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AGRICOLTURA TRADIZIONALE
Prevede l'utilizzazione di molta manodopera umana e di animali da tiro, oltreché di una grande quantità di fertilizzanti ed acqua. Può essere di sussistenza o intensiva. Produce il 20% del cibo del mondo.
AGRICOLTURA INDUSTRIALIZZATA
Prevede l'utilizzazione di grandi quantità di combustibili fossili, fertilizzanti, acqua, fitofarmaci e pesticidi. Produce enormi quantità di monocolture o di animali. Produce la maggior parte del cibo del mondo e presenta un alto impatto ambientale.
Nello specifico vengono fatti diversi trattamenti del terreno che deve essere arato e avvelenato per essere privo di qualsiasi altro organismo e quindi non c'è più lettiera, poi si semina su quel terreno il grano e il mais e si spargono semi geneticamente identici gli uni dagli altri e sono semi avvelenati ovvero "conciati" che hanno subito trattamento chimico tale per cui vengono immersi in una forte vernice con
antiparassitari e insetticidi e il veleno serve ad impedire che questi semivengano mangiati. La piantina che germoglia quindi assorbirà sali minerali dal terreno ma assorbirà anche veleno e la conciatura le mantiene velenose per 2/3 settimane, poi con aereo o irrigatore si tratta il campo con acqua miscelata con altri tipi di veleno. I veleni che utilizzo sono innocui per quelle specie che sono selezionate per resistere geneticamente; inoltre per utilizzare trattori aerei e macchine agricole dovrò usare combustibili fossili e inquino e poi dovrò utilizzare fertilizzanti chimici perché ho tolto le cose al terreno con i veleni.
Nell'agricoltura industrializzata sono necessarie 10 unità di energia di combustibile fossile non rinnovabile per ogni unità di energia alimentare da consumare.
Nell'agricoltura di sussistenza, ogni unità di energia in forma di manodopera fornisce almeno 1 unità di energia.
Alimentare. Nell'agricoltura tradizionale intensiva, lo stesso rapporto diventa di 1:10, quindi è necessaria 1 unità di energia di combustibile fossile non rinnovabile per ogni 10 unità di energia alimentare. Ma con l'agricoltura intensiva non arriviamo a produrre tanto e quindi siamo vincolati ad un'agricoltura ad alto rendimento. Sempre più spesso foreste, praterie e paludi, ambienti tipicamente caratterizzati da un'ampia biodiversità, sono sostituite da monocolture estensive. In conseguenza di ciò molte specie selvatiche vegetali e animali dell'ecosistema Terra sono in costante pericolo di estinzione. LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ NON È UNA CONSEGUENZA ACCETTABILE. Qualche soluzione possibile: Sostituire o integrare le monocolture (a bassa biodiversità genetica) con policolture per aumentare il raccolto (perché ci sono diversità di approccio ad una possibile di infezione se sono tutti).
- Coltivare diverse varietà geneticamente diverse (se tutte le piante sono uguali geneticamente, un batterio che le attacca potrebbe ucciderle tutte, mentre se sono diverse, alcune potrebbero reagire in modo diverso e alcune specie potrebbero resistere all'attacco dei parassiti)
- Minimizzare l'erosione e la salinizzazione del suolo (l'erosione causa il degrado del terreno, mentre un'eccessiva presenza di sali limita la sopravvivenza degli organismi viventi. Inoltre, l'acqua che utilizziamo è più o meno salata e se continuiamo ad aggiungere acqua salata, l'acqua dolce evaporerà e i sali si accumuleranno)
- Aumentare l'utilizzo di fertilizzanti di origine naturale
- Ridurre l'uso di combustibili fossili
- Estendere l'uso della lotta biologica per il controllo dei parassiti
- Eliminare gli sprechi di cibo, attualmente stimati intorno al 30%
- Adottare la biodiversità colturale
coltivare contemporaneamente diverse varietà di uno stesso prodotto;
coltivare contemporaneamente due o più specie (intercoltura);
utilizzare l'agroforestazione (aggiungere anche piante arboree e il vantaggio sarebbe quello di mantenere alta l'umidità di quel terreno);
Bisognerebbe anche ottimizzare i sistemi di irrigazione: modo peggiore di irrigare un campo è il sistema tradizionale, in cui si spruzza acqua e il 30% di acqua il campo non la riceve perché evapora a causa delle alte temperature e quindi c'è un grande spreco d'acqua. Un modo migliore sarebbe irrigare con un sistema a goccia con sottili tubi sforacchiati e spreco minimo e rendimento altissimo e la capacità di salinizzazione diminuirebbe drasticamente.
