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MODELLI A CONFRONTO
SIMILITUDINI
entrambi si focalizzano sulla fase di formulazione
● concordano sul fatto che la formulazione richieda diversi stadi:
● una fase di mapping concetto- parola
○ una fase di mapping parola-fonetica
○
DIFFERENZE
La direzionalità dell’attivazione:
● WEAVER++ è UNIDIREZIONALE
○ MODELLO A 2 STADI è BIDIREZIONALE
○
La serialità dell’attivazione:
● WEAVER++ è SERIALE
○ MODELLO A 2 STADI è PARALLELO
○
MODELLI DI LETTURA
Leggere è un’attività che l’homo sapiens svolge solo da 5000 anni (sui 200000 di storia).
Il nostro cervello non ha strutture che ci permettano di imparare a leggere e scrivere in modo
spontaneo , come per il linguaggio parlato, ma è un processo che deve essere appreso.
L’alfabetizzazione di massa è un concetto recente nelle società occidentali.
L’analfabetismo è ancora molto diffuso nel mondo.
Imparare a leggere-scrivere prevede 3 fasi:
1. Stadio logografico (5-6 anni): il bambino non sa leggere, ma cerca di riconoscere le
parole nel loro insieme.
2. Stadio alfabetico (6-7 anni): il bambino impara a prestare attenzione ai singoli elementi
che compongono le parole e alle connessioni tra essi, imparando ad associare
suoni-segni.
3. Stadio ortografico (9-10 anni): il bambino legge utilizzando una strategia che gli
permette di riconoscere la forma ortografica della parola e mapparla con la forma
fonologica.
Nei modelli di lettura si distinguee tra:
Lingue trasparenti: in cui la conversione grafema-fonema è chiara e altamente
➔ costante con poche eccezioni (es: Italiano –Tedesco)
Lingue opache o non-trasparenti: in cui la conversione grafema-fonema non è chiara e
➔ dipende dai grafemi che precedono e seguono (es: Inglese).
MODELLO DI LETTURA A DUE VIE
Per leggere è possible usare due vie:
Via lessicale: permette di riconoscere le parole sulla base della loro forma e accedere
● direttamente al significato, si usa per parole note.
Via non lessicale: analizza e scompone una parola nei grafemi e poi nei fonemi
● corrispondenti, si usa per parole sconosciute.
MODELLO DI LETTURA A TRIANGOLO
Modello connessionista che assume che la lettura avvenga mediante un’ unica via con tre livelli
di elaborazione:
1. Semantico
2. Ortografico
3. Fonologico
I livelli sono connessi in modo sia eccitatorio sia inibitorio, e l’attivazione è parallela.
Tutte le stringhe vengono elaborate nello stesso modo sia che siano parole note o nuove.
La pronuncia viene elaborata sulla base della somiglianza con altre parole
Es: cane, pane LA COMUNICAZIONE
La comunicazione è un'attività complessa e sofisticata.
La comunicazione umana ha molteplici dimensioni:
è un’attività eminentemente sociale
● comunicare è partecipazione (condivisione di significati)
● è un’attività eminentemente cognitiva
● è strettamente connessa con l’azione
● non è disgiunta dalla discomunicazione
●
I principali approcci teorici allo studio della comunicazione sono:
Approccio matematico
● Approccio semiotico
● Approccio pragmatico
● Approccio sociologico
● Approccio psicologico
●
APPROCCIO MATEMATICO
La comunicazione come trasmissione di informazioni
La centralità del concetto di informazione (dimensione base della realtà accanto a quelle di
massa e energia).
L’informazione è:
Espansiva: diffusiva, si riproduce e non si consuma, condivisa e non scambiata come es.
● energia.
Comprimibile
● Facilmente trasportabile
●
L’informazione è intesa come “una differenza che genera differenza”, ossia non è il semplice
dato in sé ma la relazione fra due o più dati, in grado di generare ulteriori conoscenze.
Informazione è il valore di probabilità che si realizza all’interno di molte possibilità
combinatorie (N scelte) fra H simboli.
Es. mela N scelte (214) fra 21 simboli
Nel modello di Shannon, la comunicazione può essere descritta come una trasmissione di
informazioni, da una sorgente (source) a un destinatario (destination) attraverso un canale
(channel). Il concetto chiave del modello di Shannon è quello di codice (code): per poter essere
trasmesso, il messaggio deve essere trasformato in un codice (encoding) da un trasmittente
(transmitter). Durante la trasmissione è possibile che si verifichino degli errori, questo perché
nel canale è presente rumore (noise). Al termine del canale deve essere presente un ricevente
(receiver) che ha il compito di decodificare il messaggio, ovvero separare il messaggio dal
rumore in modo da poter trasmettere il messaggio finale al destinatario.
