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CANTO XVII
Dante si trova ancora tra gli iracondi, cancellazione del peccato dalla fronte di Dante
e passaggio alla cornice successiva. Momento in cui Dante e Virgilio si fermano
davanti alla cornice degli accidiosi e Virgilio spiega la struttura del purgatorio (così
come aveva fatto in Inferno 11). L'amore è il centro del discorso, dunque della
cantica e del poema. Il XVII canto è infatti il centrale, prima ce ne sono 49, dopo ce
ne sono 49. Canto con 139 versi, il 16 e il 18 e il 15 e 17 ne hanno 145, il 14 e il 20,
151. I numeri nel medioevo avevano un valore simbolico importante, questo canto
ha 139 versi, 3 e 9 sono numeri importanti (Dio e la trinità). Amore rivolto al bene o
con fiacchezza (accidia) o con eccesso (avidità, gola). Entrata nella cornice in cui si
punisce l'accidia era uno stato di noia che in particolare colpiva i monaci, compatibile
con il rifiuto dei beni spirituali, una sorta di torpore spirituale.
Ricorditi = imperativo impersonale, sta per “ti venga in mente”
similitudine dentro la similitudine: come vedi sulle alpi quando c'è la nebbia, come
vedono le talpe attraverso il velo di pelle che gli ricopre gli occhi. La faticosità della
sintassi rende l'idea della vista faticosa.
Alpe- talpe= rima unica nella Commedia (talpe= metaplasmo, sta per talpa)
imagine= termine tecnico che sta per immaginazione. Tema ripreso nei versi
successivi: imaginativa, immagine, fantasia, visione...
forte presenza del verbo vedere
corcar = coricare, il tramonto
passi fidi= ipallage (a una parte del corpo si attribuisce la caratteristica della
persona)
Seguono 3 visioni di ira punita tratta da: mito, bibbia e storia romana. Mito: mito di
Procne, che si vendicò con il marito dandogli in pasto suo figlio, il marito la insegue
per ucciderla e viene trasformata in usignolo. Bibbia: Aman, funzionaria del re
Assuero che cerca di far condannare gli ebrei perché la moglie Ester si era rifiutata
di inchinarsi a lui, storia romana: Amata, la mamma di Lavinia, che si uccide dalla
disperazione. I nomi dei protagonisti di questi racconti sono celati, il focus è su altri
personaggi delle storie raccontate.
Imaginativa = immaginazione
Che ne rube= uscita in -E normale in fiorentino antico
om= uomo non dittongato
s'informa= legge tobler-mussafia v17
di fuor (v 23)= riprende sopra, ciò che viene da fuori non ha la forza di interrompere
l'immaginazione
piovve...surse= da l'idea delle visioni che appaiono
si moria= uso pronominale del verbo intransitivo
feo-rompeo= normale in antico
bulla= latinismo
fanciulla= non è la punita, l'anima punita è quella della madre della fanciulla
piangendo dicea= l'imperfetto si coordina al gerundio
ancisa t'hai= riflessivo, sta per 'ti sei uccisa'
per non perder...perduta= poliptoto
lutto= pianto v38
come= quando
nova= non dittongato
viso= metonimia di occhi
tutto= avverbio, sta per 'del tutto'
similitudine v40 : Dante si riprende come ci si riprende dal sonno “come si frange il
sonno...”
si frange...fratto/ percuote...percosso=poliptoto
lume= angelo che sta per togliere il peccato dalla fronte di Dante
io fosse= uscita in -e, esito normale
v 51 tutto al presente= sentenza valida in assoluto, quindi verbi al presente
al v 55 rima franta: ne la/cela
al v 55 enjambement: la via
v 58 uom dittongato
aspetta prego/ uopo vede= chiasmo
poria= condizionale diffuso all'epoca
riede v63= 'ritorna' verbo che rimane a lungo nell'italiano letterario
io con lui= sta per 'io e lui'
ventarmi= farmi vento, verbo non dantesco, qualche attestazione precedente
dilegue v73= verbo in -e (come sopra)
triegue= tregua
Noi eravam dove= locuzione diffusissima nella commedia, segna il passaggio da un
luogo all'altro
pur= proprio, introduce la similitudine della nave
arriva = ad ripam
offensione= forma latineggiante
semo (da sumus poi simus= siamo)/ stea = forme normali tipicamente fiorentine v84
stanno..stia= poliptoto
chiasmo: sei i piedi stanno, non stia il sermone
la parole amore ricorre 8 volte in questo canto
scemo= manchevole
quiritta= rafforzativo
metafora: mal tardato remo, che si ricollega all'immagine della nave soprattutto
o Creator o creatura; o naturale o d'animo...= andamento binario
Creator/creatura= figura etimologica
elenco dei 3 peccati che sono punti qui: andamento a 3 che ha una valenza
simbolica
male obietto/ mal diletto/ mal si torce...= torna la parola 'male' con grande insistenza
fattore/ fattura= figura etimologica
Ma, quinci, or= connettivi che scandiscono i passaggi della spiegazione.
Ogne= in altre edizioni 'ogni'
subietto= latinismo e tecnicismo filosofico v107
v 111 effetto/ dividendo...= tecnicismi della filosofia
tute= latinismo v108
resta se dividendo= lessico della filosofia scolastica
ogni terzina dedicata a ognuno dei 3 peccati, aperta da “è chi” (accidia, invidia, ira)
soppresso/in basso messo= rima di sinonimi
v 120 s'attrista= l'invidia nel medioevo era considerata una tristezza che nasceva dal
vedere il bene altrui (c'era anche poi un'invidia che nasceva dalla gioia per il male
altrui)
qua giù/ di sovra= deittici
v 128 disira= forma derivata dal provenzale e siciliano
penter = infinito sostantivato v132
rima diviso/deciso= sono sinonimi, deciso è latinismo, sta per 'taglio', 'escludo'
in vostro limo= nel vostro fango, 'in voi' (immagine biblica, Adamo è stato creato
modellando il fango)
si piange= con valore passivo
tacciolo= pronome anaforico di tutta la subordinata del v138
Il canto 16 si apre narrativo e si chiude teorico, il 17 si apre teorico e si chiude
narrativo.
