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IL PROVVEDIEMENTO AMMINISTRATIVO
La nascita del provvedimento amministrativo corrisponde con la nascita del diritto
amministrativo, questo perché nel 1889 viene istituita la quarta sezione del consiglio
di stato, giudice che si occupa della validità dei provvedimenti amministrativi (se sono
legittimi oppure no). C’era quindi la necessità di determinare cosa fosse un
provvedimento amministrativo.
Il provvedimento amministrativo non presuppone un accordo fra le parti (è
caratterizzato da imperatività, ad esempio provvedimento di espropriazione) a
differenza del contratto. Grandi giuristi dell’epoca come Oreste Ranelletti hanno
iniziato ad elaborare la nozione di provvedimento amministrativo ed di interesse
legittimo (che ranelletti chiamava interesse occasionalmente protetto, mutato poi in
interesse lettimo all’articolo 24 dell costituzione nel ’48)
Massimo Severo Giannini elaborò 3 categorie di provvedimenti amministrativi
1- Autorizazioni (servono a togliere un controllo al fine di rimuovere un ostacolo
all’esercizio del diritto. Esse hanno carattere in parte dichiarativo e non
costitutivo perché non costituiscono un diritto, ma lo confermano, servono a
dichiararlo. L’amministrazione effettua un controllo per verificare che il soggetto
abbia i requisiti per svolgere l’attività. Tutte le autorizzazioni sono caratterizzate
da quasi nulla discrezionalità)
2- Concessioni (in questo caso l’amministrazione crea il diritto a favore del
soggetto richiedente che prima non possedeva. Es. concessione di un servizio
pubblico, alcuni servizi sono nella piena disponibilità della pubblica
amministrazione (es. servizio di nettezza urbana, servizio idrico, trasporto
pubblico, sanità, spiagge). Un privato in realtà potrebbe gestire questi servizi
ma solo in concessione perché sono affidati alla pubblica amministrazione (es.
italo che ha accesso in concessione all’infrastruttura ferroviaria, cliniche
mediche private). Nel caso in cui ci fossero più richiedenti per lo stesso bene è
necessaria una gara di appalto, diversa però da una normale)
3- Ablazione (sono tutti i provvedimenti amministrativi che presuppongo una
lmitazione delle facoltà del destinatario (limitazione di una sua attività o di un
suo bene). Esse sono le espropriazioni, le sospensioni delle attività (es. un
ristorante che non rispetta le norme igieniche), le sanzioni (contravezioni)
Silenzio assenso – provvedimento tacito
1) Il silenzio assenso è un provvedimento amministrativo (a differenza della SCIA
che invece non lo è)
2) Nel silenzio assenso vi è anche procedimento amministrativo
3) Il silenzio assenso è una possibile forma di tutela contro l’inerzia amministrativa
4) Quando si può verificare il silenzio assenso? Vedi articolo 20 comma 4 (nel caso
di amministrazioni sensibili non si può verificare silenzio assenso)
↓
Nel silenzio assenso le amministrazioni sensibili escludono la possibilità che si verifichi
il silenzio assenso (quindi hanno anche più rilevanza in questo ambito rispetto alla
conferenza dei servizi). In tutti gli altri casi non riconducibili al comma 4 dell’articolo
20 si può verificare il silenzio assenso (che comunque si verifica quando
l’amministrazione non risponde nei termini.
5) Nei casi in cui è escluso il silenzio assenso e l’amministrazione non risponde nei
termini ci si trova in una situazione di silenzio inadempimento e in casi di questo
genere l’ordinamento prevede una tutela giurisdizionale (davanti al TAR) ma
anche una tutela di natura sostanziale come il potere sostitutivo oppure
l’attivazione della responsabilità disciplinare nei confronti del dipendente
rimasto inerte (art. 2 comma 9 bis e ss. e comma 9)
Per capire il silenzio assenso (è una forma positiva) bisogna distinguerlo dal silenzio
inadempimento (che è una forma negativa, patologica ed opera nei casi in cui è
escluso il silenzio assenso)
Art. 20 legge 241/1990
Il silenzio assenso opera nei procediementi ad istanza di parte per il rilascio di
provvedimenti amministrativi. Il silenzio equivale ad un provvedimento di
accoglimento.
Quando è escluso il silenzio assenso:
- Il diniego da parte dell’amministrazione con un
provvedimento di rigetto o un accoglimento con un
provvedimento di accoglimento (nei termini)
- Quando entro i termini il responsabile del procedimento
convoca la conferenza dei servizi
- Provvedimenti amministrativi che riguardano le
amministrazioni sensibili. Casi in cui sono presenti
interessi sensibili indicati dal comma
Differenza tra silenzio assenso dell’articolo 20 e silenzio assenso dell’articolo 17-
bis.
Il 17-bis. è un silenzio assenso fra P.A. che è un silenzio assenso orizzontale (tra p.a.
e p.a.) mentre l’articolo 20 opera fra P.A. e privato, è un silenzio assenso verticale.
↙
Cioè l’art. 20 opera solo nel caso in cui vi sia un’unica P.A. a decidere, invece l’art.
