Introduzione alle equazioni parametriche e lineari
Le equazioni parametriche del segmento che unisce l’origine (0, 0) con il punto (2, 3) sono x = 2t con t ∈ [0, 1] e y = 3t. Possiamo allora scrivere: (x, y) con x = 2t e y = 3t per t ∈ [0, 1]. Nella grafica digitale, le equazioni parametriche sono fondamentali. Le rappresentazioni parametriche sono utilizzate sia per disegnare curve (grafica vettoriale) o rappresentare percorsi (videogiochi), sia in presenza di segmenti, archi di circonferenze, di parabole, ecc., sia in curve più avanzate come le curve di Bézier, le spline, e le B-spline.
Retta
Una retta nel piano, passante per il punto (0, 0), è il luogo geometrico dei punti per i quali è costante il rapporto −y/qx. Il valore −y/q=m/x è detto coefficiente angolare e rappresenta la pendenza della retta rispetto all'asse delle ascisse. q è detta intercetta ed è l’ordinata del punto in cui la retta interseca l’asse delle ordinate. Se la retta passa per l’origine (0, 0), allora è costante il rapporto tra le ascisse e le ordinate, y = mx.
Da quanto appena definito si deduce che, se θ è l’angolo tra la retta considerata e l’asse delle ascisse, allora −y/q = sin θ/cos θ = tan θ. Si chiarisce così il termine pendenza usato in precedenza quando si è parlato di coefficiente angolare: la pendenza è misurata con la tangente trigonometrica dell’angolo formato dalla retta con l’asse delle ascisse.
È chiaro, quindi, che se r: y = mx + q e r': y = m'x + q' sono due rette parallele allora hanno lo stesso coefficiente angolare, m = m'.
Equazione esplicita di una retta
Dalla definizione di retta come luogo geometrico −y/q ⇔ −= m y/q = mx si ricava l’equazione esplicita di una retta y = mx + q. Con questa equazione è possibile rappresentare tutte le rette del piano tranne le rette verticali, quelle per le quali ad un solo valore di x corrispondono infiniti valori di y e quindi è impossibile da rappresentare con una funzione y = f(x).
Equazione delle rette passanti per un punto
Per conoscere le equazioni delle rette passanti per un punto (x0, y0) è sufficiente considerare l’equazione della retta generica y = mx + q, imporre il passaggio per il punto y = mx0 + q e sottrarre membro a membro:
−y0 = m(x − x0) da cui otteniamo l’equazione della generica retta passante per (x0, y0): −y = y0 + m(x − x0) .
Naturalmente, l’unica retta che non possiamo rappresentare è quella verticale.
Equazione della retta passante per due punti
Consideriamo il fascio di rette passanti per (x0, y0) −y0 = m(x − x0), imponiamo il passaggio per (x1, y1) e dividiamo membro a membro (escludendo i casi x1 = x0 e y1 = y0, ovvero le rette verticali e quelle orizzontali):
−x−x0/y−y0 = −y−y0/x−x0
Esplicitando la y: −x−x0 −y = y0 + (y1 − y0)/(x1 − x0).
Equazione implicita di una retta
Se nell’equazione esplicita poniamo m = − a/b, otteniamo
−y/q = − ax − by/q − bq = ax − bx/q, dove posto c = bq otteniamo l’equazione implicita di una retta: ax + by + c = 0.
Nel procedimento precedente, naturalmente, abbiamo dovuto ipotizzare b = 0. In ogni caso, però, considerando direttamente nell’equazione ax + by + c = 0 anche il caso b = 0, abbiamo ax + c = 0 da cui si ottiene l’equazione c−x = a −c/a che rappresenta tutti i punti con ascissa x = a/c e qualsiasi ordinata, ovvero tutti i punti della retta verticale che passa per il punto (−c/a, 0).
In questo modo l’equazione ax + by + c = 0 rappresenta tutte le rette del piano, comprese le rette verticali.
Per conoscere le equazioni implicite del fascio di rette passanti per un punto (x0, y0) è sufficiente considerare ax + by + c = 0, imporre il passaggio per il punto (x0, y0) e sottrarre membro a membro ottenendo l’equazione implicita della generica retta passante per (x0, y0):
−a(x − x0) + b(y − y0) = 0.
Naturalmente, con b = 0 si ha quella verticale.
Consideriamo il fascio di rette passanti per (x0, y0) −a(x−x0) − b(y−y0) = 0, imponiamo il passaggio per (x1, y1) −a(x−x1) − b(y−y1) = 0 e dividiamo membro a membro (escludendo i casi x1 = x0 e y1 = y0, ovvero le rette verticali e quelle orizzontali):
−x−x0/y−y0 = −x−x1/y−y1 ovvero −x(y1−y0) − y(x−x0) + y(x1−x0) − x(y1−y0) = 0 e quindi −x(y1−y0) − y(x−x1) + yx x1 = 0.
