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La motivazione e il disagio lavorativo nelle professioni di aiuto

La questione di genere sugli assistenti sociali: ci sono più donne che uomini. Il lavoro di aiuto è affidato da sempre alle donne e quindi diventa una professione meno attrattiva per gli uomini. Inoltre, molto più spesso vengono aggredite soprattutto donne e dalla donna ci si aspetta una modalità relazionale diversa.

Aspetti della sindrome di Asperger: un autismo molto sensibile ed empatico. Le sensazioni e emozioni dell'esterno gli arrivano amplificate e fanno fatica a costruire delle strategie che gli consentano di controllare le loro emozioni. Per questo si difendono dall'esterno. Riescono a cogliere delle cose che gli altri non colgono e di solito sono persone sincere, senza filtri, che dicono quello che pensano.

La reazione di entrambi gli assistenti sociali di fronte alla comunicazione.

aggressiva (quale assioma è stato usato?) una paura dell'operatore ma anche rabbia per la frustrazione lavorativa di aver speso tempo, lavoro e denaro per dare un appartamento a quella famiglia e poi ci va un'altra famiglia straniera illegalmente. Insicurezza dell'operatore che sicurezza deriva dall'aggressività della persona subita dall'operatore. fisica solo perché c'è stato un pregresso ma non vuole la presenza dell'uomo AS per realizzare una tipologia di colloquio diverso. Impedisce una relazione di c'è fiducia. stata una relazione simmetrica che non è corretta perché può fare aumentare il livello di aggressività, infatti se la persona è già frustrata e rabbiosa come l'operatore anche per altri motivi non ne uscirà nulla di buono, e inoltre poi l'AS gli dice di sedersi e cioè gli da un ordine, ma usare forme di cortesia e formali per

avvicinare la persona - quando instaurare con lei una relazione corretta che abbia la giusta distanza. si ha paura non c'è una vera e propria comprensione. - scegliereScegliere un lavoro come corso di studio servizio sociale significa avere un abilitazione a esercitare unaprofessione. E scegliere un lavoro d'aiuto ma anche altri lavori ci devono essere delle motivazioni, sia l'obbiettivo di avere una autonomia economica ma anche perché quel lavoro lo sento corrispondere ai miei valori e interessi, tra quello che mi piace fare e che in questo lavoro trovi una mia soddisfazione e nelle professioni d'aiuto è ancora più importante sapere qual è la motivazione a quella scelta lavorativa ancora prima di esercitare quel lavoro. - La specificità dell'aiuto a terzi le professioni d'aiuto sono molteplici. Che cos'ha di specifico l'aiuto a terzi nel campo del servizio sociale? È lo svolgere una

La professione consiste nel svolgere un incarico verso terze persone che si trovano in particolari situazioni di disagio e difficoltà. Queste persone si rivolgono al professionista cercando un sostegno e un punto di riferimento.

È fondamentale che il professionista abbia sempre in mente la mission della sua professione e non si allontani da essa. Deve essere consapevole di trovarsi in situazioni complesse in cui non è impotente, ma non ha la certezza che il suo operato risolverà completamente la situazione di difficoltà della persona. Nonostante ciò, deve cercare di fare il meglio possibile.

Per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, il professionista deve avere delle basi solide per ascoltare la storia della persona e restituirla. È importante che sia consapevole della gravità della situazione di difficoltà e che la persona esprima il suo disagio nel contesto privato e non nei confronti del professionista.

I professionisti possono fare scelte consapevoli o inconsapevoli, poiché queste sono sempre alla base dei nostri comportamenti.

Quindi nei comportamenti, atteggiamenti e decisioni che il professionista fa nelle relazioni d'aiuto spesso possono emergere parti di se stessi inconsapevoli o negate. Le professioni d'aiuto come quelle dell'assistente sociale sono ad alto impatto emotivo perché si è sempre a contatto quotidiano con delle situazioni di disagio e di dolore o difficoltà di altre persone. Di fronte a tutto ciò noi proviamo sempre delle emozioni che nascono spontaneamente anche quando si prova a negarle, ma più ne siamo consapevoli di questo, meno si rischia di condizionare le nostre scelte professionali. Quindi il professionista che è consapevole di sé stesso viene meno condizionato internamente, cioè operato da se stesso, e spesso ha più risorse personali per poter rispondere a condizionamenti esterni e riesce a rispondere in modo più appropriato alle richieste e ai bisogni che l'altro pone. La consapevolezza.deve essere esercitata continuamente attraverso l'autoanalisi di se stesso sia sulle proprie emozioni e agli stimoli che derivano dalla relazione con la persona che seguiamo. Inoltre la motivazione della scelta professionale è importante e che può cambiare nel tempo. Sia i professionisti che le persone che seguiamo possiamo essere poco presenti sulle motivazioni che ci spingono a compiere alcune scelte anche importanti per la nostra vita. E il comportamento quando è una risposta ad un bisogno si basa sempre su delle motivazioni. Tutti potrebbero diventare violenti in situazioni di forte conflittualità e che si fanno o si dicono cose che non avrebbero pensato di dire o fare e quindi bisogna cercare di conoscere e controllare le motivazioni e le spinte a fare o a dire qualcosa che non si pensa o che non si vorrebbe fare, bisogna cercare di trasformare questo in chiave positiva e che diventino degli strumenti di aiuto per se stessi all'interno della.relazione. E per Kelman esistono tre motivazioni che possono coesistere ma che hanno effetti diversi a seconda delle persone e del contesto: compiacenza, identificazione e internalizzazione. Tutte e tre queste motivazioni vengono interiorizzate sin da piccoli e possono essere ripetute in tutte le situazioni che richiamano le nostre esperienze infantili, anche in modo inconsapevole. La compiacenza è il comportamento che mettiamo in atto quando desideriamo ottenere una ricompensa o evitare una punizione. Ci riferiamo a premi o castighi nel contesto psicologico, come quando proviamo paura di perdere l'affetto o quando nascono sentimenti di colpa o di inadeguatezza. Utilizziamo questo comportamento compiacente quando abbiamo l'obiettivo di ottenere un vantaggio sociale senza

