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“I”:
1. è il tipo di biella più diffuso per via della facilità ed
Biella ad
economicità di produzione; infatti, gli alleggerimenti si
ottengono per forgiatura e le lavorazioni meccaniche si limitano
alla messa in tolleranza dei fori. Inoltre, con questo tipo di
bielle le masse sono concentrate lontano dall'asse e dato che il
moto è di tipo rototraslatorio e si sviluppano azioni che
sollecitano a flessione la biella, si ha il vantaggio a flessione
dovuto alla trave a doppio T. Il problema di questo tipo di biella
è che l’anima centrale del fusto si ritrova anche nella parte
bassa del cappello di biella: ciò, unito alla lavorazione
necessaria per creare il collegamento filettato tra fusto e
cappello, dà al cappello stesso un elevato coefficiente di intaglio. 42
“H”:
2. gli alleggerimenti in questo caso vanno realizzati
Biella ad
per fresatura, ma si evita il problema dell'intaglio sul cappello di
biella. Lo scavare il fianco anziché la pancia della biella
permette di asportare più materiale (alleggerimento risulta più
spinto), la biella può dunque avere dei movimenti laterali più
.
rapidi, e il motore può girare a più alti Inoltre, il rapporto
d'allungamento dei motori sportivi è più alto, quindi la biella è
più corta, di conseguenza gli effetti flettenti sulla biella sono
meno rilevanti.
vie di mezzo, ad esempio alleggerimenti ad “X” che
Esistono anche
però non tratteremo.
2.6.1 Elementi costruttivi della biella
Analizzando il disegno in figura si nota la presenza di elementi di fissaggio tra il cappello della biella ed
e non l’albero motore)
il fusto (infatti la maggior parte delle volte la biella è scomponibile e del foro di
lubrificazione posizionato sul piede di biella (ma possono essere anche realizzati sul bottone di
Quest’ultimo è utile perché
manovella, come nel caso dei motori a V). l'olio che casca da sotto il
pistone viene usato per la lubrificazione del piede di biella passando proprio per quel foro.
Nelle bielle scomponibili, il collegamento tra cappello e fusto non
avviene unicamente attraverso elementi filettati, ma sono
necessari altri dispositivi necessari a sopportare gli sforzi di
taglio, come ad esempio boccole o spine, evitando il compito alla
vite (per la quale la condizione di taglio non è accettabile). Il
montaggio con bussole, in particolare, risulta più economico e
facile, rispettando meglio la coassialità che deve avere il pezzo e
permettendo una maggiore resistenza a taglio.
Tuttavia, è interessante analizzare anche un altro collegamento tra cappello e
fusto, che consiste nel realizzare di pezzo i due elementi per poi separarli
la biella intera viene immersa nell’azoto
successivamente; innanzitutto, liquido, al
dopo viene realizzata un’incisione laser
fine di rendere più fragile il materiale, e
nella zona di separazione. Tale procedura è necessaria per creare un intaglio e
innescare la rottura, che viene completata con un cuneo che mette in trazione il
componente, spaccandolo proprio in corrispondenza dell’intaglio. Tale soluzione 43
permette di realizzare il centraggio semplicemente attraverso la rugosità delle superfici che si sono
realizzate durante la frattura, avendo una corrispondenza univoca tra le due, ovviamente con costi
molto più elevati della procedura classica e quindi raramente applicata.
Si noti che nel fusto e nel cappello di biella sono presenti degli
incavi. Questi sono necessari al fine di poter alloggiare
anch’essa realizzata con la
correttamente la semi-bronzina,
dentatura (per non ruotare nella
sede); inoltre, la semi-bronzina è
realizzata in modo tale che sporga di
un valore detto che serve ad assicurare la continuità
crush,
altezza di
totale della bronzina totale, una volta serrati fusto e cappello (infatti, le due
altezze di permettono di comprimerle tra loro). Per fare ciò la semi-
crush
bronzina deve essere rastremata sulla parte terminale in modo che il
rigonfiamento la porti al giusto spessore.
Particolare attenzione è necessaria per le bielle dei motori a V. Infatti, in questi motori le bielle dei
cilindri con in comune lo stesso perno di manovella lavorano classicamente affiancate (si veda
immagine biella a I), generando offset tra i due cilindri corrispondenti sulle due bancate. Tuttavia,
esistono soluzioni per evitare di creare questo offset assiale (rispetto all’albero motore):
• Bielle affiancate
• Bielle accavallate (figura in basso a sinistra)
• Bielletta comandata (figura in basso a destra)
2.6.2 Materiali e processi tecnologici per le bielle
Le bielle sono spesso realizzate in per o per via delle elevate
acciaio stampaggio forgiatura,
caratteristiche meccaniche che garantisce questo materiale. Si ricordi però che questo processo è
fortemente direzionale, quindi, partendo dal semilavorato, che nasce già col grano cristallino molto
direzionato, la stampata accentua le caratteristiche di direzionalità del pezzo, con il risultato di un
pezzo fortemente anisotropo.
