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PRINCIPI DELL’UE
Tu o questo è completato dalla essibilizzazione dei contras o incomprensioni: innanzitu o si applica nel
diri o dell’UE la TEORIA DEI POTERI IMPLICITI, che è una teoria che è stata invitata dalla giurisprudenza
degli sta federali, serve per armonizzare i meccanismo di suddivisione dei poteri tra livello centrale e livello
statale; quando ad un organizzazione internazionale sono a ribui determina obie vi implicitamente gli
a ribu tu i poteri necessari per raggiungere tali obie vi, anche se qualcuno di quei poteri mancano in
quegli elenca nei tra ai. Questa teoria è stata applicata nel debito dell’UE, la corte di gius zia ha accolto la
teoria dei poteri implici già quando esisteva la CECA; assegnando all’UE le competenze non espressamente
conferite dai tra a , ma necessarie per il raggiungimento dei loro ni. La prima sentenza fu la 8/55 rela va
al tra ato CEE, conce o che fu applicato dalla corte di gius zia varie volte: in primo luogo con una sentenza
del 1971, in materia di relazioni esterne; poi con una sentenza del 1973, in materia doganale e poli ca
commerciale; con la sentenza 1970, in materia di is tuzione dei vari comita di ges one e
regolamentazione. Quindi sulla base della giurisprudenza della corte di gius zia, quando una competenza è
a ribuita all’UE, questa deve poter essere esercitata a raverso i poteri d’azione strumentali, nell’esercizio
della competenza medesima, indipendentemente dal ricorso della procedura ex. art 352 TFUE. Quindi
anche senza che sia necessario a ribuire nuovi poteri da parte del consiglio. Questo è solo uno dei modi per
far funzionare l’ingranaggio senza troppe discrasie.
Oltre a questo esistono tu a una serie di principi de a dai tra a che servono per intervenire e per fare
da cuscine o quando il salto tra una competenza e l’altra è troppo elevato/alto, sono il: principio di leale
cooperazione, principio di sussidiarietà, principio di proporzionalità e il principio di solidarietà.
Abbiamo visto che il potere è unico, prima solo degli sta e poi in parte l’hanno condiviso con l’UE, cioè
l’hanno messo in comune il potere. Quindi sono in una certa misura concorren con la ges one del potere,
perché le competenze sono esclusive o concorren , cioè c’è una concorrenza di fondo; quando uno è
concorrente al rivale il rischio di scontrarsi c’è.
All’art 4.3 TUE troviamo il principio dei leale cooperazione serve come freno alla concorrenza: “In virt del
principio di leale cooperazione, l’Unione e gli Sta membri si rispe ano e si assistono reciprocamente
nell'adempimento dei compi derivan dai tra a (cioè essendo che vi siete ripar il potere, poi dovete
cooperare lealmente, dove assistervi reciprocamente seguendo quello che avete deciso di fare. I successivi
commi impongo degli obblighi precisi agli sta membri). Gli Sta membri ado ano ogni misura di cara ere
generale o par colare a a ad assicurare l'esec zione degli obblighi derivan dai tra a o conseguen agli
a delle is tuzioni dell’Unione. Gli Sta membri facilitano all'Unione l'adempimento dei suoi compi e si
astengono da qualsiasi misura che rischi di me ere in pericolo la realizzazione degli obie vi dell’Unione”.
Quindi gli sta membri sono obbliga ad una azione e ad un omissione: debbono ado are tu e le misure
per assicurare l’esecuzione degli obblighi che derivano dal diri o dll’UE, quindi gli obblighi dei tra a ma
anche del diri o derivato; poi devono astenersi da quassi misura che rischi di comprome ere la
realizzazione degli scop del tra ato del TUE.
La corte di gius zia dell’UE con una interpretazione integra va ha interpretato questa norma dicendo che
per poter rispe are l’obbligo di leale collaborazione imposto da questo art, gli sta membri devono me ere
a disposizione, nel perseguimento degli obie vi dell’UE, tu e le proprie stru ure organizza ve, svolgendo
quasi un ruolo di braccio secolare dell’UE. Perché il problema dell’organizzazioni internazionali è che siamo
un gigante con mani e piedi lega , perché per fare le cose servono gli sta , perché non ho polizia, non ho
apparato repressiva e non ho apparato repressivo; perché sono comunque gli sta che hanno il potere di
forzare le cose. In base al principio di legale cooperazione i conta fra sta membri non avvengo a raverso
sono con gli organi prepos alle relazioni internazionali, ma i rispe vi ranghi della amministrazione
cooperano dire amente con mezzi più moderni e spedi .
Prevede una dubbia obbligazione per gli sta membri: che devono da un lato agire per favorire l’azione
dell’UE e dall’altro lato non ostacolarla; questo obbligo che i tra a impongono solo agli sta membri, è
stato estero dalla corte di gius zia anche alle situazioni dell’UE.