17-bis opera quando a decidere sono due amministrazioni. (se operano >2
amministrazioni c’è la conferenza dei servizi)
Art. 20 comma 2 bis – attestazione sull’avvenuta formazione del silenzio assenso
Nei casi in cui il silenzio equivale a provvedimento di accoglimento
l’amministrazione è tenuta, su richiesta del privato, a rilasciare in via telematica
un’attestazione che informa dell’avvenuto decorso dei termini del procedimento e
che l’accoglimento è avvenuto tramite silenzio assenso. Questo accade per una
situazione di certezza e sicurezza giuridica del privato, ad esempio per avere
finanziamenti dalla banca o dall’Europa, per poter vendere l’eventuale opera
costruita (perché chi l’acquista potrebbe chiedere se è a norma). In questi casi il
silenzio assenso tradisce sé stesso perché da provvedimento tacito (senza
necessità quindi di un provvedimento scritto) diventa atto di certificazione scritto
(ovvero una dichiarazione rispetto a ciò che si è già formato, non è un
provvedimento e non ha natura costitutiva)
Decorsi inutilmente 10 giorni dalla richiesta, il privato può presentare una
dichiarazione sostitutiva dell’attestazione (fatta da lui) come da d.p.r. 445/2000 che
dichiarerà che il silenzio assenso si era già formato. Questo strumento della
dichiarazione sostitutiva è però molto singolare perché:
1) C’è un conflitto di interessi perché il privato non può che dichiarare che il
silenzio assenso si sia formato, non potrebbe fare altrimenti, sennò
commetterebbe un abuso nel costruire.
2) È come se la pubblica amministrazione si spogliasse delle sue responsabilità per
addossarle al privato
Il silenzio assenso è soggetto all’autotutela amministrativa (revoca e
annullamento d’ufficio). Infatti secondo l’articolo 20 comma 3 prevede che nei
casi in cui il silenzio assenso equivale ad accoglimento della domanda,
l’amministrazione competente può assumere determinazioni in via di autotutela
ai sensi degli articoli 21-quinquies e 21-nonies. Quindi se l’amministrazione si
accorge che un soggetto sta realizzando qualcosa in mancanza del
provvedimento di accoglimento … (guarda appunti prof, fai ricerca con le parole
precedenti)
Se l’autotutela è possibile allora si tratta di provvedimento amministrativo,
presumendo che non si possa essere formato il silenzio assenso,
In conclusione, il silenzio assenso dovrebbe essere un’eccezione perché la P.A.
come regola generale dovrebbe rispondere nei tempi ad un’istanza del privato
con un provvedimento espresso (di accoglimento o di rigetto), se non lo fa c’è il
silenzio assenso con tanti problemi di certezza giuridica (che neanche
l’attestazione di avvenuto silenzio assenso riesce a risolvere).
Provvedimenti amministrativi – tecniche di redazione
L’area del provvedimento amministrativo include anche il silenzio assenso, che per
ovvie ragioni non pone problemi di redazione dell’atto, semplicemente perché un atto
scritto non c’è. Inoltre occorre precisare che nei casi in cui il silenzio assenso è
escluso, l’amministrazione ha l’obbligo di redigere un provvedimento anche oltre i
termini di conclusione del procedimento
1) I provvedimenti amministrativi si distinguono in autorizzazioni, concessioni,
ablazioni
2) Ruolo della legge 241/1990 Dopo le innovazioni della legge 15/2005, sono
stati introdotti nuovi commi all’art. 21 che trattano i principi di efficacia, validità
e autotutela del provvedimento amministrativo, la legge 241 diventa anche
relativa al provvedimento amministrativo.
La legge sul procedimento e il provvedimento amministrativo è la legge che
indica più “ingredienti” in tema di redazione del provvedimento amministrativo.
Gli ingredienti della ricetta sono:
- Regole procedurali per arrivare al procedimento
- Regole specifiche
- Modalità specifiche di redazione del provvedimento
A parte questi principi però per una buona redazione di un provvedimento
amministrativo bisogna applicare la “legge dell’incrocio” cioè incrocia i principi
della legge 241/1990 insieme alla normativa di settore.
Schema logico-sequenziale delle principale regole strutturali della
o legge 241 per produrre un provvedimento corretto:
I primi 5 punti riguardano la fase di iniziativa procedimentale
che, se mal condotta, comporta vizi sul provvedimento
finale.
1) Iniziativa del procedimento
2) Individuare il responsabile del procedimento
3) Il responsabile del procedimento deve sapere fin
dall’inizio i tempi in cui si dovrà concludere il
provvedimento
4) Rilasciare la ricevuta la privato (articolo 18-bis)
5) Comunicare l’avvio del procedimento ai soggetti pubblici
e privati chiamati a parteciparvi
I punti che seguono riguardano la fase istruttoria (che è
quella che porta all’istanza)
Schema del provvedimento amministrativo
Intestazione
1) Il nome del settore competente ad adottare l’atto è importante perché indica
la competenza ed eventuali vizi di incompetenza
2) Numero del protocollo serve a tracciare l’atto (quando l’atto è stato
presentato) e dargli un numero d’ordine. È importante perché
Oggetto
1) Denominazione dell’atto amministrativo (es. concessione, sanzione,
autorizzazione, permesso di soggiorso)
L’oggetto indica il tipo di atto e sinteticamente il suo contenuto
Preambolo
Esso contiene l