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(M)
L’adulto è motivato quando gli resta energia fisica e vitale da impegnare nell’apprendimento, e di questo
l’adulto deve essere molto consapevole. Quindi lo scopo del formatore dev’essere aiutare l’adulto a prendere
consapevolezza di qual è il suo livello di energia motivazionale per aiutarlo a direzionarla o a liberarne altra
da impiegare nella formazione.
Il margine è dato dal rapporto di Load (carico vitale) e Power (il potere che si ha sulla propria vita).
M = L/P. il margine corrisponde alla possibilità di impegno e motivazione nella formazione da parte
dell’adulto.
Peso (Load) = comprende fattori esterni (famiglia, lavoro, ruoli sociali e personali, vita quotidiana e di
comunità) e fattori interni (aspettative, desideri, speranza, ecc.)
Potere (Power) = comprende la combinazione di risorse esterne (supporto familiare, rete professionale,
abilità s sociali, disponibilità economica) e risorse interne (resilienza, resistenza allo stress, controllo
emotivo, capacità di coping, ecc.)
L e P sono inversamente proporzionali e sono facilmente controllabili con una riserva (M) margine di
energia che consente anche di affrontare compiti creativi, esploratori, rischi, ecc.
29
PLO formula
Motivazione in formazione (Dan Pink)
I fattori che agganciano l’adulto nell’attività di formazione:
- (Consapevolezza e sviluppo di) Autonomia (Autonomy)
- Padronanza (Mastery)
- Scopo (Purpose)
= Motivation
Lo scopo deve essere chiaro, la sfida deve essere non troppo difficile, deve generare padronanza nell’adulto
(né troppo difficile né troppo facile) e l’adulto è agganciato nel sostenere la sua capacità di autonomia e
agency. TERZA PARTE
ANDRAGOGIA (Malcom S. Knowles)
YMCA associazione cattolica della gioventù, si dedica alla formazione dei giovani adulti.
Viene invitato a realizzare delle attività di formazione per toglierli dalla strada e per educarli a delle
competenze e a un lavoro.
Lo chiamano poi a dirigere il YMCA nazionale, diventa da educatore un programmatore e gestore della
formazione dei giovani. Si serve molto dell’esperienza dello scoutismo da utilizzare. È il primo a parlare
negli anni ’50 di apprendimento formale.
Attraverso un percorso di senso e di crescita personale e professionale è arrivato alla sua teoria (la
formazione degli adulti come autobiografia).
Otto episodi che cambiarono la mia vita
• Come ho imparato a scrivere (tesi, master, articoli, specchio)
• Il matrimonio con Hulda
• Come ho imparato a essere me stesso (‘comportarsi in modo autentico’ e ‘relazioni cordiali’)
• Come vincere le resistenze all’apprendimento (modelli di ruolo e professionali)
• Come ho appreso qualcosa sull’educazione (si parte con gli allievi nel punto da cui stanno partendo,
rispetto interessi, preoccupazioni, problemi; coinvolgimento in processi di indagine attiva)
• Come ho sviluppato la mia visione delle teorie dell’apprendimento (teorie, criteri, modelli, sfaccettature)
• Come ho imparato a valutare in maniera sensata (valutazione qualitativa e formativa)
• Come imparare a liberare le energie degli altri (controllo vs leadership creativa)
• Informal Adult Education,Association Press, 1950.
• (With Hulda Knowles) How to Develop Better Leaders,Association Press, 1955.
• (With Hulda Knowles) Introduction to Group Dynamics,Association Press, 1959 (revised edition, 1972).
• (Editor) Handbook of Adult Education in the United States,Adult Education Association, 1960.
• The Adult Education Movement in the United States, Holt, 1962 (revised edition published as A History
of the Adult Education Movement in the United States, Robert E. Krieger, 1977).
• The Impact of the Newer Media on Adult Education, National Opinion Research Center, University of
Chicago, 1965. 30
• Leader Looks at the Learning Climate, Leadership Resources, 1965.
• The Professional Nurse Looks at the Learning Climate, Leadership Resources, 1966.
• Higher Adult Education in the United States: The Current Picture, Trends, and Issues, American
Council on Education, 1969.
• The Modern Practice of Adult Education: Andragogy versus Pedagogy,Association Press, 1970,
(revised
• edition, Follett, 1980).
• The Adult Learner:A Neglected Species,Gulf Publishing, 1973, (2nd edition, 1978).
• Self-Directed Learning:A Guide for Learners andTeachers,Association Press, 1975.
• (With others) Andragogy in Action, Jossey-Bass (San Francisco, CA), 1984.
• Using Learning Contracts, Jossey-Bass (San Francisco, CA), 1986.
• The Making of an Adult Educator: An Autobiographical Journey, Jossey-Bass (San Francisco, CA),
1989.
Adotta la tecnica dell’autorevisione, ogni tot anni raccoglie critiche, le utilizza e pubblica altre edizioni.
→
The modern practice of adult education. From Pedagogy to Andragogy seconda revisione del testo, da
contrapposizione di pedagogia e andragogia a continuum tra le due.
Andragogy is “the art and the science of helping adults learn” (1980). Adulto al centro, il formatore ha un
ruolo molto sfuocato rispetto all’insegnante con i giovani.