Tuttavia, l’acciaio non è l’unico materiale utilizzato, ad esempio per motori tendenzialmente lenti si
contraddistinta da un’ottima
utilizza la lavorabilità. In questo caso la biella è
ghisa sferoidale,
realizzata per risultando isotropa a livello di caratteristiche; infatti, le anisotropie sono
fusione, 44
distribuite nell'unità di volume in maniera totalmente casuale e quindi le caratteristiche del materiale,
mediate, diventano isotrope.
Altro materiale possibile sono le che possono essere di tipo alfa (più resistenti) o beta
leghe di titanio
(più lavorabili), anche se spesso si usano leghe intermedie. Tecnicamente questo materiale
rappresenta uno ottimo compromesso di proprietà meccaniche (più leggero di acciaio e più resistente
di alluminio) ma è difficile e costoso da lavorare. Per quanto riguarda i processi che possono essere
utilizzati, si parla principalmente di o (normalmente a cera persa, seguita da
stampaggio microfusione
nitrurazione della superficie).
Infine, per motori piccoli e con non troppe prestazioni, si realizzano bielle in e anche qui i
alluminio
processi principalmente sono (Cu-Si) e (Si-Mg).
stampaggio fusione
2.6.3 Dimensionamento del fusto
Si effettuano principalmente due tipi di verifica del fusto:
(“condizione di avviamento”):
• che viene effettuata nella condizione di massima
Analisi statica e la forza d’inerzia
forza agente sul fusto della biella, con la forzante data dai gas massima
(che contrasterebbe l’azione dei gas) nulla (ovvero ad albero motore fermo)
• che viene effettuata considerando come
Analisi a fatica:
frequenza il regime di rotazione massimo del motore. I limiti del
ciclo di carico (carico positivo quando si è in compressione) sono
dati da tre punti: −
PMS di compressione: , ovvero forza dei gas meno
o 1
forza d’inerzia forza d’inerzia
−
PMS di scarico: , ovvero solo
o 1
PMI: , ovvero solo forza di inerzia con valore diverso da
o 2 1
Inoltre, essendo soggetta a compressione, nella biella potrebbero nascere fenomeni di instabilità
elastica; pertanto, si rende necessaria una del fusto.
verifica a carico di punta
Si ricorda che la snellezza di una trave vale:
0
=
Tale valore poi va confrontato con il valore limite di snellezza, verificando che non sia inferiore ad
esso:
= √
Dove è la lunghezza libera di inflessione, è il raggio di inerzia della sezione, è la tensione al
0
limite di proporzionalità (allo snervamento) e è il modulo di Young del materiale. 45
La lunghezza libera di inflessione , tuttavia, è da valutarsi in funzione del piano
0
in cui si considera che avvenga l’inflessione. Infatti, al variare di tale piano
variano i vincoli con cui è corretto schematizzare la biella, ad esempio:
• Nel piano frontale si schematizza con un vincolo cerniera-carrello, che
porta ad un’inflessione del primo ordine =
0
• Nel piano laterale si ha un doppio incastrato (al netto dei giochi presenti), che genera
un’inflessione del secondo ordine = (0.6 ÷ 0.8).
0
Per la verifica, infine, si utilizza la formula di Eulero, in cui è la massima forza di compressione
(all’avviamento) e è il momento d’inerzia della sezione
che si oppone alla flessione:
2
< 2
0
Come si vede dalla rappresentazione delle accelerazioni del
manovellismo nel generico punto di funzionamento individuato dagli
,
angoli e il punto B è sottoposto ad accelerazioni principalmente
alterne, mentre il punto A ad accelerazioni prettamente centrifughe.
Tali accelerazioni hanno effetti differenti sulla biella:
lungo l’asse
• Quelle muovono la biella
ortogonali all’asse flettono
• Quelle la biella
Prendiamo in considerazione una particolare condizione, quella
più critica dal punto di vista degli sforzi sulla biella, ovvero
quando l’angolo della manovella rispetto alla biella raggiunge i
90° (siamo quindi in fase di quadratura, con biella e manovella
l’accelerazione
ortogonali). In questo caso centrifuga diventa
perfettamente perpendicolare alla testa di biella.
a verificare la legge di moto dell’accelerazione, l’accelerazione alterna sul piede di biella in
Andando
fase di quadratura è pressoché nulla; quindi, si può approssimare questa condizione con un campo di
accelerazione lineare del tipo: 2
=
2
= = 0.
con: e
Questo campo di accelerazione è il responsabile della generazione del cosiddetto effetto colpo di
che si scarica sulla biella, in cui la forza è data proprio dal prodotto tra questa accelerazione e la
frusta
massa della biella. Introducendo ora un’importante approssimazione sulla distribuzione di massa della
biella, ipotizzandola uniformemente distribuita lungo la lunghezza del pezzo, si possono calcolare i
carichi agenti sulla biella, per trovarne la distribuzione dei momenti risultanti: 46
2
() =
= =
0
l’area
Co