Canto XXVI
Canto in cui Virgilio completa il discorso sull'amore e spiega che noi siamo liberi di
scegliere l'amore giusto. Esempi di sollecitudine, virtù che si contrappone all'accidia:
1) Maria 2) Cesare; poi esempi di accidia punita e infine incontro con un'anima.
Dante parla di ciechi, coloro che seguivano un'idea sbagliata di amore. Forse c'è una
polemica che colpisce Cavalcanti, la sua concezione d'amore è superata, di amore
come malattia, come forza invincibile dinanzi a cui la ragione soccombe, per Dante
questa idea è follia. Cavalcanti rimane un bersaglio della commedia, molti critici
hanno notato una sorta di critica a lui in questo canto. L'amore deve camminare con
la ragione accanto, altrimenti diventa peccato (quello compiuto da Paolo e
Francesca). L'animo è creato per amare e per questo si rivolge ad ogni cosa che gli
piace. Non tutti i tipi di amore sono lodevoli, quelli che credono ciò sono ciechi.
L'amore è buono in sé ma dipende tutto da come è applicato, sta all'anima decidere
come applicare l'amore. La libertà è innata, l'uomo ha il potere di trattenere l'amore
che sorge dentro, questo passaggio smentisce Francesca e Cavalcanti che
incolpano Amore di aver deciso per loro. Il libero arbitrio del canto 16 e l'amore del
canto 17 si fondono nel canto 26. Quindi Virgilio introduce la figura di Beatrice, per le
questioni razionali Virgilio sa rispondere, ma per le questioni di fede toccherà a
Beatrice dare spiegazioni a Dante. C'è la prima avvisaglia di quello che sarà il
passaggio di consegne tra Virgilio e Beatrice (canto 30). Nel canto 21 compare
Stazio che accompagna Dante fino alla fine del purgatorio, dice che l'Eneide gli fu
mamma e nutrice e cerca di abbracciare Virgilio ma non è possibile. Stazio spiega
l'origine dei terremoti che segnano il passaggio di un'anima da una cornice all'altra. Il
23esimo canto segna l'incontro con il goloso Forese Donati (fratello di Piccarda) e
poi fino al 26 incontra una schiera di poeti (Guinizzelli). Il canto 24 segna l'incontro
con Bonagiunta da Lucca, poeta della generazione precedente a Dante, Dante infatti
ammette che la nuova poesia sia migliore. Il canto 25 è dedicato alle 7^ cornice, i
lussuriosi. I purganti cantano gli episodi di castità di Maria. Cornice che coinvolge
Dante per due motivi: 1) è biograficamente coinvolto nel peccato della lussuria, 2)
qui incontra Guinizzelli e Arnaut Daniel che hanno poetato di un amore che va oltre
la ragione. Poi il 27esimo è il canto di passaggio tra l'ultima cornice e l'eden.
mentre che sì...= deittico che riprende il finale del canto 25
scaltro= apax (si trova solo qui), deriva dal latino cauterium da cui cauterizzazione
(pratica medica per cui si brucia una parte del corpo per disinfettare una ferita).
Unico canto in cui Dante deve provare la stessa pena dei purganti, sperimenta
fisicamente la pena perché anche lui deve attraversare il muro di fuoco per
raggiungere l'Eden. Significato ancora più intenso.
Frequenza di rime aspre: altro-estro-ardo-arsi. Alto livello retorico e stilistico
feriami= feriva, perfetto normale
su l'omero destro (stanno andando verso sud)
v da 5 in poi spiccato cromatismo e riferimenti al calore
(sole-raggiando-rovente-cilestro-fuoco) antitesi tra sole che rende bianco l'occidente
che era celeste e l'ombra di Dante che rende più rosseggiante il fuoco. Rovento
antitesi di bianco e celeste (il fatto che l'ombra di Dante si proietti sul fuoco rimanda
nuovamente alla partecipazione di Dante al peccato).
cilestro=celeste con r parassita (non etimologica) e cambio di classe
vidi (v9)= cambio del tempo verbale
cominciarsi = forma pronominale del verbo
poliptoto= potean farsi/certi si fero; arsi ripreso al v 18 ardo
in sete e in foco ardo =richiama un sonetto di Guinizzelli, quindi è una firma
dell'anima prima ancora che si sappia il suo nome.
apostrofe dell'anima a Dante di stile elevato, sorta di captatio benevolentiae elevata
che dimostra che l'anima è colta.
metafora= in sete e foco ardo, sia metafora (ardo di desiderio) sia condizione reale
rispondi a me/ne solo a me la tua risposta= chiasmo
che v 20 con valore causale
sete v20 metafora
Dinne= dicci con pronome
fare parete al sole= metafora, fare da ostacolo al sole e quindi fare ombra
entrare nella rete della morte= metafora (stile alto)
qui la risposta che Dante sta per dare è interrotta, compaiono le due schiere
(eterosessuali e omosessuali) di lussuriosi che si incontrano, si baciano
fraternamente e gridano dei riferimenti a episodi celebri di lussuria. Similitudine della
gru, riferimento guinizzelliano
v25 fora= condizionale siciliano
atteso= verbo che qui ha valore riflessivo, infatti ha ausiliare essere
novità =ha doppia valenza: cosa nuova o cosa straordinaria
veggio= vedo
basciarsi= suono toscano reso