ANAC e PROBLEMA DELLE RISORSE
Art. 5 co.6 d.lgs. 97/2016
Il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso e motivato nel termine di 30 giorni dalla
presentazione dell’istanza con la comunicazione al richiedente e agli eventuali controinteressati.
In caso di accoglimento, l’amministrazione provvede a trasmettere tempestivamente al richiedente i dati o i documenti
richiesti, ovvero, nel caso in cui l’istanza riguardi dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi
del presente decreto, a pubblicare sul sito i dati, le informazioni o i documenti richiesti e a comunicare al richiedente
l'avvenuta pubblicazione dello stesso, indicandogli il relativo collegamento ipertestuale.
In caso di accoglimento della richiesta di accesso civico nonostante l'opposizione del controinteressato, salvi i casi di
comprovata indifferibilità, l’amministrazione ne dà comunicazione al controinteressato e provvede a trasmettere al
richiedente i dati o i documenti richiesti non prima di 15 giorni dalla ricezione della stessa comunicazione da parte del
controinteressato.
Il rifiuto, il differimento e la limitazione dell'accesso devono essere motivati con riferimento ai casi e ai limiti stabiliti dall'articolo
5-bis.
Il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza può chiedere agli uffici della relativa amministrazione
informazioni sull’esito delle istanze.
Di questa indeterminatezza era consapevole lo stesso legislatore delegato e per questo demanda, tramite
art. 5 co.6, ad un’autorità specifica: ANAC Autorità nazionale anticorruzione.
Stabiliscono le linee guida recanti indicazioni operative, anche volte a perimetrare meglio le cause di
esclusione e i limiti dell’accesso civico generalizzato, che avevano come destinatari appunto le PA.
Quest’autorità doveva controllare anche l’adempimento alle norme dell’amministrazione e doveva
l’Autorità Garante dei dati personali
trovare un accordo riguardo queste linee con . A distanza di pochi mesi
dell’entrata in vigore del d.lgs. 97/2016, l’ANAC approvò queste linee guida, in cui prospettò anche una
maggiore determinazione degli interessi pubblici e privati.
Art. 42 Disposizioni transitorie:
“1. I soggetti di cui all'articolo 2-bis del decreto legislativo n. 33 del 2013 si adeguano alle modifiche allo stesso decreto
legislativo, introdotte dal presente decreto, e assicurano l'effettivo esercizio del diritto di cui all'articolo 5, comma 2, del
decreto legislativo n. 33 del 2013, come modificato dall'articolo 6 del presente decreto, entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore del presente decreto”.
Legislatore delega governo, che delega l’ANAC, che delega la prassi della giurisprudenza amministrativa,
infatti ad oggi queste linee sono ancora quelle del 2016 e rientrano nella cosiddetta soft law.
Per guardare ciò che si contrappone effettivamente a questo diritto, non possiamo basarci solo sul diritto
positivo, ma guardare anche le sentenze e i pareri emersi dalla giurisprudenza. 25 | 42
Dopo il 2017 sono fiorite diverse iniziative anche da parte del governo; quindi, è stato necessario dare un
l’Osservatorio FOIA
po’ di tempo alle PA (6 mesi) e fornirgli qualche supporto, come , in cui è stata fatta
banca dati
una che fino ai documenti del 2021 è molto completa sia dei pareri/sentenze del Consiglio di
Stato sia dei giudici amministrativi, con la possibilità di filtrare i link per voci, anni, corti ecc.
D. Presid. R. 184/2006 Regolamento recante disciplina in materia di accesso ai documenti amministrativi copia
art. 3 Notifica ai controinteressati co.1
l’art.5 co.5 l.97/2016 all’
Fermo quanto previsto dall'art. 5 (accesso informale in cui non ci sono controinteressati), la pubblica amministrazione cui è
indirizzata la richiesta di accesso, se individua soggetti controinteressati, di cui all'art. 22, co.1 c), della legge, è tenuta a dare
comunicazione agli stessi, mediante invio di copia con raccomandata con avviso di ricevimento, o per via telematica per
coloro che abbiano consentito tale forma di comunicazione [...]
Il diritto civile generalizzato ha un costo di risorse umane, economiche, amministrative es. spedizioni poste;
e di tempo. problema delle risorse
Alla base del c’è anche:
1. l’eliminazione degli obblighi di pubblicità perché si considera sufficiente il diritto di accesso civico
generalizzato, ma in realtà questo potrebbe aumentare esponenzialmente gli oneri a carico
dell'amministrazione pubblica italiana, perché non si sa la quantità effettiva di richiesta dei cittadini
che desidereranno accedere a documenti detenuti alla pubblica amministrazione.
Il cittadino pretenzioso tempesta l’amministrazione d’istanze, fino a quando il giudice ritiene un abuso
del diritto di accesso, perché appunto l’amministrazione non riesce più a gestire il numero delle istanze.
soggetti controinteressati art. 3 co.2 DPR 184/2006
2. Ma non è finita la storia, perché poi i in forza dell’ ,
“entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione", possono presentare un'opposizione, anche “per
richiesta di accesso civico
via telematica” la . 30 gg
3. L’ istanza di accesso civico generalizzato deve essere decisa entro , naturalmente subisce
quell'effetto sospensivo che abbiamo studiato per le eventuali opposizioni dei soggetti interessati.
