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A B
7−→
t (x(t), y(t))
ovvero x = x(t) ∈ ⊆ R
t A
y = y(t)
Esempio:
Le equazioni parametriche del segmento che unisce l’origine (0, 0) con il punto
(2, 3) sono x = 2t ∈
t [0, 1] .
y = 3t
Possiamo allora scrivere: ∈ ⇔ ∈
(x, y) r x = 2t e y = 3t per t [0, 1]
Nella grafica digitale le equazioni parametriche sono fondamentali. Le rap-
presentazioni parametriche sono utilizzate sia per disegnare curve (grafica vetto-
riale) o rappresentare percorsi (videogiochi), sia in presenza di segmenti, archi di
circonfernze, di parabole etc. sia in curve piú avanzate come le curve di Bezier,
le spline, le B-spline.
1.1 Retta q),
Una retta nel piano, passante per il punto (0, é il luogo geometrico dei punti
per i quali é costante il rapporto −
y q
x
2
. Il valore −
y q
m = .
x
m d́etto coefficiente angolare e rappresenta la pendenza della retta rispetto
all’asse delle ascisse, q é detta intercetta ed é l’ordinata del punto in cui la
retta interseca l’asse delle ordinate.
Se la retta passa per l’origine (0, 0) allora é costante il rapporto tra le ascisse
e le ordinate, y = m .
x
Da quanto appena definito si deduce che, se ϑ é l’angolo tra la retta consi-
derata e l’asse delle ascisse −
y q sin ϑ
m = = = tan ϑ
x cos ϑ
Si chiarisce cosı́ il termine pendenza usato in precedenza quando si é parlato
di coefficiente angolare: la pendenza é misurata con la tangente trigonometrica
dell’angolo formato dalla retta con l’asse delle ascisse.
′ ′ ′
É chiaro, quindi, che se r : y = mx + q e r : y = m x + q sono due rette
′
parallele allora hanno lo stesso coefficiente angolare, m = m :
′
k ⇔
r s m = m
1.1.1 Equazione esplicita di una retta
Dalla definzione di retta come luogo geometrico
−
y q ⇔ −
= m y q = mx
x
si ricava l’equazione esplicita di una retta
y = mx+q .
Con questa equazione é possibile rappresentare tutte le rette del piano tranne
le rette verticali, quelle per le quali ad un solo valore di x corrispondono infiniti
valori di y e quindi impossibile da rappresentare con un funzione y = f (x) .
3
Equazione delle rette passanti per un punto: Per conoscere le equazioni
delle rette passanti per un punto (x , y ) (f ascio di rette) é sufficiente considerare
0 0
l’equazione della retta generica y = mx + q, imporre il passaggio per il punto
y = mx + q e sottrarre membro a membro:
0 0 − −
y y = m (x x )
0 0
da cui otteniamo l’equazione della generica retta passante per (x , y ):
0 0
−
y = y + m (x x ) .
0 0
Naturalmente, l’unica retta che non possiamo rappresentare é quella verticale.
Equazione della retta passante per due punti: Consideriamo il fascio di
rette passanti per (x , y )
0 0 − −
y y = m (x x ) ,
0 0
imponiamo il passaggio per (x , y )
1 1
− −
y y = m (x x ) ,
1 0 1 0
e dividiamo membro a membro (escludendo i casi x = x e y = y ) ovvero le
1 0 1 0
rette verticali e quelle orizzontali: −
− x x
y y 0
0 =
− −
y y x x
1 0 1 0
Esplicitando la y: −
x x 0 −
y = y + (y y )
0 1 0
−
x x
1 0
1.1.2 Equazione implicita di una retta
− ab
Se nell’equazione esplicita poniamo m = otteniamo
−
y q a
− ⇔ − −ax
= by bq =
x b
−qb
e posto c = otteniamo l’equazione implicita di una retta:
ax+by+c = 0 .
Nel procedimento precedente, naturalmente, abbiamo dovuto ipotizzare
6
b = 0
. In ogni caso, peró, considerando direttamente nell’equazione
ax + by + c = 0
anche il caso b = 0, abbiamo ax + c = 0
4
da cui si ottiene l’equazione c
−
x = a −c/a
che rappresenta tutti punti con ascissa x = e qualsiasi ordinata, ovvero
tutti i punti della retta verticale che passa per il punto (−c/a, 0) .
In questo modo l’equazione ax + by + c = 0
rappresenta tutte le rette del piano compreso le rette verticale.
Equazione delle rette passanti per un punto: Per conoscere le equazioni
implicite del fascio di rette passanti per un punto (x , y ) é sufficiente considerare
0 0
ax by c
l’equazione della retta generica + + = 0, imporre il passaggio per il
punto (x , y ) e sottrarre membro a membro otteniamo l’equazione implicita
0 0
della generica retta passante per (x , y ):
0 0
− −
a (x x ) + b (y y ) = 0
0 0
Naturalmente, con b = 0 si ha quella verticale.
Equazione della retta passante per due punti: Consideriamo il fascio di
rette passanti per (x , y )
0 0 − − −
a (x x ) b (y y ) = 0,
0 0
imponiamo il passaggio per (x , y )
1 1
− − −
a (x x ) b (y y ) = 0
1 0 1 0
e dividiamo membro a membro (escludendo i casi x = x e y = y ) ovvero le
1 0 1 0
rette verticali e quelle orizzontali:
− −
x x y y 0
0 =
− −
x x y y
1 0 1 0
ovvero − − − − − −
x (y y ) y (x x ) + y (x x ) x (y y ) = 0
1 0 1 0 0 1 0 0 1 0
e quindi − − − −
x (y y ) y (x x ) + y x x y = 0
1 0 1 0 0 1 0 1
1.1.3 Equazione parametrica di una retta
L’equazione esplicita di una retta y = mx + q
che passi per il punto (x , y ) deve soddisfare l’uguaglianza
0 0 y = mx + q.
