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Deserti
Disposti tra la latitudine 15° e 40° ai lati della zona equatoriale calda e umida. Sono ambienti semiaridi, aridie iperaridi (aridità dovuta alla localizzazione sotto il vento, distanza dal mare, latitudine 25°-30° Nord o Sud.
Deserti iperaridi: alta pressione dominante, -25mm di pioggia all'anno, pioggia violenta, inondazioni repentine. Poca acqua disponibile, quella che resta è soggetta a evaporare. Di notte può essere molto freddo.
Terreno sabbioso o sassoso: provoca elevata penetrazione del calore e scarsa ritenzione di acqua. Siccità, caldo e freddo estremi determinano salinità e instabilità del terreno. Gli animali sono dei specialisti con biomassa ridotta. Le tane sotto i 200-300 mm hanno una temperatura quasi costante tra 35° e 45°C, umidità tra 80-85%.
Fauna:
- Microfauna suolo= nematodi, microartropodi (es. collemboli e acari)
- Anuri deserticoli (es. rane e rospi), salamandra, tigre dei
Deserti americani, lucertole, serpenti e tartarughe, endotermi (roditori, antilopi, uccelli). Gli animali di piccole dimensioni:
- Evasori in senso stretto: sono attivi solo di notte e sono invertebrati molli, insetti apterigoti, nematodi in criptobiosi.
- Evasori con meno restrizioni: insetti di piccole dimensioni, comportamento notturno e crepuscolare.
Sono invertebrati quasi neri, quasi bianchi o di colore sabbia scura. Colore scuro caratteristico di alcune specie crepuscolari. Molte specie di invertebrati attive durante il giorno sono scure con zampe corte (es. lucertola termofila comune nei deserti nordamericani → iguana del deserto si vede all'aperto con il sole implacabile delle giornate torride. Non è solida esporsi a temperature superiori a 42°C, ma sopravvive fino a 48,5°C).
Piccoli vertebrati ectodermi evasori (es. rettili, anfibi, roditori).
Problemi nel vivere nelle tane:
- Eccesso di ammoniaca a causa di urina e feci dei giovani.
Perché gli adulti le depongono all'esterno.
• Entrata stretta che riduce l'aerazione
Microambienti del deserto: es. l'escursione termica annuale nel suolo, nell'aria e nella superficie del terreno in un sito deserto dell'Arizona vicino a Tucson.
Gli animali del deserto hanno sviluppato capacità di controllo e tolleranza alla perdita d'acqua:
• Producono urina fortemente iperosmotica
• Iscrizione di urea piuttosto che di ammoniaca (es. rospi)
• Molti piccoli vertebrati espellono acido urico
• Sostanza ubiquitaria (es. invertebrati deserticoli)
Acquisizione di acqua:
• Dalla dieta deriva 1 ml di acqua al mese
• 50 ml indirettamente dal cibo, sotto forma di acqua metabolica
• Perdono una quantità di acqua equivalente (75% per evaporazione, 5% nelle feci, 20% nell'urina)
Es. i ratti canguri vivono nelle regioni sud occidentali dell'America e si nutrono di semi secchi (non assumono direttamente acqua).
Essi perdono acqua per evaporazione durante gli scambi gassosi e la ottengono dal metabolismo cellulare. Mammiferi dei deserti e delle savane aride hanno vantaggi (=fisiologia) e svantaggi (= comportamento) rispetto ai piccoli mammiferi.
Esempio: mandrie di erbivori che abitano l'ecosistema del Serengheri (il Serengheri presenta un gradiente da Nordest a Sudest per la disposizione delle montagne e delle alture, direzione dei venti, percorso dei fiumi. Le precipitazioni annue a Nordest sono il doppio che a Sudest. Nella stagione delle piogge piove dappertutto e cresce erba in abbondanza, mentre nella lunga stagione secca le pianure a Sudest non ricevono precipitazioni) e simili dell'Africa orientale e meridionale offrono un esempio di coesistenza.
- Condizionati dall'acqua: gnu (es. gun azzurro è una specie di antilope condizionata dalla necessità di abbeverarsi che predilige l'ambra) e zebre
- Non condizionati dall'acqua: la gazzella di Grant
scherma dal calore• Durante il riposo minimizzano l'esposizione al calore rivolti verso il sole
HABITAT MOLTO FREDDI
Il nostro globo è un habitat piuttosto freddo. Le temperature più fredde si trovano alle latitudini più alte, dove l'energia radiante del Sole viene parzialmente assorbita (Siberia -68 °C, parte centrale dell'Antartide -89 °C).
Bilancio energetico negativo: perduto più calore di quanto ne vengono acquisito dal sole.
Tre principali biomi:• Zone polari: perennemente coperte dal ghiaccio dalla neve. Il mare è ghiacciato, contornato da masse di terraferma. Antartide (=Polo Sud) è il vero continente ed è più freddo.
Microclimi e vegetazione: nell'Antartide solo due specie di piante hanno fiori (licheni e alghe).
14Fauna: pochi acari e due specie di moscerini nell'Antartide, nelle isole ai margini la biodiversità è scarsa. Gli animali più grandi sono semiacquatici
(ad es. foche, balene, pinguini).
Artide: c'è più vita vegetale ai margini della terraferma. La fauna di invertebrati è abbondante, foche, orso, ai margini anche volpi e lupi. Struttura delle comunità è semplice.
Taiga: foreste di conifere. I biomi freddi comprendono anche alcune aree dei deserti freddi che si trovano negli altipiani ad altitudini relativamente elevate nella parte interna dei grandi continenti (es. altopiano del Tibet).
