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LA CITTA'

Manifestazione molto evidente dell'azione umana sul territorio, in geografia intesa come spazio urbanizzato ma anche come metafora geografica: è fatta da uomini e donne. È un gran numero di persone che vivono a densità elevate in una moltitudine compatta; insediamento circoscritto, di case molto vicine tra loro, a cui si aggiunge l'elemento quantitativo (così estesa che viene a mancare la conoscenza reciproca del vicinato). Oltre a questo c'è il fattore economico, è quindi un insediamento dove le persone vivono principalmente di commercio a scapito dell'agricoltura -> il fenomeno della città va oltre i suoi stessi confini per influenzare altre realtà distanti sia dal punto di vista economico, spaziale e culturale e gli sviluppi tecnologici nei trasporti e nelle comunicazioni ne sono l'esempio; questo è conseguenza della concentrazione di

Strutture e attività di tutti i tipi. L'urbanizzazione è quindi l'accentuazione delle caratteristiche del modo di vita delle persone, ovunque si trovino. De rappresenta i fatti culturali, sociali, economici e politici che vanno oltre alla realtà fisica dell'insieme di edifici e abitanti.

Torres: la città è l'ambiente che garantisce lo sviluppo di innovazione e cultura marimane centrale il concetto di distribuzione geografica poiché la cultura è ciò che fa differenza e questo necessità di luoghi di confronto e di scambio che le tecnologie non possono sostituire. Punto di massima concentrazione di potere e cultura, simbolo dell'interazione sociale, luogo in cui l'esperienza umana si trasforma.

Città nella storia: a onda le radici in tempi remoti, nel VIII secolo a.c nasce la polis greca che verrà sostituita dai romani con la città feudale (piccole città).

aventifunzioni diverse); con il colonialismo c'è un progresso tecnologico che rende le cittàluoghi estremamente funzionali e a partire dal medioevo e dal rinascimento siriconosce un 'centro storico' dal grande valore artistico, attorno cui si svilupperannoperiferie più povere. Con la rivoluzione industriale le città nascono attorno allerisorse minerarie, il cuore dello sviluppo è la fabbrica e grazie a tram e ferrovieanche la campagna ha uno sviluppo dell'edilizia; nel '900 lo sviluppo urbanocontinua grazie all'introduzione dell'automobile. Se un tempo le città eranoprerogativa delle medie latitudini, ora ospitano quasi la metà della popolazionemondiale.Città moderna: dopo la rivoluzione industriale è intesa come la 'grande città' masenza abbellimenti e maggiore interesse per la funzionalità: città come oggetto sucui disegnare progetti. Nel dopo

guerra in Europa molti governi nanziaronoprogrammi di ricostruzione di città secondo il modello ‘clean-sweep planning’ in cuisi sradicava l’esistente per creare qualcosa di nuovo secondo i criteri di ordine,e cienza e razionalità favorendo la gestione della città, il benessere sociale e lacrescita economica. Il risultato non fu quello atteso, i paesaggi erano aridi e grigi.

Negli USA questo modello fu incentivato dal governo e si costruirono grandi edi cigeometrici, quartieri con palazzi storici scomparirono calpestando il rispetto per ilpassato. Scompare lo stile libero e c’è uno sviluppo di tecnologie e trasporticreando città sempre più simili, appiattendo il gusto in nome della funzionalità.

Tuttavia la moderna città-macchina è fatta di persone e spesso un ‘perfetto’funzionamento della città non corrisponde un felice stile di vita: Jacobs parla di‘alienazione urbana’

E tragedia della monotonia, intorno alle case popolari nasce vandalismo e criminalità peggiori di quanto avrebbe dovuto essere perché, secondo lui, non fu compreso il senso della città.

Città postmoderna: nasce a ne '900, quando si valorizzano e recuperano i centri storici; postmodern urbanism: nuove forme di sviluppo urbano contrapposte a quelle del modernismo e quindi un cambio di logica d'analisi della città con lo scopo di rinnovare i centri urbani svuotati di persone e attività, attraverso il recupero del patrimonio storico.

Relph distingue:

  1. Cityscape: tipico della città moderna con linearità di spazi e forte divisione tra grattacieli e paesaggio suburbano, noia dettata dalla funzionalità e distruzione dell'ambiente + dominio automobile.
  2. Townscape: tipico del postmoderno, attenti all'estetica e alla dimensione locale, con pluralismo culturale e decorazioni in stile antico.

Tentativo di ricostruzione della storia locale e una netta divisione tra pedoni e auto. Gentrificazione.

I canoni postmoderni si riassumono nella ossia il recupero e la revitalizzazione della città -> insieme di paesaggi da mostrare per attirare nuovi consumatori, turisti e abitanti; caratterizzato edifici d'epoca restaurati e cura dell'arredo urbano. E un nuovo modo di rappresentare e pensare gli spazi identitari della città con queste caratteristiche che rendono ogni iniziativa locale distinta. La gentrificazione negli ultimi anni sposta l'attenzione sugli investimenti lontano dalle periferie e dalle zone urbane ritenute poco sfruttabili. Smith critica la gentr per le strategie urbane molto aggressive ed è sintomo di processi economici globali per cui questa si è espansa a causa delle economie nazionali mettendo in competizione tra loro i diversi tipi di città per attirare investimenti e servizi. Sono le isole gentrificate a costruire.