0 0
5
Sottraendo membro a membro le due uguaglianze abbiamo
− −
y y = m (x x ) .
0 0
−
x x sia funzione lineare di una variabile
Se supponiamo che t
0 −
x x = λt
0
avremo −
y y = mλt .
0
Da qui possiamo descrivere tutti i punti appartenenti alla retta con la coppia
di equazioni −
x x = λt
0 .
−
y y = µt
0
·
avendo indicato con µ il prodotto m λ.
Pertanto le equazioni parametriche della retta passante per (x , y ):
0 0
x = x + λt ∈ R.
0 t
y = y + µt
0
Anche in questo caso, quando λ = 0, otteniamo la retta verticale passante
per (x , 0).
0
Per ottenere l’equazione della semiretta con origine (x , y ) é sufficiente
0 0
limitare il dominio della variabile t:
x = x + λt ∈
0 t [0, +∞).
y = y + µt
0
Equazione della retta passante per due punti Imponiamo il passaggio
della retta x = x + λt ∈ R.
0 t
y = y + µt
0
per il punto (x , y ):
1 1 x = x + λt̄
1 0 ,
y = y + µt̄
1 0
t̄ é il valore del parametro t nel punto (x , y ). Per convenienza (poi vediamo
1 1
perché) sia t̄ = 1.
Fissato t̄ = 1, ricaviamo λ e µ:
−
λ = x x
1 0 ,
−
µ = y y
1 0
e sostituendo tali valori nell’equazione parametrica della generica retta ottenia-
mo l’equazione della retta passante per i punti (x , y ) e (x , y ):
0 0 1 1
−
x = x + (x x ) t ∈ R.
0 1 0 t
−
y = y + (y y ) t
0 1 0
6
Equazione del segmento di estremi (x , y ) e (x , y ): é estremamente
0 0 1 1
semplice dedurre dalla retta passante per i due punti le equazioni del segmento
che ha come estremi i due punti. infatti é sufficiente limitare il dominio di t
all’intervallo [0, 1]: −
x = x + (x x ) t ∈
0 1 0 t [0, 1].
−
y = y + (y y ) t
0 1 0
Qui emerge la convenienza di aver scelto in precedenza t̄ = 1. Abbiamo
‘normalizzato’ il segmento rispetto all’intervallo unitario [0, 1]. Altre scelte di t̄
∈ 1
avrebbero comportato t 0, .
t̄
Angolo tra due rette Siano r : y = mx + b e s : y = nx + q due rette
non parallele. Sia γ l’angolo tra le due rette. Siano α e β gli angoli che r e s,
rispettivamente, formano con l’asse delle ascisse. Allora
− − − −
γ = π α (π β) = β α.
−
Calcoliamo tan γ = tan (β α). Dalla formula di sottrazione della tangente:
−
tan β tan α
−
tan (β α) = 1 + tan α tan β
Ma, poiché m e n sono i coefficienti angolari delle due rette
tan α = m tan β = n.
Pertanto −
n m
tan γ = 1 + nm
ovvero, l’angolo γ tra le due rette é dato da
−
n m
γ = arctan .
1 + nm
Naturalmente il valore di γ suggerisce se per angolo compreso abbiamo calcolato
l’angolo acuto o l’angolo ottuso tra le due rette.
7
Quanto appena scritto contempla anche per il caso delle rette parallele, in-
fatti, se n = m allora γ = 0, ovvero, come giá visto in precedenza, due rette
parallele hanno lo stesso coefficiente angolare.
Nel caso in cui le rette sono perpendicolari si ha:
π
−
γ = β α = 2
valore per il quale la tangente non é definita. Quindi non deve esistere nemmeno
il valore − −
tan β tan α n m
=
1 + tan α tan β 1 + nm −1.
cosa che accade quando 1 + nm = 0 ovvero quando nm = Pertanto
1
⊥ ⇔ −
r s n = .
m
1.2 Circonferenza
Una circonferenza nel piano é il luogo geometrico dei punti equidistanti da un
punto detto centro.
1.2.1 Equazione canonica (implicita) di una circonferenza
Siano P (x, y) i punti della circonferenza, r > 0 il raggio della circonferenza,
C (x , y ) il centro della circonferenza.
0 0
Un punto P (x, y) appartiene alla circonferenza se la sua distanza dal centro
coincide con il raggio.
Distanza tra 2 punti nel piano La distanza tra due punti del piano, P (x, y)
e P (x , y ) é data dalla formula
0 0 0 q 2 2
− −
(x x ) + (y y ) .
d (P, P ) =
0 0 0
Infatti il segmento che unisce i punti P e P é l’ipotenusa di un triangolo
0 − −
rettangolo che ha come cateti i segmenti di lunghezza x x e y y . Dal
0 0
teorema di Pitagora segue la formula. 8
Dalla definizione di circonferenza e dalla formula della distanza P (x, y)
appartiene alla circonferenza se e solo se
2 2
− − 2
(x x ) + (y y ) = r
0 0
ovvero se − − − ⇔
2 20 2 2 2
x 2xx + x + y 2yy + y r = 0
0 0 0
− − −
2 2 20 2 2
x + y 2x