Andragogia: in Europa già nel XIX secolo: Herbart, A. Kapp (1833), E.Rosenstock (1922), H.Hanslemann
Fa propria l’idea dell’andragogia che nasce nell’800.
(1951), F.Poggler (1957), T.Ten Have (1966). →
“Androgogy not Pedagogy” (1968): “a new label and a new technology” errore, sarebbe andragogy, non
con la o → entra il neologismo “andragogia”
Impatto nella lingua inglese: Webster Dictionary (1981)
Andragogia
• delimitare il campo dell’educazione degli adulti rispetto agli altri ambiti
Primo organico tentativo di
educativi (learning theory).
• Prima teoria organica su come l’adulto apprende, fornendo una base concettuale di riferimento (adult
–
centred theory)
• Prima teoria su come si insegna all’adulto (teacher – theory), perché fornisce alcuni criteri di base per le
buone pratiche didattiche con adulti
• Profilo descrittivo/prescrittivo/ideale di come l’adulto che apprende dovrebbe essere/agire/apprendere
– Carl Rogers, l’apprendimento dovrebbe essere qualcosa che crea le
(the fully-functioning person
condizioni perché la persona sbocci. Libertà di apprendimento, accettazione incondizionata dell’altro,
metafora del giardiniere. Obiettivo di una persona perfettamente funzionante, padrona di sé,
indipendentemente dal “terreno” su cui è sorta. Visione ottimistica e positiva della persona che apprende
e visione negativa del formatore, non insegna ma aiuta l’adulto).
L’andragogia è un modello che dà un framework teorico rispetto a cui vari approcci possono essere proposti.
Revisioni e aggiustamenti della teoria, dei principi, del modello andragogico.
“I prefer to think of andragogy as a model of assumptions about learning or a conceptual framework
for an emergent theory”
that serves as a basis (Knowles, 1989, p.198)
31
Six assumptions about the adult learner (The adult learner: a neglected species. 1978;1984)
Ruotano attorno all’adulto che apprende come ruolo superiore dell’adulto, onnicomprensivo.
l’andragogia, invece il modello andragogico è un’altra cosa, questi principi
I principi sono stati confusi con
sono il framework concettuale. Non devo mai trattare l’adulto come un bambino, devo
1. concetto di sé (in quanto adulto/a), self-concept.
pensare all’adulto come a qualcuno di autonomo, capace di autodeterminazione. Indipendentemente dalle
condizioni dell’adulto, bisogna trattarlo come un adulto, non si può impostare una relazione educativa sul
versante dell’insegnamento e dell’apprendimento.
2. esperienza, experience. Base e risorsa fondamentale per la visione andragogica, considerare che l’adulto
ha una base esperienziale, anche in ambiti non legati all’apprendimento, fondamentale.
3. prontezza/capacità di apprendimento, readiness to learn. L’adulto apprende di più e meglio se è qualcosa
di collegato alla sua vita (si veda Purpose di Dan Pink).
4. orientamento verso l’apprendimento, orientation to learning. La prontezza rileva il collegamento
dell’apprendimento con ruoli sociali l’orientamento è l’applicazione
e professionali, invece
dell’apprendimento, quindi l’apprendimento deve essere collegato a un problema e alla soluzione di un
–
problema (problem solving).
5. motivazione, motivation to learn. Se nel bambino la motivazione che funziona è quella del premio (Dan
Pink), l’apprendimento dell’adulto è sia estrinseco (guadagni di più), ma anche intrinseco, di dare un senso,
di dare valore, di trovare autonomia rispetto alla motivazione.
6. bisogno di conoscere, need to know. Ha bisogno di sapere perché gli serve quello che apprende, che cosa
se ne fa.
Questi sei principi sono le basi dell’andragogia, il framework su cui poi l’autore procede, creando modelli.
Revisione dei principi andragogici
1. Il concetto di sé (come adulto) 1. Il bisogno di sapere del discente
L’esperienza L’apprendimento autodiretto
2. 2. L’esperienza pregressa del discente
3. La prontezza/capacità di apprendimento 3.
L’orientamento verso l’apprendimento
4. 4. La disposizione ad apprendere
L’orientamento verso l’apprendimento e il
5. Il bisogno di conoscere 5.
6. La motivazione intrinseca problem solving
6. La motivazione ad apprendere
32
Critiche all’andragogia
• Tre principi su sei sono “problematici”: self-direction (desiderio più che condizione); orientation
(visione riduzionista e strumentale dell’apprendimento adulto); motivation (non è solo interna).
• Il principio dell’esperienza è il più (quantitativamente e qualitativamente) fondato (Dewey, Kolb) anche
se può non essere una risorsa per l’apprendimento (barriera).
• Focus sull’adulto che apprende ma non sul in cui l’apprendimento dell’adulto
contesto storico-sociale
prende forma e l’adulto stesso si colloca.
• L’idea di adulto di Knowles è il ritratto ideale dell’adulto (la “fully-functioning person” di Rogers);
autonomo, libero da vincoli, positivamente orientato verso la propria crescita, motivato, capace di
risolvere i problemi, creativo, maschio, bianco, ecc.
• Le caratteristiche andragogiche possono adattarsi a bambini e adolescenti autodiretti e non ad adulti
con cultura formativa eterodiretta o “tradizionale scolastica”.
Andragogia: un