Il principio di proporzionalità è previsto all’art 5.4 TUE: "In virt del principio di proporzionalit , il contenuto
e la forma dell'azione dell'Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento degli obie vi dei
tra a . Le is tuzioni dell'Unione applicano il principio di proporzionalit conformemente al protocollo
sull'applicazione dei principi di sussidiariet e di proporzionalit ”, è importante perché si applica anche a
tu o anche alle materie di competenza esclusiva dell'UE e riguarda sia l’esistenza he la modalità dell’a vità
norma va dell’UE stessa. Quindi il consiglio potrebbe rinunziare ad emanare una norma va oppure 92
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dovrebbe lasciare maggiore libertà ai suoi des natari, cioè l’UE si deve limitare a fare il minimo
indispensabile per il conseguimento degli obbie vi, non deve invadere il campo degli sta .
Ad es. la corte di gius zia ha applicato il principio di proporzionalità con riguarda alle limitazioni imposte
dalle persone siche o giudice da parte dell’UE, che devono essere il minimo possibile.
Si applica anche alle materie dove c’è materia concorrente; anche se in materia di concorrenza è più
importante il principio di sussidiarietà. Questo principio vale sia per la competenza esclusiva dell’UE che per
la competenza concorrente.
Il principio di sussidiarietà (vale solo per la competenza concorrente), all’art 5.3 TUE: “In virt del principio
di sussidiariet , nei se ori che non sono di sua competenza esclusiva l'Unione interviene soltanto se e in
quanto gli obie vi dell'azione prevista non possono essere consegui in misura su ciente dagli Sta
membri, n a livello centrale n a livello regionale e locale, ma possono, a mo vo della portata o degli
e e dell'azione in ques one, essere consegui meglio a livello di Unione. Le is tuzioni dell'Unione
applicano il principio di sussidiariet conformemente al protocollo sull'a plicazione dei principi di
sussidiariet e di proporzionalit . I parlamen nazionali vigilano sul rispe o del principio di sussidiariet
secondo la procedura prevista in de o protocollo”. Questo principio serve per un estensione delle
competenze dell’UE. C’è scri o che nel dubbio devono agire gli sta , a meno che il problema sia meglio
risolubile a livello di unione; questo in teoria. Pero è vero che di fa o è un estensione, perché quando gli
sta non fanno niente, a livello di sta membri, non è un problema principale. Questo principio di
sussidiarietà è copiato dal diri o tedesco e serviva a regolare il livello tra governo federale e governo dei
singoli sta membri. Nell’esperienza tedesca il principio di sussidiarietà in realtà ha esteso la competenza
del legislatore federale, dello stato centrale, pertenendo di interviene dove fosse necessario coinvolgere
l’interno stato. Nasce formalmente per dare più potere a livello locale, però di fa o autorizza formalmente a
intervenire a livello centrale in caso di inazione da parte del livello locale.
Come viene a uato questo principio di sussidiarietà? Manca un meccanismo giudizio preven vo, per
accerterai il rispe o del principio di susisaiarieta negli a . In teoria quindi l’a o dell’UE potrebbe essere
viziato quando l’is tuzione hanno emesso di valutare il principio di sussidiarietà o quando l’is tuzione è
ecceduto nel suo margine di apprezzamento degli elemen poli ci. Però siccome c’è un certo margarine di
discrezionalità poli ca è di cile perché la corte di gius zia dichiari illegi mo un a o per violazione del
principio di sussidiarietà dato il margine di discrezionalità poli ca. Il principio di sussidiarietà è stato inserito
nel diri o dell’UE dal tra ato di Maastricht. Quindi per migliorare le cose fu fa o un accorso inter
is tuzionale nel 1993 per l’a uazione del principio di sussidiarietà da pare della commissione, consiglio e
parlamento che riguarda la procedura di azione degli a . Quindi in questo accordo si è previsto che la
commissione nelle mo vazione delle sue proposte debba gius carle con riguardo al principio di
sussidiarietà; deve sempre dire come ha apprezzato il principio di sussidiarietà nella mo vazione. Anche gli
emendamen di consiglio e parlamento devono essere gius cate con riguarda al principio di sussidiarietà,
se queste riguardano modi cazioni del campo di intervento dell’UE. È poi previsto un rapporto annuale
della commissione sul rispe o del principio du sussidiarietà da parte delle is tuzioni.
Il principio di sussidiarietà ha funzione bidirezionale: come modulatore di un contenimento, o al contrario,
di una estensione delle competenze sia dell’UE che degli sta membri in funzione delle esigenza che si ha
reso il miglior servizio possibile ai ci adini. Dalla prima le era dell’art 5.3 TUE sembrerebbe che il principio
du sussidiarietà abbia solo la funzione di limitare l’azione dell’UE nei se ori di competenza coronerete, ma
se leggiamo il protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità viene spiegato che
il principio di sussidiarietà consente anche che l’azione dell’UE, entro i limi delle sue competenze, sia
ampliata laddove le circostanze lo richiedono e sia ristre a o sospesa laddove esse non sia più gius cata.
Ci sono poi 2 criteri che debbano essere presi in considerazione in basi ai quali s