L'immagine e l'identità urbana insieme alle amministrazioni ->i luoghi culturali e di consumo che ci sono in queste aree sono ambiti in cui le creative class costituiscono il proprio habitus e sono spazi sociali dove le nuove elite interagiscono. Quindi rappresentando e sponsorizzando un determinato quartiere si attirano turisti ed investitori che alimentano la gentrificazione.

DIRE E FARE GEOGRAFIA

Concetti trattati secondo la prospettiva di 'scala' usata dai geografi per esplorare, studiare e descrivere il mondo ma usato anche nel quotidiano per pensare la nostra identità per logica scalare (europei, italiani, lombardi, bergamaschi). Esistono due concetti di scala: 1. Scala cartografica: rapporto tra grandezza di un oggetto rappresentato sulla carta e la sua reale dimensione, espressa in linguaggio matematico; la scala determina ciò che merita di essere incluso/escluso nella rappresentazione cartografica. 2. Scala geografica: si riferisce alla

dimensione dispazi speci ci come globo, nazione, regione ed è uno strumento che consente un punto di vista speci co d'osservazione come se fossero pv naturali; la scala non è un dato di fatto, è un prodotto di speci ci contesti sociali e storici in cui vengono costruiti e assorbiti entrando nel modo naturale di parlare. Sarà quindi strumento concettuale e prospettiva da cui osservare concetti tipici della geogra a come regione, nazione etc e i processi inclusi nel processo della globalizzazione.

REGIONE

La sezione possiede determinati elementi signi cativi rispetto ai territori circostanti, è uno spazio di speci ca localizzazione che si distingue dagli altri in qualche modo e si estende della misura di questo suo distinguersi: è una partizione territoriale con determinate caratteristiche. La combinazione di questi elementi e la legittimazione politico-amministrativa conferisce alla regione istituzionale un potere straordinario.

fi fi fi fi fifi fi fi fi fi fiun’entità ‘naturale’ presente sul territorio a priori. La regione può essere formale, funzionale o sistemica.
  1. Formale: si distingue per una certa omogeneità interna dovuta al prevalere di un elemento sugli altri, caratterizzata dalla sua forma. L’idea di regione naturale si protrae no a inizio ‘900 con l’idea di natura protagonista e presenza umana come prodotto della super cie terrestre, la regione è l’unità naturale che plasma la vita umana. Dopo i primi decenni del ‘900 si dà più importanza all’azione umana e questo perché il modo di vivere ri ette la speci cità di ogni forma di organizzazione territoriale di ogni comunità; si di erenzia da quella naturale per l’azione umana capace di modi care la natura e la regione diventa metafora che unisce le due anime della geogra a, sica e umana. Il geografo deve individuare, raggruppare e
cartogra e i segni della cultura del territorio e collocarli in maniera sintetica in un sistema comparativa di aree culturali. Diventa di cile individuare territori omogenei di questo tipo poiché paesaggi diversi possono sorgere in due aree naturali simili e vicine; l'estensione del paesaggio, e quindi della regione, è decisa in modo discrezionale portando a creare termini come subregione, microregione, comprensorio etc. 2. Funzionale: negli anni '50 e '60 vengono proposti nuovi modelli regionali influenzati dai criteri di attrazione, connessione e coesione coordinate da un centro urbano; lo sviluppo economico e sociale produrrebbe una gerarchia di spazi organizzati in cui ogni regione esercita una o più funzioni -> regione non più definita da criteri di omogeneità ma da centri di gravità il cui polo propulsivo è l'industria motrice che influenza l'organizzazione del luogo in cui sorge e il territorio circostante, fino aplasmare l'organizzazione di tutta la regione determinando l'estensione e l'evoluzione. La regione funzionale diventa un astratto insieme di relazioni e processi, lo spazio geometrico sostituisce il luogo. 3. Sistemica: negli anni '80 nuovo approccio alla regione che si fonda su una struttura in movimento e orientata volontariamente verso un traguardo; il processo è il principale oggetto di ricerca e la regione considerata nel suo movimento. Contempla le relazioni nel loro divenire, si considera la regione come sistema aperto e se ne studia il rapporto con l'esterno. Questo approccio permette di lavorare su un piano multiscalare: considerando un sistema territoriale con connessioni ben definite non possiamo analizzarlo come se fosse isolato ma parte della realtà che lo circonda, di un sistema più grande con cui è in continua relazione. Regione cartografica: la logica cartografica è una teoria che condanna la separazione tra la

realtà e la rappresentazione, è un’interfaccia

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sazzola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Ricci Alessandro.