Foreste boreali (taiga): presenti in Canada, Scandinavia, Nord Europa e Russia (non nell'emisfero meridionale). C'è un breve periodo di accrescimento della vegetazione (2-3 mesi), freddo, estati abbastanza calde con piovosità limitata. Suolo povero di nutrimenti e acido (= podsol).
Microclimi e vegetazioni: conifere, scarsa biodiversità, habitat subnivale.
Fauna: erbivori di modeste dimensioni, ad eccezione dell'alce, carnivori mustelidi e più grandi, uccelli rapaci e non.
Pochi vertebrati ectotermi e pochi rettili tolleranti il freddo. I pochi mammiferi non ibernati come il lemming dell'artico e i pika delle montagne più alte riescono a sfuggire al freddo pungente e ai venti selvaggi delle zone aperte rifugiandosi sotto la neve.
- Tundra: ha una scarsa vegetazione, non ci sono alberi ed è presente nella parte settentrionale di Asia e Canada (non nell'emisfero meridionale). Estati brevissime e inverni lunghi, freddi e secchi. È presente il permafrost (zona costantemente sotto lo 0°C).
- Microclimi e vegetazioni: muschi e licheni, alberi molto radi e bassi, erba. È presente uno strato spesso di neve con conduttanza termica ridotta (=eccellente strato isolante).
- Zone alte della tundra: innevate con vegetazione ridottissima nella breve estate.
Fauna: scarsa, discreta gamma di erbivori piuttosto specialisti, in inverno alcuni migrano, altri si nutrono di licheni, in estate uccelli acquatici, pochi predatori di grandi mole.
quasi tutti endotermici. Animali di grandi o piccola mole. Migrazione si manifesta poco frequentemente nei tetrapodi ectotermi (rettili e anfibi) dato che in questi animali sono ridotte la velocità di locomozione e la resistenza. Numerosi esempi tra gli endotermi: caribù erenna dalla tundra alla taiga, lemming e orso polare verso sud, uccelli in quanto il volo è favorevole energeticamente, mammiferi semiti terrestri (=elefanti marini). La migrazione è innescata da parecchi segnali (temperatura, cibo, fotoperiodo, respirazione). Tipi di letargo: - Torpore: ipotermia intensa, diminuzione della temperatura, metabolismo, respirazione e circolazione. Non è particolarmente comune nei mammiferi polari o nella tundra perché la perdita di calore è alta e l'habitat è poco produttivo per un accumulo adeguato. Il citello artico (endotermo) per brevi periodi è il vero utilizzatore polare del torpore. - Ibernazione: terminepiù vago, sinonimo di torpore prolungato o profondo, meglio sonno estivo oletargo dei carnivori.Orso Bruno già a una temperatura inferiore di 4-5 °C ha modificazioni circolatorie molto piccole.
Ppt SEI: Biologia della conservazione
Nel Nord America prima dell'arrivo dell'uomo erano presenti uccelli e grandi mammiferi (ad es. il cammellonordamericano, la tigre dai denti a sciabola, il bradipo gigante e gli avvoltoi teratorn).
Sono quattro i fattori che mettono a rischio la biodiversità:
- Distruzione degli habitat
- Introduzione di specie estranee
- Sovrasfruttamento delle risorse
- Interruzione delle catene alimentari
BIODIVERSITÀ: variabilità degli organismi viventi di tutte le forme includendo gli ecosistemi acquatici, marinie terrestri ed i complessi ecologici di cui sono parte.
La biodiversità può essere divisa in tre categorie gerarchiche:
- Di specie: corrisponde alla numerosità in specie ate e si estinguono nel corso del tempo. Questi cambiamenti sono influenzati da diversi fattori, come la disponibilità di risorse, la competizione tra le specie e le variazioni ambientali. Le specie possono essere classificate in base al loro ruolo all'interno dell'ecosistema. Ad esempio, ci sono le specie produttrici, come le piante, che producono il cibo attraverso la fotosintesi. Poi ci sono le specie consumatrici, come gli animali erbivori che si nutrono delle piante, e le specie predatrici, come i carnivori che si nutrono di altri animali. Le specie decompositrici svolgono un ruolo importante nell'ecosistema, poiché decompongono la materia organica morta e la trasformano in sostanze nutritive che possono essere riutilizzate dalle altre specie. Le interazioni tra le specie sono complesse e possono essere sia positive che negative. Ad esempio, la simbiosi è un tipo di interazione positiva in cui due specie traggono beneficio reciproco. Un esempio di simbiosi è la relazione tra le api e i fiori, dove le api si nutrono del nettare dei fiori e, nel farlo, trasportano il polline da un fiore all'altro, consentendo la riproduzione delle piante. D'altra parte, ci sono anche interazioni negative, come la competizione tra le specie per le risorse limitate. In questo caso, le specie si sfidano per ottenere cibo, acqua, territorio o altri fattori necessari per la loro sopravvivenza. L'equilibrio ecologico è un concetto importante nell'ecosistema. Si riferisce alla stabilità delle popolazioni all'interno di un ecosistema e alla capacità di mantenere un ambiente sano e funzionante. Quando l'equilibrio ecologico viene disturbato, ad esempio a causa di cambiamenti ambientali o dell'introduzione di specie invasive, possono verificarsi conseguenze negative per l'intero ecosistema. In conclusione, l'ecosistema è un complesso sistema di interazioni tra le specie e l'ambiente circostante. La diversità delle specie e le loro interazioni sono fondamentali per il funzionamento e la sopravvivenza dell'ecosistema.