Equazione parametrica di una retta
L’equazione esplicita di una retta y = mx + q che passi per il punto (x0, y0) deve soddisfare l’uguaglianza y = mx0 + q. Sottraendo membro a membro le due uguaglianze abbiamo −y−y0 = m(x−x0).
Se supponiamo che −x−x0 sia funzione lineare di una variabile t con −x−x0 = λt, avremo −y−y0 = mλt. Da qui possiamo descrivere tutti i punti appartenenti alla retta con la coppia di equazioni −x−x0 = λt e −y−y0 = μt avendo indicato con μ il prodotto mλ. Pertanto le equazioni parametriche della retta passante per (x0, y0) sono x = x0 + λt e y = y0 + μt.
Anche in questo caso, quando λ = 0, otteniamo la retta verticale passante per (x0, 0). Per ottenere l’equazione della semiretta con origine (x0, y0) è sufficiente limitare il dominio della variabile t: x = x0 + λt con t ∈ [0, +∞), y = y0 + μt.
Imponiamo il passaggio della retta x = x0 + λt con t ∈ R e y = y0 + μt per il punto (x1, y1): x = x1 + λt′, y = y1 + μt′, dove t′ è il valore del parametro t nel punto (x1, y1). Per convenienza, sia t′ = 1.
Fissato t′ = 1, ricaviamo λ e μ: λ = x1 − x0, μ = y1 − y0 e sostituendo tali valori nell’equazione parametrica della generica retta otteniamo l’equazione della retta passante per i punti (x0, y0) e (x1, y1): x = x0 + (x1 − x0)t, y = y0 + (y1 − y0)t.
Equazione del segmento
Equazione del segmento di estremi (x0, y0) e (x1, y1): è estremamente semplice dedurre dalla retta passante per i due punti le equazioni del segmento che ha come estremi i due punti. Infatti, è sufficiente limitare il dominio di t all’intervallo [0, 1]: x = x0 + (x1 − x0)t con t ∈ [0, 1], y = y0 + (y1 − y0)t.
Qui emerge la convenienza di aver scelto in precedenza t′ = 1. Abbiamo ‘normalizzato’ il segmento rispetto all’intervallo unitario [0, 1]. Altre scelte di t′ ∈ 1 avrebbero comportato t 0.
Angolo tra due rette
Siano r: y = mx + b e s: y = nx + q due rette non parallele. Sia γ l’angolo tra le due rette. Siano α e β gli angoli che r e s, rispettivamente, formano con l’asse delle ascisse. Allora γ = π − α (π − β) = β − α.
Calcoliamo tan γ = tan(β − α). Dalla formula di sottrazione della tangente: tan(β − α) = (tan β − tan α)/(1 + tan α tan β). Ma, poiché m e n sono i coefficienti angolari delle due rette, tan α = m, tan β = n. Pertanto, tan γ = (n − m)/(1 + nm), ovvero, l’angolo γ tra le due rette è dato da γ = arctan((n − m)/(1 + nm)).
Naturalmente il valore di γ suggerisce se per angolo compreso abbiamo calcolato l’angolo acuto o l’angolo ottuso tra le due rette. Quanto appena scritto contempla anche per il caso delle rette parallele, infatti, se n = m allora γ = 0, ovvero, come già visto in precedenza, due rette parallele hanno lo stesso coefficiente angolare.
Nel caso in cui le rette sono perpendicolari si ha: γ = β − α = π/2, valore per il quale la tangente non è definita. Quindi non deve esistere nemmeno il valore (tan β − tan α)/(1 + tan α tan β) = 1. Cosa che accade quando 1 + nm = 0 ovvero quando nm = −1. Pertanto r ⊥ s ⇔ n = −1/m.
Circonferenza
Equazione canonica (implicita) di una circonferenza
Una circonferenza nel piano è il luogo geometrico dei punti equidistanti da un punto detto centro. Siano P(x, y) i punti della circonferenza, r > 0 il raggio della circonferenza, C(x0, y0) il centro della circonferenza. Un punto P(x, y) appartiene alla circonferenza se la sua distanza dal centro coincide con il raggio.
Distanza tra 2 punti nel piano: La distanza tra due punti del piano, P(x, y) e P(x0, y0) è data dalla formula √((x − x0)2 + (y − y0)2). Infatti, il segmento che unisce i punti P e P0 è l’ipotenusa di un triangolo rettangolo che ha come cateti i segmenti di lunghezza x − x0 e y − y0. Dal teorema di Pitagora segue la formula.
Dalla definizione di circonferenza e dalla formula della distanza, P(x, y) appartiene alla circonferenza se e solo se (x − x0)2 + (y − y0)2 = r2.
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