Alla fine, entro questo termine, l'amministrazione dovrà decidere sull’istanza e potrà accoglierla
eventualmente attuando l’esercizio del diritto di accesso civico generalizzato o anche a rimanendo
inerte. tutela costituzionale
In tutti i casi è data realmente la possibilità di una , che passa per il piano , ma anche
amministrativa giurisprudenziale nell’art.5 co.7 (introdotto) dal d.lgs. 97/2016.
per via e che troviamo indicata responsabile della prevenzione e
Si potrà percorrere una via di tutela amministrativa che passa per il
trasparenza . Quindi si fa una sorta di istanza di riesame all'organo titolare della funzione di responsabile
della prevenzione della corruzione, della trasparenza in quella amministrazione. Ad es. il garante della
protezione dei dati personali per il caso in cui l'accesso sia stato negato per motivi attinenti ai dati
personali.
O ancora sempre inviando direttiva di cui art. 5 si potrà, laddove l’istituito lo prevede, fare ricorso una
volta ancora al difensore civico o alle figure omologhe presenti nelle diverse esperienze.
Se invece si volesse spostare il conflitto direttamente sul piano giurisdizionale sarà riguardo del giudice
amministrativo. Ai sensi di quella stessa disposizione che avevamo già visto per l'accesso documentale ex.
art.116 codice del processo amministrativo.
Art. 116 (cod. proc. Amm. ) Rito in materia di accesso ai documenti amministrativi
1. Contro le determinazioni e contro il silenzio sulle istanze di accesso ai documenti amministrativi ((, nonché per la tutela del diritto
di accesso civico connessa all'inadempimento degli obblighi di trasparenza))il ricorso è proposto entro trenta giorni dalla
conoscenza della determinazione impugnata o dalla formazione del silenzio, mediante notificazione all'amministrazione e ad
almeno un controinteressato. Si applica l'articolo 49. Il termine per la proposizione di ricorsi incidentali o motivi aggiunti è di trenta
giorni.
2. In pendenza di un giudizio cui la richiesta di accesso è connessa, il ricorso di cui al comma 1 può essere proposto con istanza
depositata presso la segreteria della sezione cui è assegnato il ricorso principale, previa notificazione all'amministrazione e agli
eventuali controinteressati. L'istanza è decisa con ordinanza separatamente dal giudizio principale, ovvero con la sentenza che
definisce il giudizio.
3. L'amministrazione può essere rappresentata e difesa da un proprio dipendente a ciò autorizzato.
4. Il giudice decide con sentenza in forma semplificata; sussistendone i presupposti, ordina l'esibizione ((e, ove previsto, la
pubblicazione))dei documenti richiesti, entro un termine non superiore, di norma, a trenta giorni, dettando, ove occorra, le
relative modalità.
5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai giudizi di impugnazione.
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Bisogna però considerare gli alti costi del processo, ma nulla esclude la tutela personale art. 23.
articolo 7
Nell' si prevedeva anche una tutela amministrativa.
1. Ove non sussistano ragioni di impedimento derivanti da particolari esigenze di celerità del procedimento, l'avvio del
procedimento stesso è comunicato, con le modalità previste dall'articolo 8, ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento
finale è destinato a produrre effetti diretti ed a quelli che per legge debbono intervenirvi. Ove parimenti non sussistano le
ragioni di impedimento predette, qualora da un provvedimento possa derivare un pregiudizio a soggetti individuati o
facilmente individuabili, diversi dai suoi diretti destinatari, l'amministrazione è tenuta a fornire loro, con le stesse modalità,
notizia dell'inizio del procedimento.
Però il legislatore si interrogava su chi avrebbe dovuto governare questa via, tra i principi e i livelli direttivi.
l’ANAC
Ritenne opportuno che fosse , cioè l'organo, l'autorità che avrebbe dovuto decidere di corsi
amministrativi in materia trasparenza.
Non avrebbe dovuto essere il responsabile della prevenzione della corruzione, trasparenza, né tantomeno
di funzione. Il problema è che questo art. è contrario alla norma giuridica: perché il legislatore delegante, il
Parlamento ha scelto l’ ANAC, mentre il legislatore delegato, il governo ha individuato altri organi per la
supervisione amministrativa del diritto di accesso civico generalizzato; quindi, c’è un conflitto tra la norma
delegata e la norma di delega, il che potrebbe portare a dubitare della compatibilità costituzionale di
violato l'articolo 76 C
questa normativa, limitatamente a questa parte. Perché sarebbe .
Il governo non ha affidato all’ANAC anche la funzione di risolvere le controversie amministrative tra
cittadini e amministrazioni, perché è stata la stessa “a chiedere pietà.” norme incostituzionali
Dal punto di vista costituzionale, l'ordinamento giuridico italiano è pieno di e si porrà
eventualmente la questione, semmai dovessero arrivare all'attenzione della Corte costituzionale.
23/11/23
2° PARTE: GLI ACCORDI AMMINISTRATIVI
art. 4
In base agli e i seguenti il responsabile del procedimento deve metter in atto quei compor
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