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FORMULAZIONI DETERGENTI
Il pool tensidico è costituito da un tensioattivo primario anionico al quale è affidato il potere lavante+ uno o più tensioattivi secondari (anfoteri o betaine) che hanno la funzione di abbassarel'aggressività del tensioattivo primario cioè di abbassare la SAL. È la sostanza attiva lavante quindi laDomanda da esame: Come si calcola la SAL? percentuale ditensivi presenti nella materia prima. ESEMPIO: Il nostro pool di tensioattivi è costituito da: 30% Sodio laurilsolfato SAL = 29 20% Betaina SAL = 32 10% Laurilglucoside (tensioattivo non ionico) SAL = 51.5 • Dividere il valore di SAL per 100 • Moltiplicare il valore per la percentuale di utilizzo del prodotto • Fare la somma TOT che rappresenterà il valore di pool tensidico 29/100 = 0.29 x 30 = 8.7 32/100 = 0.32 x 20 = 6.4 51.5/100 = 0.515 x 10 = 5.15 TOT 8.7 + 6.4 + 5.15 = 20.25 Con questo valore di 20.25 significa che possiamo preparare unbagnoschiumaFOGLIO DI LAVORAZIONE
Rappresenta una sorta di "ricetta" della preparazione in cui viene riportato il Nome della materia prima sia come nome commerciale che come INCI e in più è presente la quantità delle relative materie prime. Solitamente l'elenco viene presentato in ordine decrescente, come quella che è la struttura dell'etichetta per cui vengono riportate prima le sostanze presenti in quantità maggiori, via via presenti in quantità inferiori, fino ai contenuti in tracce.
DETERGENTE BASE
Componente | % | Funzione |
---|---|---|
Sodium Lauryl Sulfate (27%) | 30 | Anionico |
Cocamide DEA | 2.5 | Addensante Sostenitore di schiuma |
Fragrance | 0.25 | |
NaCl | 0.5 | Addensante |
Cocamidopropyl betaine | 5 | Anfotero Addensante |
Water | q.b. a 100 | |
Citric acid, Preservatives | q.s. |
BAGNODOCCIA
Componente | % | Funzione |
---|---|---|
Sodium Laureth Sulfate (28%) | 20 | Anionico |
Disodium cocoamphodiacetate | 20 | Anfotero |
Cocamidopropyl | 6 | Anfotero hydroxysultaine |
PEG-200 Hydrogenated | 2 | Non ionico |
Glyceryl |
Sulfate (28%) 40 Anionico
Potassium Cocoyl Hydrolyzed 10 Anionico secondario
Soy protein Emolliente e Protettivo
Potassium Cocoyl Hydrolyzed 2.5 Anionico secondario +
Soy protein Perlante
Glyceryl stearate
Avena Sativa 2.5 Miscela emulsionata di lipidi edell’avena ad effetto
Hydrolyzed Oat protein proteine
Potassium Palmitoyl lattescente
Hydrolyzed Oat protein
Hydrolyzed collagen 2 Idratante ed Emolliente
Fragrance 1.5
Water q.b. a 100
Cocamide DEA 2.5 Alcanolamide Addensante
Cocamidopropyl betaine 6 Anfotero Addensante
NaCl, Preservatives q.s.
BAGNOSCHIUMA CHIARO SLES-FREE BAMBINI
Componente % Funzione
PEG-7 Glyceryl cocoate 2 Non ionico
Surgrassante
Bisabobol 0.10 Anti-arrossamento
Cocamidopropyl betaine 40 Anfotero
Disodium Laureth 15 Anionico
Sulfosuccinate
Sucrose cocoate 2 Non ionico
Schiumogeno
Panthenol 0.2
Water 36.9
PEG-18 Glyceryl 3 Non ionico
oleate/cocoate Viscosizzante
Isostearamide MIPA 0.80 Viscosizzante
Sostenitore di schiuma
Citric acid, NaCl, Preservatives q.s.
SAPONE LIQUIDO
PERLACEO
Componente
- Sodium Laureth Sulfate (28%) - 40% Anionico
- Sucrose cocoate - 3% Non ionico
- Viscosizzante
- Emolliente
- Fragrance - 0.30%
- Undecylenamidopropyl - 3% Anfoterobetaine Antimicotico
- Water - 49%
- Cocamidopropyl betaine - 6.4% Anfotero / Addensante
- Glycol distearate - 3% Blend perlante
- Steareth-4
- Glyceryl Laurate - 2.5% Non ionico
LEZIONE 7
MODIFICATORI REOLOGICI
I modificatori reologici sono sostanze che vengono aggiunte alla preparazione cosmetica per aumentarne la viscosità e quindi ottenere la consistenza desiderata. Un buon formulatore infatti deve fare anche attenzione alla piacevolezza del cosmetico, quindi deve accertarsi che il prodotto abbia le caratteristiche che ne consentano un utilizzo adeguato.
Un'emulsione
Per esempio: Voglio preparare un latte detergente è molto fluida quindi deve essere in grado di essere messo su un batuffolo d'ovatta per rimuovere il make-up, quindi devo fare attenzione a mantenere un certo grado di scorrevolezza.
