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DONNA NELL’ARTE CONTEMPORANEA DALLA META’ XVIII SECOLO

AL XXI SECOLO.

La maggior parte delle opere famose sono state realizzate da uomini: ci sono pochi

casi di figure di artiste donne.

La figura della donna viene rappresentata nell’arte sicuramente in maniera armoniosa

e delicata, vedendola come musa ispiratrice ma spesso prettamente del punta di vista

maschile.

Le Body Artists rappresentano una figura femminile più libera, rappresentata dal

punto di vista femminile.

Antonio Canova, “Paolina Borghese come

Venere vincitrice”.

La figura femminile solitamente nella storia

dell’arte veniva idealizzata, ma con questa

rappresentazione Canova arriva ad un punto di

svolta → Lui vuole dare una sfumatura diversa

alla figura di Paolina. La rappresenta sì associata

ad una figura mitologica (modo in cui la figura

femminile viene universalmente accettata un

tempo), ma ne mostra al tempo stesso la sua

personale sensualità. Paolina (poco vestita) esercita quindi un potere attrattivo in

quanto donna, e non in quanto divinità.

Questo è il punto di vista di un uomo che esalta la bellezza e sensualità femminile in

quanto oggetto di desiderio maschile.

Eduard Manet, “Colazione sull’erba” → questo

dipinto ha scatenato numerose polemiche a causa

della rappresentazione di un nudo femminile

modesto, che si sente a proprio agio al fianco di

due uomini. Lui voleva solo ricreare la figura

delle bagnanti, figure che sono sempre state

presenti nella storia dell’arte (voleva

modernizzarne l’iconografia attraverso la

rappresentazione di un nudo in primo piano→ la

bagnante si vede sullo sfondo + presenza natura

morta in primo piano). Il nudo femminile è perfetto dal punto di vista accademico.

Tale rappresentazione non poteva essere accettata: questa figura femminile risultava

ancor più scandalosa perché non era associata ad una figura mitologica e divina. E’

una donna che nella sua semplicità ed umiltà rivolge il suo sguardo verso

l’osservatore. → Passaggio fondamentale nella storia dell’arte in merito alla

rappresentazione femminile più veritiera e genuina possibile, non idealizzata, pur

provenendo sempre da un punto di vista maschile.

Eduard Manet, “Olympia” (1863) → Prostituta

che esercita potere sugli uomini che attrae, può

permettersi lusso ed è sicura di sé ed impostata.

E’ una donna diversa da quella rappresentata in

“Colazione sull’erba”, è una donna fiera della

condizione in cui vive.

Simbologia come l’orchidea ed il gatto nero

rappresentano la sensualità esposta, la realtà

della donna venduta e prostituta potente:

capacità di questa donna di manipolare gli uomini. Olympia è una donna potente e

manipolatrice, ci guarda con sguardo ammiccante di sfida ed ha una personale

servitrice.

La sua posizione è incalzante, ed ha un cordino al collo che rappresenta la

separazione tra la carnalità (usa il corpo come strumento di potere) e la sua mente (lei

è manager consapevole del suo corpo, freddamente gode di vantaggi).

La servitrice ha sguardo intimorito e sottomesso, porge ad Olympia dei fiori

provenienti da un ammiratore. → Potere economico e sociale di fatto.

E’ lei che decide di usare il suo corpo, tale scelta non le è stata imposta. E’ stata una

sua scelta.

Olympia = figura popolare nella Parigi del tempo. Come una donna d’affari decide di

utilizzare freddamente il suo corpo per esercitare il suo potere.

La prostituzione era una “piaga internazionale” inizialmente, ma la figura di

prostituta potente come Olympia è molto diversa. → Questo è ciò che vuole

rappresentare Manet. Lui vuole attualizzare un modello accademico. 18/02/2022

Manca la rappresentazione della donna dal punto di vista femminile, si ha un punto di

vista esclusivamente maschile per un arco cronologico molto vasto.

→Rappresentazione di una corporeità ben specifica.

Anni ‘60 → ruolo fondamentale delle donne Body Artist.

Tiziano Vecellio, “La Venere di Urbino”

(1538) → modello per la realizzazione di

Olympia da parte di Manet, che ha voluto

modernizzare la tradizione prettamente

accademica storico-artistica.

Venere è raffigurata nuda in quanto è una Dea

→ rappresentazione estetica perfetta, la sua

postura viene ripresa in maniera identica da

Manet. Francisco Goya, “Maja Desnuda” (1833) →

medesima posizione giacente delle due opere

precedentemente analizzate, con la differenza

che il suo volto appare insicuro e timido. Lei

non è a proprio agio… il suo volto e le mani

dietro la nuca ne sono testimonianza. La

modella ha sicuramente origini umili, non ha

una sensualità tanto potente quanto Olympia.

Alexandre Cabanel, “La nascita di

Venere” (1863) → antagonista di

Manet. E’ una pittura contemporanea

che si rifà molto ad classicismo.

Il pubblico apprezza maggiormente

l’opera di Cabanel piuttosto che quella

di Manet poiché rispetta maggiormente

di canoni del classicismo che

rappresentavano la donna come una

dea. → tutto ciò era rispondente allo

spirito del tempo.