Es. comunicazione telefonica
Nella comunicazione umana, ogni messaggio ha un significato e Shannon stesso osserva che
avere un significato è una proprietà costante dei messaggi umani. Il modello proposto non
tiene conto di questa proprietà e prevede che la sorgente possa generare qualsiasi tipo di
messaggio e che il messaggio trasmesso debba essere sempre considerato valido. La funzione
della comunicazione non è trasmettere e comprendere significati, ma trasmettere messaggi e
decodificarli assumendone la validità. La comunicazione diventa un modo per ridurre
l’incertezza, ovvero per selezionare il messaggio che è stato effettivamente trasmesso. Il
concetto chiave in questo processo diventa quello di informazione come riduzione
dell’incertezza. Nella teoria di Shannon, il termine incertezza non ha una connotazione
negativa, ma, al contrario, si riferisce a ciò che non si sa ancora, ciò di cui non si è ancora
sicuri, e la comunicazione diventa un modo per risolvere questa incertezza: maggiore
l’incertezza, maggiore la quantità di informazione necessaria per risolverla. Seppur ogni
messaggio debba considerarsi valido e la sorgente possa generare qualsiasi tipo di messaggio,
è un dato osservativo che i messaggi non hanno tutti la stessa probabilità di essere trasmessi, e
questo è tanto più vero quando si considera la comunicazione verbale umana.
La proposta di Shannon ha trovato enorme diffusione quando, con la collaborazione di Weaver,
l’articolo è stato riscritto come un volume dal titolo The mathematical model of communication
nel 1949, nel tentativo di renderne il contenuto più accessibile. Il modello matematico della
comunicazione di Shannon e Weaver è stato criticato nelle scienze cognitive e linguistiche. Tra
i suoi detrattori figura anche Noam Chomsky, secondo il quale un sistema probabilistico come
quello ipotizzato da Shannon non può rendere conto dei pattern grammaticali che
caratterizzano il linguaggio. Altri detrattori hanno messo in luce una mancanza di
considerazione di aspetti contestuali che possono avere un’influenza sulla produzione e
comprensione del linguaggio. E’ stato evidenziato come il modello non spieghi adeguatamente
il modo in cui il contesto possa alterare la trasmissione e la comprensione del messaggio,
ovvero il modo in cui il significato passa da parlante a ricevente. Nel modello, l’unico
riferimento alla distorsione del messaggio che può avvenire durante la trasmissione è incluso
nel concetto di rumore, una distorsione accidentale e casuale del messaggio. Diversi studiosi
hanno evidenziato come un fattore chiave della comunicazione umana sia invece il concetto di
intenzione: sia il parlante che il ricevente sono portatori di un’intenzione comunicativa e
considerano ogni aspetto del messaggio come intenzionale. In questa luce, la produzione del
messaggio risponde a una determinata intenzione comunicativa e la sua decodifica risponde a
una determinata intenzione comunicativa e la sua decodifica risponde all’interpretazione che il
ricevente ne fa. Alcuni degli aspetti chiave del modello di Shannon e Weaver sono stati
rivalutati dagli studiosi del linguaggio. La teoria dell’informazione è stata applicata con
successo allo studio della comprensione del linguaggio. La natura probabilistica del linguaggio
è al centro dell’approccio dell’apprendimento statistico (l’apprendimento del linguaggio sottende
la rilevazione di pattern ripetuti all’interno della lingua).
APPROCCIO SEMIOTICO
La semiotica (o semiologia) è la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale
Per la semiotica, la comunicazione è un processo di significazione, ossia la capacità di
generare significati, proprietà fondamentale di ogni messaggio di avere un senso e un
significato per i comunicanti.
Il processo della significazione può essere rappresentato come un diagramma.
Il diagramma della significazione (versione di Ogden e Richards) pone in relazione tre
elementi:
il simbolo: la parola, il segno
● il referente: l’oggetto o l’evento comunicato
● la referenza: il concetto dell’oggetto o dell’evento comunicato
●
La conseguenza del processo di significazione: il simbolo non ha un rapporto diretto con la
realtà, ma soltanto con il concetto e con l’idea mentale.
La convinzione che esista un rapporto diretto fra il segno e il referente è stata definita fallacia
referenziale (Eco, 1975). Che cosa si intende per SEGNO?
Due principali accezioni:
Segno come equivalenza
● Segno come inferenza
●
Il segno come equivalenza rimanda alla nozione di codice, il segno come inferenza rimanda
alla nozione di contesto.
SEGNO COME EQUIVALENZA
Equivalenza: corrispondenza piena e stabile fra espressione e contenuto
Ne deriva che:
Il segno è l’unione di un’immagine acustica (il significante o espressione) e di una
➔ mentale (il significato o contenuto)
Il segno ha carattere arbitrario e oppositivo
➔ Il segno non va inteso come una realtà fisica, ma come una relazione fra due funtivi, si
➔ parla di funzione segnica.
SEGNO COME INFERENZA
Inferenza: indizio da cui trarre una conseguenza
Il segno:
permette la costruzione di modelli mentali utili per individuare gli aspetti mancanti o
➔ carenti e di cogliere il senso dei messaggi
contribuisce a spiegare lo scarto fra ciò che è detto e ciò che è implicato da quanto è
➔ stato detto ossia un soggetto comunica di più di quanto dica
Il segno è qualcosa che per qualcuno sta al posto di qualcos’altro, sotto qualche rispetto o
capacità.
Funzione di rimando (rimandare a qualcosa di diverso da sé)
Peirce individua 3 tipi di segni:
le icone: relazione di somiglianza con le proprietà del referente (es. c