Sistemi bifasici
Non ci stiamo
più riferendo ad un semplice detergente in cui abbiamo un sistema costituito per lo piùda acqua ma ad un sistema costituito da due fasi: una fase esterna (continua) ed una fase interna(discontinua).La fase interna (o discontinua o dispersa) può essere classificata tenendo conto delle dimensioni delleparticelle che costituiscono appunto questa fase interna:
- Soluzioni: quando le particelle che costituiscono la fase interna sono molto piccole, alloraparliamo di una soluzione. Questo perché le particelle una volta aggiunte nella fase esternaUn esempio è l’acqua(che noi chiamiamo solvente), non le riconosciamo più. minerale checontiene disciolti una variabile quantità di Sali e va a costituire una soluzione in quanto i saliall’interno dell’acqua non si vedono più.una volta trovatiNel caso di una soluzione quindi abbiamo particelle con un diametro inferiore a 1 nm quindie le particelle hanno un’intensa
attività cinetica, invisibili al microscopio, NON formano gel inoltre hanno un'elevata pressione osmotica (quindi se noi abbiamo una membrana semipermeabile e ai due lati della membrana abbiamo soluzioni a concentrazioni diverse; l'osmosi dell'acqua determina il passaggio dalla soluzione più concentrata a quella meno concentrata fino a che non si raggiunge un equilibrio che viene chiamato equilibrio osmotico). Un esempio di soluzione in campo cosmetico sono le acque termali ed i tonici.
Dispersioni colloidali: Le particelle della fase interna un diametro che arriva fino a 1 mm quindi sono più grandi e per questo sono visibili al microscopio elettronico. Le dispersioni colloidali possono formare gel, hanno una bassa attività cinetica (quindi non hanno un moto che le fa muovere propriamente velocemente nella fase esterna) ed hanno una bassa pressione osmotica. Un esempio di dispersioni colloidali in campo cosmetico sono gli struccanti bifasici.
(daagitare prima dell'uso).[I gel si formano quando le particelle della fase interna formano tra di loro dei legami e sono quindi intrappola l'acqua. Un grado di formare una struttura tridimensionale che Nel momento in cui i gelie libera l'acquavengono stesi sulla cute, si rompe il reticolo per cui il gel diventa facilmentespalmabile.]
- Dispersioni grossolane: le particelle della fase interna hanno un d > 1mm per cui essendomolto più grandi sono visibili anche ad occhio nudo, NON hanno più attività cinetica per cuiperché l'ingombro è notevolesono immobili ed infine sono prive di attività osmotica.
Le dispersioni grossolane in cosmesi sono la branca più vasta nell'offerta dei prodotticosmetici.
I COLLOIDI
I colloidi sono apparentemente solubili in acqua cioè osservandoli ci sembra di trovarci di fronte ad una soluzione, ma in realtà le particelle della fase interna sono sufficientemente
grandi da formareuna fase diversa.Il colloide è caratterizzato dalla capacità di passare dallo stato di GEL (semisolido) a quello di SOL(liquido) cioè il prodotto in forma di riposo si trova allo stato di gel, quando poi lo massaggiamo sullaquesta caratteristica è dovuta al fatto che i legami all'interno della fasecute diventa SOL: internasono reversibili, per cui se il prodotto viene lasciato nuovamente a riposo, il legame si riforma eritorna allo stato di gel (meccanismo di tissotropia).Quando poi a lungo andare quindi con l'avvicinarci della fine della shelf life del gel succede che ilsistema tridimensionale non è più in grado di riformarsi, per cui nel momento in cui lo agito, non siaprono più i legami ma si spezzano (meccanismo di SIRENESI).N.B. Sineresi: perdita di liquido da un colloide in forma GEL legata a fenomeni di incompatibilità.Abbiamo 3 possibili classificazioni dei colloidi. Si possono classificare in
In base alle:
- Dimensione particelle: in base alla dimensione delle particelle possono essere classificate come EUCOLLOIDI O SISTEMI COLLOIDALI MACROMOLECOLARI (dove le particelle sono colloidi macromolecolari). Quando invece le particelle sono micelle allora parliamo di COLLOIDI MICELLARI. Questi ultimi li abbiamo già incontrati, per esempio i tensioliti sono dei colloidi micellari.
- Origine: abbiamo i SISTEMI COLLOIDALI NATURALI che sono una serie di sostanze/materie prime conosciute fin dai tempi antichissimi: sono le gomme e le mucillagini (conosciute per il loro utilizzo in cosmesi ma anche in cucina. Ad esempio per far addensare una marmellata utilizziamo la pectina). Abbiamo poi i SISTEMI COLLOIDALI ARTIFICIALI cioè polimeri sintetici che si possono inserire nel cosmetico della preparazione o più spesso alla fine. (Quindi ho un certo sistema, lo voglio rendere più denso e aggiungo questo polimero sintetico che determina un aumento)
La viscosità di un fluido è una proprietà che indica la resistenza interna al flusso. Si può aumentare la viscosità di un fluido aggiungendo sostanze viscosizzanti (ad esempio polimeri) che formano una rete tridimensionale all'interno del fluido. Queste sostanze possono essere aggiunte sotto agitazione finché il sistema raggiunge la consistenza desiderata.
Un'altra proprietà importante dei fluidi è l'affinità con il solvente. Quando la fase interna e la fase esterna hanno una buona interazione tra di loro, si parla di colloidiliòfili/idrofili (liofili quando la fase esterna è l'acqua). Un esempio di colloidiliòfilo/idrofilo è un lipide idrofilo. Questo fenomeno è anche conosciuto come solvatazione: solvatare una sostanza significa che viene messa in acqua.