo o lascialo". Migrazione La questione della migrazione soffre della tara dell'ideologia, poiché ogni narrazione sul tema è ideologizzata. Il fenomeno ha una natura multidimensionale, perché non è formato solo dal fattore economico e sociale/di sicurezza nazionale. Non si tratta solo di un fenomeno che determina le politiche del paese, ma racchiude più dimensioni e va affrontato da una visuale complessiva, che valuti non solo pro e contro, poiché ha una portata che ha a che vedere con molti aspetti del cambiamento sociale. Le migrazioni consistono nello spostamento da un luogo all'altro di un gruppo di persone o di intere popolazioni e possono avere carattere permanente o temporaneo. Molti migranti storici, pensavano a una migrazione temporanea,Ma molti sono poi rimasti. Vengono distinti i rifugiati dai migranti economici, ma si tratta di una distinzione debole, perché dov'è la differenza tra chi scappa dalla persecuzione e chi scappa dalla fame con l'aspirazione di migliorare la propria vita? Le domande principali circa la migrazione sono:- Cosa spinge a migrare?
- Chi sono i migranti rispetto alla popolazione?
- Quali effetti producono i migranti sulla popolazione d'accoglienza?
- Esiste un obbligo dei paesi più ricchi nei confronti di quelli più poveri?
Industrializzazione, mercato) e il conseguente aumento del PIL del paese. Immigranti oggi vengono dai paesi che sono stati obiettivo di ingerenza occidentale per lo sviluppo. Tali interventi, infatti, provocano dei disagi tali da costringere a migrare. Nei luoghi dove vigeva un'economia di sussistenza, l'Occidente propone una monocultura, che provoca un cambiamento di prospettiva e dei rischi, tra cui il depauperamento del suolo e lo smembramento della comunità tra chi produce e chi no. Inoltre, quando il terreno è depauperato, si ha difficoltà vivere e per questo si migra, mentre la popolazione che rimane è ormai privata della possibilità di fare qualcosa del proprio paese.
Il diritto di circolazione è scontato in Occidente, ma non è riconosciuto a tutti. La globalizzazione è un insieme di atti e visioni che fanno circolare le merci, ma solo certi uomini. Noi sì, altri no, dimenticando ciò che siamo stati noi.
Dire "basta migrazioni" significa disumanizzare l'umanità. Le cause delle migrazioni convergono negli effetti del colonialismo, perché certe gerarchie e memorie sono rimaste nella struttura sociale e proseguono nell'atteggiamento culturale. Rimane l'idea che il bianco sia una presenza ingombrante, ma a cui affidarsi, è quindi radicata un'idea di dipendenza, che fa sì che, ad esempio in Brasile, il carisma faccia la differenza in politica. A emigrare è la classe media, perché i più ricchi non ne hanno motivazione e i più poveri non ne hanno le possibilità o le conoscenze necessarie. La classe media, invece, ha una rete di famiglia e amici che la protegge e che riesce a raccogliere i soldi per il viaggio. La rete di solidarietà con chi resta determina la restituzione del denaro tramite piccole somme frequenti (money transfert) al fine di mantenere vivo il contatto e di far vedere che ce laSista facendo. Il migrante non può dichiarare il proprio fallimento e difficoltà, perché non sarebbe accettabile da parte di chi gli ha prestato i soldi, per questo la restituzione del denaro può anche portare ad aderire alla criminalità. Confessare l'insuccesso può anche implicare l'essere accusati di non voler condividere il proprio successo.
La categoria di migranti più rappresentata in Italia è quella dei maschi africani musulmani, mentre a maggioranza è formata da donne europee cristiane. Inoltre, la percezione degli stranieri presenti è di tre volte superiore alla realtà, in quanto essi costituiscono un sesto della popolazione italiana.
La diaspora consiste in un gruppo di persone che provengono dalla stessa area geografica o che si riconoscono come comunità. Più grande è la diaspora e minore è il grado d'integrazione, perché essa si autoalimenta e perpetua le
proprie necessità al proprio interno come comunità avulsa dal resto della popolazione. Il Sudamerica costituisce un caso diverso, perché c'è una forte brasilianizzazione e il processo legato alla lingua è immediato. Il migrante in minoranza, parte di una piccola comunità, deve cercare una nuova rete di comunicazioni e per questo si inserisce e integra di più essendo solo e trovandosi a vivere in una nuova realtà. La mutua considerazione, o fiducia, è un approccio che i più benestanti e ideologicamente attrezzati possono prestare nei confronti dei più deboli. Nei paesi dai quali proviene la maggior parte dei migranti non c'è fiducia reciproca tra i cittadini e tra cittadini e stato, manca la mutua considerazione. La fiducia nello stato si dimostra pagando le tasse per avere accesso ai servizi pubblici. L'Italia è ridiventato un paese più di emigrazione che di immigrazione e chio affrontare il tema della globalizzazione. La globalizzazione è un fenomeno complesso che coinvolge l'interconnessione e l'interdipendenza tra paesi, culture e economie. Questo processo è stato favorito dalla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che hanno reso il mondo sempre più interconnesso. La globalizzazione ha portato numerosi benefici, come l'accesso a nuovi mercati, la diffusione delle conoscenze e delle tecnologie, e la possibilità di scambi culturali. Tuttavia, ha anche generato preoccupazioni e critiche. Alcuni sostengono che la globalizzazione abbia contribuito all'aumento delle disuguaglianze, alla perdita di posti di lavoro e alla distruzione dell'ambiente. La globalizzazione ha anche avuto un impatto significativo sulla migrazione. Le persone si spostano da un paese all'altro in cerca di migliori opportunità economiche, di sicurezza o per sfuggire a conflitti e persecuzioni. Tuttavia, la migrazione può anche essere un fenomeno complesso e problematico, con conseguenze sociali, politiche ed economiche. La mancanza di fiducia nello stato è uno dei principali motivi che spingono le persone a migrare. Quando le persone non hanno fiducia nelle istituzioni del proprio paese, possono sentirsi insicure e cercare una vita migliore altrove. Questo può portare a flussi migratori significativi e a sfide per i paesi di destinazione. In conclusione, la globalizzazione e la migrazione sono fenomeni strettamente legati. La globalizzazione ha aperto nuove opportunità, ma ha anche generato preoccupazioni e critiche. La migrazione è un risultato diretto di questi processi, con la mancanza di fiducia nello stato che gioca un ruolo significativo nel spingere le persone a cercare una vita migliore altrove.