Le specie del biorepertorio vivono separate. Le popolazioni del biorepertorio contano, di norma, altissimi numeri di individui. Le specie del biorepertorio sono tipicamente composte da
individui geneticamente identici o molto simili.
In uno strato superficiale di un suolo incolto si ha un'alta biodiversità e le specie sono autosufficienti.
In uno strato superficiale di un suolo coltivato si ha una bassa diversità e le specie dipendono dall'uomo.
Anche solo qualche conquista, tra quelle citate, genererebbe enormi incrementi nella produzione globale delle colture prima della metà del prossimo secolo. La possibilità di coltivare terreni salinizzati o deserti rappresenterebbe inoltre un freno alla distruzione della biodiversità.
Incrementare la lotta biologica: per controllare le popolazioni di organismi nocivi si possono utilizzare i loro predatori e parassiti naturali, tra cui batteri e virus patogeni. Tra gli esempi più semplici:
- Ragni (far riprodurre i ragni in un campo coltivato permette di eliminare l'uso di insetticidi dato che i ragni mangiano gli insetti)
- Polli contro insetti e malerbe
- Uccelli insettivori
biologica non dovrebbero essere usati trattamenti chimici ma li puoi usare comunque se il raccolto è a rischio, ma molto spesso non si dichiara ma si utilizzano pure sui campi biologici per prevenire e questo è comprovato dalle analisi.
OGM: Organismi Geneticamente Modificati
È possibile utilizzare segmenti di dna di alcuni organismi per migliorare altri organismi e permettergli di sviluppare caratteristiche migliori: l'ingegneria genetica permette oggi di clonare geni "utili" presenti in alcuni organismi e di "trasferirli" in altri organismi che ne potranno trarre beneficio. La speranza è quella di creare specie utili più resistenti agli insetti, alle malattie e alle variazioni ambientali.
Con il termine generico di ingegneria genetica (più propriamente tecnologia del DNA ricombinante) si fa riferimento ad una branca della biologia applicata che consiste in un insieme molto eterogeneo di tecniche che permettono di isolare geni.
clonarli, introdurli ed esprimerli in un ospite eterologo (differente dall'ospite originale). Queste tecniche permettono di conferire caratteristiche nuove alle cellule riceventi. Le cellule così prodotte sono chiamate ricombinanti. L'ingegneria genetica permette anche di alterare la sequenza di DNA del gene originale e di produrne uno più adatto a rispondere ad esigenze specifiche, come avviene ad esempio per quanto riguarda gli OGM. In Italia però è vietato usare OGM in agricoltura e allevamento bestiame. Non possiamo allevare e coltivare OGM ma li possiamo importare perché nel resto d'Europa è permessa. Noi invece utilizziamo moltissimi OGM per produrre farmaci, ad esempio negli anni '60 c'è stato il primo successo di OGM quando si è riusciti a modificare l'Escherichia Coli mettendo un gene umano che codifica per l'insulina umana e quindi hanno fatto ereditare ai discendenti la capacità di.produrre insulina. Stesso processo per ormoni tiroidei o altre sostanze che non sono sintetizzate chimicamente ma prodotte da organismi in cui abbiamo inserito questi geni.
Gli OGM portano quindi benefici per la salute:
- Produzione economica di biomedicine da batteri e lieviti geneticamente modificati
- Produzione di biomedicine da organismi pluricellulari (piante e animali) geneticamente modificati (farmaci, anticorpi, vaccini)
- Produzione di biomolecole (ormoni e altre proteine) attraverso diversi liquidi biologici, come ad esempio il latte, che viene prodotto in grandissime quantità
Non c'è nessun rischio ad inserire qualche gene in più, ma se volessimo considerare i possibili rischi:
- Potenziali rischi per l'ambiente e per la salute umana e animale.
- Rischi ambientali relativi a cambiamenti nell'interazione tra OGM e ambiente biotico naturale, tra cui persistenza e invasività, interazioni con organismi non-target (ad esempio,
- Possibili rischi per la salute umana o animale, tra cui effetti tossici causati da proteine sintetizzate dai geni inseriti, o tossicità di costituenti diversi dalle proteine, allergenicità, cambiamenti nel valore nutritivo degli alimenti e trasferimento di resistenza agli antibiotici.
- Essa fornisce attualmente circa il 13% del prodotto ittico mondiale.
PROTEZIONE E CONSERVAZIONE DELLE RISORSE ALIMENTARI
Le specie