Che la persone che lo pone in essere sia convinta ma perché si sente costretto. (es: riunione di lavoro in cui il capo si aspetta da noi una specifica risposta, ma in quel momento ci viene da dare un’altra risposta ma per compiacere e quindi per la paura di una punizione o perché si vuole una ricompensa si cerca di capire quello che si aspetta il capo e si cerca di agire e di dire le cose che l’altro si aspetta). E può capitare che sia lo stesso ambiente di lavoro che dia compiacenza, un ambiente in cui danno premi o punizioni o avere una leadership che da delle ricompense (come nelle leadership democratiche). Ma chi si basa solo su decisioni o motivazioni compiacenti è sempre in contraddizione con i valori quindi quello che vorrebbe sentire l’altra persona e offrirgli la risposta che vorrebbe e i suoi bisogni personali e quello che sente giusto per se stessa, perché qui la persona non sente di poter essere autentica ma ha bisogno di compiacere.

Quindi c'è una contraddizione tra l'aspettativa dell'altro che si tende a compiacere rispetto a quello di cui si è convinti personalmente che hanno a che fare con i propri bisogni e valori. Questo fa sì che io sia più fragile. E la Compiacenza corrisponde all'obbedienza che è un meccanismo psicologico che collega l'azione individuale ad un fine politico. E può portare le persone a mettere in atto determinati comportamenti anche al di fuori e all'aldilà delle proprie convinzioni etiche o al di là di sentimenti di vicinanza al prossimo e al di là della propria condotta morale. Quindi l'obbedienza in determinate situazioni diventi totalmente predominante e quindi limiti la nostra possibilità di agire per andare contro a cose che non riteniamo siano corrette. E in situazioni particolari di stress e pressione può nascere questa dinamica perché è un meccanismo che si.

è appreso durante l’infanzia. Perché per esempio durantel’infanzia il bambino sperimenta la paura attraverso il pianto. Quindi se l’altro fa una pressione autorevole e questomette noi in una situazione di soggezione in cui iniziamo a pensare che l’unica strategia di uscita sia la compiacenza,già usata nell’infanzia da piccoli quando non si voleva fare arrabbiare i genitori,noi tenderemo a usare quel tipo di–>eschema perché lo abbiamo appreso in un età in cui noi non eravamo razionali. sono stati commessi crimini terribiliper colpa dell’obbedienza a differenza della ribellione, in cui per riuscire ad obbedire ad un idea precostituita si facevamale alle persone. –>Esperimento di Milgram cercava di capire perché i tedeschi avessero collaborato allo sterminio degli ebrei.Selezionò un gruppo di persone facendogli credere di collaborare ad una ricerca per la memoria e l’apprendimentodistribuendo i

Ruoli di allievo e insegnante con un sorteggio truccato, in modo che la persona, ingara, fosse sempre un insegnante. Insegnanti e allievi erano messi in due stanze diverse in modo che l'insegnante potesse vedere l'allievo da una vetrata. E l'insegnante era davanti ad un quadro di controllo elettrico con pulsanti con potenze diverse e il grado di pericolosità della scarica. L'insegnante doveva leggere all'allievo alcune coppie di parole e proporre delle possibili associazioni e poi stabilire se la risposta era corretta e in caso negativo avrebbe dovuto dare una scarica sempre più forte e l'allievo simulava gli effetti della scarica con grida sempre più drammatiche in base all'aumento delle scosse. Lo sperimentatore incoraggiava a proseguire e portare a termine l'esperimento. E la maggior parte degli allievi e degli insegnanti portarono la prova a termine nonostante gli era stato dato che la scossa avrebbe potuto portare a seri problemi.

C'è stato uno inaspettato grado di obbedienza che spingeva i soggetti a violare i loro principi morali è stato da lui spiegato con la subordinazione ad un'autorità. Quindi lui osserva che, visto che loro erano studenti, volevano fare bella figura.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
34 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Samanthaa_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di tirocinio i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Marcianò Adriana.