Federico Faruffini, “La lettrice (o Clara)” (1864-65) → artista molto vicino ai

Macchiaioli… Questo quadro è il primo quadro

storico moderno (viene mostrata una tipologia di

donna nuova): la donna è rappresentata come

emancipata, nonostante l’epoca in cui è stato

realizzato (pochissime donne avevano la

possibilità di essere istruite).

Le poche donne artiste purtroppo potevano

realizzare pochissime tipologie di opere per non

invadere campi prettamente maschili (potevano

realizzare solo nature morte o ambientazioni famigliari ed intime).

La Clara di Faruffini rappresenta la speranza di cambiamento nel tempo, in una realtà

in cui le donne erano inondate di limitazioni e difficoltà.

Faruffini era il compagno di Clara, era un grande fotografo e conosceva bene le

tecniche del taglio fotografico (ciò si nota bene nella scelta della rappresentazione).

Clara viene rappresentata in un momento di puro relax in cui legge. Lei si gode la

lettura fumando una sigaretta, senza il suo compagno… Viene rappresentata come in

uno scatto rubato (Faruffini cerca di rubare un momento per sé → un tempo non c’era

neanche l’idea che la donna potesse prendersi un momento di tranquillità per se stessa

invece, perché la donna doveva rispondere ai canoni che la vedevano solo moglie e

madre).

Faruffini sembra quasi essere geloso del momento che la sua amata si è presa per se

stessa (si è dedicata a qualcosa che le piace) e della personalità forte ed indipendente

di Clara.

Questa giovane donna ha uno sguardo sereno, sta vivendo serenamente questo

momento di piacere per sé. E’ come se l’osservatore si avvicinasse lentamente alla

giovane donna, da dietro, facendo piano come per non disturbarla.

La fonte luminosa della rappresentazione si trova dietro a Clara illumina i libri e la

candela. Il suo volto si vede per tre quarti, il suo viso è sereno ed elegante (l’eleganza

è data anche dalla posizione della mano che regge una sigaretta).

Sembra come se la volesse spiare e contemplare.

Clara rappresenta il viversi una relazione in maniera equilibrata.

Faruffini → il legame coi Macchiaioli è data dal fondale scuro e dai giochi di luce e

penombra che fanno risaltare la figura della ragazza e l’importanza dell’attività di

lettura (introspezione) che sta svolgendo la giovane

Edvard Munch, “Pubertà” (1894) → momento chiave nella vita di una giovane

donna.

Nel descrivere la figura femminile lui si dedica in maniera drammatica.

Tale quadro va visto in relazione a “Marcella” (1910) di

Kirchner, una giovane donna cresciuta troppo in fretta…

E’ una giovane prostituta → Piaga della prostituzione

minorile.

Sia la ragazza rappresentata da Munch che Marcella

attraversano la stessa fase di cambiamenti dati dalla

pubertà. Anche Marcella avrebbe diritto di vivere la sua

adolescenza normalmente, ma deve lottare con la sua

condizione drammatica. Il suo trucco è molto marcato,

ma il suo fiocco in testa suggerisce ingenuità ed

innocenza (rappresenta il diritto mancato di vivere la sua

adolescenza e pubertà). Senso di pudore dato dalle

gambe accavallate e la posizione delle mani.

“Pubertà” di Munch → posizione statica, si copre la zona

pelvica (tiene le mani incrociate per coprirsi, dimostrando

di avere paura di crescere e di diventare donna) e dietro di

lei vediamo la sua ombra (PAURA PARALIZZANTE =

quasi come se l’ombra diventasse un presagio mortifero…

Lei vorrebbe arrestare il passaggio della crescita). Munch

carica quindi di drammaticità la rappresentazione delle

trasformazioni del corpo di un’adolescente. → Ha lo

sguardo terrorizzato, vuole quasi rifiutare il proprio futuro

destinato alla maternità (influenza delle vicende personali

di Munch → abbandono prematuro della madre. Lui

proietta questo senso di abbandono su tutte le donne che

ha incontrato)

Andy Warhol, “Shot Orange Marilyn” (1964)

→ Marilyn Monroe è una diva del cinema che

viene rappresentata da Warhol in maniera

totalmente diversa rispetto a com’era lei

davvero. Lui la rende un’icona di stile, un

modello estetico visivo commerciale che ha

gettato delle mode e creato tendenza. Marilyn

diventa un modello anche per i posteri.

Warhol crea una Marilyn sensuale ed un po’

svampita, rappresentando una proiezione di

stile: tutte le donne volevano essere come lei,

gli uomini invece la vedevano come oggetto di

desiderio. Le caratteristiche che ha utilizzato

Warhol per rappresentarla si allontanano molto dalla vera Marilyn, che era invece una

donna molto fragile e genuina. Lui ha manipolato la sua immagine creandone

un’icona di stile diventata virale.

Tecnica della serigrafia → crea effetti di colore molto forti e violenti, evidenzia il suo

sguardo rendendola un’icona immortale attraverso un’immagine di plastica e falsa.

Warhol (ex pubblicitario) ha manipolato il metro attraverso la fotografia, rendendo

questa figura femminile etern e sempre attuale in un certo senso.

E’ sopravvissuta l’immagine manipolata di Marilyn, piuttosto che la sua reale

immagine di giovane donna ed attrice.

Utilizzo dei colori molto accesi per risaltare al meglio la sua figura e trasfor

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
9 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ancalena97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ciotta Anna.